giovedì 31 maggio 2012

Nomen omen

Le indagini sul calcio proseguono e la novità del giorno sembra essere la somma transitata in forma di assegni dai conti di Buffon a quelli di una tabaccheria di Parma in cui è possibile effettuare scommesse sportive (http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_31/buffon-scommesse-puntate-assegni_93031bec-ab32-11e1-a84e-d77c76b4f869.shtml).
Buona stampa.
Buffon è il calciatore non proprio di secondo piano che, non molte ore fa, aveva pensato bene di dare una lavata di capo ai giornalisti (http://video.corriere.it/buffon-voi-giornalisti-fate-tutta-erba-fascio/a8d2c182-aa80-11e1-8196-b3ccb09a7f99). Ora, io posso anche essere d’accordo sul fatto che i giornalisti italiani di oggi non siano tutti all’altezza di gran parte dei loro colleghi di qualche decennio fa. Di Montanelli o di Stille, di Corradi o di Brera in giro non ne vedo. Su questo potrei anche trovarmi in sintonia con Buffon, il quale, però, farebbe meglio a riflettere su quanto differente sia lui rispetto a signori come Sarti, Cudicini, Zoff (per limitarmi al suo ruolo e a decenni vicini a noi).
Temo che Buffon dovrebbe fare un lungo, lunghissimo bagno di modestia e considerare quanto sia immorale il comportamento dei suoi colleghi che sono coinvolti in giri assai poco puliti e quanto sia giusto che i giornalisti si occupino con determinazione della vicenda.
Buffon è pagato per difendere la porta della nazionale italiana e del suo club non già le terga dei suoi colleghi e, a quanto pare, anche le sue.
Prima di parlare, Buffon e Abete farebbero molto meglio a preoccuparsi di sgomberare la loro casa calcistica da tutto il lerciume che la riempie e di considerare cosa ci sia da difendere in un mondo i cui risultati, da un punto di vista economico, sono quelli descritti da un ottimo articolo del Sole 24 Ore di qualche giorno fa (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-28/profondo-rosso-235350.shtml?uuid=AbN6mzjF&fromSearch).
Buona stampa.
Visto cosa dicono i numeri, forse sarebbe il caso che, appunto, Buffon e Abete, oltre a impugnare la ramazza, ci pensassero su prima di replicare risentiti a chi propone misure anche drastiche per rimettere ordine in un mondo che, giova ricordarlo, ha avuto persino aiuti da parte dello Stato, aiuti troppo generosi, soprattutto se commisurati a quelli riservati alle imprese delle aree terremotate, che io considero assai più degne di attenzione e sostegno che le società di calcio. Oggi più che mai, per chi fa parte del mondo del calcio italiano, è opportuno ricordare un proverbio. Un bel tacer non fu mai scritto...

