venerdì 29 giugno 2012

Un incubo


Cominciamo da Beppe Grillo e dalle sue affermazioni ponderate, senz’altro degne del capo di un partito importante e, perché no?, del potenziale leader della prossima maggioranza di governo.
Qualche giorno fa ha dato un’intervista a Yedioth Ahronot, un quotidiano israeliano. Fiorenza Sarzanini, ottima giornalista del Corriere, ne aveva ripreso il contenuto in questo pezzo: http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/12_giugno_26/provaddm-201760842519.shtml.
Buona stampa. Anche se mi sembrava un po’ pochino, nel senso che mi sarei aspettato che il quotidiano milanese mettesse in evidenza la mancanza di profondità di molte osservazioni di Grillo. Oggi, sia pure ancora in misura modesta, ci pensa Aldo Grasso a colmare in parte la lacuna e a mettere i puntini su un paio di i.
Buona stampa.
Ho un incubo improvviso: nel 2013 Berlusconi e Grillo si alleano e fanno il governo... roba da chiedere asilo politico allo Yemen.
La riunione di Bruxelles sembra essere terminata con qualche passo in avanti, tuttavia gli impegni, per quanto solenni, sono ancora un po’ vaghi. Il tempo stringe e non vorrei che dietro le parole del comunicato si nascondesse, ancora una volta, il tentativo dei pessimi governanti europei di prendere tempo. Il testo lo trovate su gran parte dei quotidiani, vi segnalo il link a Repubblica: http://www.repubblica.it/economia/2012/06/29/news/e_imperativo_spezzare_il_circolo_vizioso_tra_banche_e_debito-38195783/?ref=HREA-1.

Diamond, Dimon & Co.


Per chi non avesse avuto voglia di leggere in inglese, vi segnalo gli articoli del Sole 24 Ore che riprendono le notizie anticipate ieri da Financial Times e New York Times. Due pezzi di cronaca e un rapido commento di Alessandro Plateroti, rapido, ma incisivo: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-29/barclays-morgan-tornano-scandali-064149.shtml?uuid=AbnWPvzF, http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-29/dimon-test-credibilita-064214.shtml?uuid=AbbgPvzF e http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-29/regole-impunita-064207.shtml?uuid=AbhbPvzF.
Buona stampa.
Sul vertice europeo in corso a Bruxelles, meglio attendere la conclusione e leggere bene i comunicati finali prima di cantare vittoria, sempre ammesso che le misure di cui si parla già ora siano tali da giustificare entusiasmo, il che, francamente, mi sembra un po’ troppo. Aspettiamo ed evitiamo di illuderci per non restare poi disillusi. Non dimentico, infatti, quel che diceva Guicciardini: “Sono varie le nature degli uomini: certi sperano tanto, che mettono per certo quello che non hanno; altri temono tanto, che mai sperano se non hanno in mano. Io mi accosto più a questi secondi che a' primi e chi è di questa natura si inganna manco, ma vive con più tormento”.

giovedì 28 giugno 2012

Il comunismo alle porte della City


Speriamo che il 2 a 1 non renda ancora più ostinata la Signora Merkel… Persino dalle parti di Berlino cominciano a dubitare del suo oltranzismo. Vedremo in questo fine settimana se, finalmente, l’Europa riuscirà a dimostrare di essere qualcosa di più di un ectoplasma.
Non sarà affatto facile, ma tant’è, questo abbiamo e, per il momento, questo dobbiamo tenerci. Alludo ai governanti della Uem, ovviamente.
Parliamo di banche. Di due banche: una inglese, Barclays, e una americana, J.P. Morgan Chase. Colossi che stazionano da tempo ai vertici delle graduatorie mondiali. Non il credito cooperativo sotto casa…
La prima si è beccata una condanna congiunta dalle autorità di controllo americane e inglesi per aver manipolato il tasso Libor, un tasso di riferimento fondamentale del mercato interbancario. Quel tempio del pensiero comunista, antiliberista e anticapitalista del Financial Times dedica un pezzo interessante alla questione: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/24ee82f4-c12b-11e1-8179-00144feabdc0.html#axzz1z7iTtOxv.
Buona stampa.
Sarei curioso di sapere cosa ne direbbe Piero Ostellino, il nipotino prediletto di Adam Smith in Italia (lo pensa lui, Adam Smith, probabilmente, preferirebbe non avere parenti).
E veniamo alla seconda banca. J.P. Morgan sembra aver lasciato sul tavolo delle scommesse ben più dei 2 miliardi di dollari di cui siamo venuti a conoscenza alcune settimane fa. Lo dice il New York Times: http://dealbook.nytimes.com/2012/06/28/jpmorgan-trading-loss-may-reach-9-billion/?ref=business.
Buona stampa.
Ora, noi possiamo anche stringere la cintura dei pantaloni. E possiamo anche invocare tutti i difetti del pensiero di Keynes, oltretutto applicato maldestramente, per deprecare la cosiddetta crisi del debito. Mi pare, tuttavia, che ci sia molto da fare per rimettere ordine nei mercati e nel mondo delle transazioni finanziarie, quelle che contano, non le nostre modeste compravendite di Bot e di azioni. Alle volte, sai mai?, potrebbero avere ragione anche quei comunisti sfegatati del Financial Times. 

martedì 26 giugno 2012

Che la cosa ci riguardi?

Un articolo da non perdere. Il buon vecchio Financial Times difficilmente delude: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/ace18a4e-bf78-11e1-bb88-00144feabdc0.html#axzz1yvculm37.
Buona stampa.

Mentre si raccoglieva grano duro


Non credo sia il caso di perder tempo a descrivere gli effetti della meccanizzazione nell’agricoltura: chiunque, penso, ne capisce lo straordinario impatto. E’ un fenomeno ormai ben datato e ne sono ben note le implicazioni sulla quantità e sulla qualità della manodopera impiegata. Quello che il progresso non ha saputo modificare è l’aspetto festoso di un momento cruciale come la raccolta, quando il lavoro di molti mesi finalmente si completa e, se tutto è stato fatto al meglio e si è avuto un po’ di aiuto dalla fortuna, si ottiene una meritata ricompensa.
Non è della ricompensa riservata agli umani che voglio parlare. Il momento in cui l’uomo raccoglie il frutto del proprio lavoro, infatti, è anche momento di festa e di tragedia nel mondo animale.
La mietitrebbiatrice che raccoglie il grano offre interessanti opportunità per vari animali. In particolare gli uccelli, anche quelli che non saremmo portati a considerare predatori, ma di fatto lo sono. Non sorprende il volo dei gheppi che si fermano in attesa di planare per agguantare lucertole, bisce, topolini o grossi insetti. Stupisce vedere le garzette soffermarsi impavide a pochi metri dalla macchina che avanza molto rumorosamente e attendere il momento opportuno per agguantare cavallette e libellule.
Qualche immagine della festa odierna dalle mie parti.









