mercoledì 31 ottobre 2012

Chiusi nel loro mondo, così lontano da noi


Prendiamo avvio dall’articolo di fondo del Corriere di oggi. E’ firmato da Pierluigi Battista, sul quale fatico a cambiare giudizio da quando si prestò a sostituire Enzo Biagi in Rai dopo il cosiddetto “editto bulgaro”, proprio per questo mi sembra significativo il tono ultimativo con cui si rivolge ai partiti:  http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_31/senso-perduto-emergenza-battista_3bed7f24-2322-11e2-b95f-a326fc4f655c.shtml.
Buona stampa. Non che sia difficile oggi scrivere un pezzo così, tuttavia premio anche la sua tardiva presa di coscienza. In questi giorni bisogna apprezzare qualsiasi tentativo di far arrivare un messaggio là dove la nostra voce continua a essere non solo ignorata, ma addirittura umiliata.
Non che mi faccia illusioni sulla capacità dei partiti di ascoltare questa sorta di ultimatum che il principale quotidiano italiano ha ritenuto di porre. In realtà ormai da settimane la stampa che mantiene un po’ di autorevolezza (non molta per la verità) ripete questo tipo d’inviti pressanti alla classe politica; i risultati, però, non si vedono. Anzi, sembra di cogliere un certo compiacimento nel non dare il minimo di segno di comprendere a quale livello sia giunto il distacco tra i cittadini e coloro i quali dovrebbero preoccuparsi della nazione.
Mi pare esserci qualcosa di folle negli atteggiamenti dei politici, a tutti i livelli. Si perdono nelle loro meschine beghe di potere come iene che si disputano i pochi rimasugli di ossa e tendini lasciati da un leone sulla carcassa di un’antilope. Imperterriti anche di fronte a parole di una durezza estrema come quelle di Mario Monti, si propongono di porre fine alla sua esperienza ignorando che, se mai dovessero realmente prenderne il posto, si troverebbero di fronte una situazione nella quale rivelerebbero la loro inadeguatezza e la loro insipienza.
Ovunque si guardi, grazie alle indagini della magistratura o alle inchieste dei pochi giornalisti degni di questo nome, si scoprono abissi di malcostume se non di vere e proprie malversazioni. E uomini ormai impresentabili (sempre che siano mai stati presentabili) continuano a mantenere un ruolo centrale nei propri agonizzanti partiti.
Se non fosse per le drammatiche conseguenze che ciò avrebbe per il futuro nostro e delle generazioni future, verrebbe quasi voglia di restarsene seduti a guardare questi patetici impostori assumere la guida del Paese.
In quanti minuti Bersani o Berlusconi, Di Pietro o Grillo, Vendola o Casini, Fini o Maroni ci porterebbero alla completa rovina? Quale inspiegabile e smisurata convinzione delle proprie capacità (del tutto inesistenti) alberga in quelle menti ottenebrate, così pervicacemente avvinte a disegni del tutto avulsi dalla realtà e a schemi obsoleti e privi di qualsiasi logica costruttiva?
Difficile, come hanno fatto altri prima di me, non accostare la loro immagine a quella dei dittatori giunti all’irrimediabile sconfitta, ma ancora persi nei loro sogni di gloria e di potere. Un accostamento che, scusate il paradosso, potrebbe offendere persino quegli uomini ormai condannati dalla Storia.

domenica 28 ottobre 2012

Quando si dice la fretta...

Imperdonabile: nella fretta ho scordato che Annie Lennox è scozzese e, se mai dovesse venire a sapere che l'ho messa nel post con alcuni inglesi, sia pure prestigiosi, temo che mi farebbe privare per sempre del visto per la sua terra, che io, invece, intendo prima o poi visitare, dando libero sfogo alla passione per i single malt e le brughiere verdi e luccicanti di pioggia.
Spero mi perdoni se vi suggerisco un meraviglioso lungo video in cui esegue, in modo stupendo, uno dei monumenti di Simon&Garfunkel, Bridge over Troubled Water, e poi altri due brani (There Must Be an Angel) Playing with my Heart e Sisters Are Doin' It for Themselves.


Economia cinese e musica inglese


Non è frequente che le due maggiori potenze economiche mondiali vivano quasi contemporaneamente il rinnovo delle principali cariche statali. E’ quanto accadrà nei prossimi giorni, quando Stati Uniti e Cina procederanno, ovviamente con modalità del tutto diverse, a nominare le persone che le guideranno nell’immediato futuro. Sia la Cina che gli Stati Uniti risentono, con peso differente, della crisi mondiale e il divergente andamento delle loro economie influisce anche nel complesso rapporto finanziario che si è instaurato negli ultimi anni, quando la nazione asiatica ha assunto il ruolo di primo creditore degli Usa.
Il supplemento culturale del Corriere, La Lettura, dedica la propria attenzione alla Cina e lo fa con due articoli, il primo, caratterizzato da una visione ottimistica, è firmato dal corrispondente da Pechino Marco Del Corona, il secondo, che propone un’opinione critica e pessimista, è scritto da Federico Fubini, esperto di economia internazionale. Ecco il link: http://lettura.corriere.it/debates/la-cina-vince-la-cina-perde/.
Buona stampa. Per entrambi, anche se io sono più portato a condividere le idee di Fubini. Il che non aiuta certamente a guardare al futuro con lenti rosa. In realtà, la maggiore economia del mondo sarebbe l'Unione Europea, solo che, per l'appunto, è un'economia, non una nazione (e Dio sa quanto sarebbe meglio se fosse anche una nazione).
Meglio cambiare argomento e dedicarsi alla musica, che ho un po’ trascurato nei post più recenti. Continuo a proporvi più versioni del medesimo brano. Questa volta si tratta di un pezzo degli anni Sessanta, senz’altro il più celebre di un gruppo inglese che i diversamente giovani (sempre copyright Gramellini) ricordano senz’altro: Procol Harum (http://it.wikipedia.org/wiki/Procol_Harum).
Il brano è A Whiter Shade of Pale che è stato successivamente interpretato da tanti celebri musicisti.
Cominciamo con la versione originale del 1967 dei Procol Harum.


