lunedì 30 aprile 2012

Una situazione con poche speranze


Sul Corriere della Sera di oggi c’è un articolo di Fabrizio Roncone che va assolutamente letto (http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_aprile_30/capitale-roma-fuori-legge-sotto-occhi-dei-vigili-roncone-2004270888848.shtml).
Buona stampa.
Paragonata a quella delle altre città, immagino che la situazione romana sia peggiore in molti casi, ma anche migliore (senza fare nomi, temo che scendendo a sud si trovino condizioni persino più deteriorate).
Le classifiche, però, in questo campo non hanno nessun significato e il problema è che, sarei felice di venir smentito, con l’andare degli anni il degrado romano si diffonderà anche là dove oggi le cose sembrano andare meglio.
Il problema è che l’articolo di Roncone tra tre giorni sarà stato scordato da tutti, giornalista e direttore del Corriere inclusi. Il problema è che il Sindaco Alemanno, ammesso che lo abbia letto, non avrà provato schifo di sé e non avrà sentito il bisogno di dare immediatamente irrevocabili dimissioni e di arruolarsi come missionario laico con destinazione la foresta amazzonica. Il problema è che, una volta di più, nessuno si assume le proprie responsabilità non solo di fronte a una colpa evidente, ma neppure in relazione alle mansioni previste dal proprio lavoro e nessuno, pur essendo tenuto a farlo istituzionalmente, fa rispettare le leggi e i contratti di lavoro.
E’ soltanto una questione di tempo. Il principio che la moneta cattiva scaccia quella buona si può trasferire senza troppe difficoltà ad ambiti diversi dall’economia. Il deterioramento, se non si manifesterà una reale volontà di contrastarlo, proseguirà inesorabile.

domenica 29 aprile 2012

Clientela selezionata

Sempre dal Sole 24 Ore di oggi un articolo che si legge in un attimo e che aggiunge qualche nuovo dettaglio alla storia, a dir poco sconcertante, dei Ligresti. Posso sbagliare, ma sento un odore che mi piace poco e che mi fa venire in mente Collecchio. Ecco il link all'articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-04-29/ligresti-story-ecco-come-171050.shtml?uuid=AbH0VMVF.
Buona stampa.
Indifferenti a tutto questo (che non potevano non vedere o non sapere), tutte le maggiori banche italiane, per ragioni che, temo, non conosceremo mai completamente, hanno continuato a finanziare generosamente l'Ingegnere e i suoi bravi figlioli, lasciando a secco migliaia di piccole e medie imprese assai più meritevoli di sostegno, e adesso insistono nel voler mettere insieme Unipol e Fondiaria-Sai con un'operazione che, alla fine, magari lascerà ancora qualcosa nelle mani dei Ligresti. Un'operazione che ha assai più ombre che luci. Non di sola politica muore un paese.

Coraggio o altro?


Tutto si potrà di Pier Ferdinando Casini, tranne che manchi di coraggio. Oggi il Sole 24 Ore ospita una sua lettera la cui lettura vi suggerisco non per la qualità del contenuto, ma per vostra opportuna conoscenza (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-04-29/futuro-tecnici-politici-150521.shtml?uuid=AbdCuJVF). Al posto di Casini, il quale, come ricorderete meglio di me, fa politica da ben oltre vent’anni e ha avuto ruoli di grande rilievo e ha fatto parte di parecchie maggioranze parlamentari, io mi guarderei bene dal commentare le vicende politiche italiane come se fossi sceso dall’astronave cinque minuti prima. Se la politica in Italia è ridotta come sappiamo, non è che Casini si può permettere di fare il commentatore distaccato e sostenere che sta lavorando per consentire quel cambiamento di cui abbiamo effettivamente un bisogno disperato: lui non è stato un testimone, ma è stato un protagonista dello scempio. E lo è ancora, visto che, tanto per dirne solo una, ha partecipato alla stesura di quel pasticcio di riforma elettorale di cui si legge sui giornali.
Forse Casini se n’è scordato, ma era Presidente della Camera quando è stata promulgata la legge elettorale nota come Porcellum piuttosto che tutta una serie di norme sulla giustizia che rispondevano a esigenze, come dire?, particolari… Anche lui, che (come dicevano i nostri nonni) ha fatto un buon matrimonio (il secondo; però voi non dovete mai separarvi e men che meno risposarvi perché alla Chiesa non piace. Lui può, ma voi no) e percepisce qualche euro più di noi dallo Stato ogni mese, sarebbe il caso che evitasse di prenderci in giro e si togliesse di torno. Da uno come Casini, scusate, non ci possiamo aspettare nulla di buono se non proclami, chiacchiere e lettere inconcludenti. Qualsiasi cosa dica, pure lui è la malattia, non la cura.

giovedì 26 aprile 2012

Un post di benvenuto


Per sua natura, il mio secchiello d’acqua non può che accogliere favorevolmente un nuovo commentatore di politica italiana. Oggi il Sole 24 Ore ospita il primo editoriale di Sergio Fabbrini. Lo segnalo non soltanto perché si tratta di una novità. E’ anche un bell’articolo e ci trovo cose che condivido interamente.
Buona stampa.

mercoledì 25 aprile 2012

Silence

Per la giornata di festa vi regalo uno gran bel brano di un gruppo jazz formato da quattro autentiche stelle: Chet Baker, Charlie Haden, Enrico Pierannunzi e Billy Higgins. Chissà che serva anche da suggerimento ai tanti, specie tra i politici, che ignorano quanto sia utile tacere. E con questo, per oggi è tutto.