mercoledì 30 maggio 2012

Acque stagnanti


Oggi, nella pagina riservata all’economia nel Corriere del Veneto, il dorso locale del Corriere della Sera, c’è un piccolo articolo nel quale si racconta come la nomina dei consiglieri di amministrazione della finanziaria regionale, Veneto Sviluppo, sia stata rinviata perché PDL e Lega non hanno ancora deciso i nomi da indicare e, nel caso di quest’ultimo partito, si attende il chiarimento dei rapporti di forza che si dovrebbe avere negli imminenti congressi.
Purtroppo il pezzo non è disponibile on line, ma potete fidarvi di me. La nomina doveva già essere effettuata (e infatti le banche socie hanno già indicato i loro candidati), ma, evidentemente, i partiti continuano a non capire.
Faccio molta fatica a comprendere perché esista Veneto Sviluppo e dubito che svolga un ruolo importante nell’economia della regione. Non mi pare ci siano valide ragioni per l’esistenza di simili società, le quali sono spesso parti di operazioni economiche e finanziarie molto discutibili e assai poco produttive, non di rado tali da distruggere ricchezza anziché produrne.
Veneto Sviluppo, per dirla fuori dai denti, è il classico esempio di una società pubblica locale che difficilmente produce vantaggi per il cittadino, mentre, al contrario, assorbe senza dubbio flussi anche importanti di denaro e finisce per diventare terreno di caccia dei signori della politica ansiosi di procurare a se stessi o a qualche amico una poltrona.
Se avessero un po’ di buon senso e un po’ di rispetto per i cittadini e il pubblico bene i signori della politica avrebbero dovuto da tempo chiudere questo e altri simili carrozzoni e mettere fine ai loro squallidi giochetti di potere. Se anche non bastasse il fuoco dell’antipolitica (che è sempre un sintomo, non la malattia), potrebbe servire il tintinnio delle manette.
Da ieri è agli arresti domiciliari uno dei più importanti, e potenti, manager italiani, Massimo Ponzellini. I resoconti sulla storia che ne hanno provocato l’arresto potete trovarli su tutti i giornali, io vi segnalo due articoli del 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-29/cupola-credito-142413.shtml?uuid=AbRYfGkF e http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-05-30/quel-banchiere-adottato-bossi-064203.shtml?uuid=AbjlTXkF.
Buona stampa.
Tutti innocenti sino a sentenza definitiva, naturalmente. Tutto è da dimostrare nei tre gradi di giudizio, ovviamente, tuttavia se quel che emerge dall’indagine della magistratura milanese fosse confermato, una volta di più si dimostrerebbe l’esistenza di tutta una serie di rapporti niente affatto limpidi tra politica e business, di un ambiente parecchio oscuro nel quale si muovono a loro agio affaristi di diversa caratura e avidità, politici più attenti agli interessi personali o di qualche amico, dirigenti di aziende pubbliche o private pronti a sfruttare il proprio potere per conquistare altri incarichi o altre prebende.
Insomma, non c’è bisogno che vi descriva una realtà ben nota a chiunque abbia la buona abitudine di leggere un buon quotidiano (in Italia ce ne sono alcuni, non tanti, ma alcuni esistono). Questo milieu di grassatori di piccolo, medio e grande calibro è una realtà maledettamente ingombrante del nostro paese, una realtà i cui protagonisti sono più meno sempre gli stessi, a riprova del fatto che certe abitudini non sono casuali.
Chi intende il potere in un certo modo, anche il più infimo potere, non ha remore a sfruttarlo in tutte le maniere possibili, determinato a procurarsi ogni genere di vantaggi, così da mantenere o meglio accrescere il proprio ruolo nel torbido mercato in cui ha deciso di operare.
I nomi? Negli articoli che vi ho segnalato nei quasi sette mesi di vita del blog ne potete trovare tanti e tanti ne leggerete ancora. Io non m’illudo che le cose cambino. Anche quelli che oggi si professano integerrimi, vedrete, alla fine potrebbero non restare immuni alla malattia. Tanto per non fare nomi: Lega e Italia dei Valori sono due movimenti politici che, in momenti diversi, hanno costruito il proprio successo elettorale mostrandosi, a parole, strenui oppositori della corruzione e del malaffare e fautori della selezione di persone oneste come candidati nelle varie occasioni di voto. Tutto si potrà dire, tranne che abbiano mantenuto le promesse. La pulizia, dunque, richiederà anni e anni e un’azione complessa e ampia, che non può prescindere da norme più drastiche contro certi reati. Sempre che si riesca a promuoverle, il che non è affatto facile quando gli imputati partecipano alla formulazione delle leggi…
Di cosa parlo? Leggete questo articolo de La Stampa: http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/456171/.
Buona stampa.