Proseguiamo con quella di una voce leggendaria del rock inglese, Joe Cocker, dal vivo a Berlino nel 1980. Sembra aver bevuto qualche birra di troppo, ma è sempre Joe Cocker.


Poi ascoltiamo quella strumentale e piuttosto particolare, eseguita dal vivo da King Curtis (http://en.wikipedia.org/wiki/King_Curtis), sassofonista, non molto famoso in Italia e assai poco longevo, che ha percorso vari generi musicali.


Ancora un’esecuzione “importante”: quella di un gruppo di vecchie glorie della musica rock riunite nel 2007 e capitanate da Eric Clapton, un evento dal quale derivò un album il cui titolo dice molto: Complete Abandon (http://kentguy.wordpress.com/2008/01/05/eric-clapton-totally-abandoned-with-ringo-starr-joe-walsh-pete-townshend/).



Finiamo, ma potrei continuare, con una splendida voce femminile, quella di Annie Lennox. E anche con lei non ci siamo mossi dalla vecchia Inghilterra.


Esiste una famosa cover italiana, intitolata Senza Luce e interpretata dai Dik Dik. Io, però, non riesco farmela piacere quanto queste versioni in inglese. 

Uno di quelli che resistono al cambiamento


Se c’è una cosa che non si può negare è che Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera, sia anziano (http://it.wikipedia.org/wiki/Sergio_Romano). A una certa età, inevitabilmente i riflessi si fanno più lenti e s’impiega un po’ di tempo in più per rendersi pienamente conto di quel che accade intorno. Ecco allora che, per arrivare a parlare in maniera adeguata del conflitto d’interessi di Berlusconi, Romano ha avuto bisogno di qualche anno più della maggior parte dei giornalisti che non lavorano per quotidiani o giornali di Berlusconi stesso.
In realtà, Romano ha scritto a lungo per Panorama, settimanale di Mondadori, questo fatto, unito alla questione anagrafica…
Insomma, dopo tanto tergiversare, alla fine anche lui sembra aver compreso che la presenza di Berlusconi ha più di qualche conseguenza negativa per il paese e ha deciso di affidare questa importante presa di coscienza all’editoriale di oggi: http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_28/paese-in-ostaggio-romano_a564bd48-20cd-11e2-89f5-89e01e31e2ac.shtml.
Stampa così e così. Soprattutto perché arriva ormai fuori tempo massimo. Per sua sfortuna, infatti, ho una discreta memoria e sono piuttosto pignolo. Il 27 Febbraio del 2008, nella rubrica delle lettere al Corriere, era apparso questo scambio tra lui e un lettore: http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/27/CONFLITTO_INTERESSI_DEPLORATO_MAI_RISOLTO_co_9_080227048.shtml.
Come potrete immaginare, non ero stato per nulla soddisfatto dalle parole di Romano. Definire buona legge una legge che non si applica al principale e più grave caso della fattispecie che vuole affrontare, francamente, supera la mia capacità d’immaginazione. Così come mi sembrava una forzatura sostenere che gli elettori erano in grado di controllare l’agire di Berlusconi: questo sarebbe vero se in Italia avessimo mezzi d’informazione adeguati e la popolazione s’informasse non già attraverso la televisione, ma attraverso quotidiani realmente indipendenti. Infine, ma forse più importante di ogni altro aspetto, nella risposta Romano mostrava di non comprendere affatto quale fosse la principale implicazione della mancata soluzione del conflitto d’interessi: un drammatico deterioramento del senso morale individuale e collettivo, del quale, purtroppo, abbiamo le prove davanti agli occhi.
Allora avevo segnalato le mie perplessità con una mail che, ovviamente, Romano si era ben guardato dal considerare per una risposta e dal pubblicare. Dimostrando con ciò quanto fosse indisponibile al confronto e quanto poco sentisse il proprio conflitto di interessi (in quel periodo, oltre a rispondere ai lettori del Corriere, infatti, era anche opinionista di Panorama).
Penso, quindi, di poter affermare che anche Sergio Romano, avendo mantenuto ancora per alcuni anni l’atteggiamento manifestato nel 2008, abbia contribuito a far incancrenire, con tutte le conseguenze che sappiamo, il problema del conflitto d’interessi (e del declino della morale pubblica che ne è derivato) di cui, Deo gratias!, oggi ha preso piena coscienza, tanto da arrivare a parlare di una nazione in ostaggio.
Peccato sia tardi, troppo tardi. E questo tardivo ravvedimento mi appare persino più grave del comportamento di chi, ostinatamente, come Sallusti o Ferrara, difende Berlusconi aprioristicamente. Credo che Sergio Romano dovrebbe occuparsi dei nipotini (i nipotini mi perdonino) e smettere di spargere attraverso le pagine del Corriere (cosa che fa da troppo tempo, tra l'altro occupando senza meritarlo affatto la rubrica che fu di Indro Montanelli) la sua presunta saggezza, rivelandosi in realtà quello che è: un modesto anedottista e membro a pieno titolo di quel blocco politico-amministrativo-giudiziario al centro dell’editoriale di Panebianco di cui vi ho parlato ieri.