Avevo dimenticato i Mastini


Torniamo a parlare di euro e di Europa con un articolo di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore, che prende le mosse dal voto delle presidenziali francesi. Che la Merkel non le piaccia, lo sappiamo da tempo, il problema è se la Merkel legge Cerretelli. Personalmente mi farebbe piacere che qualcuno, dalle parti della Cancelleria di Berlino, fosse un po’ più incline a capire quanti e quali sono gli effetti collaterali del rigore senza riserve imposto ai paesi dell’Unione. Diversamente da Adriana Cerretelli, non sono per niente sicuro che Angela Merkel si scosterà dalla linea seguita sin qui neppure per le elezioni tedesche del prossimo anno, al contrario. Se qualcosa riuscirà a scalfire la testardaggine della Cancelliera saranno i numeri della crescita nel suo paese, che, prima o poi, finirà per risentire del rallentamento non solo delle economie deboli europee, trascinate in recessione proprio dalla linea del rigore, ma anche di quelle di altri paesi (Cina inclusa), che sin qui hanno assorbito generosamente prodotti made in Germany. Ad ogni modo, l’importante è che Angela Merkel comprenda. L’articolo di Cerretelli, comunque, merita di essere letto: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-04-25/leliseo-mani-legate-090434.shtml?uuid=Abpd9HTF.
Buona stampa.
Questa mattina, nella fretta di andare a fare un po’ di sport, ho trascurato di segnalarvi un bel pezzo dei Mastini, che, me ne rendo conto, ho trascurato un po’ negli ultimi tempi. L’articolo parla di molte cose, sempre in tema di spesa pubblica, ma mi piace in particolare osservare quanto sia ferrea la richiesta di riportare i bilanci delle principali istituzioni pubbliche sotto il controllo della Ragioneria dello Stato e della Corte dei Conti. Mi piace perché conferma quanto avevo affermato qualche giorno fa e, non è una novità, mi piace vedermi dare ragione da gente come i Mastini. Un ultima osservazione prima del link: guarda caso, il Presidente del Consiglio che ha voluto l’autonomia contabile di Palazzo Chigi è stato Massimo D’Alema… E così si aggiunge alla lunga lista un altro debito di riconoscenza verso di lui. Che statista!
Buona stampa.

I primi della classe? Non ce ne sono quasi più


Pur con qualche nota di compiacimento, dovuta al fatto che il Regno Unito si è tenuto fuori dall’eurozona, il Financial Times segue con attenzione, dedicando al tema ottimi articoli, la crisi dell’euro. Ieri, per esempio, sulla scorta di quanto accade sulla scena politica in Olanda, è tornato a criticare la scelta del rigore a tutti i costi nella gestione dei bilanci pubblici imposta dalla Germania (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/89870132-8e1d-11e1-bf8f-00144feab49a.html#axzz1t2FFfwuF).
Buona stampa.
Ritornando alla politica italiana, e in particolare all’antipolitica, oggi se ne occupa Giovanni Sartori sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/editoriali/12_aprile_25/com-e-liquido-il-grillismo-giovanni-sartori_9a3bacf4-8e99-11e1-8466-78a3503db387.shtml). Lo stile è diverso da quello di Panebianco, leggermente meno professorale e indubbiamente più umorale, tuttavia l’analisi è interessante e fa un passo ulteriore nell’aiutarci a comprendere un fenomeno che non mi piace, però va inteso per quel che è: la dimostrazione dell’incapacità dei nostri politici non solo di governare adeguatamente il paese, ma soprattutto di farlo nel rispetto delle legittime aspettative dei cittadini e del decoro delle istituzioni.
Buona stampa.
Per oggi fermo qui e non vi segnalo articoli su tutto quello che, giorno dopo giorno, salta fuori su costi della politica, Finmeccanica, Ligresti, ecc. ecc. Se volete rovinarvi la giornata, fate da soli. Buon 25 Aprile!

martedì 24 aprile 2012

Con Formigoni e simili, l'antipolitica non tornerà tanto presto negli scantinati


Ho già espresso in passato la mia ammirazione per Angelo Panebianco, editorialista del Corriere della Sera. Oggi affronta il tema dell’antipolitica in maniera molto acuta, osservando, e in ciò conforta le mie affermazioni di qualche giorno fa, che non esisterebbe se la politica fosse all’altezza del suo compito. L'articolo, però, parla anche di altro e merita la lettura, questo è il link: http://www.corriere.it/editoriali/12_aprile_24/antipolitica-suoi-antidoti-panebianco_6f7b94e4-8dd0-11e1-839c-11a4cf6ed581.shtml.
Buona stampa.
Tornerei ancora sul Governatore della Lombardia e sulla sua offensiva evasività e sulla sua preoccupante autostima (sempre meno motivata e sempre più lontana dalla realtà). Quando una domanda non gli piace, per Formigoni il giornalista che la pone o è sfigato o non sa fare il suo mestiere (che nella sua visione, comune a molti politici italiani, consisterebbe nel consentirgli di non rispondere o di rispondere parlando di tutt’altro argomento).
Come dicevo, non è che Formigoni sia diverso dai suoi assai poco illustri colleghi: in nessun paese, come in Italia, accade che i politici pretendano di sottrarsi alla legittima attività degli organi di informazione e che si ostinino a ignorare che gravi colpe sono, per chi occupa cariche pubbliche, anche comportamenti di natura non penalmente perseguibile e che la stampa non solo può, ma deve esercitare un controllo inflessibile.
Ecco il video che documenta come abbia reagito alle domande di una cronista questa colonna portante del movimento che, a parole, farebbe degli insegnamenti cristiani il fondamento di ogni agire umano. E' proprio vero che... lasciamo perdere. Tanto un prete che lo assolve lo trova sempre.
Buona stampa.

domenica 22 aprile 2012

E lo chiamano Bel Paese... 2


Buona stampa.
Quale credibilità può avere un paese nel quale non si ha la tranquillità di circolare con la propria auto perché si corre il rischio di avere un incidente con qualcuno che non ha la copertura assicurativa e di trovarsi, quindi, invischiati, anche per una semplice ammaccatura, in chissà quali inesauribili vicende legali? Quale credibilità può avere un paese nel quale si affida un importante incarico istituzionale a una persona inadeguata perché oggetto di indagine per fatti di notevole gravità (poco importa che sia da considerare innocente sino a sentenza definitiva)?
Possibile che non ci sia nessuno, tra le alte cariche dello Stato, cui risulti evidente la necessità di riportare la legalità e il decoro delle istituzioni al centro dell’attenzione e di dedicarsi anima e corpo a questo scopo? Possibile che gli stessi quotidiani che informano su queste situazioni non s’impegnino in campagne assidue e inflessibili per ottenere una risposta efficace da parte della Presidenza della Repubblica e del Governo?
Se chi mi legge è giovane, mi dia retta: programmi il suo futuro altrove.

