domenica 20 dicembre 2015

Non c'era o se c'era dormiva?

Nel 1933, il Parlamento degli Stati Uniti d’America promulgava una legge il cui nome è forse noto anche tra coloro che non si occupano di materia bancaria e finanziaria: il Glass-Steagall Act (https://en.wikipedia.org/wiki/Glass%E2%80%93Steagall_Legislation).

giovedì 17 dicembre 2015

You can fool all the people...

Il tema del giorno, se volessi essere scontato, sarebbe l’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve Bank. Un evento che, ripeto, considero scontato, poiché non sarebbe stato possibile per Mrs. Yellen e gli altri membri del Federal Open Market Committee (http://www.federalreserve.gov/monetarypolicy/fomc.htm) rinviare ancora una volta una manovra indispensabile più per riaffermare il proprio ruolo e la propria autonomia decisionale che per modificare realmente la politica monetaria corrente degli USA. 

martedì 15 dicembre 2015

Perché?

Oggi mi comporterò scorrettamente, me ne scuso, ma non posso evitarlo.
Il Corriere della Sera pubblica un’intervista alla madre del Ministro Boschi, che poi è la moglie del padre del Ministro Boschi, ossia il vicepresidente della Banca dell’Etruria, uno dei quattro istituti di credito insolventi al centro della cronaca di questi giorni.

domenica 13 dicembre 2015

Chi è causa del suo mal... 2° tempo

Riallacciamo il filo interrotto mercoledì e torniamo a parlare di banche. E’ l’argomento del giorno, purtroppo anche perché c’è stato il suicidio di Luigino D’Angelo, un fatto tragico che, tuttavia, non dovrebbe interferire con una corretta valutazione della vicenda, soprattutto se la si vuole collocare, com’è necessario, al giusto posto nel quadro delle relazioni assai opache tra politica e mondo bancario. E anche se si vuole comprendere e valutare in modo corretto il comportamento delle autorità italiane, dal governo agli enti tenuti a controllare l’agire delle banche e, più in generale, quello degli emittenti titoli di credito e azioni.

mercoledì 9 dicembre 2015

Chi è causa del suo mal...

Parliamo di banche, italiane principalmente, ma non solo.
Abbiamo due gruppi su cui riflettere. Da un lato le quattro situazioni fallimentari conclamate: Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti. Dall’altro i due casi veneti, quelli di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, che non sono in condizioni di insolvenza, ma non godono certo di buona salute e devono effettuare pesanti ricapitalizzazioni per ristabilire adeguati parametri patrimoniali e per far fronte al gravoso fardello dei crediti inesigibili emersi con la nomina dei nuovi vertici aziendali.

La Porta Santa della Cultura

E’ ancora l’8 dicembre mentre comincio a scrivere, ma finirò sicuramente nel nuovo giorno e questo post porterà la data di domani.
Oggi ho potuto, dopo qualche settimana in cui non sono riuscito a farlo, dedicare tempo alla lettura dei quotidiani come mi piacerebbe fare sempre. E ho ho trovato molte cose interessanti, in particolare su Il Sole 24 Ore, che infatti sarà il solo giornale da cui vi proporrò articoli da leggere, cui aggiungerò pochissimo di mio.

domenica 6 dicembre 2015

Le seconde domande se le dimenticano sempre

Grazie a una condivisione su Facebook della mia amica Barbara, ho scoperto questo articolo di Fulvio Scaglione su Famiglia Cristiana: http://m.famigliacristiana.it/articolo/blair.htm.
Buona stampa. Anch’io penso, e non da ieri, che la decisione di invadere l’Iraq di Saddam Hussein sia stata un drammatico errore per le popolazioni locali e anche per noi occidentali. Quella guerra, ingiustificata e iniziata senza nessuna visione a medio e lungo termine e nessun piano per il dopoguerra, ha aperto un periodo di instabilità per tutto il Medio Oriente e di terrore per le popolazioni di molti paesi dell’area e anche per larga parte del mondo.

sabato 5 dicembre 2015

Nessun diritto è illimitato e immune da una ragionevole regolamentazione

Un post che prevedo breve. Cominciamo con un eccellente articolo da The New York Times. Si tratta di un editoriale, plausibilmente scritto a più mani, con il quale il giornale si schiera senza riserve contro la legislazione americana in materia di commercio di armi: http://www.nytimes.com/2015/12/05/opinion/end-the-gun-epidemic-in-america.html?action=click&pgtype=Homepage&clickSource=story-heading&module=opinion-c-col-top-region&region=opinion-c-col-top-region&WT.nav=opinion-c-col-top-region&_r=0.
Buona stampa. Sapete quanto ammiro lo stile giornalistico anglosassone, questo è un ulteriore esempio del modo essenziale, lineare, chiaro con cui viene affrontata qualsiasi questione, andando al sodo, senza arzigogolare come, purtroppo, fanno spesso i giornalisti italiani.

mercoledì 2 dicembre 2015

Gufi? Loro almeno volano...

La crescita dell’economia italiana, che è già insufficiente a raggiungere gli obiettivi di occupazione e di riduzione del debito persino nei valori previsti dal governo, risulta più bassa di un decimo di punto percentuale. Un’inezia, non c’è che dire, ma pur sempre oltre il 10% in meno di quanto stimato dal Ministero dell’Economia nelle sue valutazioni.