domenica 24 giugno 2012

Acque tutt'altro che cristalline


Qualcuno mi ha fatto notare che, forse, con Formigoni i lombardi hanno scelto il male minore. E’ vero: non è che dall’altra parte abbiano presentato grandi figure, anzi. Questo, tuttavia, non mi sembra un buon motivo per ignorare quanto discutibile sia il comportamento di Formigoni e quante ombre si addensino su quella sanità lombarda additata come esempio di efficienza.
Buona stampa.
Ad ogni modo, non c’è dubbio che, anche nel fronte del PD, ci sia abbondanza di personaggi con frequentazioni e pratiche non troppo diverse da quelle che rendono del tutto inadeguato al ruolo Formigoni (anche se lui si ostina a pensare il contrario).
Sul Corriere di oggi, ad esempio, c’è un interessante articolo in cui si descrivono le abitudini gastronomiche (e non solo) di Penati, ex braccio destro di Bersani ed ex presidente della Provincia di Milano, al centro d’indagini su tangenti legate a progetti immobiliari e altro:
Buona stampa.
Non vedo acqua cristallina né da una parte né dall’altra.
Lasciamo perdere e passiamo a un argomento diverso, con un articolo di Giuseppe Sarcina che, nell’inserto Lettura del Corriere, ripercorre la vita del progetto Erasmus. Un pezzo interessante, che lascia un po’ l’amaro in bocca perché, a quanto pare, anche in quest’ambito l’Europa non ha saputo sfruttare il proprio potenziale:
Buona stampa.
Già che siamo da quelle parti, andiamo a ripescare uno scritto di Martin Amis apparso qualche settima fa. Offre un'immagine degli Stati Uniti in un certo momento storico, un'istantanea fatta con le parole: http://lettura.corriere.it/la-mia-america-divisa-e-razzista/.
Buona stampa.
Mi piace Lettura e mi sembra che stia svolgendo bene uno dei compiti che, solitamente, svolge un prodotto nuovo: stimolare l’impegno dei concorrenti a migliorare i propri.
Il libero mercato serve anche a questo, ma purtroppo, in Italia come altrove, la libertà di concorrenza resta un principio spesso inapplicato, il più delle volte, quando ciò accade, con motivazioni inconsistenti o false.

sabato 23 giugno 2012

Un celeste che vira al grigio scuro


Allora, il Corriere della Sera in edicola questa mattina riportava la notizia che il Presidente della Lombardia, il nostro vecchio amico (si fa soltanto per dire) Roberto Formigoni, sarebbe indagato per corruzione e per illecito finanziamento.
Scherzi a parte, la si ritrova pressoché ovunque e l’Ansa la conferma (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/06/23/Inchiesta-sanita-Formigoni-indagato_7083004.html), citando fonti vicine alla procura. Solo il Celeste, peraltro un po’ sbiadito, sostiene che sia falsa perché lui non ne saprebbe nulla. Una considerazione che, francamente, conferma quanto l’uomo si sottovaluti e sottovaluti il suo operato. E soprattutto quanto facilmente dimentichi le sue stesse parole. Le andiamo a riprendere da un articolo de Il Giornale, che certo non può essere sospettato di guardare con sfavore Formigoni: "Mi dimetto, se provate i favori" (http://www.ilgiornale.it/milano/dacco_pagavo_io_vacanze_formigoni/pierangelo_dacco-roberto_formigoni/26-05-2012/articolo-id=589735-page=0-comments=1).
A prescindere dal fatto che già le dichiarazioni di Daccò ai giudici, tutto sommato, sembrano provare che Formigoni i favori li ha ricevuti, osserverei che sarebbe facilissimo per il Celeste (di un tono sempre più simile al grigio) chiudere la bocca ai giornalisti, dei quali ha una considerazione non proprio alta (e, magari, in qualche caso ha pure ragione). Non dovrebbe far altro che mostrare le prove che ha restituito a Daccò i soldi che Daccò ha speso per pagargli i viaggi e le vacanze. I viaggi e le vacanze, infatti, ci sono stati, tant’è che lo Sbiadito (è anche un po’ livido secondo me) li ha confermati sostenendo che oggi non li rifarebbe più (sic). Vi rimando sempre a Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/interni/formigoni_esce_scopertonon_rifarei_quelle_vacanzee_questione_sobrieta/vacanze-san_raffaele-roberto_formigoni-piero_dacco-caraibi/06-05-2012/articolo-id=586557-page=0-comments=1).
Allora, quanto ci vorrà a tirare fuori un paio di distinte di banca o di fotocopie di assegni? Se proprio non trova più nulla, basta che vada allo sportello e chieda una copia, loro ce l’hanno di sicuro e saranno felici di aiutare il Presidente della Lombardia a cavarsi da questa storia sgradevole.
Posso sbagliarmi, ma quello che non si può mostrare, nel campo dei documenti bancari, è quello che non esiste. O che, magari, esiste in paesi dove un Presidente di Regione non dovrebbe avere denaro.
Ovviamente, mi auguro che i magistrati siano in grado di provare quanto la stampa ci fa conoscere sull’indagine. E che si arrivi al più presto al processo. In quel momento, Formigoni non avrà certamente difficoltà a dimostrare che tutto quanto ha sostenuto finora è la verità. E poco importa che si sia contraddetto abbastanza e abbia continuato a spostare in là limite da lui stesso posto alla permanenza alla Presidenza.
Vedremo, dunque, chi ha mentito. Io la mia opinione me la sono fatta da tempo e la conoscete bene anche voi. Per questo spero che i magistrati abbiano realmente in mano tutto quel che serve per sbattere Formigoni fuori non solo dal Pirellone, ma da qualsiasi altro incarico pubblico, anche il più infimo e insignificante.
Formigoni è uno dei peggiori esemplari della nostra (si fa sempre per dire) classe politica. Uno che eccelle in tutti i difetti della ghenga. Non se ne può più di questi palloni gonfiati che sanno soltanto raccontare balle alla gente e pensare di poterla fare franca.
Torniamo al Corriere per dare a Ferrarella e Guastella quel che meritano, ossia il riconoscimento di stare con grande determinazione su questa storia. Il link al loro pezzo odierno è questo: http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/12_giugno_23/inchiesta-sanita-indagato-formigoni-luigi-ferrarella-giuseppe-guastella-201727487745.shtml.
Buona stampa.
Peccato che ci sia un piccolo errore, una frase priva di verbo, che tuttavia sembra di poter immaginare sia un “non c’è traccia”. Sapete individuare dove manca?
Qui il cielo è di un celeste stupendo.

