martedì 31 gennaio 2012

La montagna non ha partorito neppure un topolino


La questione Unipol-Fonsai, come sapevamo già domenica, sembra aver trovato effettivamente una soluzione meno scandalosa di quella inizialmente prospettata. Siccome, però, il diavolo sta nei dettagli, aspettiamo di conoscere i dettagli, come suggeriscono, in un breve e illuminante commento, Onado e Resti sul sito LaVoce (http://www.lavoce.info/articoli/-300parole/pagina1002830.html). Mi piacciono in particolare le osservazioni sul modo di operare della Consob, che sembra adeguarsi alla nostra pavida e avida finanza da salotto sedicente buono.
Buona stampa.
Sempre dal sito LaVoce, segnalo un rapido saggio su quelli che il Viceministro Martone non ha trovato di meglio da fare che definire “sfigati” (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002828.html). E trascrivo la presentazione che non troverete nell’articolo, giusto perché abbiate il quadro completo.
Il problema degli italiani che si laureano troppo tardi esiste, come mostrano i dati che pubblichiamo. Ma è fuori luogo che un viceministro li definisca "sfigati". Soprattutto considerando che non tutti possono giovarsi dei miracoli come Michel Martone, diventato professore ordinario ad appena 29 anni in un concorso in cui aveva una sola pubblicazione, il presidente era il suo mentore e datore di lavoro, tutti i candidati, molto più qualificati di lui, si sono ritirati facendogli posto e i giudizi sul suo lavoro erano tutt'altro che lusinghieri…
Devo aggiungere altro?
Buona stampa.
Veniamo a oggi, che è il 31 gennaio. Sembra proprio che i Deputati si stiano procurando un futuro di miseria… Non è proprio così, in realtà. Anche qui, come sopra, ricordiamo dove sta il diavolo: forse questo taglio di 1.300 euro, in effetti, non sarebbe proprio un taglio. Ricorderei anche che nella storia recente del Parlamento italiano sono numerosi i casi in cui provvedimenti annunciati sono rapidamente svaniti nel nulla o peggio, al momento dell’approvazione, sono stati rovesciati, producendo conseguenze esattamente contrarie a quelle originarie. Se non bastasse il timore che, ancora una volta, ci prendano in giro, c’è da tenere presente che il Senato, nonostante le promesse di Schifani, non ha ancora fatto neppure il passettino compiuto dalla Camera. Ovviamente, per un commento più esteso, ci rivolgiamo a un vero esperto, il mastino truce (http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_31/passo-timido-tagli-veri-rizzo_402c89f0-4bdb-11e1-8f5b-8c8dfe2e8330.shtml).
Buona stampa.
Comunque, Fini ha mantenuto in maniera molto parziale la promessa, Schifani neanche quello. Anche se, a onor del vero, sono giustificati: nelle ultime ore sono stati impegnati dal passaggio a miglior vita di Scalfaro. Commenta di qua, commenta di là, vai al funerale… insomma, poveretti, hanno avuto altro da fare. Orsù, diamogli un altro paio di giorni! O no?



domenica 29 gennaio 2012

Non di sola stampa vive l'uomo


Cominciamo con una potenziale buona notizia: sembra, ripeto: sembra, che la Consob abbia deciso di imporre che l’operazione Unipol-FondiariaSai si svolga in maniera diversa da come avrebbero auspicato i Ligresti, i quali, giova tenerlo a mente, sono gli artefici del sostanziale stato fallimentare della compagnia assicurativa. Un buon pezzo sulla questione lo trovate sul Sole 24 Ore a firma di Riccardo Sabbatini (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-01-29/unipolfonsai-cambia-piano-081240.shtml?uuid=Aa9m8pjE&fromSearch).
Buona stampa. Sempre che, visto che sono in corso proprio ora i consigli di amministrazione che dovrebbero prendere le necessarie decisioni, le cose non cambino e che domattina non ci tocchi leggere di qualche sostanziosa concessione all’Ingegnere e ai suoi cari figlioli… Speriamo di non restare delusi.
E veniamo alla morte di Oscar Luigi Scalfaro. Nei commenti dei nostri principali quotidiani mi sembra prevalere una tendenza elogiativa che, francamente, mi pare assai poco motivata. Si stacca dal coro, e non sorprende, il Giornale, al quale, a quanto pare, è rimasto sul gozzo il modo in cui, diciotto anni fa, Scalfaro ha contribuito alla conclusione della prima esperienza di Berlusconi a Palazzo Chigi (http://www.ilgiornale.it/interni/muore_93_anni_oscar_luigi_scalfaro/oscar_luigi_scalfaro-morto-io_non_ci_sto-presidente_repubblica/29-01-2012/articolo-id=569482-page=0-comments=1). Davvero, faccio fatica a capire come tutto, al Giornale, venga vissuto come se fossero allo stadio.
Mala stampa.
Personalmente, trovo che il pezzo migliore sia quello di Stefano Folli per il Sole 24 Ore, che mette in luce le contraddizioni di Scalfaro (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-29/morto-presidente-oscar-luigi-135614.shtml?uuid=Aaz1gFkE).
Buona stampa.
Se interessa il mio parere, a me pare che sia stato una figura rappresentativa di una cultura che rasentava l’oscurantismo e l’intolleranza. A conferma di questo, ricorderò l’aneddoto che amava riportare Indro Montanelli, il quale raccontava come, negli anni 50, Scalfaro, trovandosi in un ristorante nel quale era presente una signora vestita con un abito scollato, si fosse sentito autorizzato a schiaffeggiarla per il suo abbigliamento. Chissà perché mi viene in mente Ahmadinejad?
Aggiungo che credo esista anche il peccato di omissione, intendo dire che Scalfaro sarà anche stato onesto e che non avrà tratto alcun vantaggio dalla sua carriera politica, ma è stato un uomo influente della Democrazia Cristiana per decenni, possibile non abbia capito che si stavano inoculando nel nostro sistema politico i germi delle patologie che l’hanno reso fragilissimo e che oggi, anche per effetto della crisi del debito, rischiano di esserci fatali?
Come dice anche Folli, non poteva non aver intuito, ma non ha fatto nulla. E’ rimasto lì, poteva andarsene sbattendo la porta…
E finisco con l’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere di oggi: http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_29/il-passaggio-piu-insidioso-angelo-panebianco_04ecb588-4a49-11e1-bc89-1929970e79ce.shtml. Come sempre individua correttamente i problemi e aiuta a tenere in forma i neuroni.
Buona stampa.
Anzi no, concludo uscendo dai temi abituali, ma mi va di farlo: ho scritto questo post con il sottofondo del CD dal vivo di Stefano Bollani e Chick Corea intitolato “Orvieto”. Ottima musica, se vi piace il jazz.