sabato 27 ottobre 2012

Cani da guardia


Guarda un po’! La notizia del giorno di ieri, che aveva fagocitato la notizia del giorno precedente, è stata fagocitata dalla notizia del giorno di oggi. Insomma: Berlusconi è sempre in politica, anche se non è chiaro in che ruolo. Di certo c’è solo che è un po’ più condannato.
Affido all’articolo scritto il 25 Ottobre da Massimo Gramellini il compito di sintetizzare, come lui sa far assai bene, la parabola, forse conclusa o forse no, del politico Silvio Berlusconi: http://www.lastampa.it/2012/10/25/cultura/opinioni/buongiorno/l-ultimo-discorso-del-centravanti-che-scelse-la-panchina-klybsAFntiiiPuYkq7zvaN/pagina.html.
Buona stampa.
E, come giusto riconoscimento all’inventiva e alla simpatia di Gramellini, vi suggerisco anche la lettura del Buongiorno di ieri, che non è poi così estraneo al tema: http://www.lastampa.it/2012/10/26/cultura/opinioni/buongiorno/ultima-fermata-dallas-CgTBZsl054RsjBjOSjQIWJ/pagina.html
Buona stampa. E con questo, per quel che mi riguarda, non intendo perdere altro tempo con l’ennesimo tira e molla berlusconiano e con le sparate contro la giustizia, il cui antico e indiscutibile malfunzionamento ha tratto nuova linfa da numerose pessime leggi emanate dai diversi Governi presieduti da Berlusconi.
Veniamo a temi più importanti, anzi a un tema cruciale sul quale ho più volte attirato la vostra attenzione: l’origine delle maggiori resistenze al rinnovamento del nostro paese.
Con un editoriale impeccabile, Angelo Panebianco ritorna sull’argomento, già trattato in passato, e lo affronta con un piglio deciso e senza mezze misure. Questo il link: http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_27/vacui-riformatori-veri-resistenti-panebianco_1a405830-1ff6-11e2-9aa4-ea03c1b31ec9.shtml.
Buona stampa. Leggendo questo articolo davvero ottimo, ho riflettuto ancora una volta su come il blocco politico-amministrativo-giudiziario di cui parla Panebianco (la cui principale ossatura è, necessariamente, la burocrazia pubblica) abbia potuto consolidarsi sino a diventare un potere così pervasivo e formidabile da apparire addirittura invincibile.
E, come ogni altra volta, mi sono convinto che il blocco politico-amministrativo-giudiziario è diventato quel che è grazie alla mediocrità della classe politica, il cui progressivo scadimento (iniziato oltre vent’anni fa) ha comportato che individui privi di adeguata cultura ed esperienza arrivassero a occupare posizioni di grande rilievo, per le quali erano del tutto inadeguati. Questi personaggi poco o nulla competenti, soddisfatti per la meta raggiunta e preoccupati soltanto di godersi il potere e la visibilità offerti dalla carica, non hanno saputo far altro che delegare quasi completamente i loro compiti a burocrati di vario livello (Consiglieri di Stato o Ambasciatori piuttosto che Segretari Comunali o funzionari statali periferici). Il risultato è sotto gli occhi di tutti noi. Giorno dopo giorno, quelli che Panebianco chiama i cani da guardia immiseriscono il nostro futuro, sia quello di noi diversamente giovani (come ci chiama Gramellini) sia quello dei giovani veri.
E con quel che si sente dire dai politici in questi giorni c’è da non farsi illusioni sulla reale capacità di capire e condividere l’ovvia verità affermata da Mario Monti, ossia che l’Italia ha bisogno di riforme radicali.
Di Berlusconi abbiamo già parlato. I suoi problemi sono diversi dai nostri sin dal 1994… Temo, tuttavia, che i nemici del cambiamento, i maledetti cani da guardia, siano più numerosi nel campo di Bersani, se non altro perché buona parte della linfa del Pd viene proprio dalla burocrazia pubblica. E, vista l’ora, evito di parlare della questione della segretaria…

mercoledì 24 ottobre 2012

Libertà di stampa


Cosa spaventa maggiormente una classe politica che accoglie non pochi personaggi dal passato e dal presente più che discutibili? Una stampa che sia libera di analizzare il comportamento di chi amministra, a tutti i livelli, la cosa pubblica e che possa informare i cittadini senza nessun vincolo e senza nessuna minaccia. Si chiama libertà di stampa ed è un diritto fondamentale in uno stato democratico moderno.
Che cosa succederà se dovesse essere approvato il pessimo disegno di legge promulgato dalla Commissione Giustizia del Senato?
Buona stampa. Non sono pezzi paragonabili per dimensione e per caratura, ma non è il caso di sottilizzare. Quel che conta è che quel disegno di legge resti tale e che non si arrivi a vederlo trasformato in un provvedimento definitivo. Abbiamo bisogno di tante cose, certamente non di una classe politica (e, più in generale, di una classe dirigente) che possa intimidire la stampa più di quanto già la intimidisce.
Sempre a proposito di giornali, sembra che si chiuda definitivamente il rubinetto del finanziamento pubblico a quelli più o meno riconducibili a partiti e associazioni varie. Me ne sono occupato nei primi tempi del blog: non posso certo dispiacermi per il fatto che, finalmente, si ponga fine a quello che, in gran parte dei casi, era semplicemente uno spreco di denaro pubblico se non peggio (ricordate Valterino Lavitola e la sua lettera a Silvio Berlusconi?).
Il dubbio è se il provvedimento sarà definitivo… Spero lo sia, ma dubitare è lecito, anzi, in questo caso, doveroso. Mi dispiace soltanto trovarmi d'accordo con Beppe Grillo. Spero sia la prima e l'ultima volta.

martedì 23 ottobre 2012

Titoli e gerarchie


Ho già espresso in più occasioni la convinzione che il processo di riforma e di rinnovamento di cui l’Italia ha un (disperato) bisogno viene ostacolato da più parti, non solo dai partiti che non intendono cedere su tutti i temi che garantiscono il loro potere e i privilegi dei propri esponenti, ma anche da quella stessa burocrazia pubblica dalla quale provengono diversi esponenti del Governo Monti. Una burocrazia che, purtroppo, non fa affatto fatica a dimostrare di aver perso di vista alcuni principi essenziali, una burocrazia composta da individui non di rado attaccati a formalismi piuttosto anacronistici e pronti a confondere le proprie persone con il ruolo che sono chiamate, temporaneamente e per tutelare interessi collettivi, a svolgere.
Una prova è quanto accaduto alcuni giorni fa durante un incontro nella Prefettura di Napoli. Ne parla oggi Guido Gentili sul Sole 24 Ore e lo fa in maniera che può solo essere condivisa:
Buona stampa. Se avete tempo, guardate il video, ne vale la pena. E speriamo che la Signora Cancellieri, Ministro e Prefetto, dia retta a Guido Gentili. Il Prefetto di Napoli merita di essere rimosso perché ha perso di vista la gerarchia dei valori e si preoccupa dei titoli.