Abbiamo già dato 2

Mi piace sempre trovare conferme alle mie opinioni in quelle di persone che considero (molto) migliori e (molto) più preparate di me. Oggi la Nota di Massimo Franco sul Corriere parla di Silvio Berlusconi: http://www.corriere.it/politica/nota.shtml.
Buona stampa.
Per ora è tutto, più tardi magari parliamo di Formigoni...

venerdì 22 giugno 2012

Abbiamo già dato


Oggi apriamo con un editoriale del Direttore de La Stampa, Mario Calabresi (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10253).
Buona stampa.
Alcune parti, inevitabilmente, hanno già perso di freschezza, visto che il vertice a quattro di Roma si è concluso da pochi minuti. Ci sono, tuttavia, alcuni passaggi la cui attualità non è affatto intaccata e che toccano, a mio modesto avviso, quel nodo cruciale irrisolto che sono le qualità e il modo di agire della nostra classe politica. Sono due passaggi che riporto integralmente e che ci porteranno al successivo argomento.
“Il Professore è convinto che le possibilità per farcela esistano e rivendica per l’Italia il rispetto degli impegni e la capacità di fare da ponte tra Francia e Germania.
Sono passati pochi mesi da quel vertice autunnale di Cannes in cui Silvio Berlusconi si trovò nell’angolo e il nostro Paese sotto accusa, ma oggi sembra passato un secolo tanto che è stato Monti ad invitare a Roma Merkel e Hollande per rafforzare il percorso verso il summit di Bruxelles. E il nostro ruolo non è più quello dell’«appestato» quanto quello di un Paese «ascoltato» che può aiutare a trovare una mediazione tra le ricette differenti di Francia e Germania.
“Ma è anche la nostra classe politica a preoccuparlo, tanto che Monti denuncia il rischio della disaffezione nella sua maggioranza: «Un rischio che vedo persino nel nostro Parlamento, che tradizionalmente è sempre stato europeista e non lo è più».”
E siamo di nuovo qui, alla classe politica italiana, la quale continua a scherzare con il fuoco, incurante dei rischi cui espone coloro i quali, a parole, contano tanto, nei fatti vengono sempre del tutto trascurati: i cittadini.
Mi evito la fatica di farlo io e lascio che sia Angelo Panebianco, con l’articolo di fondo del Corriere di ieri, a spiegare quali sono i pericoli cui andremmo incontro se prevalesse la corrente di pensiero che si oppone all’euro e all’Europa:
Buona stampa.
Savona e Martino, effettivamente, sono persone serie e la loro opinione favorevole al ritorno a una moneta nazionale, anche se non la condivido affatto, penso nasca da riflessioni attente e non abbia secondi fini.
Diverso è il caso di Berlusconi, il quale ha già più volte sostenuto di pensare a un’uscita dell’Italia dall’Eurozona (che, ho già spiegato, si può realizzare soltanto uscendo dall’Unione Europea). O di Grillo, il quale, oltre a sommare le mele con le pere, cerca di accarezzare il medesimo pelo che accarezzano Berlusconi e Bossi.
L’euro non è “Il problema”. Lo spiega con chiarezza un articolo di Adriana Cerretelli sul 24 Ore odierno (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-06-22/salvare-euro-costa-meno-103031.shtml?uuid=AblzbNwF).
Buona stampa.
“Il problema” è che da oltre quattro anni i governanti europei non hanno saputo o voluto fare nulla di ciò che avrebbe evitato il progressivo aggravamento della crisi finanziaria.
In ambito italiano, “Il problema” sono Berlusconi, Bossi e Grillo e tanti altri. Persone che non hanno a cuore effettivamente il futuro dell’Italia e dell’Europa. No, costoro si preoccupano soltanto delle schede elettorali sulle quali saranno, spero da pochissimi, fatte croci sopra i loro nomi o i loro simboli. E ardono dal desiderio di riportarci quanto prima ai seggi. Esattamente quello di cui non abbiamo bisogno ora.
Certo, il Governo Monti li aiuta con scelte scarsamente convincenti e gravi incertezze nel perseguire gli obiettivi essenziali per il paese, ma forse sarebbe il caso che molti, anziché fantasticare sul perpetuarsi del loro ruolo in politica, decidessero finalmente di prendersi cura dei nipotini. O di marcare strettamente i figli affinché producano nipotini cui loro possano dedicarsi. Abbiamo gettato via anni e anni in conseguenza delle patetiche chiacchiere di quei signori che si ripropongono ancora oggi nel presunto ruolo di storici leader. Abbiamo già dato. Anche troppo.

mercoledì 20 giugno 2012

Per quel che vale un suo impegno...


La nostra vacanza dai politici, purtroppo, non poteva durare. Ecco, quasi in presa diretta, la prova di quale sia lo stato di decomposizione morale dei membri del Parlamento. In ritrovata sintonia, Lega e Pdl hanno deciso che sia preferibile occuparsi del cosiddetto Senato Federale, che per la verità non fa neppure parte del disegno di legge di riforma costituzionale, anziché approvare l’articolo uno del medesimo disegno di legge, quello che riduce il numero dei parlamentari.
E il Presidente del Senato, Schifani, ha anche il coraggio di dire che non dobbiamo preoccuparci, perché lui si è impegnato a far sì che si approvi il taglio, parte del ridimensionamento dei costi della politica che Schifani, con Fini, aveva promesso molti mesi fa di far realizzare in tempi rapidissimi. Un impegno che, se ricordo bene, avrebbe dovuto essere mantenuto entro il 31 Gennaio. La parola di Schifani: una garanzia…
Naturalmente, quando si tratta di informare gli italiani, Il Giornale dell’ottimo Sallusti tiene una posizione diversa dagli altri quotidiani: non pubblica la notizia. Per Il Giornale la mossa di Pdl e Lega non merita attenzione, sai mai che i lettori scoprano che anche i due vecchi alleati fanno parte della casta…
Sallusti, evidentemente, non ha tempo per dare le notizie scomode, ma ne trova per scrivere i suoi editoriali, testi meditati, convincenti, equilibrati, come questo: http://www.ilgiornale.it/interni/votare_non_e_reato/17-06-2012/articolo-id=592953-page=0-comments=1.
Vorrei poter allargare le votazioni con una quarta categoria, però violerei una delle regole che mi sono imposto il giorno in cui ho deciso di aprire il blog.
Mala stampa. Però avrei voluto scrivere ben altro…
Parliamo di cose serie, e di quotidiani un po’ meno, come dire?, distratti…
Sul Sole 24 Ore di oggi ci sono alcuni articoli dedicati alla dimensione degli investimenti in derivati delle principali banche europee. Meritano di essere letti, sono scorrevoli e semplici e aiutano a comprendere molto bene quali rischi comporta questa situazione e quali e quanto pesanti siano gli effetti sulle economie dei diversi paesi.
Buona stampa. Che sarebbe bene qualcuno facesse leggere a Sallusti: sai mai che servisse a fargli vedere le cose come stanno e non come vorrebbe che stessero.
Proseguiamo con la cronaca delle ultime vicende dei Ligresti. Conoscendo il nostro paese, non mi abbandono all’ottimismo, tuttavia si può immaginare che, finalmente, si faccia un po’ di chiarezza sulla gestione a dir poco disinvolta di uno dei principali gruppi assicurativi italiani. Ancora dal Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-20/board-fonsai-chiude-ligresti-064049.shtml?uuid=AbpXXCvF&fromSearch.
Buona stampa. E la storia non finisce certo qui...
E finiamo con il fondatore di Wikileaks, il quale, per sfuggire alla richiesta di estradizione della Svezia, dove deve scontare una condanna per violenza sessuale, e degli Usa, per la pubblicazione di documenti riservati, ha deciso di rifugiarsi nell’ambasciata ecuadoregna a Londra: http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/459155/.
Sbaglierò, ma a me sembra cha Assange sia assai meno limpido di quel che vuole apparire.