sabato 28 gennaio 2012

Siamo sempre lì, mancano i pastori


Mi pare ovvio che la Grecia, presentando per qualche anno dati alterati della propria contabilità nazionale, si sia conquistata la sfiducia dei partner europei. E che da questa sfiducia derivi la particolare rigidità delle istituzioni, europee e non solo, cui la Grecia si è rivolta per evitare il fallimento, anche questo mi sembra un fatto scontato e legittimo. Forse, però, da qualche parte si comincia a esagerare, come spiega questo articolo del Financial Times (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/33ab91f0-4913-11e1-88f0-00144feabdc0.html#axzz1kjq4aAtC).
Buona stampa.
Ho l’impressione che si stia perdendo il senso della moderazione, così prezioso in gran parte delle vicende umane. E temo, inoltre, le conseguenze drammatiche portate da questo crescendo di severità che si pretende di imporre alla Grecia e agli altri paesi con debiti eccessivi, Italia compresa.
Forse la Signora Angela Merkel vincerà le prossime elezioni politiche a casa sua, ma perderà la partita con la Storia e sarà ricordata soprattutto come un’ottusa e mediocre ragioniera. E non è detto che stroncando le prospettive di crescita di non pochi paesi europei, favorirà quelle della Germania. Oggi Deutschland AG sostituisce i suoi storici partner commerciali con i BRICS, ma non sta scritto da nessuna parte che sia una scelta sicuramente vincente nel lungo periodo. Io sono sempre perplesso di fronte alle certezze assolute in materie altamente aleatorie, specie quando, ad esempio, considero i dati sulla crescita cinese, in calo, o quelli dei consumi di idrocarburi, così importanti per i portafogli degli amici magnaschei di Vladimir Putin.
La classe politica, ovunque, non sembra capace di liberarsi dall’assillo delle prossime elezioni e di svolgere quel ruolo di guida che dovrebbe essere irrinunciabile.
Sul tema, ma anche su altro, vi suggerisco un articolo di Morya Longo sul 24 Ore di oggi (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-28/denaro-facile-diventa-strategia-081103.shtml?uuid=AaUo3WjE&fromSearch). E così, se già non lo sapevamo, abbiamo anche capito meglio che cosa sia questo benedetto quantitative easing.
Buona stampa.
Venendo alle cose di casa (ammesso che l’Europa non sia casa…), mi pare rassicurante che, in poco più di due mesi, il Governo Monti abbia preso già diverse misure importanti. C’è ancora molto da fare, ma quel che sta accadendo dimostra non tanto che Monti e il suoi ministri sono bravi, ma che erano (e restano) molto mediocri i politici ai quali abbiamo affidato la gestione del paese negli ultimi vent’anni.
A riguardo, come di consueto, è divertente il quadretto romano che ci fornisce oggi Ugo Magri sulla Stampa (http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/440181/).
Buona stampa.
Aggiungo che ha ragione Stefano Folli, che sul Sole 24 Ore ripete da tempo che i politici stanno perdendo tempo e sprecando una preziosa occasione: mentre il Governo Monti fa il “lavoro sporco” in campo economico, quel lavoro che una classe politica priva di coraggio e paralizzata dagli interessi (e dai conflitti d’interesse) ha rinunciato a fare per anni, i partiti dovrebbero mettere mano ad altri provvedimenti indispensabili, di carattere prettamente politico (legge elettorale, riforme costituzionali, regolamenti parlamentari, ecc.). Dovrebbero, ma non lo fanno.
E nel frattempo, anche personaggi di primo piano (ricordatevi: essere di primo piano, da queste parti, non vuol dire essere di prima qualità) sembrano interessati solo a continuare le loro baruffe da ballatoio, alla disperata ricerca di visibilità che impedisca ciò che temono di più, ossia il giusto loro destino: l’oblio. In questo credo che la stampa dovrebbe darci una mano ed evitare di dare spazio agli starnazzi di figure di cui, onestamente, possiamo fare senz’altro a meno. Anzi, figure che, se si cavassero dai piedi, darebbero finalmente un contributo al bene del paese.
Non faccio nomi e cognomi, non ne avete bisogno.

mercoledì 25 gennaio 2012

Torniamo all'origine


Essendomi ripromesso di parlare di stampa, ecco sulla materia un breve articolo dal Corriere on line (http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_25/rsf-classifica-liberta_9b1a1948-474b-11e1-8fa7-b2a5b83c8dfe.shtml). E anche nella classifica della libertà di stampa perdiamo posizioni, come quella nella corruzione…
Buona stampa.
Il rapporto completo, in inglese, di Reporters sans frontières (e una presentazione di sintesi) la trovate qui: http://en.rsf.org/press-freedom-index-2011-2012,1043.html.
E sempre per parlare di stampa e per soddisfare la mia vanità (come a dire: ve lo avevo già spiegato io), ecco Sergio Rizzo recensire un libro nel quale si parla dei finanziamenti pubblici all’editoria: http://www.corriere.it/cultura/libri/12_gennaio_25/veltri-i-soldi-dei-partiti_72af81ba-473b-11e1-8fa7-b2a5b83c8dfe.shtml. Niente male Valterino, vero? Ve l'avevo detto...
Buona stampa.
Passando all’altro tema principale del mio secchiello d’acqua, ossia la politica, mi piace quasi sempre il modo in cui Stefano Folli, sul Sole 24 Ore, analizza la situazione nella rubrica “Il punto”. Oggi il tema è l’ordine pubblico in relazione alla serrata degli autotrasportatori (di un gruppo molto minoritario di autotrasportatori), direi che vale la pena di leggerlo. Ecco il link: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-01-24/esame-maturita-tempo-stringe-231356.shtml?uuid=AarvwBiE.
Buona stampa.
Sul Foglio lo stesso tema viene affrontato in maniera non molto convincente (http://www.ilfoglio.it/soloqui/12038), con quella mancanza di coerenza e di linearità che, in un figuro diffidente e sospettoso come me, suscita immediatamente una reazione negativa. Il titolo, inoltre, fa riferimento al Governo e a una presunta, ma non dimostrata, diversità di atteggiamento tra i suoi membri, mentre buona parte dell’articolo è riservata alle considerazioni di Mantovano, esponente del PDL, che, tra l’altro, conferma le infiltrazioni mafiose nel settore dell’autotrasporto.
Mala stampa.
Un avviso. Sul Corriere cartaceo di oggi, oltre alla recensione di cui sopra, il mastino feroce ha scritto un articolo sulla presenza della corruzione nelle amministrazioni del Vaticano. Non è disponibile in rete, ma vi terrò aggiornati. Intanto mi esprimo, sia pure rapidamente: credo che la Chiesa cattolica dovrebbe decidersi finalmente a fare un po’ di pulizia al proprio interno, anche, o forse soprattutto, nelle posizioni più vicine ai vertici. E dovrebbe anche rifarsi più all’esempio di San Francesco da Assisi che a quello di Monsignor Paul Casimir Marcinkus da Cicero (IL).