lunedì 22 ottobre 2012

Brain storming


Credo siamo d’accordo sul fatto che nei maggiori partiti italiani, ma anche in quelli meno grandi, regni una rimarchevole confusione. Questo, se non gettasse pesanti ombre sul futuro dell’Italia, potrebbe anche far sorridere per le assurdità prodotte giornalmente dai dissidi interni tra esponenti anche di notevole importanza (è tutto relativo, ovviamente, e non serve far nomi, ma, come si dice: in terra caecorum monoculus rex. Questo abbiamo e questo, almeno sino alle prossime elezioni, ci dobbiamo tenere).
Ammetto, sono di parte, ma mi pare che il disordine sia più accentuato e più grave nel centrodestra, nel quale volano stracci da quel dì (quello del famoso ”che fai, mi cacci?” detto dal parente degli immobiliaristi monegaschi).
Ammetto, inoltre, di essere ancor più di parte nel sostenere che tale stato di cose è dovuto soprattutto al modo di agire di Berlusconi, da sempre preoccupato da vicende che, con l’interesse nazionale e collettivo, avevano e hanno poco a che fare. Non mi addentro su questo tema: è una mia personale opinione. Osservo, e su questo credo che difficilmente posso essere contraddetto, che per Berlusconi l’apparenza conta più di qualsiasi altra cosa. Lo dice, sia pure nel suo modo piuttosto obliquo e in un articolo particolarmente contorto, persino Giuliano Ferrara su Il Giornale (di famiglia): http://www.ilgiornale.it/news/interni/quei-saggi-anziani-pronti-farsi-parte-848847.html.
Stampa così e così. Se si vuol forzare la realtà per farla aderire alle proprie convinzioni, inevitabilmente, si finisce incartati anche quando si è intelligenti e colti (molto intelligenti e molto colti) come Ferrara.
Che anche dalla parte del Pd debbano arieggiare le stanze non si discute e, purtroppo, con il passare dei giorni a sinistra vengono fuori le contraddizioni di un partito che non ha saputo liberarsi di troppi fantasmi del passato e di troppi signori che hanno di sé un’opinione assai alta. Troppo alta.
Torniamo al Pdl il cui futuro sembra non affidato alle mani di Alfano quanto piuttosto al team di cervelli che Berlusconi ha chiamato attorno a sé per decidere come muoversi. Un team che, a quanto pare, è composto prevalentemente di donne, tutte note per i loro eccellenti curriculum di studio (anche se non sempre attendibili) e le cattedre conquistate nei migliori atenei del mondo.
Il Corriere della Sera dedica un occhio di riguardo al difficile processo di rinnovamento in atto nel centrodestra e a questo susseguirsi di brain storming al più alto livello intellettuale e culturale planetario. A farlo è, in particolare, Fabrizio Roncone, il quale, in rapida successione, ha raccolto il meglio del pensiero di due delle consigliere più ascoltate di Berlusconi. Merita che leggiate entrambe le interviste: ve le propongo in ordine cronologico e anticipo che sono a Mariarosaria Rossi e Micaela Biancofiore. Ecco il link: http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_21/per-il-cavaliere-pdl-non-finito-bunga-bunga-diciamo-squit-squit-roncone_3a3d717c-1b4b-11e2-9e30-c7f8ca4c8ace.shtml e
Buona stampa. Roncone, quando non ha di fronte la Santanchè, si ricorda chi è. Le due intervistate, invece, forse dovrebbero parlarsi, di tanto in tanto… Un’osservazione personale sulla Biancofiore. Mi è capitato di vederla qualche giorno fa a Otto e mezzo: aveva appoggiato sul tavolo un tablet. E mi sono chiesto a che accidente (avrei voluto scrivere ben altro!) le servisse: la sola risposta che sono riuscito a darmi è che, nella nostra epoca tecnologica, i pupari non si servono dei fili, ma di internet…
Torniamo a bomba: chiunque vinca nel centrosinistra avrà vita facile se Berlusconi si affida a consigliere di simile caratura. Il che, però, non vorrà dire che gli italiani voteranno per Renzi o Bersani o, quasi peggio che peggio, per Vendola… Questi signori non possono illudersi di convincere a votarli la maggioranza imponente di elettori intenzionati, in vario modo, ad astenersi.
Meglio che mi fermi qui, prima di arrivare a parlare di un’ipotesi che mi rifiuto di considerare. E consoliamoci con il miglior farmaco per lo spirito.
Joni Mitchell fa parte del nocciolo duro. Insieme a pochi altri è una passione destinata a seguirmi per sempre. Si tratta di un’artista eccezionale, che ha percorso con immensa curiosità e straordinario amore la musica degli ultimi, fatico a scriverlo, cinquant’anni.
Stasera sono in vena di esagerare e di ripetere il giochino delle molteplici versioni. Il brano è River, tratto dall’album Blue, quello in cui comincia il graduale avvicinamento alla musica jazz, un processo che, a mio modesto parere, ha permesso a Joni Mitchell di esprimere interamente il suo valore.
Ve ne propongo tre versioni.
Cominciamo con l’originale di Joni.


Segue poi quella tratta dal disco che Herbie Hancock le ha dedicato (e che s’intitola come la canzone: River: the Joni Letters) cantata da Corinne Bailey Rae e con il sax di Wayne Shorter.


Per finire quella di Madeleine Peyroux e k.d. lang.


Penso che mi sarete più grati per questa splendida musica che per le righe, forse troppe, che precedono… 

venerdì 19 ottobre 2012

Quando si tratta di cattive norme, loro sono pronti

A proposito di giornali, credo valga la pena che voi leggiate l'articolo di Luigi Zingales apparso sul 24 Ore di oggi.  E' un buon saggio breve, anzi brevissimo, sulla libertà di stampa e sulla tutela dei giornalisti, suggerito dalla vicenda (che è l'ennesima dimostrazione di quanto male funzioni il nostro sistema giudiziario) della condanna di Sallusti: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-10-19/perche-sallusti-deve-andare-080927.shtml?uuid=AbcBWeuG.
Buona stampa.
Mi sembra che, tra l'altro, mi dia ragione riguardo al fatto che la nostra stampa spesso è in condizione di sudditanza rispetto al potere politico. Si accenna appena, presumo per ragioni di spazio, al fatto che si vogliono rendere ancor più deboli le posizioni dei cronisti meno propensi a chiudere gli occhi (Zingales cita, molto a ragione, Milena Gabanelli e Claudio Gatti). La notizia la trovate, per esempio, in un pezzo del Corriere ieri: http://www.corriere.it/cronache/12_ottobre_18/senato-diffamazione-spunta-norma-antigabanelli_6b0de214-1943-11e2-b7ea-e60076599502.shtml.
Certo che, quando si tratta di inventarsi norme per rendere dura la vita di chi può svelare le loro malefatte, i politici lavorano sempre alacremente e dimostrano indubbiamente molta fantasia. Verrebbe da dire che sprecano il proprio talento, ma, ne sono sicuro, anche voi pensate che non ce n'è tanto di talento dalle parti di Palazzo Madama e di Montecitorio.