E lo chiamano Bel Paese...


Questo post lo scrivo dopo aver fatto decantare la questione per evitare l’influsso della collera.
Ieri ho aperto la cassetta della posta (quella di carta) dopo parecchi giorni e, tra le fatture di Telecom, Enel e altro, c’era l’avviso di giacenza di una raccomandata proveniente da Lamezia Terme, il che significa, nella stragrande maggioranza dei casi, Equitalia.
Sono andato all’ufficio postale del mio piccolo paese e, dopo aver aspettato parecchi minuti che un signore terminasse di: ritirare un pacco, effettuare due giroconto e un prelevamento (tutte operazioni che hanno richiesto la stampa di svariati documenti con il computer e la scrittura manuale di altri formulari (sic!)), ho potuto presentare il mio avviso e la mia carta di identità per ritirare la raccomandata.
L’impiegata, una signora gentilissima e dal sorriso malinconico, si è alzata ed è andata a prelevare il plico in una stanzetta attigua. Nel tornare, quasi con vergogna, mi ha anticipato che, essendo la busta rimasta in giacenza più di una settimana, avrei dovuto pagare 52 centesimi.
Ora, siccome io sono piuttosto stufo di essere italiano, ho osservato che questa era l’ennesima spinta ad andarmene a vivere altrove. La signora ha sorriso ancora, meno tristemente, e mi ha confidato che anche lei pensa sia giusto andarsene da questo paese.
Tanto per sgomberare il campo dal problema, la raccomandata proveniva effettivamente da Equitalia, incaricata dalla RAI di farmi pagare il canone per il 2011 perché, non essendomi stato recapitato alla mia residenza il bollettino, come nel 2010, avevo deciso di non pagare.
Per il 2010 ho pagato, sanzioni comprese. Per il 2011, vi farò sapere, magari dopo aver parlato con un buon avvocato. Non capisco perché, come ho già detto altrove, Equitalia conosca la mia residenza e la conosca anche il Ministero dei Trasporti, ma la RAI la voglia ignorare e pretenda per questo una trentina di euro di  penali.
Torniamo alla questione della busta rimasta ferma presso l’ufficio postale per una settimana. Pesa 33 grammi e misura 16X33 cm. Ammesso e non concesso che l’abbiano conservata in orizzontale, i 52 centesimi richiesti per la settimana mi sono sembrati un affitto piuttosto oneroso. Allora, io i miei conti li ho fatti. Provate a farli voi. La prossima volta, le mie raccomandate le farò ospitare da Daccò ai Caraibi, tanto poi lo rimborso con ricevute che non avrò più…
Scherzi a parte. Non che io sia sicurissimo dei miei calcoli, ma la busta dovrebbe avere un’area di 0,05 mq2. Questo dovrebbe significare che ho pagato un affitto pari a € 10,4 al metro quadro la settimana, ossia € 540,8 al metro quadro l’anno, cioè quanto avrei pagato prendendo in affitto un negozio non troppo lontano da Via Montenapoleone a Milano.
Un affitto pagato per occupare spazio presso l’ufficio delle Poste Italiane, che siamo ancora noi cittadini italiani, sebbene facciano finta di non saperlo, perché non mi hanno trovato in casa nell’unico giorno in cui hanno provato a recapitarmi la raccomandata.
Credo che finirò per mandare questo post, esattamente come lo leggete voi, al Quirinale. Anche se dubito molto che accada, vorrei che qualcuno mi rispondesse in maniera da convincermi a non emigrare ovunque, anche in Siria. O che mi garantisse un intervento immediato per far cessare questi ignobili comportamenti vessatori nei confronti dei cittadini da parte di società pubbliche che, tra l’altro, sono gestite, nel caso della RAI, in maniera vergognosamente inefficiente.

sabato 21 aprile 2012

Altro che cellula malata!


Lo so, a parlare degli stessi argomenti si diventa noiosi, ma purtroppo non si può evitare di tornare a considerare i comportamenti di quel signore che (chissà perché? Forse per le scelte e gli accostamenti cromatici patologici?) a qualche buontempone è venuto in mente di attribuire l’appellativo di Celeste. Io non so di che colore sia (o meglio lo so, ma me lo tengo per me), ma certamente non è quello dell’acqua limpida, anzi, di acqua limpida dalle parti della Presidenza della Lombardia non ne vedo neppure una goccia. Non voglio fare la fatica di descrivervi io perché, in un paese civile, dove un politico sa cosa vuol dire rispettare i cittadini, Formigoni avrebbe sentito il dovere di svanire. Invece, purtroppo, siamo in Italia, e questo bel figuro, oltre a restare incollato alla poltrona, ha anche l’ardire di paragonarsi a Cristo, che, francamente, mi sembra una pericolosa (e irrispettosa) abitudine un po’ troppo diffusa dalle parti del Pdl. Ecco un po’ di articoli sulla vicenda dei viaggi di gruppo: cominciamo da Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2012/04/21/news/bugie_formigoni-33668917/index.html?ref=HREC1-6), passiamo al Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-20/formigoni-ricevute-rimborsi-dacco-190138.shtml?uuid=Abaio9QF) e finiamo con il Corriere (http://www.corriere.it/politica/12_aprile_21/formigoni-scuse-cl-ravizza_699e9224-8b73-11e1-bdb0-bf9acf202da2.shtml).
Buona stampa.
Perché possiate apprezzare ancor più l’individuo in questione, che descrive come una sorta di Eden della buona amministrazione la sua presidenza della Lombardia, concludo con un pezzo da Il Fatto Quotidiano (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/21/anni-milioni-strutture-sanitarie-private-raffaele-maugeri/206036/).
Buona stampa.
E qui mi fermo, per non rovinarvi del tutto la giornata. Anzi no, giusto il tempo di spedire un laccio rosso a Formigoni.