martedì 24 gennaio 2012

Due concittadini


Oggi il Financial Times riprende l’argomento che vi avevo segnalato ieri, ossia l’atteggiamento mutevole di Francia e Germania in merito alle regole di gestione delle banche e delle assicurazioni. Mi sembra che l’articolo odierno mi dia ragione, quindi ve ne suggerisco la lettura (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/32be8274-45cc-11e1-93f1-00144feabdc0.html#axzz1kGo5L4Fu).
Buona stampa.
E veniamo a due miei concittadini, uno che si merita la mia stima, l'altro un po' meno...
Cominciamo da Luigi Zingales che ha scritto un commento interessante sul caso Unipol-Fonsai. Era apparso sul Sole 24 Ore qualche giorno fa, ma è stato reso disponibile soltanto ieri (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-01-22/fonsai-dirigismo-italiana-150114.shtml?uuid=AaFRODhE&fromSearch). In realtà, più che della vicenda particolare, si occupa del quadro in cui essa si inserisce, che, come ho già avuto modo di dire, non è gran cosa.
Buona stampa.
Del secondo concittadino si è occupato il Corriere del Veneto sabato, ma l'articolo non è sul sito, quindi ho fatto ricorso allo scanner. Credo che non abbia bisogno di commenti, anche se, giusto per aggiungere un altro dettaglio al ritratto di questo signore, ricorderò che, quand’era Ministro, si serviva della tessera di deputato della Signora Giustina Destro per usufruire dei servizi a prezzo scontato del barbiere della Camera, cui non aveva diritto giacché non è parlamentare. Ripeto, si commenta da sé, ma se volete, facciamo finta di giocare all'impiccato, ve lo ricordate? Per me, una buona definizione è questa: P _ _ _ _ _ _ E. Se qualcuno ha la soluzione, la può indicare nei commenti.
L'articolo del Corriere del Veneto è piccolo, ma prezioso.
Buona stampa.

lunedì 23 gennaio 2012

Il pendolo del rigore


La classe politica, in Italia come altrove, sembra capace di contraddirsi con una frequenza a dir poco sconcertante. E con risultati che, temo, saranno sempre peggiori, così da farmi dubitare seriamente che riusciremo a venire fuori dalla crisi in cui ci dibattiamo, giova ricordarlo, dal 2008.
Il Financial Times (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/7f8485a8-4500-11e1-a719-00144feabdc0.html#axzz1kGo5L4Fu) ci informa oggi che Francia e Germania intendono tornare alla carica per ottenere che l’applicazione di alcune regole di Basilea III avvenga in un momento successivo a quello previsto originariamente. La ragione: evitare che le loro banche siano costrette a ridurre i finanziamenti alle imprese e alle famiglie, indispensabili per evitare un ulteriore rallentamento della crescita economica.
Buona stampa.
La richiesta fa infuriare il Governo inglese, che ha avviato una drastica revisione del proprio sistema bancario, imponendo misure volte a evitare che i suoi maggiori istituti finiscano per ripetere gli errori gestionali dello scorso decennio e si ritrovino in condizioni tali da richiedere un intervento pubblico come quello attuato per salvare Royal Bank of Scotland e Lloyds TSB.
Io sono veramente ottuso, ma stento a capire come sia possibile che Schäuble sia severissimo quando si tratta dei debiti pubblici greci, portoghesi, spagnoli e italiani, mentre chiude volentieri un occhio o anche tutti e due sulla gestione disinvolta delle banche tedesche, che, tra l’altro, su quei debiti hanno speculato alla grande.
Baroin non è da  meno quanto a incoerenza, resa tanto più incomprensibile se si considera che la Francia ha appena perso la massima valutazione del proprio debito e, se proprio vogliamo dirla tutta, non è che, in prospettiva, possa vantare conti tanto migliori dei nostri.
Il tutto diventa anche più sconcertante se si ricorda quel che è accaduto soltanto pochi mesi fa, quando, sotto il naso di Berlusconi e Tremonti, che non se ne sono neppure accorti, furono approvate le indicazioni dell’EBA (l’autorità europea di controllo delle banche) che stanno costringendo alcune delle nostre maggiori aziende di credito a operazioni straordinarie per rispettare i parametri patrimoniali richiesti.
Per chiarire: quando l’EBA propone misure rigorose che, per come sono strutturate, non hanno particolari riflessi sui loro sistemi bancari, Francia e Germania indossano la casacca degli amministratori seri e intransigenti; quando, al contrario, si tratta di applicare le regole di Basilea III, che comporterebbero impegni gravosi per le loro banche e le loro società di assicurazioni, eccoli pronti a farsi paladini della flessibilità e della moderazione, invocando la salvaguardia di quella medesima crescita che viene stroncata altrove con le misure imposte dall’EBA.
Con una classe dirigente del genere si può andare lontano?

venerdì 20 gennaio 2012

Passano i giorni, Eccellenza


Già che ci sono, approfitto di questo secondo post odierno per ricordare ai Presidenti di Senato e Camera che mancano 11 giorni al 31 gennaio. Attendiamo sempre, non fiduciosi, di vedere finalmente qualche atto concreto riguardo ai costi del Parlamento e ai privilegi spropositati di Senatori e Deputati. E quanto ingiustificata sia un’eventuale fiducia nella reale volontà di cambiare le cose, lo prova un pezzo senza firma apparso a pagina 18 del Corriere di oggi, dal quale risulta che oltre venti Deputati hanno presentato ricorso contro la riduzione dei vitalizi. Purtroppo non è ancora disponibile sul sito, fidatevi di me. Se questo è l’inizio…
E riprendiamo aspetti già trattati in precedenza: la qualità tutt’altro che eccelsa della nostra pubblica amministrazione e l’intrecciarsi di connivenze tra politici e burocrati, gli uni come gli altri ben felici di farsi da sponda per mantenere in piedi un sistema che consente loro redditi e benefici che non hanno simili in nessun altro paese.
Leggete l’editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere di oggi: lo condivido dall’inizio alla fine (http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_20/supercasta-galli-della-loggia_022dd928-4330-11e1-8047-0b06b4bf3f34.shtml).
Buona stampa.