lunedì 28 maggio 2012

Il mio omonimo tira dritto. Spero per poco ancora


Avevo promesso di tornare a parlare di Formigoni, visto che ogni giorno ci offre nuove informazioni su quel bel tomo del Presidente della Regione Lombardia. Prima degli aggiornamenti, che oggi arrivano dal Corriere della Sera, vi propongo il commento pubblicato ieri dal quotidiano milanese, quando ancora non si sapeva che il bel tomo aveva pagato 1,1 milioni di euro per l’acquisto in società di una villa in Costa Smeralda.
L’articolo di ieri è questo, firmato da Giangiacomo Schiavi, Vicedirettore del giornale:
Buona stampa.
Quello di oggi, invece, è di cronaca ed è firmato da Ferrarella e Guastella che, ormai da tempo, seguono le vicende che ruotano attorno a Daccò e alla sanità lombarda: http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_28/Un-milione-all-amico-che-compra-in-Sardegna-una-villa-da-Dacco-ferrarella-guastella_ad35e128-a882-11e1-9745-9bc890f97404.shtml.
Buona stampa.
Per alleggerire un po’, passiamo a La Stampa, per la precisione a uno dei blog del quotidiano torinese, quello di Jacopo Jacoboni, un pezzo breve, dal tono piacevolmente scherzoso, sebbene il tema sia tutt’altro che divertente (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=14&ID_articolo=787).
Buona stampa.
Invece, tornando a Milano, sembra che al Giornale abbiano idee diverse su quello che succede e merita attenzione nel nostro paese. In particolare il Direttore Sallusti se la prende con parecchie persone, anche tra quelle che frequentano i suoi stessi ambienti e condividono, almeno così sembrerebbe, le sue stesse opinioni politiche. Mi permetto un paio di osservazioni. Prima: Il Giornale, per quel che ho potuto vedere, è il solo quotidiano a non riprendere nell’edizione on line la vicenda della villa in Sardegna. Seconda: mi pare che l’articolo confermi lo stato, come dire, confusionale del PDL, il partito cui credo appartenga il proprietario de Il Giornale. Il link dell’editoriale di Sallusti è questo: http://www.ilgiornale.it/interni/i_fischi_e_giornali/28-05-2012/articolo-id=589963-page=0-comments=1.
Mala stampa.
A riprova che la questione della villa in Sardegna non è propriamente una faccenda trascurabile, segnalo l’articolo di Libero che se ne occupa: http://www.liberoquotidiano.it/news/home/1025421/Formigoni-ha-comprato-la-villa-di-Dacco--.html.
Buona stampa. Non che io apprezzi particolarmente Belpietro e il suo modo di fare giornalismo, ma rispetto a Sallusti…
Non so, mi sembra sempre più difficile condividere l'opinione di chi considera Formigoni intelligente. Si sta cacciando in un vicolo cieco dal quale difficilmente uscirà salvando la faccia. Forse perché, come osserva anche Schiavi, della faccia ormai gli importa assai poco. Come deve essere difficile resistere alle lusinghe del potere... Immagino ci vogliano grandi risorse intellettuali e morali.

domenica 27 maggio 2012

Euro e democrazia


Riprendiamo, più o meno, da dove ci siamo interrotti ieri, ossia dalle considerazioni di Christine Lagarde sulla crisi finanziaria. Più precisamente, mi ricollegherei alla chiusa dubbiosa riguardo al momento in cui ne verremo fuori, ossia a quel vago indicare un anno che inizia per 20.
Sul Sole 24 Ore di oggi c’è un articolo di Guido Rossi, il quale, tra l’altro, considera come la situazione economica internazionale e, in riferimento ad essa, l’incapacità decisionale dei politici europei finiscano per porre a rischio anche le nostre democrazie. Giusto per cominciare bene la giornata domenicale… Scherzi a parte, sono considerazioni condivisibili e mi sembra che, pur aggiungendo motivi di preoccupazione a quelli che già abbiamo, meritino di essere lette con attenzione. Questo è il link:
Buona stampa.