venerdì 20 aprile 2012

Un suggerimento veloce


Il sito LaVoce si occupa dei soldi che annualmente i partiti si fanno versare dallo Stato. E’ un ottimo articolo per capire rapidamente come funzionano le cose. E togliervi anche eventuali dubbi riguardo al fatto che i cosiddetti rimborsi elettorali siano qualcosa di ben diverso e, nei fatti, costituiscano un’oltraggiosa beffa dei politici ai danni dei cittadini, che avevano votato contro il finanziamento pubblico dei partiti. Il link: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003028.html.
Buona stampa.
Da lì, se avete voglia, potrete "sfogliare" le altre pagine dedicate da LaVoce alla materia.

giovedì 19 aprile 2012

Tra un pranzo e una cena


Non è poca la nebbia che avvolge i ricordi di quanto ho studiato all’università, eppure qualcosa mi spinge a dubitare della capacità delle persone che guidano i maggiori paesi e le principali istituzioni del mondo. Un esempio lo trovate in questo bell’articolo del Financial Times di oggi (gran bel giornale): http://www.ft.com/intl/cms/s/0/f9d42a96-8a35-11e1-93c9-00144feab49a.html#axzz1sQmXZhNc.
Buona stampa.
C’è una quantità di signori molto ben pagati dai contribuenti di mezzo mondo che s’incontrano a Washington per discutere se fornire (e quante) risorse al FMI perché possa intervenire nel caso (tutt’altro che ipotetico) che la situazione economica internazionale si deteriori ulteriormente in conseguenza di un aggravamento della crisi di nazioni come la Spagna o l’Italia.
Tutto questo continuare a parlarsi addosso dei signori (e delle signore) molto ben pagati dai contribuenti di mezzo mondo (in particolare quelli europei) dura da molti anni ormai: se ve lo siete dimenticati, Lehman Brothers fu lasciata fallire nel 2008, esattamente il 15 Settembre. Oggi, credo, è il 19 Aprile del 2012 e non è stato fatto quasi nulla per arrestare le conseguenze di quella disastrosa decisione dell’Amministrazione americana (il Presidente era ancora George W. Bush) che è stata l’interruttore di un meccanismo di cui nessuno aveva capito la complessità e le dimensioni.
Se tutto andrà per il meglio, forse verso la fine del 2012 si avranno gli strumenti ideati da tecnici e politici per cercare di contrastare gli effetti combinati della speculazione, tuttora libera di operare ovunque e su qualunque titolo finanziario o su qualunque bene, e delle politiche di rigore estreme adottate in Europa e innestate su anni di gestione irresponsabile dei bilanci pubblici.
In realtà, ammesso e non concesso che si arrivi realmente a mettere insieme le risorse di cui riferiscono i giornali, ciò accadrà ancora una volta con grave ritardo (forse troppo tardi) e senza che si sia fatto nulla per contrastare il peggior nemico della crisi del debito pubblico europeo e della sostanziale inattività del sistema creditizio di molti paesi: la mancanza di sviluppo.
Un problema aggravato dal rallentamento dell’economia cinese e di altri paesi la cui crescita era considerata una locomotiva capace di trascinare le altre nazioni fuori dalle secche in cui si trovano.
Tutto questo mentre la ricchezza accumulata nel tempo dai piccoli e medi risparmiatori di gran parte del mondo subisce una costante e inesorabile erosione e non viene impiegata per produrre nuova ricchezza, visto che il sistema bancario, soprattutto in Europa, ma anche altrove, non esercita più il proprio ruolo istituzionale e non trasferisce il risparmio alle imprese.
I signori e le signore molto ben pagati dai contribuenti di mezzo mondo, però, continuano a organizzare i loro lunch e i loro dinner a Washington.

Due cellule malate


Chi di voi ha seguito il mio suggerimento e ha visto la puntata di 8 e mezzo con Rosy Bindi, sa che alla trasmissione aveva partecipato anche Beppe Severgnini, giornalista del Corriere. Ebbene, nel corso della trasmissione, la Bindi aveva detto le parole che, con una certa approssimazione, avevo riportato e che mi avevano fatto imbestialire. Severgnini, presente e in condizioni di fare qualche obiezione, a mio parere aveva assunto un atteggiamento troppo mite (sono buono).
Oggi, forse perché stimolato da qualcuno, ha deciso di tornare sulla questione nel fondo del Corriere, nel quale, tra l’altro, cita le parole della Bindi: «A una macchina in corsa puoi chiedere di rallentare, non di fermarsi. E se non arriva almeno una tranche dei rimborsi previsti, si rischia di non arrivare alla campagna elettorale». Bene, le riprendo per chi non avesse (comprensibilmente) avuto voglia di sorbirsi questo giovane talento della politica nazionale che ha saputo dar prova di tanta saggezza. E vi suggerisco di leggere l’articolo di Severgnini perché, sebbene ancora un po’ troppo tenero, alla fin fine si preoccupa di quel che possono pensare i cittadini più di quanto dimostrano di voler fare tutti i signori della politica, i quali si ostinano a non considerarsi la malattia e non intendono consentire le cure indispensabili. E così, gente alla quale in un paese civile non affiderebbero neppure le trasmissioni comiche in televisione, poco per volta, aggrega il malessere e conquista il consenso di persone che, politici veri, con attributi intellettuali e morali adeguati (niente di trascendentale, non mi aspetto che appaiano tipi come Alcide De Gasperi, Ugo La Malfa, Sandro Pertini, tanto per fare tre nomi di galantuomini intelligenti e inflessibili prima di tutto con se stessi) saprebbero orientare ben altrimenti, senza demagogia e senza populismo.
Buona stampa.
Tornerei per un attimo al mio omonimo Governatore della Lombardia, al quale la Repubblica pone alcune domande che non hanno avuto risposta nel corso del forum ospitato dal Corriere della Sera martedì. In particolare, anch’io mi chiedo come mai, dopo aver parlato di viaggi di gruppo in cui ognuno pagava qualcosa e poi alla fine si regolavano le diverse partite, Formigoni non abbia ritenuto di presentarsi in Via Solferino con tutti gli estratti conto per far vedere immediatamente che, come solennemente affermato, aveva rimborsato Daccò. Mi tocca chiedere ancora: Roberto, perché ti chiami anche tu Roberto? Comincio a vergognarmi di dividere il mio nome con certi tipi… Purtroppo, anche chi, come me, ha ben poca simpatia per la magistratura italiana e ritiene che essa abbia colpe gravissime nel malfunzionamento del nostro paese, di fronte alla spudoratezza con cui i nostri politici si sottraggono alle proprie responsabilità, non può che augurarsi un intervento esterno per spazzare via gente che non ha alcun senso etico e che pensa di essere al di sopra di tutto e che mostra di disprezzare la pubblica opinione.
Buona stampa.