Fallimenti americani e fallimenti italiani


Qualche giorno fa avevo accennato alla situazione critica della Eastman Kodak, l’azienda che, per quelli che hanno più di quarant’anni, è stata sinonimo di fotografia.
Ieri, presso il tribunale di Rochester, città dove era stata fondata 131 anni fa da George Eastman, Kodak ha richiesto di essere ammessa alla procedura denominata Chapter 11, che protegge le imprese in crisi dall’azione dei creditori e consente, se possibile, la ristrutturazione e la ripresa delle attività. Tutto questo, di più e meglio, lo spiegano gli articoli che la stampa italiana e quella internazionale dedicano all’evento, sicuramente rilevante poiché coinvolge un marchio arrivato a essere uno dei cinque più noti al mondo. Per intenderci, Kodak era in compagnia di Coca Cola, IBM, Microsoft…
Il primo pezzo che vi segnalo è apparso sul Financial Times e ha un taglio molto tecnico (http://www.ft.com/intl/cms/s/2/2a591538-42af-11e1-97b1-00144feab49a.html#axzz1jzxMiwYq).
Dal Sole 24 Ore vi segnalo un pezzo più breve che offre (ed è il dettaglio interessante) una ricostruzione fotografica dell’evoluzione del marchio e alcune immagini storiche: http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-01-19/licona-foto-capolinea-kodak-093934.shtml?uuid=AaxCUxfE&fromSearch.
Anche sul sito di Repubblica ci sono numerose immagini che ripercorrono la vita del marchio e dei prodotti e alcune relative al più importante concorrente, la Fuji, le cui sorti sembrano assai migliori (http://www.repubblica.it/economia/2012/01/19/foto/kodak_verso_la_bancarotta_le_foto_storiche-28401948/1/?ref=HREC2-5 e http://www.repubblica.it/economia/2012/01/14/foto/kodak_e_fujifilm_destini_incrociati-28095833/1/?ref=HREC2-5). E, di qualche giorno fa, c’è un bel pezzo che confronta la vita recente delle due aziende: http://www.repubblica.it/economia/2012/01/13/news/una_rivoluzione_due_destini-28052219/?ref=HREC2-5.
Il Giornale, invece, ospita un articolo di Maurizio Caverzan molto più rivolto all’aspetto emozionale della vicenda (http://www.ilgiornale.it/interni/addio_kodak_ha_fotografato_unepoca/20-01-2012/articolo-id=567859-page=0-comments=1).
Buona stampa. Per tutti.
Tornando alle vicende di casa nostra, sul Corriere della Sera di oggi Mucchetti analizza la vicenda Unipol-FonSai con la consueta chiarezza. Oltre a illustrare l’operazione che sta per essere attuata, ripercorre anche alcuni passaggi storici che non tutti ricordano e, senza tanti giri di parole, risponde alla domanda che si era posto Marco domenica scorsa in relazione al post “Storie italiane e gaglioffi internazionali”.
Peccato che il pezzo di Mucchetti non sia ancora disponibile sul sito. Se e quando verrà messo on line, vi informerò. Merita assolutamente di essere letto, non soltanto per il contenuto, ma anche perchè, raffrontando la vicenda di Fondiaria-Sai e quella di Kodak, salta agli occhi la differenza tra le regole del capitalismo americano e quelle del capitalismo italiano.
Buona stampa.

mercoledì 18 gennaio 2012

A chi le venderà le BMW e le Mercedes?


Mi rendo conto che finirò per apparire anche più noioso di quanto realmente sono, ma non posso fare a meno di tornare a parlare della Signora Merkel e del costo che sta facendo pagare a buona parte dell’Europa con la sua intollerante politica di severità a senso unico. Sul Sole 24 Ore di oggi l’argomento è affidato a due esperti di Germania ed Europa: Adriana Cerretelli (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-17/peso-mancate-risposte-angela-232819.shtml?uuid=AaJUXNfE&fromSearch) e Carlo Bastasin (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-18/miope-difesa-berlino-064613.shtml?uuid=Aab9ROfE&fromSearch).
Questo per quel che riguarda il quadro di riferimento politico e storico. Sono sicuro che basti.
Buona stampa.
Spostando l’attenzione su aspetti più tecnici in ambito finanziario, sempre dal Sole 24 Ore, vi segnalo due pezzi di Claudio Gatti, un ottimo giornalista investigativo, che ci parla del debito greco (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-01-17/avvoltoi-finanza-carneficina-greca-215453.shtml?uuid=AaB0XLfE&fromSearch e http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-01-17/lipotesi-bancarotta-tabu-222846.shtml?uuid=AaGCrMfE&fromSearch).
No, non ho perduto le mie modeste facoltà mentali, anche questo ha a che fare con Angela Merkel. A consentire ai gentiluomini descritti da Gatti di mettere le mani, direttamente e indirettamente, su una quota considerevole del debito greco e di porre in atto la propria spietata strategia ha contribuito parecchio il tempo che si è perso (e ancora si perde) nel discutere se e come aiutare la Grecia a far fronte al proprio passivo. E la Signora Angela è sicuramente responsabile della lentezza con cui, forse, si procede verso una soluzione.
Buona stampa.
Per dimostrare che, nell’usare la parola carneficina, Gatti non esagera, vi propongo due letture in inglese e una in italiano. Cominciamo (sarò snob?) con una testimonianza che sono andato a trovare niente meno che a Taiwan (http://www.taipeitimes.com/News/editorials/archives/2012/01/01/2003522107/1, ma in realtà è un pezzo ripreso dal Guardian: http://www.guardian.co.uk/world/2011/dec/28/greek-economic-crisis-children-victims) e continuiamo con la BBC (http://www.bbc.co.uk/news/magazine-16472310). In italiano, non recentissimo, un pezzo che mi aveva colpito sul Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/29/grecia-gli-effetti-sanitari-della-crisi-finanziaria/167230/).
Buona stampa.
Forse la lettura di questi articoli gioverebbe anche alla Signora Merkel. E farebbe meglio a dar retta a chi, persino in Germania, si sforza di farle capire come, con il suo ottuso oltranzismo, finirà per tagliare le gambe alla crescita non solo in Europa, ma anche nel resto del mondo.

martedì 17 gennaio 2012

Pagina 19...