sabato 26 maggio 2012

Di qua ometti, di là una Signora


Ho trascurato la conferenza stampa congiunta di Berlusconi e Alfano. Sorvoliamo sul lapsus del giovane segretario, ironizzare su di lui sarebbe peggio che sparare sulla Croce Rossa. Non posso, però, evitare di pensare che la proposta di modifica costituzionale annunciata in pompa magna sembri piuttosto strumentale, non propriamente convinta.
E non sono il solo a pensarlo. Ugo De Servio se n’è occupato ieri su La Stampa (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10146).
Stefano Folli ha dedicato alla questione addirittura un editoriale in video (http://video.ilsole24ore.com/SoleOnLine5/Video/Notizie/Italia/2012/punto-folli-25-maggio/folli-25-maggio.php).
Buona stampa. Per tutti e due.
Sia chiaro, non è che dall’altra parte non si facciano giochetti della medesima squallida natura. Abbiamo, purtroppo, questa pessima classe politica e difficilmente potremo liberarcene fino a quando le regole del gioco le determineranno loro. Spero di essere smentito, ma saremo chiamati a votare ancora con la vecchia legge elettorale e ci ritroveremo il Parlamento pieno di cialtroni, pregiudicati, ignoranti, opportunisti e lacchè. Eletti dal voto di meno della metà degli aventi diritto. Con buona pace delle vittorie senza se e senza ma e della fiducia del 70% degli italiani e delle altre panzane simili che ci rifilano… Gli italiani, in realtà, non ne possono più né degli uni né degli altri e non vedono l’ora di poter finalmente farsi rappresentare da persone degne di occupare incarichi pubblici in un paese civile.
E ciò che più mi preoccupa è che, dopo le prossime elezioni politiche, si formi un Governo pronto a rimuovere anche quei pochi provvedimenti positivi che Mario Monti e i suoi ministri sono riusciti a far approvare dall’attuale maggioranza.
A riguardo vi suggerisco di leggere un’intervista a Christine Lagarde pubblicata ieri dal Guardian (http://www.guardian.co.uk/world/2012/may/25/christine-lagarde-imf-euro). Molto interessante, perché ne vien fuori una persona di notevole spessore. La cito in questo post, però, perché, forse a causa del mio pessimismo, faccio fatica a non pensare che certe considerazioni sulla Grecia siano anche un discorso a nuora perché suocera intenda.
Buona stampa. Verrebbe da dire eccellente.
Non riesco a spiegarmi perché non si riesca a leggere qualcosa di simile nei nostri giornali.
Ci sarebbero aggiornamenti nella vicenda dei cosiddetti viaggi di gruppo di Formigoni, ma non voglio rovinarmi e, soprattutto, rovinarvi il pomeriggio, forse ci penseremo domani...

Chi rimborsava chi


A quanto pare, secondo la ricostruzione de La Repubblica di oggi (http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/05/26/news/dacc_vacanze_formigoni-35942789/index.html), Daccò smentirebbe le affermazioni di Formigoni riguardo alle famose vacanze nei lussuosi resort Caraibici e aggiungerebbe altri dettagli interessanti riguardo alla componente economica della sua “amicizia” con il Presidente della Lombardia.
Buona stampa.
Si potrebbe ritenere, quindi, che Formigoni faccia parte della schiera di coloro ai quali accadono le cose a loro insaputa; un gruppo che, in Italia, sembra piuttosto consistente, come ho già osservato.
Formigoni, infatti, sostiene di aver sempre rimborsato Daccò, il quale, però, evidentemente ha ri-rimborsato Formigoni senza che lui se ne avvedesse… No, forse le cose non stanno proprio così e, come sostengono Davide Carlucci e Piero Colaprico, di rimborsi non ce ne sono stati da parte di nessuno: pagava Daccò.
Io, su Formigoni, ho già dato. Sono  stanco, anzi addirittura disgustato, di dover ancora parlare di lui: mi auguro soltanto di vederlo finalmente dimettersi e liberarci dalla sua presenza oltraggiosa e dal suo umorismo altrettanto patetico delle scelte cromatiche dei suoi abiti. E soprattutto della totale mancanza di rispetto per l’opinione pubblica e per la stampa.
Anche questa esortazione, ne sono sicuro, non produrrà nessun effetto. Formigoni resterà alla guida della Lombardia, irriderà ancora al lavoro dei giornalisti e dei magistrati e prenderà in giro per l’ennesima volta gli italiani. I quali, però, per fortuna, avranno presto o tardi la possibilità di dimostrare cosa pensano di lui e lo sbatteranno fuori a pedate come merita. Forse il Presidente della Lombardia, troppo preso a coltivare le sue amicizie e pavoneggiarsi nelle sue giacche color salmone, non ha modo di vedere quel che succede nel paese. O magari lo vede e non lo capisce o pensa, ancora, di poter muovere certe leve per evitare di essere spazzato via. Se è così, oltre che un pessimo amministratore e un uomo mediocre, è anche un illuso.