martedì 19 giugno 2012

Quanti genitori ha una boiata?

Il disegno di legge sulla corruzione attualmente dibattuto in Parlamento (approvato dalla Camera andrà ora al Senato) non sembra, come già implicito nell’articolo del Sole 24 Ore che vi ho segnalato ieri, affrontare la questione nel modo migliore. Inutile girarci attorno: ammesso e non concesso che il Ministro Severino volesse realmente incidere con vigore sulla questione, è stata costretta a trovare un compromesso con i partiti che appoggiano il Governo Monti, dei quali è superfluo parlare ancora, almeno per oggi.
Per capire meglio i termini della questione, vi segnalo un pezzo di Alberto Vannucci sul sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003136.html.
Buona stampa. Come quasi sempre da quelle parti.
E veniamo al Presidente di Confindustria, il quale, apparentemente, vuol fare concorrenza agli urlatori che, purtroppo, abbondano sulla scena pubblica italiana.
Definire “boiata” un provvedimento come la riforma del lavoro è una dimostrazione di scarso acume. Che il Ministro Elsa Fornero non sia un esempio d’incoraggiamento alla partecipazione nello sviluppo delle riforme che le competono è fuori di dubbio, ma credere che associazioni di categoria e sindacati dei lavoratori siano rimasti estranei alla formulazione del progetto elaborato dal Ministero del Lavoro mi sembra come credere nella Befana. Va bene quando sei un bambinetto. Raggiunta l’età della ragione si comprende che la “boiata” non ha soltanto una madre, ma è figlia di tanti genitori, tutti preoccupati di preservare il loro orticello. La gente lo sa e le parole del Presidente di Confindustria suonano convincenti come… come quelle di Formigoni.
Mi sa che Squinzi, arrivato lì non senza difficoltà e senza un sostegno unanime, stia cercando di alzare la voce per apparire degno della posizione e per conquistare consenso là dove non lo ha trovato nel momento della sua elezione.
E mi sa che, nel farlo, faccia torto al buon senso. Quando, come ha fatto negli ultimi giorni, si lamenta della destinazione dei contributi pubblici alle imprese, dovrebbe essere meno impulsivo e guardare meglio ai dati che gli fornisce l’Ufficio Studi di Confindustria. Ad esempio: non c’è dubbio che una parte consistente del denaro che lo Stato destina alle imprese affluisca anche a Ferrovie dello Stato e agli enti locali per il trasporto pubblico, ma è anche vero che quegli stessi contributi consentono alle imprese private di contenere le retribuzioni dei loro dipendenti, per i quali l’incidenza del costo per raggiungere il posto di lavoro è sostenuto in buona parte dallo Stato e non è trasferito sulle buste paga, come accade quasi sempre altrove. Una condizione, che sia chiaro, piace tanto anche a Camusso, Angeletti e Bonanni.
Sarebbe stato più elegante, il nuovo presidente di Confindustria, se avesse scelto di porre in discussione il sistema senza riserve, non cercando di rafforzare il proprio consenso all’interno della sua associazione, che, come tante altre, trae cospicui vantaggi, come detto ieri, dalla complessità e dal sovradimensionamento dell’apparato normativo del nostro paese.
Si chiama Squinzi, ma sembra un Grillo.
Buona notte e buona fortuna. Specie se pagate i costosi contributi associativi di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e via associando…

lunedì 18 giugno 2012

Difficile allontanarsi dall'abisso


Sono stato preso da altro e vi ho lasciato in pace per qualche giorno. Ricominciamo, più o meno, da dove ho chiuso. Più o meno.
Cominciamo con il comportamento dei partiti politici che, a parole, sosterrebbero il Governo Monti. Ne ha descritto bene la compattezza e l’affidabilità (anzi no, esattamente il contrario) Antonio Polito nell’editoriale di sabato sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/editoriali/12_giugno_16/polito-i-disfatti-in-agguato_0ee343d6-b772-11e1-a264-b99bbdd148d8.shtml).
Buona stampa. Tanto da non meritare commenti.
Così come non merita commenti particolari un pezzo di Lionello Mancini sul 24 Ore di oggi:
Buona stampa.
Un paio di rapide osservazioni.
La prima è che non sono soltanto le imprese a soffrire per i rapporti complicati con la Pubblica Amministrazione e con le leggi. Anche i semplici cittadini ne sono vittime esattamente quanto le imprese. Lo stato italiano, o meglio la sua burocrazia, impone a persone e aziende continui e sempre nuovi adempimenti, gran parte dei quali appare inutilmente macchinosa e dotata del proprio tipico accessorio, le sanzioni esorbitanti, così da risultare ancor più insopportabili.
Seconda osservazione: ho già detto che la percentuale di alti burocrati nelle fila del Governo Monti non faceva e non fa prevedere nulla di buono sotto questo profilo. Ribadirò anche che il contributo fornito a questo stato di cose dalle associazioni di categoria e dai sindacati è formidabile, visto quanti vantaggi traggono da questo modo astruso e vessatorio di legiferare.
Di tanto in tanto, di questo ruolo “parassitario” dei rappresentanti delle imprese e dei lavoratori, il Sole 24 Ore dovrebbe ricordarsi, anche se, appartenendo alla Confindustria, probabilmente per chi ci scrive esistono argomenti dei quali è sconsigliato occuparsi. O no?