…del Corriere della Sera di oggi. Da mettersi le mani nei capelli, avendoli. Da sperare che si trasformi in un biglietto aereo di sola andata per un paese qualsiasi, sarà sempre meglio di questo. E’ peggio che deprimente: lascia senza fiato.
Cominciamo, per cavalleria e per simpatia, da Fiorenza Sarzanini, eccellente professionista, della quale ricordo una polemica con Ostellino sul tema della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche (andrò a cercarla per vedere se è possibile fornirvi i collegamenti: Ostellino si era mosso con il suo consueto garbo e con la sua proverbiale forza degli argomenti (sic), tanto che Ferruccio De Bortoli era dovuto intervenire a fianco della Sarzanini. Sì, devo proprio andare a pescarla, lo considero un debito nei confronti della Signora Sarzanini). Il pezzo di oggi racconta della buona qualità (si fa molto per dire) di numerosi amministratori e dipendenti pubblici, leggete: http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_17/sarzanini-controlli-frodi-6-miliardi-sottratti-erario_ea65412e-40d1-11e1-b71c-2a80ccba9858.shtml.
Buona stampa.
Il secondo pezzo è del mastino truce. E anche qui si parla della buona qualità (si fa sempre molto per dire) di alcuni dei collaboratori del sindaco di Roma: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_gennaio_17/condannato-mottironi-consulente-alemanno-rizzo-1902896454342.shtml.
Buona stampa.
Non so se il Presidente del Consiglio Monti ha avuto la possibilità di leggere questi articoli. Temo che abbia dovuto ridurre parecchio il tempo dedicato alla lettura dei giornali, però, poiché credo che la sera non sia occupato da cene eleganti, magari avrà avuto modo di dare un’occhiata al Corriere… In realtà spero ardentemente che lo abbia fatto e che, tra le tante materie sulle quali intende intervenire, vorrà inserire anche questa.
Vista l’ora, se possibile, buonanotte.

lunedì 16 gennaio 2012

Domande senza risposta


Aldo Cazzullo, Nunzio Apostolico presso la redazione del Corriere della Sera, autore della tostissima intervista a Geronzi, di cui abbiamo parlato tempo fa, e di questo editoriale (http://www.corriere.it/editoriali/11_settembre_14/l-ingiustizia-di-un-accusa-aldo-cazzullo_c5a4e7c0-de90-11e0-ab94-411420a89985.shtml) che, per quanto corretto nel porre dubbi formali riguardo al ruolo del Tribunale Penale Internazionale, dimentica la concretezza sostanziale di un documentario della BBC di cui vi segnalo le pagine di presentazione (http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/panorama/5389684.stm, il video dovrebbe essere reperibile su YouTube), Aldo Cazzullo, sempre lui, oggi ci offre una nuova intervista, niente meno che a Don Julián Carrón, l’erede di Don Giussani alla guida di Comunione e Liberazione (non è disponibile sul sito del Corriere, vedremo se arriva in seguito).
Ho pensato: vuoi vedere che, finalmente, qualcuno ci aiuta a capire la mutazione di Comunione e Liberazione da movimento religioso in possente holding, attiva nei più diversi ambiti economici, assai pronta a sfruttare tutti gli spazi, inclusi quelli generosamente finanziati da risorse pubbliche. Che stupido sono (non è una novità, voi lo sapete bene)! Credevo fosse un’intervista fatta da un giornalista per chiarire le idee ai lettori, invece si trattava di un redazionale…
Mala stampa.
Ovviamente, a Cazzullo sono sicuro non interessi gran che la mia opinione, ma io la confermo: non mi piace il suo modo di fare il giornalista e non sono per niente contento che scriva sul Corriere.
Facendo un passo indietro, riprendiamo la questione dei Ligresti. Marco ha scritto questo commento al mio post di ieri:
ho letto quello breve di riccardo sabattini e veramente è piacevole. ma cosa sanno i ligresti per ottenere tutto ciò?
Ha colto nel segno: come dice anche l’articolo del Sole 24 Ore, la buonuscita dei Ligresti è del tutto incomprensibile, a meno che non si consideri il fatto che Salvatore Ligresti, formatosi alla scuola di Virgillito, ha attraversato buon parte delle principali vicende finanziarie di questo paese dagli anni Cinquanta. A questo punto, io faccio un passo ulteriore e, giusto per farvi felici, vi suggerisco di chiedervi chi la pagherà la buonuscita dei Ligresti. Siete sicuri che non la pagheremo noi?

