giovedì 13 settembre 2012

Piccoli uomini e grandi problemi


Cominciamo con Sallusti; visto che avevo promesso di non trascurarlo, cerco di tener fede all’impegno. E’ un pezzo ormai vecchiotto, perché risale a lunedì 10, ma è l’ultimo editoriale che ha scritto. Probabilmente è troppo impegnato nella crociera di propaganda politica che Il Giornale ha organizzato e che, forse, si concluderà con un intervento di Berlusconi. Dovunque si trovi in questo momento, credo che Indro Montanelli sia assai poco contento di vedere il “suo” quotidiano dedicarsi alla versione navigante dei Festival dell’Unità.
Crociera a parte, l’articolo di Sallusti merita di essere letto: http://www.ilgiornale.it/news/interni/monti-scarica-casini-836254.html.
Buona stampa. Lo so, è sempre Sallusti, però stavolta dice alcune cose condivisibili e si è persino procurato un po’ di senso dell’umorismo da qualche parte.
Passiamo a un argomento ben più serio, in parte collegato alle conclusioni del post di ieri: gli eventi di Bengasi e delle altre città nordafricane e mediorientali.
Su La Repubblica la riflessione viene affidata principalmente a un articolo di Adriano Sofri, il quale ha ritenuto di concentrare la propria attenzione sul film che è all’origine dell'ondata di violenza antiamericana. Che si tratti di una pellicola indecorosa e insensata (letteralmente e metaforicamente) è un dato acclarato. Mi sembra, però, forzato guardare prevalentemente a questo aspetto e farlo in maniera che pare, se non legittimare, almeno giustificare gli assalti alle ambasciate e ai cittadini statunitensi, sfiorando appena un altro elemento certo, ossia che dietro alla rabbia per un pessimo film si intuisce qualcosa di molto preoccupante: il diffondersi delle frange più pericolose del terrorismo di matrice qaedista un po’ ovunque in Medio Oriente e Nord Africa.
Stampa così e così. Tra l’altro, citare la vicenda della bambina pakistana incarcerata per aver, forse, bruciato alcune pagine del Corano senza ricordare i dettagli emersi dalle indagini mi sembra poco corretto.
Sul Corriere della Sera ci sono diverse analisi. Quella di Angelo Panebianco mi pare buona, anche perché si pone in una prospettiva meno angusta di quella di Sofri e, per quanto possa piacerci poco, ci ricorda quanti e quali siano gli interessi occidentali e italiani coinvolti (http://www.corriere.it/editoriali/12_settembre_13/giorno-dopo-undici-settembre-panebianco_2fcef20a-fd60-11e1-ae02-425b67d1a375.shtml).
Buona stampa.
Ho l’impressione che osservare le vicende mediorientali con le lenti, un po’ opache, del politicamente corretto, come fa Sofri, non aiuti affatto a comprenderle adeguatamente. E neanche a impedire che esse producano conseguenze nefaste per tutti. Un po’ di sano realismo e di accorto opportunismo non credo possa nuocere di fronte a eventi di questa portata.
Lo conferma anche l’articolo di Maurizio Molinari su La Stampa, che, però, si concentra principalmente sulle implicazioni elettorali americane: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10522.
Buona stampa.

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