giovedì 14 giugno 2012

Comici politici e politici comici. Una sciagura


Strano destino quello di Germania e Italia. Chissà cosa penserete ch’io possa scrivere dopo questo esordio…
Scriverò che in Italia abbiamo un comico che sta diventando un leader politico e in Germania hanno un leader politico che sta provando a diventare un comico. Difficile dire se, in questa specie di gara, abbia più successo Grillo della Merkel. Onestamente, mi piacerebbe che tutti e due continuassero a fare, se possibile meglio, il loro mestiere. Anche queste speranze, però, sono destinate a rimare tali. Grillo, grazie ai leader politici (si fa per dire) italiani avrà un peso sicuramente superiore ai suoi meriti e, quel che è peggio, alle sue capacità.
La Signora Merkel, invece, continuerà a guidare il suo paese e a influenzare pesantemente le decisioni degli altri membri della Ue, ma non farà ridere nessuno con battute come quella riportata oggi da diversi quotidiani on line. Per tutti, vi indico il resoconto de La Stampa:
Nessun giudizio, come sempre quando si tratta di semplice cronaca.
Perché sostengo che la Merkel fa il comico? Perché un’affermazione come quella che la Germania non è inesauribile, nel contesto del salvataggio dell’euro, può solo essere dettata dalla volontà di far divertire gli ascoltatori. Tutte le misure (molto mediocri) sin qui poste in essere per impedire il tracollo di Irlanda, Portogallo, Grecia e Spagna, infatti, sono state sostenute in maniera proporzionale da tutti gli stati membri dell’eurozona. La circostanza che la Germania abbia contribuito più degli altri dipende soltanto dal fatto che è la nazione più grande. E mi pare opportuno ricordare che è diventata la più grande perché l’Ue ha dato un apporto straordinario nel sostenere i costi della riunificazione tedesca seguita al crollo del Muro di Berlino.
Purtroppo, la Signora Merkel fa male sia il mestiere di politico sia quello di comico. Che non possa far ridere una persona cresciuta nell’ambiente piuttosto malsano della DDR, direi che è scontato. Se anche nasceva un talento comico di caratura mondiale, veniva rapidamente soffocato dalla cupa atmosfera del paese comunista più ligio all’ortodossia, persino più invasivo e intollerante dell’URSS.
Il problema grave, tuttavia, è che con la battuta di oggi, la Signora Merkel ha dimostrato quanto poco comprenda la gravità della situazione e quanto sia incline a ignorare la realtà dei fatti, garantendo così il successo di quanti, seduti davanti ai loro monitor nelle sedi delle banche d’affari e degli hedge fund, sono gli unici a trovare motivo per ridere, e molto, delle parole farneticanti del Cancelliere tedesco.
Mentre lei scodella sciocchezze, quelli lavorano alacremente (e lucrano profitti imponenti) contro l’euro. Il problema è che nessuno, tra i politici europei, ha attributi maschili, salvo forse la Signora Merkel. Che, dunque, pur essendo un comico fallito e una pessima leader politica, continua a dettar legge.
Buona notte e buona fortuna.

Siamo in due a pensare la stessa cosa


Con la consueta pacata saggezza, Stefano Folli non nasconde l’incombere di nuove, maggiori preoccupazioni, determinate dalla costanza con cui i partiti (sempre TUTTI) si ostinano a non mettere mano alle riforme di loro competenza, ossia quelle indispensabili per ridare efficienza e presentabilità a un sistema istituzionale gravemente compromesso proprio dalle degenerazioni della politica.
Che poi anche lui sottolinei come il 20% di voti di cui viene accreditato Grillo sia da attribuire all’assurdo comportamento dei partiti presenti in Parlamento, ovviamente, può soltanto farmi piacere visto che anch’io l’ho scritto qualche giorno fa.
Il link all’articolo di Folli sul 24 Ore è questo:
Buona stampa.

martedì 12 giugno 2012

Un appello da sottoscrivere


Un altro post rapidissimo, solo per dare il mio minuscolo contributo alla promozione della campagna di cui parla un breve articolo sul sito Lavoce.info: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003120.html.
Buona stampa.
Sa il cielo quanto bisogno abbiamo di dissolvere la foschia che nasconde ai cittadini tanta parte di quello che fa la Pubblica Amministrazione. Ovvio, quindi, che suggerisca di leggere il pezzo e di recarvi sul sito che spiega l’iniziativa e consente di aderire all’appello (http://appello.foia.it/).

Buona stampa. Cattive notizie


Non imprevedibilmente, ieri si sono manifestati i primi segnali certi dell’arrivo sulle nostre coste dell’onda lunga del contagio: un calo sensibile delle quotazioni di borsa, in particolare delle banche, e un aumento sostenuto del differenziale dei tassi d’interesse pagati dall’Italia rispetto a quelli pagati dalla Germania. Entrambi eventi riconducibili ad azioni speculative non casuali.
Questa mattina il Wall Street Journal segnala che Cipro sarà il quinto paese dell’Unione Europea a chiedere aiuto per evitare il tracollo del proprio sistema bancario (http://online.wsj.com/article/SB10001424052702303768104577460230491663206.html?mod=WSJEurope_hpp_LEFTTopStories).
Buona stampa.
In un’intervista a Christiane Amanpour della CNN, Christine Lagarde ha affermato (non diversamente da quanto ha fatto George Soros qualche giorno fa) che restano meno di 100 giorni per salvare l’euro (http://amanpour.blogs.cnn.com/2012/06/11/lagarde-less-than-three-months-to-save-the-euro/?iref=allsearch).
Buoan stampa.
Il Sole 24 Ore, citando sé stesso (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-09/fate-presto-225103.shtml?uuid=AapjvGKE&fromSearch), oggi apre con un titolo a tutta pagina: “Schnell, Frau Merkel”, che introduce un articolo del Direttore Roberto Napoletano, in cui si sollecita, per l’ennesima inutile volta, il Cancelliere tedesco a modificare il proprio atteggiamento intransigente e a consentire l’adozione di misure capaci di porre fine alla crisi della moneta unica e dell’Unione Europea (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-12/schnell-fraumerkel-063505.shtml?uuid=AbdnmxqF).
Stampa così e così. Perché i solleciti spediti a Berlino sono rimasti tutti senza risposta e, credo, il Direttore del 24 Ore dovrebbe tenerne conto.
Anche perché non c’è da farsi troppe illusioni. Anzi, temo sia il caso di non farcene neppure una. Come spiega questo interessante pezzo di Bloomberg: http://www.bloomberg.com/news/2012-06-11/pulling-plug-on-greece-sells-in-german-town-opposing-merkel-plan.html.
Buona stampa.
Se questo è il pensiero dei tedeschi che vivono nel paese che rappresenta al meglio le opinioni e i comportamenti dell’intera Germania, risulta piuttosto insensato sperare che cambi qualcosa nell’atteggiamento della Signora Merkel.
Per quel che ci riguarda più da vicino, oggi sul Corriere cartaceo ci sono due articoli dei Mastini, ma soltanto quello del Bobtail è disponibile nell’edizione on line: http://www.corriere.it/politica/12_giugno_12/deputati-regionali-i-finti-tagli-sicilia_5e196b76-b455-11e1-8aac-289273c95a39.shtml.
Buona stampa.
Fino a quando si consentirà di sperperare così il denaro pubblico (tra l’altro con impegni beffardamente non mantenuti), è impensabile poter scampare al destino che stanno disegnando per noi l’avidità di chi opera sui mercati finanziari e l’inettitudine e l’inerzia dei politici europei. I nostri, purtroppo, sono forse anche più inetti, ma non restano con le mani in mano, agiscono come ci raccontano Stella, Rizzo e altri bravi giornalisti, le cui parole, però, non producono nessun effetto.
Beppe Grillo, intanto, sembra accreditato del 20% dei voti se si andasse a elezioni politiche oggi. Quanti punti gli farà guadagnare la disgustosa decisione siciliana?