domenica 15 gennaio 2012

Calaverna






Storie italiane e gaglioffi internazionali


In qualche modo, nel suo Buongiorno di ieri, Massimo Gramellini ha sottolineato l’aspetto che avevo messo in evidenza anch’io parlando di Nicolò Savarino, ossia il progressivo svanire del senso della comunità, al quale, ovviamente, si lega il rispetto delle regole della civile convivenza (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41).
Nel mettere ordine sulla scrivania, diventata un deposito di polvere e il secondo maggiore allevamento di acari dell’Unione Europea, ho trovato un Buongiorno del 2010, che sono andato a riprendere in rete perché mi piace e credo meriti di essere letto, soprattutto nelle ultime righe, anche se non è più di strettissima attualità (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=811&ID_sezione=56).
Buona stampa.
Ieri, il Sole 24 Ore ha dedicato due pagine all’imminente acquisizione di Fondiaria-Sai da parte del gruppo Unipol-Finsoe.
Più di quello che succederà nei prossimi giorni e delle modalità con cui prenderà vita il nuovo polo assicurativo, il mio interesse si è concentrato sulla ricostruzione della vicenda imprenditoriale di Salvatore Ligresti e sulle modalità con cui lui e la famiglia hanno gestito una delle maggiori società assicurative quotate in borsa, tanto da comprometterne la solidità. Non tutti i pezzi presenti su carta sono disponibili in rete, manca quello di Giovanni Oddo dedicato proprio alla carriera di Ligresti padre. Peccato. Sui dettagli tecnici e le implicazioni relative ai salotti buoni i link sono questi: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-01-14/unipol-miliardo-salvare-fonsai-100642.shtml?uuid=AaDWzydE, http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-14/mediobanca-rebus-partecipazioni-081047.shtml?uuid=Aa0PnwdE e http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-01-14/lultima-richiesta-ingegnere-lasciatemi-094112.shtml?uuid=AaACYydE. Per fortuna c’è il breve articolo di Riccardo Sabbatini, che, sebbene intriso di sarcasmo, mi sembra, avendo incontrato una volta Giulia Ligresti, anche troppo benevolo (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-01-14/quei-700mila-euro-testa-100642.shtml?uuid=AaRWzydE).
Buona stampa.
Torniamo ai gaglioffi di Standard & Poors: un corsivo di Federico Fubini sul Corriere di oggi pone in evidenza gli errori tecnici commessi dai gaglioffi. L’articolo non è disponibile on line, quindi l’ho acquisito con lo scanner, insieme alla foto del responsabile di S&P per l’area dell’Europa meridionale: io credo abbastanza alla prima impressione nel valutare una persona. Intendo dire che la faccia dice molto… Ecco il file acquisito con lo scanner.


Sempre sul medesimo tema, sul cartaceo c’è anche un’analisi molto accurata di Mucchetti, che penso sarà messo in rete più tardi o domani. Vi farò sapere.
Buona stampa.
Fine per ora, forse tornerò con qualche foto.

sabato 14 gennaio 2012

Morti assurde e gaglioffi internazionali



La settimana che si chiuderà domani mi sembra una gran brutta settimana, mi vien da dire pessima.
Non si può evitare di pensare alla morte di Nicolò Savarino, testimonianza intollerabile di come, ormai, nella società italiana stiano svanendo i valori essenziali per la civile convivenza. Non credo si possa immaginare un gesto di più assurda e inammissibile bestialità.
E uso la parola bestialità molto a malincuore. Neppure una bestia immonda, infatti, potrebbe compiere un omicidio come quello che ha compiuto l’autista del SUV di Milano. Spero di non dover più leggere le chiacchiere vacue (mi modero) di chi, nell’intento di solleticare le pance dei propri sostenitori, vede in eventi tragici come questo un pretesto per conquistare qualche riga di giornale o qualche secondo di radio e televisione.
Non servono le chiacchiere, abbiamo bisogno di ricreare le condizioni perché nessuno, quale che sia la sua origine etnica e sociale, possa diventare una creatura così inumana come l’assassino di Nicolò Savarino.
E anche la morte dei passeggeri della Costa Concordia appare intollerabile nell’era del GPS e dell’informatica diffusa. E’ presto per fare valutazioni, ma non credo di essere il solo a essere sbigottito che sia potuto accadere un simile incidente.
Passando a altro, i gaglioffi di Standard & Poors hanno colpito ancora, consapevoli della propria impunità: da anni, in ogni parte del mondo, l’agire delle sedicenti agenzie di rating è oggetto di contestazioni e critiche, ma il tempo è passato invano e i governi si sono ben guardati dal porre in essere qualsiasi misura capace di contenere i rischi insiti nel modo in cui S&P, Moody’s e Co. svolgono la loro attività.
Non avete bisogno di me per sapere che, sull’argomento, i commenti si sprecano. Come sempre, in situazioni simili, scelgo in base al mio gusto e, se volete una visione più ampia e orientata diversamente, dovete fare un po’ di fatica per conto vostro.
Il primo articolo, di Mario Deaglio per la Stampa, in realtà parla più di questioni interne, mettendole in relazione con il declassamento del nostro debito (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9646).
Anche Francesco Forte sul Giornale, sia pure solo in conclusione e di sfuggita, non rinuncia a un’osservazione di carattere politico (e di parte), tuttavia l’analisi è completa e degna di attenzione (http://www.ilgiornale.it/interni/attacco_orologeria_alleuro_il_gioco_sporco_re_rating/14-01-2012/articolo-id=566766-page=0-comments=1).
Sul Sole 24 Ore, Alessandro Merli sottolinea, non diversamente da tanti altri osservatori, come il taglio del rating sia per l’intera Europa e non per i singoli paesi colpiti, anche se il conto lo pagheranno soprattutto le nazioni interessate, ovviamente (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-14/passi-italiani-ritardi-europei-081016.shtml?uuid=Aa2jmwdE).
Buona stampa. Per tutti e tre. Voi, però datevi un po’ di pena a lavorare da soli…
Chiudo con un filmato di Natalino Balasso, così, giusto per provare a farvi ridere, anche se le ragioni per farlo, ahimè, sono proprio pochine.



mercoledì 11 gennaio 2012

Io ho memoria


Promemoria per il Presidente del Senato e per il Presidente della Camera: mancano 20 (venti) giorni al 31 gennaio, data entro la quale, in base alle loro promesse, dovrebbero arrivare decisioni in merito ai costi delle istituzioni da loro guidate e alle retribuzioni di senatori e deputati. Attendiamo. Non fiduciosi, ma attendiamo.
Passiamo ad altro. Ieri Vittorio Feltri sul Giornale (http://www.ilgiornale.it/interni/perche_stiamo_farmacie_taxi_ed_edicole/10-01-2012/articolo-id=566257-page=0-comments=1) e oggi Antonio Polito sul Corriere (http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_11/polito-pagliuzza-trave_237254e2-3c1e-11e1-9394-8a7170c83e07.shtml) si sono occupati del tema delle liberalizzazioni e della concorrenza.
Mi piacerebbe lasciarvi nel dubbio riguardo a quale, dei due articoli, mi piace di più, ammesso che tutti e due mi piacciano. Non posso, però, nascondere il mio pensiero, soprattutto perché Feltri, com’è suo costume, tende a forzare la realtà ai suoi argomenti e fa parte dei miei “doveri istituzionali” metterlo in evidenza. Per rapidità, un solo esempio: sostiene che le misure in materia di farmaci faranno sì che Tavor e pillola del giorno dopo si troveranno negli scaffali dei supermercati con mozzarelle e biscotti. Questo non accadrà, perché non si tratta di farmaci che si possano vendere liberamente, ossia senza ricetta. Dunque c’è una rappresentazione non corretta della possibili conseguenze di misure che, tra l’altro, non hanno ancora il crisma dell’ufficialità e sono ancora allo studio. Un altro dettaglio nel pezzo di Feltri mi ha colpito: che proprio lui parli della macchina del fango a proposito della stampa, onestamente, mi pare un po’ azzardato. Vero che non è un ragazzino, ma credo che del “caso Boffo” dovrebbe ricordarsi.
Mala stampa.
Polito, al contrario, mi sembra svolgere un’analisi attenta, basata più su dati concreti che su convinzioni aprioristiche. E’ il mio parere, ovviamente…
Buona stampa.