Disciplina e onore


Qualche giorno fa avevo scritto che Fini non aveva mai chiarito adeguatamente la vicenda della casa di Montecarlo. A quanto pare ho avuto buon fiuto a ritornare sull’argomento giusto poco prima che anche L’Espresso riprendesse questa storia, in cui restano anche troppe zone d’ombra.
In effetti, l’articolo de L’Espresso non mi sembra modificare la situazione in maniera così significativa. Mi piace molto di più, sotto il profilo della ricchezza d’informazioni, un articolo di Claudio Gatti sul Sole 24 Ore di oggi. Gatti è un “segugio” vero, tignoso e informato, che mette insieme i pezzi di un mosaico assai più complesso e interessante della questione della casa, sulla quale, comunque, il Presidente della Camera si è mosso come tutti gli altri politici italiani invischiati in storie, come dirlo garbatamente?, poco edificanti. Negare anche l’evidenza, lamentarsi della “macchina del fango” o del “tritacarne mediatico”, indicare le colpe degli altri. La solita manfrina che, con l’aiuto di una stampa sostanzialmente connivente (perché si occupa di una storia per il tempo più breve possibile e fa il possibile perché i politici la facciano franca aiutandoli a far dimenticare anche le peggiori malefatte), consente di conservare il posto anche dopo la prova di comportamenti che, in qualsiasi nazione civile, costringerebbero non solo alle dimissioni, ma all’emigrazione o al ritiro a vita privata.
Provate a parlare di tritacarne mediatico nel Regno Unito o in Germania. Nessuno si azzarda a farlo e la stampa svolge il proprio dovere di controllore sino in fondo.
Da noi no, da noi si resta lì impavidi e, quel che è peggio, sicuri di poterlo fare.
Bene, Gatti qualche punto fermo lo mette e, aspetto molto interessante, rivela come la storia della casa di Montecarlo sia un passaggio di una vicenda assai più ampia e complessa. Ecco il link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-19/quellintreccio-casa-videopoker-063545.shtml?uuid=AbK20cuG.
Buona stampa.
Sbaglierò, ma un modo per venire fuori da questa situazione non può prescindere dalla definizione di norme che rendano pienamente (e, perché no?, automaticamente) esecutivo il dettato dell’art. 54 della Costituzione.

giovedì 18 ottobre 2012

Gentaglia ignobile


Allora, uno trascorre la giornata al sole, un bel sole sorprendentemente caldo per essere oltre la metà di ottobre, solleva da terra 22 quintali di frumento per caricare la seminatrice (un attrezzo bello alto: oltre due metri), si stanca e sottopone a dura prova la schiena, ma torna in casa soddisfatto e sereno, preparandosi a seguire la crescita di un nuovo raccolto con la stessa emozione con cui ha seguito quella del primo. Insomma: uno è in pace con se stesso e con il mondo e poi, siccome non può evitare di farsi del male, accende il computer e va a vedere le ultime notizie sul sito del Corriere della Sera. E si maledice, ma soprattutto maledice le persone (non le qualifico neppure più, si perde tempo e basta) che, purtroppo, sono riuscite a occupare posizione di grande rilievo politico nel nostro Paese.
Ecco qui tre notizie che, semplicemente, disgustano e che dimostrano (e ormai non ne abbiamo davvero alcun bisogno) quanto siano abbiette e ripugnanti certe persone che fanno parte della “elite” (ovviamente la parola è del tutto impropria) politica nazionale. Non le nomino neppure e neppure le cito nelle etichette. Aggiungerò soltanto che, purtroppo, non possiamo buttarle via come la spazzatura. Ecco i tre link: http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_18/pdl-santanche-polemica_db5a2242-1918-11e2-b7ea-e60076599502.shtml, http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_ottobre_18/autoblu-polverini-bis-2112311991922.shtml e http://video.corriere.it/vitalizio-6800-euro-molto-modesto/00150b4a-1920-11e2-b7ea-e60076599502.

martedì 16 ottobre 2012

Che colla!


Io sono sordo, ma mi pare che Formigoni ci senta meno di me. Oppure, più probabilmente, come spesso accade a chi occupa troppo a lungo posizioni di potere senza essere preparato a farlo fino in fondo, ha ormai perso la capacità di comprendere quel che accade attorno a lui.
Un po’ come D’Alema, che si dice intenzionato a lasciare la politica, ma anche pronto, quale altruismo, a prendersi cura di noi ancora a lungo se sarà il partito a chiedergli di farlo.
Boom.
In realtà, nell’un caso come nell’altro, il problema è che, a causa del loro ego, non riescono neppure a considerare seriamente l’ipotesi di non aver più nulla da dare o da dire (ammesso che abbiano mai avuto qualcosa da dare o da dire).
Certamente hanno avuto qualcosa da avere, ma questo è un altro discorso.
Non si tratta di una sindrome rara. In Italia sono molti coloro i quali pensano, forse perché stimolati a farlo dalla corte che si sono costruiti attorno, di essere ancora utili, anche se non lo sono mai stati.
Per nostra fortuna, e loro sfortuna, i tempi sono cambiati e gli italiani sono piuttosto stanchi dei loro giochetti e delle loro chiacchiere.
C’è un meraviglioso video sul sito del Corriere della Sera. Riguarda un altro di questi mammut, se possibile persino più ridicolo: Micchichéde Pitagorico (copyright Massimo Gramellini, già citato ed elegiato: http://www.lastampa.it/2012/09/20/cultura/opinioni/buongiorno/miccichede-pitagorico-jTO3fxkCH2T2v8qbhamwYN/pagina.html). Non è riuscito a portare in piazza nessuno, salvo i contestatori con uno striscione perfetto. Godetevi questi minuti di sublime sprezzo del ridicolo: http://video.corriere.it/micciche-comizio-/84f22ba6-16d5-11e2-be27-71fc27f55c26.
Buona stampa. Sebbene non in senso stretto.
Toccherà anche a Topo Grigio, potrei scommetterci.
Sulla qualità del dibattito che accompagna l’avvicinarsi delle elezioni regionali in Lombardia, ecco un bel quadretto dall’edizione locale del Corriere della Sera: http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/12_ottobre_16/formigoni-consiglio-regionale-voto-anticipare-legge-elettorale-listino-striscione-2112274358132.shtml.
Cronaca, però intrigante.
E queste, invece, sono le ultime novità sull’amministrazione di cui Formigoni va così fiero da pensare che i Lombardi ne vogliano ancora sapere di lui:

domenica 14 ottobre 2012

E' qui la festa? Sì


E così, dopo Bossi, Maroni ha pensionato anche Formigoni. In realtà, a quanto pare, il Segretario della Lega avrebbe preferito tenerlo al Pirellone ancora per un po’, ma non tutti nel partito la pensavano come lui, anzi.
Se volete approfondire il tema, molti quotidiani vi offrono la cronaca delle proteste della base che, alla fine, hanno spinto Maroni a rimangiarsi l’accordo siglato con lo stesso Formigoni e Alfano. Quest’ultimo, per la verità, ha fatto altrettanto. Quindi è possibile ipotizzare che, in realtà, sia Maroni che Alfano ne avessero ormai abbastanza di Formigoni, ma, essendo di buon cuore, è mancato loro il coraggio per dirglielo… Lasciamo perdere. L’importante è che, finalmente, quel tronfio monumento all’egocentrismo e all’autoreferenzialità sia costretto a togliersi di torno. Lui con tutto il suo grottesco guardaroba da narcisetto attempato.
Più interessante, sempre riguardo alla fine del (troppo) lungo periodo trascorso da Formigoni alla guida della Lombardia, leggere due valutazioni su questa esperienza (necessariamente parziali visto che, per la Storia, dovremo aspettare) pubblicate dal Corriere di oggi: Antonio Polito dal punto di vista politico e Luigi Ferrarella dal punto di vista giuridico, con un’interessante lettura che interpreta le vicende lombarde alla luce dei buchi che si stanno scavando nella legge anticorruzione. Purtroppo l’articolo di Polito non è ancora disponibile, ma spero lo sarà in seguito; potete leggere quello di Ferrarella qui: http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_14/20121014NAZ34_NAZ01_20_09162886-15c0-11e2-9913-5894dabaa4c4.shtml.
Buona stampa. Per entrambi, fidatevi di me.
Vorrei anche potervi dare il link alla striscia di Stefano Disegni sul MisFatto, l’inserto satirico del Fatto Quotidiano odierno, ma anche questa non è ancora disponibile on line. Se lo sarà nei prossimi giorni, ve la segnalerò senz’altro perché riprende un tema che io ho affrontato ieri e, come sapete, quando si tratta di gratificare la mia vanità non mi tiro certo indietro.
Prima di chiudere con un po’ di musica, Gramellini su Tremonti, qualche giorno fa: http://www.lastampa.it/2012/10/06/cultura/opinioni/buongiorno/giulio-senza-cesare-leB4nWNoJrDXnxTzMRM0bK/pagina.html.
Buona stampa. Gramellini è una garanzia. Difficile che sbagli un Buongiorno. Aggiungerò, tuttavia, per non sembrare sempre generoso di complimenti, che ironizzare su Tremonti non è poi così difficile: le munizioni per sparargli contro le porta lui.
E passiamo alla musica. Sono così profondamente addolorato dalla fine della carriera di “Governatore” della Lombardia di Formigoni che, dopo attenta riflessione, ho scelto un brano di Lionel Richie, voce dei Commodores, eccellente gruppo della Motown negli anni 70 e 80. Il pezzo scelto, però, è da un album di Richie solista. Il brano s’intitola All Night Long. E non servono certo i fazzoletti, ma uno spazio per scatenarsi. Evviva! Il mio omonimo peggiore se ne sta andando.




sabato 13 ottobre 2012

Un prezioso tramonto


Che cosa non farei per un po’ di spazio nei giornali e in televisione?
Non me lo chiedo io, ovviamente. Alludo ad altri.
Ovunque si parla di questa storia avvenuta in provincia di Padova, assai sgradevole, del bambino portato via da scuola dalla Polizia, poi arriva Alessandra Mussolini che vuole incontrarlo. Naturalmente lo fa con la discrezione e l’eleganza che le sono proprie. E, ciononostante e purtroppo, la notizia viene data. Quanto varrà in termini di voti? Confido nell’intelligenza degli elettori che vedranno il palese e volgare opportunismo della potenziale ri-eleggenda. A nessuno viene in mente di grigliare per una decina di minuti i politici che fanno uso manifestamente strumentale di vicende di cronaca? Ok, ho esagerato. Grigliamoli per cinque minuti.
Se volete leggere altro su questo (il che vuol dire che non vi fidate di me!), fate un po’ di fatica. Io alla Mussolini ho già dato anche troppo spazio. Cercate voi.
Parliamo di argomenti seri, o quasi. Il Topo Grigio, che evidentemente funziona solo se opportunamente alimentato di elettricità, sta per afflosciarsi: la Lega ha deciso di staccare la spina. Ridiamoci su e speriamo ci sia presto un Presidente della Lombardia che, oltre al rispetto per i cittadini e il concetto più ampio di legalità (essenziale e, a questo punto, prevalente su ogni altra cosa), abbia anche un po’ di dignità cromatica. Credo che Formigoni non sarà rimpianto.
Su tutto ciò (ossia la patetica pochezza della classe politica anche “importante”), e non possiamo che essergliene profondamente grati, si erge la figura di un signore, anzi di un SIGNORE, ultraottantenne che, ostinatamente, si preoccupa della dignità nazionale e del futuro del Paese.
Il richiamo di Napolitano al Parlamento è ben spiegato da Massimo Franco nell’editoriale del Corriere della Sera di oggi: http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_13/franco-errori-da-non-ripetere_eed208d2-14f7-11e2-adc6-ff8054e34060.shtml.
Buona stampa.
Ci sono ombre anche nelle ore più calde nel cuore dell’estate. Giorgio Napolitano ha vissuto la sua estate da uomo di partito, negli anni più bui dei regimi comunisti al potere nell’Europa dell’est, e sono certo che capiate di cosa parlo. Nel suo tramonto autunnale non vedo ombre, ma limpida luce. Grazie, Signor Presidente.