sabato 9 giugno 2012

Assicurazioni e televisione


Come se fossi il Presidente del Senato o della Camera, vi ho mentito: non proseguiamo nel cammino per Siena, ma parliamo di altro.
Iniziamo da notizie finanziarie. Niente di cui stupirsi: i Ligresti hanno deciso di opporsi alla fusione tra Fondiaria-Sai e Unipol perché, tra le clausole dell’operazione, non sono più previsti, per loro, il diritto di recesso e la manleva sulla disastrosa gestione. In altre parole, ancora una volta, hanno anteposto i loro interessi individuali e famigliari a quelli della società (quotata). Esattamente come fanno da anni, in maniera a dir poco sconcertante. Un’ottima sintesi la offre Antonella Olivieri sul Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-08/tutticontrotutti-lascia-solo-vinti-231259.shtml?uuid=AbgE6XpF), ma potete trovare ampi resoconti anche in altri quotidiani.
Buona stampa.
Nella pagina dell’articolo della Olivieri sono presenti i collegamenti agli altri pezzi dedicati dal 24 Ore alla complessa e incerta operazione orchestrata da Mediobanca per cercare di evitare il tracollo di Fondiaria-Sai e, quindi, un bel po’ di perdite per sé e per le altre banche che, nel tempo, non hanno saputo far di meglio che concedere credito praticamente illimitato ai Ligresti. Interessanti letture per un fine settimana di tempo incerto, almeno dalle mie parti.
Cambiando argomento, ieri sera mi è capitato di vedere Otto e mezzo, la trasmissione condotta da Lilli Gruber su La7. Ospiti della trasmissione erano due giornalisti, Giovanni Valentini di Repubblica e Alessandro Sallusti, il mitico direttore del Giornale. Quest’ultimo, quando si dice la determinazione, è riuscito a scendere ancora nella mia personale classifica, per quel che conta… Ha, infatti, sostenenuto che (1) è sbagliato pensare di perseguire il reato di corruzione tra privati e che (2), in considerazione della nomina di Anna Maria Tarantola alla presidenza della Rai, Monti è fissato con i bancari (sic). Potete convincervi che, pur riassumendo le sue parole, non ho alterato il pensiero di Sallusti, andando a recuperare la trasmissione qui: http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50269471. Non perdetevela!
Sallusti è uno dei tanti, troppi, che si proclamano liberali, ma poi, alla prova dei fatti, rivelano di esserlo assai poco. Opporsi al reato di corruzione tra privati, sostenendo che non abbia senso attribuire alla magistratura la possibilità di occuparsi di una questione che non rivestirebbe nessun interesse pubblico, è una ben strana posizione, che trascura come, ad esempio, un’azienda che corrompa un dirigente di un’altra per vendere qualcosa compia un’operazione di concorrenza sleale, il che a un liberale dovrebbe far prudere le mani e anche i piedi. Come accade a me.
Ricordo poi che esistono molte società, quindi enti soggetti alle norme del diritto privato, che appartengono interamente a soggetti pubblici (Stato, Regioni, Province e Comuni): personalmente mi piace l’idea che un fatto di corruzione che le riguarda possa essere perseguito con severità dalla magistratura e non resti “questione privata” (Fenoglio mi perdoni).
Quanto alla presidenza della Rai, Sallusti, che sembra ignorare chi sia la Signora (e anche che sia una Signora (ri-sic)), non è il solo a trovare da ridire sull’estrazione di Anna Maria Tarantola. L’edizione on-line del Corriere della Sera fornisce la posizione dei principali partiti, quelli che, negli anni, hanno saputo nominare formidabili esperti di cultura e di comunicazione nel consiglio di amministrazione della Rai, uomini e donne di così straordinaria caratura e così indifferenti alle pressioni di chi li aveva nominati da aver trasformato l’azienda pubblica radiotelevisiva nel peggiore baraccone clientelare del paese. Questo è il link: http://www.corriere.it/economia/12_giugno_09/rai-nomine-reazioni_8084286a-b228-11e1-9647-65f4b2add31d.shtml.
Stampa così e così. Sempre perché, ormai, dell’opinione di questa gente possiamo tranquillamente fare a meno.
Allo scopo di non danneggiare troppo il vostro e il mio fegato, mi concentro soltanto su quella di Donadi, il capogruppo IDV alla Camera, che chiude la sua nota di commento con queste parole: “Cosa c'azzecca Bankitalia con la Rai, prima azienda culturale italiana?”
Considerazione che sfida quelle di Sallusti quanto a profondità e accettabilità. Uno potrebbe anche chiedersi cosa c’azzecca un magistrato ex poliziotto con la politica. Oppure cosa c’azzecca un avvocato veneziano con la politica. E, nel farlo, si porrebbe domande anche meno stupide di quella di Donadi. L’esperienza lavorativa di Anna Maria Tarantola non ci garantisce che sarà un buon presidente della Rai. E’, tuttavia, ipotizzabile che quanto ha appreso nella sua carriera all’interno di Banca d’Italia possa servire a mettere in ordine un’azienda che è certamente la maggiore azienda culturale del paese, ma, prima di tutto, è un’azienda e come tale deve essere gestita. E’ più facile che ci riesca lei o una persona carica di debiti di riconoscenza verso i partiti?
Buona notte e buona fortuna.