Se avete a cuore l'Europa e i vostri figli

Su Repubblica di oggi, Barbara Spinelli analizza in maniera affascinante i problemi dell'Europa. E le speranze per il suo futuro. Solitamente scrive in maniera un po' complicata, non lineare. L'editoriale di oggi è di una semplicità smagliante, soddisfa in pieno il motto di De Sanctis e mi fa tornare in mente un'altra massima che mi è cara, questa di Cicerone: Rem tene, verba sequentur. Si capisce quanto questa donna che ha avuto la fortuna di conoscere e frequentare alcune delle migliori intelligenze europee (e di aver avuto il proprio padre in comune con l'Europa) si muova con disinvoltura in questa materia, e la ami profondamente. Il link: http://www.repubblica.it/politica/2012/01/11/news/dignit_futuro-27904603/?ref=HREA-1.
Buona stampa.

martedì 10 gennaio 2012

Svizzera-Italia 1-1


Il pareggio, in questo caso, mi sembra un ottimo risultato. Le dimissioni del Sottosegretario Malinconico allontanano una brutta ombra dal Governo e, forse, sono un altro segnale di quel cambiamento di stile al quale è stato dato molto risalto dai commentatori. Dico forse perché, dal mio punto di vista, Malinconico ci ha messo un po’ troppo per convincersi (o farsi convincere) a lasciare, ma questo, adesso, poco importa.
Un’altra riflessione sul tema: le fattispecie che hanno indotto Malinconico e Hildebrand a lasciare il loro posto sono diverse, ma in entrambe le vicende ha svolto un ruolo centrale la stampa, che, in un caso come nell’altro, ha esercitato una formidabile pressione dedicando ampio spazio alle inchieste.
Quando indaga su comportamenti illeciti o, comunque, non impeccabili di chi occupa cariche pubbliche è per definizione buona stampa.
Visto che parliamo di Malinconico, torniamo per un attimo alla questione dei Consiglieri di Stato. C’è un accenno, garbatamente pungente, al loro ruolo in un editoriale di Galli della Loggia sul Corriere di ieri, che, in realtà, merita la lettura per molti motivi (http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_09/galli-della-loggia-svolta-necessaria_8066358a-3a87-11e1-8a43-34573d1838c1.shtml).
Buona stampa.
Cambiando del tutto argomento, segnalo un intervento di Donatella Porrini sul sito LaVoce.info (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002783.html): si parla dei premi delle assicurazioni RC auto. Non è interessante soltanto in sé, ma anche perché illustra in maniera esemplare come la mancanza di concorrenza contribuisca a renderci tutti un po’ più poveri.
Sempre sul medesimo sito, il Professor Tito Boeri mette a confronto l’andamento dei titoli di stato italiani con quello dei Bonos spagnoli e ne ricava alcune interessanti osservazioni anche politiche (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002716.html). In materia, oltre a questo, ci sono numerosi altri interventi degni di attenzione. Troverete i link al termine del pezzo di Boeri.
Buona stampa.
Da ultimo, vorrei tornare al mio omonimo. Non è che io ce l’abbia particolarmente con lui, ci mancherebbe. Il fatto è che di lui si sono occupati numerosi giornalisti e che l’hanno fatto anche in maniera simpatica. Io ho provato a dimenticarmene, perché non volevo poteste pensare che sono incarognito con il mio omonimo, però proprio non ce la faccio perchè l’articolo che sto per indicarvi non può essere trascurato. E’ quello di Aldo Grasso sul Corriere di domenica (http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_08/calderoli-grasso-padania_218cd990-39cb-11e1-b6d5-d3e076de4b02.shtml).
Buona stampa.

lunedì 9 gennaio 2012

Con qualche effetto speciale

Non sempre riesco a portare la macchina fotografica, ma era un cielo notevole. Ho fermato l'auto e impugnato l'IPhone, poi ho giocato un po' con IPhoto.



domenica 8 gennaio 2012

Dall'alba al tramonto

Uno dei miei tre lettori si è lamentato della mancanza di fotografie. Ecco le prime del 2012 (non proprio eccezionali, ammetto senza difficoltà). Le ultime del 2011 le avevo scattate all'alba, queste al tramonto, poche ore fa.


Un paio di aggiornamenti


Giusto per non essere accusato di lasciare un’opera incompiuta, ecco il link alla seconda puntata dell’inchiesta del Fatto Quotidiano sulle vicende giudiziarie che interessano esponenti politici, finanzieri, faccendieri, ecc. ecc.: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/07/da-dellutri-alla-eternit-ecco-i-verdetti/182089/.
Buona stampa. Magari con una punta di faziosità più del giusto, ma, in certi casi, il colore del gatto importa poco, conta che ammazzi i topi (vi rircordate chi lo diceva?).
Segnalo anche l’editoriale del Professor Angelo Panebianco sul Corriere di oggi (http://www.corriere.it/editoriali/12_gennaio_08/panebianco-referendum-due-tesi-errate_652060ea-39d1-11e1-b6d5-d3e076de4b02.shtml). Si parla del referendum sulla legge elettorale, un argomento che si fa attuale in vista del pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alla legittimità del ricorso al voto popolare. Panebianco affronta la questione da studioso, seppure chiaramente schierato a favore. Io, che rispetto a lui son sempre greve, dirò che in questo paese ci sono tante cose sgradevoli… insomma, tante porcate, cominciamo a togliercene di torno una!
Sempre riguardo al Professor Panebianco, siccome, oltre a essere greve, sono anche piuttosto rompiscatole, dopo aver pubblicato il post relativo al suo articolo di martedì, ho pensato bene di scrivergli una mail. E lui, molto gentilmente, ha risposto. Ecco lo scambio.