giovedì 11 ottobre 2012

Circondato dai migliori


Quando si dice un uomo di carattere… Il Celeste Formigoni (ormai colore grigio topo scuro) non intende abbandonare la poltrona di Presidente della Regione Lombardia, asserendo che si tratta della sola ad avere i conti in ordine e, evidentemente, attribuendosene il merito. Forse la Regione Lombardia avrà anche i conti in ordine (sulla cosa non sono poi tutti così d’accordo), ma potrebbero sicuramente essere migliori, vista la quantità di scandali che, uno dopo l’altro, stanno coinvolgendo numerose figure di notevole rilievo istituzionale: tra assessori e consiglieri, tra poco, gli inquisiti potrebbero avere la maggioranza…
La vicenda dei voti comprati tramite la ndrangheta è soltanto l’ultima, anche se la più grave, poiché mette in luce, tra l’altro, i meccanismi d’infiltrazione nei lavori dell’Expo. Non mi pare che ci sia NESSUN bisogno di offrire alla malavita organizzata ulteriori spazi per arricchire, ne sa trovare anche troppi in proprio.
Indifferente anche a questo, Formigoni annuncia azioni di rilievo, ma sostiene di essere esente da errori, scordando che, almeno sulla carta, dovrebbe essere stato lui a scegliere gli assessori e, quindi, avendone scelti parecchi che si sono fatti beccare con le ascelle nella marmellata, dovrebbe togliersi dai piedi. A meno che quelle persone non siano state messe in certe posizioni da altri, nel qual caso, il patetico Celeste evidentemente si dimostrerebbe una brutta copia del Governatore di Mel Brooks che vi ho fatto vedere qualche settimana fa... Ricordate?
Meglio rinfrescarvi la memoria e farvi sorridere un po'.


Tornando alle intenzioni di Formigoni, non ci resta che aspettare. Per adesso il Grigio Topo (o Topo Grigio?) promette chissà che, come scrive il Sole 24 Ore:
Buona stampa. Anche perché l’articolo è collegato a un dossier interessante sulle gesta del più mediocre dei Roberti. Difficile ricordare tutte le magagne della Regione che avrà forse i conti in ordine, ma ha certamente il Presidente in disordine (non soltanto nel modo di vestire).

martedì 9 ottobre 2012

Dimissioni peggio che inutili, stupide


Non sono certo particolarmente acuto se osservo che la situazione interna al Pdl rischia di causare parecchi guai all’Italia. Lo stato confusionale in cui versa il (probabilmente ex) maggiore partito del paese, infatti, sta causando comportamenti contraddittori, a tratti addirittura schizofrenici, con il risultato che vengono frenati molti provvedimenti del Governo o, addirittura, si cerca di opporsi a provvedimenti che si sono approvati.
Anche il Pd si muove in maniera simile, ma le condizioni di disagio interno appaiono, direi, un po’ meno gravi e, quindi, la schizofrenia risulta più contenuta.
L’azione intrapresa oggi da alcuni Presidenti di Provincia appartenenti al Pdl, francamente, mi pare una di quelle difficili da spiegare se non con la volontà di rendere più complicato un processo già difficile come la riduzione della spesa pubblica, le cui dimensioni sono palesemente eccessive per le risorse del Paese e fortemente influenzate da, come dire?, quel leggero appetito dei partiti e di tanti loro esponenti.
Dopo le vicende dei conti delle Regioni, gli italiani possono accettare tutto fuorché la difesa aprioristica del ruolo degli Enti Locali, che sono a dir poco pletorici. Ci sono troppi enti, troppe sovrapposizioni e troppe società controllate, molte delle quali producono stabilmente perdite ingenti e, quel che è peggio, non di rado sono del tutto inutili.
Ci sono esempi di questo genere di società che possono addirittura far ridere (per qualche istante, poi producono ben diverse reazioni). Ecco un caso ricostruito con la consueta ironia dal Mastino truce, Sergio Rizzo, per il Corriere Economia di ieri: http://archiviostorico.corriere.it/2012/ottobre/08/Zucchero_amaro_per_Molise_ce_0_20121008_3e6319bc-1107-11e2-b735-a19839bbf6e1.shtml.
Buona stampa.
Venendo, invece, all’attualità odierna delle dimissioni dei Presidenti di Provincia del Pdl, ecco le notizie offerte dal Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-09/provincia-milano-podesta-dimette-133801.shtml?uuid=Ab3ultqG e http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-10-09/governo-province-salva-enti-125937.shtml?uuid=AbJFjtqG.
Buona stampa.
Aggiungo soltanto, giusto per sorridere un po’, che il Presidente della Provincia di Napoli che oggi ha presentato le dimissioni è rimasto in carica per anni anche se non avrebbe potuto, giacché univa la carica di Deputato a quella di Presidente. Niente male… sicuramente c’è un grande rispetto della legalità dietro ogni suo comportamento. Si chiama Luigi Cesaro. Tenetelo a mente, per ogni evenienza.
Dello stato del Pdl, parla Massimo Franco nella sua Nota odierna, nella quale mi sembra si ritrovi un po’ di quella chiarezza e linearità persa qualche giorno fa: http://www.corriere.it/politica/nota.shtml.
Buona stampa.
Cui si contrappone, per l’assurdità per me anche troppo evidente, l’intervista a Scajola di Paola di Caro, non disponibile on line. Scusate la brutalità: chi se ne frega dell’opinione di quello che si è comperato la casa a sua insaputa? Lo vuol capire che si deve togliere dai piedi per sempre. Non ne vogliamo più sentir parlare di gentaglia come lui. BASTA.
E adesso mi tocca anche suggerire un brano musicale, perché tra i miei tre lettori ce ne sono anche di molto esigenti che si lamentano…
Andiamo a una voce molto particolare, la cantante dei Velvet Underground, uno storico gruppo americano degli anni 60. Lei è Nico, una voce non priva di qualche durezza, particolare, ma perfetta per la loro musica (http://it.wikipedia.org/wiki/Nico_%28cantante%29. E perfetta anche da solista.
Ho scelto The Fairest of the Seasons, forse una delle canzoni più famose di Nico, un brano scritto da Jackson Browne e Gregory Copeland e tratto dall’album Chelsea Girl (http://en.wikipedia.org/wiki/Chelsea_Girl_%28album%29) il primo che registrò da sola.