lunedì 16 aprile 2012

Viaggi di gruppo


Un post veloce su Roberto Formigoni. Questa mattina il Corriere della Sera ha pubblicato un lungo articolo di Ferrarella e Guastella (http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_16/ferrarella-quei-viaggi-pagati-da-dacco_f2650248-8789-11e1-99d7-92f741eee01c.shtml). Non anticipo nulla sul contenuto, leggete e fatevi la vostra opinione. Io la mia me la sono fatta.
Buona stampa.
Formigoni ha ritenuto di rispondere nel corso di un incontro con i giornalisti. Per ragioni d’imparzialità, vi rimando al resoconto della Stampa (http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/450334/).
Buona stampa.
Mi aspetterei che, di questi tempi, il Governatore della Lombardia, anziché fare battute su giornalisti a suo dire “sfigati”, si preoccupasse maggiormente del genere di persone che gli stanno accanto, a cominciare dai consiglieri e dagli assessori regionali. Tra l’altro, un giornalista, come la maggior parte dei comuni cittadini, è per definizione uno sfigato al cospetto di personaggi che ricevono mensilmente somme che alcuni di noi ricevono a malapena in un anno.
Non vedo, nelle parole di Formigoni, niente che smentisca in maniera convincente il contenuto dell’articolo del Corriere. Oltre alle solite minacce di querele e all'ironia non riuscita da uomo arrogante e privo di senso dell’umorismo, ci sono poche, vagamente surreali e un po’ balorde, considerazioni sui viaggi di gruppo. E il fatto che Formigoni conosce da trent’anni il Signor Daccò, con il quale ha fatto dei casuali viaggi di gruppo, venendo fotografato a bordo del suo yacht (di Daccò).
Mah…

domenica 15 aprile 2012

E oggi scordatevi lo champagne...


Credo che la qualità principale di Daniela Santanchè sia la misura. E’ una donna che non alza la voce, che rifugge dal linguaggio volgare, che usa sapientemente le dita delle mani. Insomma, ha una classe che Grace Kelly se la sarebbe sognata…
Quando poi si passa ad analizzare il contributo al dibattito politico italiano della gentildonna pidiellina, beh, non posso certamente confrontarmi con i professionisti, quindi affido a Massimo Gramellini il commento, di ieri, sulle ultime ponderate riflessioni di Santanchè (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41).
Buona stampa.
Sul caso Morosini, troverete un’enorme mole di notizie su tutti i giornali. Io vorrei concentrarmi sul comportamento dei vigili urbani che hanno lasciato la loro auto parcheggiata così da impedire all’ambulanza l’accesso allo stadio.
Penso che si tratti dell’ennesima dimostrazione di come la carenza di senso civico sia ben diffusa anche là dove dovrebbe, invece, concentrarsi il massimo rispetto della legge e la volontà costante di dare l’esempio ai cittadini.
Vero che il Governo ha tanti problemi, ma credo che il Ministro Cancellieri dovrebbe trovare qualche giorno per prendere in mano le norme che riguardano le forze dell’ordine ed eliminare quelle che, sottraendole senza ragione alle regole cui sono sottoposti gli italiani senza divisa, favoriscono la diffusione dell’idea che un poliziotto o un carabiniere o un vigile urbano sia al di sopra della legge anziché al suo servizio.
Sempre dalla Stampa, ma di oggi, vi rinvio a Jena per i trentotto anni trascorsi dalla strage di Brescia senza arrivare a punire i colpevoli (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=44).
Buona stampa.
Mi piacerebbe che il Governo dei tecnici togliesse i lucchetti dagli armadi nei quali si nasconde almeno parte della verità sul ventennio delle stragi e del terrorismo. Ci sono troppe persone che hanno perduto persone care o che hanno avuto la vita sconvolta, se non distrutta: per loro, in un paese civile, i massimi organi dello Stato dovrebbero sentirsi in dovere di fare il possibile, e anche l’impossibile, per far chiarezza su tante vicende nelle quali hanno giocato un ruolo quanto meno oscuro anche parti dello Stato stesso.

sabato 14 aprile 2012

Una coppa di champagne


Dal Guardian vi suggerisco un articolo che parla di un argomento leggero e gradevole: il vino (http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/2012/apr/14/champagne-england-sparkling-wines-praise).
Buona stampa.
Oltre a trattare un tema che mi piace particolarmente, il pezzo mi pare molto divertente perché ci fa scoprire come in Inghilterra si stia sviluppando una produzione enologica di qualche importanza, specializzata soprattutto nel settore delle bollicine.
E’ vero, sono passati decenni dagli anni in cui ho trascorso parte dell'estate in Inghilterra per imparare la lingua e ho scoperto che il vino era praticamente sconosciuto alla gran parte degli inglesi, tuttavia mai avrei immaginato che un giorno ci sarebbero state cantine inglesi capaci di competere con quelle dei colli trevigiani e che quegli spocchiosi dei francesi avrebbero valutato l’acquisto di terreni in Inghilterra per produrre champagne.
Per oggi mi fermo qui: una notizia così, abbastanza imprevedibile e un po’ frivola, direi che è come una ventata d'aria fresca e pulita, assai diversa dall'afa maleodorante delle cronache quotidiane del nostro paese.
Dell’Italia torneremo a occuparci domani.

venerdì 13 aprile 2012

Se pensate che la Mauro sia la Rosy peggiore...