venerdì 25 maggio 2012

Torniamo a parlare di schei


Mi tocca chiamare di nuovo in causa Monsignor Marcinkus. Ovunque egli si trovi ora, immagino, starà festeggiando il siluramento di Gotti Tedeschi, letteralmente cacciato in malo modo dalla Presidenza dello IOR, la cosiddetta Banca Vaticana, che ha già fatto parlare di sé anche troppo (e parecchio male) in passato.
Mi pare evidente che la lezione non sia servita a molto e che in Vaticano preferiscano muoversi nella nebbia piuttosto che alla luce di un limpido sole.
Affinché non pensiate ch’io parli a vanvera, vi rifilo un po’ di articoli, non sia mai che mi si accusi di fare affermazioni preconcette o prive di fondamento.
Cominciamo dal Financial Times, in apparenza asettico come sempre, ma non privo di una nota tagliente: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/72267d4c-a5d3-11e1-b77a-00144feabdc0.html#axzz1vra0nR6i.
Passiamo al Sole 24 Ore, con ben due articoli dello stesso autore, Carlo Marroni, il primo di cronaca, il secondo di analisi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-24/scontro-gotti-tedeschi-223337.shtml e http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-24/governance-curiale-soffre-profonda-223519.shtml?uuid=AbA4TthF.
E ancora, dal Corriere, il commento di Massimo Franco, che è un buon conoscitore di cose vaticane: http://www.corriere.it/economia/12_maggio_25/esito-conflitto-franco_3f51bba4-a63a-11e1-adca-f1e67e46c97e.shtml.
Chiudo con La Stampa, forse più prudente degli altri quotidiani nell’interpretare negativamente le dimissioni di Gotti Tedeschi: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/455589/.
Buona stampa. Altri commenti potrete trovarli da soli, la notizia ha ampio spazio nei giornali italiani e stranieri.
Continuando a parlare di denaro e banche, veniamo alla sempre interessante vicenda Ligresti-FondiariaSai-Unipol.
Il Sole 24 Ore ci informa che la famiglia che ha così oculatamente amministrato uno dei maggiori gruppi assicurativi del paese, trascinandolo sull’orlo del fallimento, potrebbe uscirne senza pagare il conto, come accade spesso in questo paese dove solo i citrulli si fanno prendere con le mani nel sacco.
In realtà, però, verrebbe quasi da dire che i Ligresti fanno bene ad approfittare ancora una volta della situazione: le loro mani stringono saldamente gli attributi (peraltro mediocri) dei migliori banchieri (si fa per dire) italiani. E questi grandi banchieri (sempre per dire), per non ammettere di essere degli inetti, proteggono le terga dei Ligresti insieme alle loro. Ecco il pezzo del 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-05-25/quei-milioni-salvare-ligresti-064216.shtml?uuid=Ab32MvhF&fromSearch.
Buona stampa.
E veniamo all’andamento della disponibilità di credito bancario per le imprese. Carlo Milani, sul sito LaVoce.info, ci offre un’analisi molto interessante (e maledettamente preoccupante) di come il sistema bancario italiano stia riducendo le risorse per le attività imprenditoriali, specie quelle di piccole e medie dimensioni. Anche la bibliografia dell’articolo merita un’attenta considerazione (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003089.html).
Buona stampa.
Mi vengono spontanee un paio di domande: secondo voi, il nostro sistema bancario potrebbe mettere a disposizione delle piccole e medie imprese maggiori fondi se non ne avesse prestati tanti a Ligresti? E possiamo davvero definire banchieri i signori che hanno concentrato enormi affidamenti in quell’unico cliente trascurando migliaia di aziende realmente meritevoli di credito?
Già che ci sono, mi voglio rovinare. Ecco un altro quesito. Non sono ancora sulla strada per Siena, ma mi sto avvicinando: in quale paese sarebbe ancora alla guida dell’associazione delle banche l’artefice del quasi tracollo di quella di cui è stato presidente?
Mi dicono che in Spagna, soprattutto in questi tempi così difficili, ci sia un signore, Emilio Botìn, uomo molto religioso, aderente all’Opus Dei e Presidente del Santander, il quale ogni mattina, al risveglio, prega affinché il Padreterno gli faccia trovare un altro come Mussari, il gigante della finanza che gli ha consentito di guadagnare 3 (TRE) miliardi di euro nel volgere di poche settimane. Tre miliardi di euro su un investimento di sei… Fede davvero incrollabile, ma non credo che Botìn sarà accontentato. Temo che neppure Dio possa compiere due volte un simile miracolo.
E chiudiamo con la Grecia. Sempre dal sito LaVoce.info, alcune riflessioni di Panunzi sulla ormai assai probabile uscita della Grecia dall’Eurozona (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003090.html).
Buona stampa.
Mi fermo, anche se avrei ancora un po’ di cose da dire, ma per oggi ho scritto anche troppo.