lunedì 8 ottobre 2012

Subemendamenti, ci mancavano solo questi


Sarò pessimista, ma temo che sia alquanto difficile vedere approvata una legge decente contro la corruzione. Da mesi va avanti un conflitto più o meno evidente tra i partiti e il Ministro Severino e tra i partiti, che sembrano aver scelto questo tema come campo di battaglia sul quale affermare (o tentare di affermare) la loro esistenza (in realtà non solo per questo, almeno per il Pdl: come sempre c’è qualcosa da fare per qualcuno). Se poi, così facendo, contribuiscono a un ulteriore deterioramento del modo in cui i cittadini li valutano, evidentemente, non se ne preoccupano.
Notizia di poco fa è la presentazione di subemendamenti al disegno di legge del Governo. Siccome avevano promesso di non presentare più emendamenti, si servono dei surrogati. Subemendamenti da partiti subnormali (in tutti i sensi), battuta mediocre, ma direi calzante.
Ecco il resoconto da Repubblica (ma potete trovarlo anche altrove): http://www.repubblica.it/politica/2012/10/08/news/decreto_anti-corruzione-44096724/?ref=HREA-1.
Non ho altro da dire. Vorrei farvi ascoltare della musica, ma credo di non poter trovare nulla che sollevi il mio e il vostro spirito e poi farei un torto a chiunque accostando la sua opera al lavoro squallido dei nostri (si fa sempre per dire) rappresentanti in Parlamento.
Buona notte e buona fortuna. E’ una di quelle serate in cui non si può fare a meno dell’augurio di Edward R. Morrow.

sabato 6 ottobre 2012

Pagine bianche


Oggi l’editoriale del Corriere del Veneto, la costola locale del Corriere della Sera, era firmato da Gigi Copiello. Non sapevo chi fosse e in rete ho scoperto qualcosa di lui, ma in realtà importa poco chi egli sia (se volete, chiedete a Google e vi sarà dato: il blog del mio omonimo non parente Sergio Frigo, per esempio). Importa quello che Copiello ha scritto: un macigno di semplice lucidità (credo che la lucidità sia sempre semplice e vada diretta al cuore del problema) posto come una pietra tombale sulla politica italiana recente. Un pezzo breve ed encomiabile:
Buona stampa. Anzi più che buona stampa: la semplice verità.

venerdì 5 ottobre 2012

Un formigoniano di ferro e vecchi benvissuti


Credo che nemmeno l’uomo più smaliziato al mondo potrebbe superare indifferente la pagina del Corriere on line di queste ore. Cominciamo dalla politica: c’è un signore, assessore regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, il quale, forte dello stipendio modesto che gli veniva riconosciuto sino a ieri, aveva pensato bene di assumere impegni fissi di spesa per oltre € 8.000,00 (dicesi: OTTOMILA) al mese tra mutui, rette scolastiche e altre cose (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_ottobre_5/cattaneo-assessore-regionale-ottomila-euro-mese-bollette-mutuo-rovinato-2112126916355.shtml), ossia più del suo emolumento ufficiale prima del (non del tutto ingiustificato) intervento del Governo Monti di ieri. Il signore, che il Corriere definisce “pidiellino e formigoniano di ferro” (qualcuno dirà che a questo mondo tutto si spiega…), è Assessore alle Infrastrutture e mobilità della Regione Lombardia. Bene, il taglio del Governo è arrivato un po’ inatteso (si fa per dire, visto che le Regioni hanno bellamente ignorato l’assai meno rigido richiamo del Bleso della Valtellina, l’ineffabile 3Mounts), tuttavia credo sia da nutrire qualche perplessità sulle doti di buon amministratore di questo Cattaneo. Non aggiungo altro se non che doveva essere ben sicuro di portare a casa quei soldi (e qualcos'altro) ancora per molti anni se ha pensato bene di impegnarsi a lungo termine per una somma così rilevante (per qualsiasi comune cittadino italiano (ma anche francese, tedesco, olandese, danese, specie se attivo in politica: da quelle parti suonano un altro spartito)). Io, ormai attempato figlio del boom, non lo avrei fatto, ma questo non vuol dire gran che… O, forse, conferma quel che comincio a sospettare non proprio da ieri, ossia di essere un po’ tonto.
Banalizzo (e lo ammetto prima che me lo rimproveriate voi), ma non vi pare che ci sia qualcosa di gravemente insano in un paese nel quale un imprenditore mette a guardia dei libri contabili una schiera di serpenti?
Cronaca, ma do un voto.
Buona stampa. Giusto perché sono anche riuscito a sorriderci per qualche istante, poi mi sono un po’ irritato...
E adesso musica, ne abbiamo maledettamente bisogno stasera.
Avevo preannunciato che sarei tornato a parlare di Ry Cooder. Beh, Ry Cooder c’entra eccome, ma guardate questi vecchi benvissuti, le colonne dello splendido film di Wenders Buena Vista Social Club. Peccato che non possano fumare i loro puros negli studi della BBC. Un piccolo meraviglioso gioiello: Y Tu Que Has Hecho.