04/gen/2012, alle ore 13:07
Buongiorno Professore, scusi se mi permetto di disturbarla.
Ho letto con interesse il suo fondo di ieri e lo ho largamente apprezzato, tuttavia mi sembra che abbia trascurato alcuni aspetti, dei quali ho scritto in un post sul mio blog che riporto di seguito. Mi auguro sinceramente che Lei decida di riprendere l'argomento con un po' più di "aggressività".
Cordiali saluti
Roberto Frigo
Vescovana (PD)
(Segue il testo del post che potete trovare cliccando qui).

04/gen/2012, alle ore 21:14
Gentile dott. Frigo, la ringrazio. Sono d'accordo con molte delle sue osservazioni. In particolare concordo sul fatto che occorrerebbe incidere sulla formazione dei funzionari. Avra' notato che fra i fattori responsabili ho messo anche i curricula delle facolta' di Giurisprudenza. Penso che una formazione esclusivamente giuridica ( un sapere deduttivo che spinge i suoi cultori a non confrontarsi con le conseguenze sociali delle norme) non sia la più adatta per gli addetti di una amministrazione che deve ( dovrebbe) confrontarsi con la complessita' dei problemi che abbiamo di fronte.
I miei migliori saluti
Angelo Panebianco

Inviato da iPad

sabato 7 gennaio 2012

Vi ho rovinato il week-end?


Leggere il Buongiorno di Gramellini sulla Stampa è quasi sempre un piacere, oggi mantiene le promesse occupandosi di alcune reazioni alle ormai note vicende di Cortina (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41).
Buona stampa.
Per quelli di voi che seguono un po’ le vicende della Borsa, abbiamo due interessanti analisi della situazione di Unicredit: iniziamo da Nicola Porro sul Giornale di oggi (http://www.ilgiornale.it/economia/la_zuppa_porrola_verita_unicredit/unicredit_borsa-tonfo/07-01-2012/articolo-id=565766-page=0-comments=1) e passiamo a Giovanni Pons su Repubblica di ieri (http://www.repubblica.it/economia/finanza/2012/01/06/news/sul_titolo_unicredit_pesano_la_diluizione_e_la_mancata_vendita_degli_asset_pi_pregiati-27675760/index.html?ref=search). Anche il Corriere di oggi si occupa diffusamente del tema: tra gli altri, c'è un lungo articolo di Massimo Mucchetti, purtroppo non disponibile on line, almeno per ora.
Buona stampa
E se volete rovinarvi il fine settimana, ho l’articolo che fa per voi. Sul Fatto Quotidiano hanno pensato bene di mettere in fila processi e indagini che coinvolgono politici e personalità rilevanti del Paese, per ora vi posso indicare soltanto il link del pezzo di ieri (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/06/paese-alla-sbarra-calendario-delle-indagini-processi-2012/182009/). E già, perché ne hanno dovuto fare uno anche oggi, tanto c’è da scrivere…
Buona stampa.
Posso augurarvi buon fine settimana?

venerdì 6 gennaio 2012

Non perdetevi questo

Giuseppe Oddo, sul Sole 24 Ore, si sta occupando dei bilanci delle regioni italiane. Oggi tocca alla Sicilia (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-01-06/scena-gioco-carte-064112.shtml?uuid=AaiUKEbE&fromSearch) e credo proprio che non possiate mancare di leggere l'articolo. Certe cose bisogna conoscerle. Vi suggerisco, inoltre, di andare a ripescare i precedenti pezzi della serie, perché Lombardo & Co. sono probabilmente una punta di diamante (si fa per dire) della pubblica amministrazione, ma anche altrove non scherzano.
Buona stampa.

Omonimo e fine di una storia


Il mio omonimo suscita perplessità anche in altri, come dimostra un bel pezzo di Maurizio Crippa, scritto con affilata ironia, sul Foglio di oggi (http://www.ilfoglio.it/soloqui/11828).
Sempre oggi, sulla Stampa, Massimo Gramellini dedica il suo Buongiorno al signore in questione e anche lui lo fa con l’adeguato sarcasmo (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41).
Buona stampa.
Cambiando argomento, vado a ripescare un editoriale di due giorni fa del Direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Avevo pensato di ignorarlo, ma non mi piace proprio e quindi lo segnalo (http://www.ilgiornale.it/interni/se_magistrati_fanno_piu_guai_p2_p3_e_p4/04-01-2012/articolo-id=565181-page=0-comments=1). Non che io abbia particolare stima per la magistratura italiana. E neppure ho dubbi sulla necessità di modificare radicalmente il nostro sistema giudiziario, ma temo che l’atteggiamento di Sallusti non ci porti da nessuna parte. Non vedo come ci possano aiutare le riflessioni di un signore per il quale il patteggiamento di Bisignani significa che i magistrati hanno fatto fiasco… Dovrebbe trovare qualcuno che gli spieghi cosa sia il patteggiamento.
Mala stampa.
Ancora dalla Stampa scelgo un articolo (http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/437009/) che parla del tracollo di quella che, per decenni, è stata l’azienda simbolo della fotografia e un colosso industriale mondiale: Kodak. Il passaggio dall’analogico al digitale, evidentemente, l’ha colta impreparata, nonostante le considerevoli risorse destinate alla ricerca. Per me, la possibile scomparsa del marchio, scelto da George Eastman perché poteva essere pronunciato nello stesso modo in tutte le lingue, è un evento più significativo che per la maggior parte delle persone, tuttavia l’evoluzione dei mercati comporta questo tipo di effetti. Nel momento di massimo splendore, se ricordo bene, in Italia si vendevano circa 80 milioni di pellicole in un anno. Oggi, a quanto mi viene detto da esperti del settore, siamo scesi sotto i dieci milioni. Telefonini e macchine digitali hanno condotto il marchio giallo al tracollo, ma avevano già fatto altre vittime: Polaroid e Agfa, per citarne soltanto due. Addio.
Buona stampa.