Sono tornato in possesso di una connessione adeguata. Questo dovrebbe permettermi di rivitalizzare il blog.
Anche volendo, non è che gli argomenti possono scostarsi tanto da quelli che avevo considerato negli ultimi post.
Torniamo, quindi, alla questione dei contributi dello Stato ai partiti, in particolare i cosiddetti rimborsi elettorali. Che siano realmente rimborsi, infatti, non è affatto vero. Un breve e chiarissimo studio di Boeri e Bordignon sul sito LaVoce.info spiega come stanno le cose (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003003.html).
Buona stampa.
Sempre in materia, ieri sera, cedendo a un impulso autolesionista, ho deciso di seguire per un po’ la trasmissione di Lilli Gruber su La7, nella quale era ospite niente meno che quella fresca novità della politica italiana che si chiama Rosy Bindi. Per fortuna, il mio masochismo non è inesauribile e, dopo una mezzoretta, ho spento il televisore e sono passato a un meraviglioso CD di Charlie Haden, Nocturne.
La7 offre la possibilità di rivedere on line le puntate di Otto e mezzo. Questo è il link alla trasmissione di ieri sera: http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50260199. Merita di essere ascoltata, così potrete sentire con le vostre orecchie la Bindi sostenere che è necessario che i partiti ricevano anche i 100 (CENTO) milioni (MILIONI) di euro di rimborsi previsti in pagamento nelle prossime settimane. Se per caso ve ne foste scordati, questo germoglio della politica, una sicura promessa nel firmamento degli statisti planetari, era membro dell’esecutivo nazionale di quel partito, la Margherita, il cui tesoriere (proprio lui, Lusi, quello cui ancora paghiamo lo stipendio di senatore) si è fregato un bel po’ di milioni (ancora non si sa esattamente quanti).
Ora io posso anche riconoscere che Rosy Bindi non deve, per il fatto di non essersi accorta del topo che rosicchiava il formaggio, suicidarsi, tuttavia sarebbe molto dignitosa (e rispettosa dei cittadini) la scelta del silenzio definitivo e assoluto, magari praticata dopo essersi ritirata in un convento di clausura con la rinuncia a stipendio e vitalizio. Cosa ha nella testa una persona che ancora ha la spudoratezza di chiedere che vengano versati ai partiti rimborsi cui non hanno diritto? Come può essere così priva di buon senso e di decenza da non rendersi conto che ai milioni di italiani che non arrivano a fine mese non gliene può fregare di meno dell’apparato del PD impegnato a preparare le politiche del prossimo anno? Non ci interessa chi vincerà le prossime elezioni, ci interessa che si presentino persone per bene, non quella marmaglia che sopportiamo da anni. Il cancro sono loro e la nostra repulsione nei loro confronti è la reazione anche troppo blanda di un organismo spossato dalla presenza di una malattia così estesa e così grave.
Osservo, da laico, che mi pare offensivo anche per i fondamenti della religione cristiana che Rosy Bindi osi sostenere certe tesi quando lo Stato italiano, non pagando i propri debiti, ha spinto e spinge ogni giorno troppe persone al suicidio.
No, adesso che ci penso ho proprio sbagliato: Rosy Bindi deve uccidersi. Vi ricordate il laccio rosso di Salgari. Bene, ne mando uno alla Bindi e mi auguro vivamente che ne faccia rapidamente uso. Non avevamo bisogno di lei quindici anni fa, adesso è diventata irrimediabilmente nociva.
Per tornare a respirare aria pulita, chiudo con i link a una recensione del CD di Haden (http://jazztimes.com/articles/17859-charlie-haden-s-nocturne) e a un brano tratto dall’album.