venerdì 8 giugno 2012

Un'indagine sulla libertà economica nel mondo


Diversamente da quanto anticipato, prima di tornare sulla strada per Siena (dalla quale, magari, sarò indotto a deviare da altri argomenti più urgenti), vi segnalo un interessante commento al rapporto sulla libertà economica prodotto dalla Heritage Foundation nel 2012.
Ovviamente, analisi di questo genere presentano sempre un grado di arbitrarietà non trascurabile, che dipende dall’orientamento politico dell’istituto che le produce. Tenendo conto di tale limite, si tratta d’indagini che offrono motivi di riflessione e che spiegano almeno in parte quello che accade. Il link al commento è questo: http://www.heritage.org/research/commentary/2012/01/a-step-backward-for-economic-freedom-in-2012?roi=echo3-12240598476-8845045-e36fc103a565fd00413930ded5a9a694&utm_source=Newsletter&utm_medium=Email;utm_campaign=IndexUpdate.
E questo è link alla sintesi dello studio: http://www.heritage.org/index/.

Due buoni pezzi


Inizio la giornata segnalandovi un paio di articoli con commenti sintetici, poi magari ritorniamo sulla strada per Siena.
Sul Sole 24 Ore c’è un interessante pezzo di Francesco Scisci che spiega come la Cina guardi con preoccupazione al futuro dell’economia mondiale, e in particolare a quella europea, e si prepari al peggio con misure volte a contrastare i segnali di rallentamento della propria economia e non solo (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-08/zampata-dragone-063606.shtml?uuid=AbF3D1oF).
Buona stampa.
Il secondo articolo è l’editoriale di oggi del Corriere della Sera, firmato da Massimo Franco
Buona stampa.
Ve ne suggerisco la lettura non soltanto perché si tratta di un buon articolo di fondo, ma anche perché costituisce una testimonianza importante del cambiamento che interessa alcuni “pezzi” del nostro paese, mentre altri restano (come osserva Franco) pateticamente indifferenti. Se avete voglia e tempo, provate a rileggere gli articoli che Franco, principale notista politico del Corriere, scriveva prima del novembre 2011. Arzigogolava sul nulla con indiscutibile maestria, ma, per l’appunto, friggeva l’aria. Tant’è che mi ero permesso di definirlo una “friggitrice d’aria” in una delle mie lettere a De Bortoli. Oggi, per fortuna, sembra aver deciso di fare il suo mestiere con un po’ più di determinazione.

giovedì 7 giugno 2012

Non proprio augusta


Secondo me, Wikipedia si sbaglia. Se andate alla pagina dedicata a Beppe Grillo, infatti, potete leggere che la data di nascita è il 21 Luglio 1948 (http://it.wikipedia.org/wiki/Beppe_Grillo).
E’ un’informazione scorretta, Grillo compie gli anni molto più spesso, come dimostra il fatto che i principali partiti italiani si sentano in dovere di fargli anche più di un regalo al giorno.
Ieri, con le nomine per due Autorità di garanzia (comunicazioni e privacy), veramente si è superato ogni limite.
Non vale la pena che mi metta a spiegarvi cosa è accaduto. Ne parlano tutti i giornali ed io, oltre a indicare qualche collegamento, dirò soltanto che ormai questa classe politica ha dimostrato di meritare anche le peggiori farneticazioni del comico genovese. Se Grillo avrà la maggioranza dei voti nel 2013, sarà tutto fuorché merito suo. Il successo del Movimento 5 Stelle sarà il frutto della totale mancanza di rispetto per gli italiani che tutti (TUTTI) i partiti dimostrano quotidianamente, assumendo decisioni vergognose, tanto più intollerabili nel momento di crisi che attraversiamo. E se, una volta ottenuta la maggioranza, Grillo deciderà di mettere effettivamente alla gogna Berlusconi e Bersani, Alfano e Casini, Di Pietro e Maroni, Rutelli e Franceschini e Rosi Bindi e Daniela Santanché e tanti altri ancora, non si potrà dire che sbaglia. Questa classe politica merita di essere punita duramente, non solo con il voto, ma con leggi popolari che impongano a tutti questi cialtroni di pagare il loro conto con la collettività. Non sono un sostenitore di Beppe Grillo e non intendo certamente diventarlo, considero gran parte delle sue affermazioni assurde, pericolose e dettate dal più squallido opportunismo. Detto questo, credo che sia necessario infliggere a questa classe politica punizioni esemplari. Non esiste altro modo per impedire che altri possano pensare di guidare il paese nella stessa maniera in futuro. Le malattie gravissime richiedono terapie particolarmente energiche.
Senza voto. Si tratta, appunto, di cronaca. Ne parlano tutti, anche la Gazzetta di Paperopoli, non però il Giornale dell'ottimo Sallusti.
Per un commento, come di consueto pungente, vi segnalo invece Sergio Rizzo nel fondo dedicato alla questione sul Corriere (http://www.corriere.it/editoriali/12_giugno_07/mercatino-autorita-rizzo_538ed22a-b060-11e1-b62b-59c957015e36.shtml).
Buona stampa.
Non so, davvero non riesco a spiegarmi come sia possibile che non capiscano o, meglio, che non vogliano capire. Io mi chiedo che genere di persone possano essere figuri come questi, che continuano imperterriti a gestire la cosa pubblica in maniera così ignobile. E hanno anche la faccia tosta di sfottere, come fa la consorte di Bruno Vespa (il maestoso monumento al giornalismo asservito e alla piaggeria che nessun paese al mondo ci invidia): la signora Iannini sostiene, infatti, che avrebbe preferito tornare al lavoro di magistrato (http://www.corriere.it/politica/12_giugno_07/lady-vespa-moglie-bruno-alla-privacy-ma-volevo-la-toga_9c08ebf2-b06b-11e1-b62b-59c957015e36.shtml).
Buona stampa.
La Signora è sempre in tempo per soddisfare la sua aspirazione e per dimostrare che le sue non sono chiacchiere. Non deve far altro che comunicare la propria rinuncia alla carica di consigliere dell’Autorità Garante della Privacy. E anche al suo discreto stipendio.
Cosa dite? Darà immediatamente le dimissioni, l’Augusta Signora Vespa?