lunedì 9 aprile 2012

Un po' in trasferta e un po' in casa


Con l’espressione inglese trade finance s’individuano tutte le operazioni bancarie collegate al movimento delle merci a livello internazionale (per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/Trade_finance).
Il Financial Times di oggi segnala che alcune delle principali banche mondiali stanno cercando di trovare meccanismi che consentano di trasferire i propri rischi in questo campo agli investitori così da liberare risorse di capitale per altre operazioni (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/45a5d23e-7bdc-11e1-9100-00144feab49a.html#axzz1rXxPSA28).
Buona stampa.
Gli strumenti di cui si parla nell’articolo, i CDO, godono di pessima fama, ma possono, in realtà, dimostrarsi preziosi. Per fare un esempio banale e trito, anche la corrente elettrica può uccidere, ma illumina le nostre case e fa funzionare i nostri elettrodomestici.
Nel caso specifico illustrato dal Financial Times, mi pare che quello che le grandi banche stanno cercando di fare sia sostanzialmente apprezzabile, nel senso che il trasferimento ad altri di parte dei propri rischi consentirebbe di liberare risorse di capitale da destinare a nuovi finanziamenti, un evento positivo in una situazione di malfunzionamento dei mercati del credito. Come accade spesso, il pericolo non è nello strumento, ma nell’uso che se ne fa. Anche collocando sui mercati CDO collegati ai mutui immobiliari, in linea di principio, le banche ottenevano di liberare risorse per sostenere altri clienti. I problemi sono nati quando, anziché utilizzare mutui di qualità normale, si sono garantite le obbligazioni con i cosiddetti subprime, ovvero mutui concessi in violazione di tutti i principi della corretta gestione bancaria.
Tutto questo pistolotto che vi ho rifilato che scopo ha? Buona domanda. Oltre ad appagare il mio generoso intento divulgativo (o, se preferite, l’ansia di sfoggiare la mia supposta conoscenza del tema), quanto precede serve a parlare, in realtà, di altro. Vorrei, infatti, attirare la vostra attenzione sul fatto che le banche, magari anche con intenti positivi, non hanno smesso di cercare di sottrarsi alle pur blande normative introdotte dalle autorità di controllo per portare un po’ più di rigore nel sistema bancario. Quel rigore che dovrebbe impedire che si ripresentino condizioni come quelle che hanno svolto il ruolo di detonatore di questa lunghissima crisi economica (le cui dimensioni e la cui durata, però, sono state largamente influenzate da altri fattori).
Anche alla luce di quanto riportato dal Financial Times, temo che si debba fare ancora moltissima strada prima di poter considerare raggiunto lo scopo. E le difficoltà saranno tanto maggiori quanto più i singoli stati vorranno proteggere i loro orticelli, siano essi la posizione di predominio delle proprie banche o la creazione di posti lavoro legati alla presenza di mercati finanziari nei propri territori o altro.
Io ho seri dubbi che, ad esempio, il governo americano possa accettare norme imposte da organismi come il Financial Stability Board che possano ridimensionare il ruolo e la libertà d’azione di colossi quali Goldman Sachs o J.P. Morgan. Allo stesso modo, il governo inglese si sta battendo con determinazione per impedire misure che, in vario modo, potrebbero ridurre la dimensione e la quantità delle transizioni finanziarie concentrate su Londra.
E, ovviamente, si torna alla politica. In particolare, alla capacità della politica di difendere l’interesse collettivo di fronte alla pressione delle lobby che tutelano gli interessi di pochi.
Chiuderei tornando in Italia. La notizia di oggi è che Renzo Bossi sarebbe intenzionato a dimettersi dal Consiglio Regionale lombardo. Se è realmente così, va riconosciuto che il Trota è meglio di tanti altri. Non che ci voglia molto, ma tant’è…
Ricordate l’ottimo Lusi. Lui, che ha dichiarato di aver rubato e ha persino tentato di patteggiare, lui no. Lui, quel figuro ignobile, è ancora lì. E rimane lì anche Rosi Mauro, sebbene anche lei, tutto sommato, non dia proprio lustro alla poltrona che occupa. E anche Calearo, ha annunciato le dimissioni, ma ancora non le abbiamo viste.
Per fortuna abbiamo Schifani e Fini: sono sicuro che nel volgere di poche ore metteranno a punto le norme che, oltre a ridurre i costi delle due Camere, impediranno che vengano eletti o restino in carica personaggi privi dei requisiti morali per essere Senatori e Deputati.
Quei due tizi sono tosti. Non si perdono in chiacchiere e non buttano il tempo scrivendo lettere ai quotidiani, loro no, loro stanno cambiando a spron battuto e radicalmente il Parlamento.
No, non voglio chiudere così arabbiato. Torniamo all’economia e alla finanza. Niente di cui stare allegri, intendiamoci, ma ieri Il Sole 24 Ore ha dedicato molto spazio all’analisi della situazione dell’euro e mi pare giusto suggerirvi, visto che ci sono ancora alcune ore di vacanza, di leggere un po’. Ecco i link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-08/hedge-fund-ribassisti-europa-081147.shtml?uuid=AbNJYrKF e http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-08/risalgono-volumi-vendite-scoperto-081214.shtml?uuid=Abj4arKF.
Buona stampa.

sabato 7 aprile 2012

Anche altrove è difficile scegliere


Torniamo a guardare un po’ oltre l’orizzonte angusto della nostra mediocre e malvissuta politica.
Si avvicinano le elezioni presidenziali in Francia e non ho dubbi sul fatto che il cattivo andamento delle borse e dei differenziali dei tassi d’interesse nell’ultima settimana abbia parecchio a che fare con l’incertezza che grava sulla sfida, apparentemente ristretta a Sarkozy e Hollande.
Sul Financial Times di ieri c’era un interessante articolo nel quale si mettevano a confronto i programmi economici, in verità assai poco nitidi, dei due contendenti principali; ecco il link: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/0a88e6be-7fdd-11e1-b4a8-00144feab49a.html#axzz1rN1y6Wd1.
Buona stampa.
Devo ammettere che sorprende non poco leggere una frase come questa:
“But markets are concerned that neither candidate has been sufficiently radical on spending cuts or the kinds of structural reforms now being pursued by Mario Monti in Italy that would underpin economic recovery…”
Avreste mai pensato, solo qualche mese fa, che saremmo diventati addirittura la pietra di paragone per valutare l’efficacia del programma dei due candidati principali delle presidenziali francesi? Beh, quando si dice che abbiamo recuperato credibilità internazionale, evidentemente, non si dice una sciocchezza. Quanto a Sarkozy e Hollande, per quel che vale la mia opinione, temo che si tratti di due figure molto mediocri (il primo lo ha dimostrato con determinazione nel mandato ormai al termine) e che, come ho già avuto modo di osservare nei mesi scorsi, la Francia non è in una situazione poi tanto migliore della nostra e che, per non diventare il prossimo, e drammaticamente conclusivo, bersaglio della speculazione, dovrà porre in atto misure assai più incisive di quelle che promettono entrambi i principali aspiranti all’Eliseo.
Mi pare molto sconfortante che in nessun paese europeo si veda emergere una figura di leader politico dotato di una certa statura. Intendiamoci, ho aspirazioni modeste: non chiedo qualcuno che sia paragonabile a personaggi come, giusto per non andare troppo lontano nel tempo, Kohl o Mitterand, con tutti i loro difetti e i loro errori anche gravi. Vorrei, però, qualcuno che non sia così privo di spessore e di carattere e di coraggio.
Non c’è più la capacità di guardare lontano, nessuno si fa sfiorare dall’idea di porsi obiettivi neppure a medio termine, si naviga a vista, anzi, si fa piccolo cabotaggio. Se dalle nostre parti abbiamo tizi che si dimenticano le promesse dopo pochi istanti e che scrivono lettere cui non segue mai un bel nulla, in Europa abbiamo gente poco diversa, politici che da mesi farfugliano di voler fronteggiare la crisi del debito e difendere l’euro, ma di risultati non ne abbiamo visti.

venerdì 6 aprile 2012

Pensa se avesse avuto una dozzina di figli...