martedì 5 giugno 2012

La strada per Siena non è così breve


Cominciamo con un intervento di Helmut Schmidt, a lungo Cancelliere tedesco prima della riunificazione, sul Sole 24 Ore di oggi (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-04/basta-tatticismi-partito-berlino-224534.shtml?uuid=Ab9GoRnF).
Buona stampa. Nel senso che il 24 Ore ha fatto bene a pubblicarlo, ma non si tratta, in realtà, di un articolo di giornale, quanto piuttosto di una lezione di saggezza, di lungimiranza, di intelligenza politica e anche di un prezioso sunto di alcuni passaggi cruciali della storia europea successiva alla Seconda guerra mondiale. Sfortunatamente, nella posizione occupata nel dopoguerra da personaggi come Adenauer, Brandt, Schmidt, Kohl, oggi ci ritroviamo Angela Merkel. E non aggiungo altro.
Come secondo argomento affrontiamo un tema anticipato nelle scorse settimane.
Avevo, infatti, detto che, presto o tardi, avrei imboccato la strada per Siena. Il percorso, però, non sarà né breve né semplice, sarà, anzi, piuttosto tortuoso, me ne scuso fin da ora.
Facciamo un salto indietro partendo da un fatto recente, ovvero dalla sentenza di appello sul tentativo di scalata a BNL da parte di Unipol, dalla quale sono risultate ridimensionate le responsabilità di Antonio Fazio, allora Governatore della Banca d’Italia, che in secondo grado è stato assolto, mentre era stato condannato in primo grado.
Massimo Mucchetti, il quale queste cose le mastica benissimo, ha scritto un commento che condivido in larga parte, ma non completamente (http://archiviostorico.corriere.it/2012/giugno/03/Scalata_alla_Bnl_Una_storia_co_9_120603054.shtml).
Buona stampa. Ma c’è un ma. Anche Massimo Mucchetti, nella sua rapida rivisitazione dei fatti, trascura un dettaglio che, a mio parere, andrebbe invece attentamente considerato.
E’ vero che il tentativo di scalata da parte di Unipol arrivò dopo quello fallito di BBVA, la seconda maggiore banca spagnola. E sono giuste le valutazioni riguardo alla debolezza sia di BBVA che di ABNAmro, però queste sono valutazioni corrette con il senno di poi, ossia nel 2012, mentre stiamo parlando di fatti che risalgono a due anni prima dell’inizio della crisi finanziaria causata dai mutui subprime americani. Allora sia la banca spagnola che quella olandese godevano di buona salute e nessuno metteva in dubbio la qualità dei loro attivi, nei quali, effettivamente, avevano spazio i cosiddetti titoli spazzatura che, però, nel 2005 nessuno considerava ancora tali (e che, purtroppo, continuano a pesare anche oggi nei bilanci bancari). Quindi Mucchetti ha gioco facile a sostenere adesso che ABNAmro e BBVA non erano il paradigma della solidità bancaria, ma, per l’appunto, lo dice oggi, nel 2005 non ne parlava neppure lui.
Non è, tuttavia, questo il punto su cui voglio concentrare la mia e, se possibile, anche la vostra attenzione. Mucchetti, ma anche i pubblici ministeri e i giudici, trascurano un evento che, se considerato, forse indurrebbe a cogliere come Antonio Fazio, in realtà, già da molto tempo avesse un piano ben preciso.
Tutti, infatti, sembrano scordarsi che alcune settimane prima del lancio dell’OPS da parte di BBVA, il Banco Popolare di VR e NO aveva manifestato il proprio interesse ad acquisire BNL e aveva formulato un’offerta agli azionisti del cosiddetto “contropatto”, ossia Caltagirone, Statuto, Coppola, Ricucci e altri, che si contrapponevano al “patto” che controllava BNL, formato da BBVA, Generali e Della Valle.
L’offerta di Popolare VR e NO era stata considerata inadeguata, ma io sono convinto che la risposta negativa sia stata determinata non già dal valore dell’offerta, quanto piuttosto dalla necessità che BNL non entrasse a far parte della galassia delle banche popolari, perché questo, in previsione del passaggio di Antonveneta alla Popolare di Lodi, comportava un’alterazione troppo forte degli equilibri del sistema sotto il profilo della natura proprietaria.
In altre parole, si sarebbe avuta una crescita eccessiva del ruolo delle banche popolari, a scapito di quelle cosiddette ordinarie, un evento che contrastava con il principio, allora difeso ancora da Banca d’Italia, di conservare, per quanto possibile, la suddivisione del mercato per tipologie di aziende di credito.
La mia natura sospettosa, quindi, mi spinge a ipotizzare che, avendo Fazio già deciso che Antonveneta fosse acquisita dalla Popolare di Lodi, e quindi tornasse nell’ambito delle popolari da cui era uscita con la quotazione in borsa, avesse deciso di impedire che BNL finisse al Banco Popolare.
Il disegno di Fazio, come sappiamo, non è andato a buon fine. BNL non è finita né nelle mani di Banco Popolare, né in quelle di BBVA, né in quelle di Unipol, ma è stata acquistata da BNP Paribas e fa tuttora parte del gruppo francese. Antonveneta fu acquistata da ABNAmro che poi, a sua volta, fu acquisita, con un’operazione piuttosto complessa, da Royal Bank of Scotland, Fortis e Santander, che si divisero la banca olandese in funzione dei loro specifici interessi.
La scalata ad ABNAmro nasceva sotto il cielo di Scozia, non sotto quello di Madrid (Santander) né sotto quello del Benelux (Fortis). L’idea era di Royal Bank of Scotland, ansiosa di mettere i bastoni fra le ruote di Barclays, sua importante concorrente non solo nel Regno Unito, ma un po’ in tutto il mondo, che stava procedendo a una fusione consensuale con ABNAmro. Mettendosi di traverso, Royal Bank of Scotland, Fortis e Santander hanno fatto fallire questo progetto di fusione e si sono spartite le spoglie di ABNAmro. E le prime due hanno anche iniziato a scavarsi la fossa.
Questo accadeva nell’ottobre del 2007, quando già si coglievano i primi segnali della crisi finanziaria innescatasi negli Stati Uniti. Crisi che fece emergere i gravi problemi di solidità di Royal Bank of Scotland e Fortis. Mentre Santander non arrivò al punto di entrare in sofferenza perché… perché aveva un santo in paradiso. O meglio, aveva un Mussari alla presidenza di Monte dei Paschi.
E questo è il nostro primo passo sulla strada per Siena. In realtà, di strada verso la sede del Monte Paschi, per ora, non ne abbiamo fatta molta, ma ci arriveremo. Con calma e in maniera non lineare.