E’ vero, si tratta d’intercettazioni, che non possono certo essere considerate prove definitive, tuttavia non mi piace granché quel che emerge giorno dopo giorno dall’inchiesta sulla gestione dei fondi della Lega. Una sintesi interessante, tra le moltissime, la potete trovare sul Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-06/sistema-affari-alimentato-cassa-083229.shtml).
Buona stampa.
Tutti innocenti sino a sentenza definitiva, ci mancherebbe, ma niente ci impedisce di pensare che il nostro sistema politico non ha possibilità di sopravvivenza senza una serie di misure SERIE volte a scardinare il meccanismo abnorme costruito nel tempo attraverso la connivenza di tutti i partiti, sia quelli rappresentati in Parlamento sia quelli rimasti fuori, ma determinati a sopravvivere forse soprattutto per accaparrarsi la loro fetta di torta, per quanto piccola.
Giusto per capire quali sono le intenzioni reali, leggete il mastino truce di ieri (http://archiviostorico.corriere.it/2012/aprile/05/Flop_annunciato_dati_incomparabili_subito_co_8_120405016.shtml).
Buona stampa.
Se questa è la volontà di cambiare, siamo di fronte a ben altro che “il cambiare tutto perché nulla cambi” del Principe di Salina. Non c’è nessuno, dentro e fuori quello che una volta si chiamava “arco costituzionale”, veramente intenzionato a rinunciare agli sterminati rivoli di denaro che fluiscono dallo Stato ai partiti e alle loro emanazioni, si tratti di giornali, fondazioni e quant’altro.
Sul Corriere di oggi sono pubblicate due lettere, spedite da quei tali di parola di cui abbiamo parlato tante volte (Fini e Schifani), in risposta all’articolo di fondo di De Bortoli di ieri, di cui non avevo parlato perché, pur condividendone il contenuto (è impossibile non condividere il buon senso educato di De Bortoli), mi sembrava l’ennesima “garbata protesta”. Non è il suo editoriale, comunque, che vorrei voi leggeste. Dovete leggere questi testi alti, scritti da uomini avvezzi a non prendere impegni a vanvera, addirittura rocciosi nel realizzare quanto promesso, veri statisti che tutto il mondo ci invidia, mica parolai da quattro soldi: prima Fini (http://www.corriere.it/politica/12_aprile_06/fini-la-lettera_1512131c-7fba-11e1-8090-7ef417050996.shtml) e poi Schifani (http://www.corriere.it/politica/12_aprile_06/schifani-la-lettera_fac4cc0c-7fb9-11e1-8090-7ef417050996.shtml).
In ordine casuale, sono patetici entrambi, due lettere che io mi vergognerei a firmare.
Chiudo con una comunicazione, per così dire, di servizio: ho problemi di connessione, quindi ancora per qualche giorno i post saranno meno frequenti del solito. Sono sicuro che la cosa non vi dispiace.

mercoledì 4 aprile 2012

La vera malattia


A prescindere dalle conclusioni cui arriveranno i magistrati impegnati nelle indagini sulla gestione dei finanziamenti pubblici della Lega, mi pare che soltanto i sostenitori più appassionati del partito di Bossi si possano stupire di quanto sembra emergere.
La Lega è stata al governo per molti anni, ha fatto parte di un sistema di potere consolidato e ben oliato, al quale è difficile sottrarsi, soprattutto quando si vuole mantenere o ampliare la propria sfera d’influenza.
Sia chiaro: questa non è un’assoluzione. E’ una constatazione, una triste constatazione. Sino a quando non s’interverrà in modo efficace e profondo nei meccanismi che regolano i rapporti tra politica e denaro (parola da intendersi nel significato più ampio e sfaccettato), fino a quel momento difficilmente ci libereremo non solo dal malaffare e dai pericolosi incroci con la malavita, ma anche dalle situazioni di numerose aziende pubbliche, come la RAI o Finmeccanica per fare due esempi, nei quali la politica si mostra oggi persino più invasiva e devastante che in passato.
Appare persino stupido che io perda ancora tempo a scrivere considerazioni di questo genere e voi a leggerle. Sono trascorsi oltre vent’anni da quando Mario Chiesa fu beccato a buttare le banconote nel water. Nel frattempo, però, la classe politica italiana, compresa quella, a parole, più intransigente, anziché legiferare in maniera tale da eliminare o ridurre gli spazi per corruzione e malgoverno, ha abbassato progressivamente le difese del sistema, favorendone l’ulteriore degenerazione, ha ampliato a dismisura il numero delle società di proprietà pubblica, intese soprattutto come fabbriche di poltrone, e ha consentito un calo impressionante dell’etica collettiva, accompagnato da un non meno sconcertante affermarsi del senso di impunità che traspare dai commenti di fronte alle vicende di questi giorni.
La classe politica, a ogni livello, ha sviluppato una mancanza di senso critico che definire sfrontata è limitativo. Ancora oggi, di fronte a fenomeni così diffusi e gravi, ci sono figure di rilievo (si fa sempre per dire) che negano l’evidenza e parlano della cosiddetta “antipolitica” come se questa fosse il male e non, invece, la loro “politica”.
La cosiddetta “antipolitica” a me pare un tumore secondario. E da qualche parte non può non esserci qualcuno in grado di capirlo e di agire per estirpare il primario.