giovedì 24 maggio 2012

Il pesce iella


Proviamo a sorridere, anche se i motivi per farlo sono pochi.
Tra i pochi che vedo, una notizia relativa al povero Renzo Bossi, quello che si è laureato a sua insaputa, il quale sembra portare un po’ di iella. In Albania hanno deciso di bloccare per un anno le iscrizioni alla prestigiosa Università che ha rilasciato il non meno prestigioso titolo di studio al Trota, potete leggere il Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_24/berberi-renzo-bossi-inguaia-universita-di-tirana_d9c63f98-a563-11e1-8ebb-5d15128b15be.shtml).
Buona stampa.
Vien quasi da pensare che in Albania abbiano deciso di darci una lezione di serietà…
Ci sarebbero tante altre cose di cui parlare, ma finirei per occuparmi ancora una volta delle troppe nuvole che si addensano sopra le nostre teste e, invece, oggi preferisco fermarmi qui.

mercoledì 23 maggio 2012

Oggi si va all'estero


Buona stampa.
Nel frattempo, sempre il Financial Times, informa che JPMorgan, la banca con la puzza al naso che ha perso due miliardi (DUE MILIARDI) di dollari in manovre speculative sui derivati, ha assunto un ex alto funzionario della Securities and Exchange Commission (SEC), ossia l’organo di vigilanza dei mercati finanziari degli Stati Uniti, in pratica l’ente che, in questo momento, sta indagando proprio su quella perdita e su eventuali altre operazioni che possono comportare altre perdite. Il link è questo: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/90692236-a43f-11e1-84b1-00144feabdc0.html?ftcamp=published_links%2Frss%2Fcompanies_us%2Ffeed%2F%2Fproduct#axzz1vhYinUZk.
Buona stampa.
Dire che il Parlamento americano dovrebbe approvare in fretta le misure di controllo suggerite da Volcker è superfluo e, purtroppo, quasi certamente inutile. Pensate forse che istituzioni che possono permettersi di perdere miliardi di dollari in operazioni speculative abbiano problemi a tirar fuori qualche decina di milioni per attivare i più scafati e aggressivi lobbysti di Washington? Se la risposta è no, avete ragione. Una conferma la trovate in questo articolo di Bloomberg (http://www.bloomberg.com/news/2012-05-23/jpmorgan-joins-mf-global-in-lobbying-wins-that-backfire.html). Nel quale non si parla soltanto di banche…
Buona stampa.
Tutto questo accade mentre non si fa nulla per spegnere l’incendio che brucia nel cuore dell’Europa e c'è persino chi dice che la Grecia abbia meno di 48 ore per uscire dall'Unione Europea.
Come posso chiudere un post come questo se non con l’augurio di Edward R. Murrow?
Buona notte e buona fortuna.

martedì 22 maggio 2012

Solo faccende italiane


Oggi non sono del tutto d’accordo con Stefano Folli, le cui analisi, di solito, mi convincono interamente, mentre quella odierna (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-22/svegliamoci-063621.shtml?uuid=AbG5aLgF) si chiude con un'esortazione che non mi sembra di poter condividere: la società civile italiana è piuttosto sveglia e lo dimostra anche con le scelte elettorali che Folli stesso esamina con la consueta cura. In realtà il pezzo è scritto bene, però quella chiusa e quel titolo mi fanno arricciare il naso.
Quello “Svegliamoci” mi sembra un richiamo immeritato alla larga parte della popolazione italiana ben sveglia e ben stanca del comportamento della classe politica, la cui ineffabile inettitudine si certifica ogni giorno e viene gratificata dal successo elettorale del movimento di Beppe Grillo.
Stampa così e così. Ma è quasi buona stampa.
A proposito di Grillo, oltre ai dubbi già espressi nei giorni scorsi, da ieri ho un nuovo motivo di preoccupazione: nel corso della puntata di ieri sera di 8 e mezzo, Lilli Gruber ha citato Maria Stella Gelmini, la quale avrebbe detto che Grillo le ricorda in parte il Berlusconi dei primi tempi. Francamente, ammesso e non concesso che ci siamo veramente liberati di Berlusconi, non è che abbiamo bisogno di qualcuno che ci fa buttare via altri diciotto anni con fanfaronate e pinzillacchere… Speriamo che, come in altre occasioni, Gelmini non ci abbia azzeccato. Ribadisco: Grillo non è una risorsa. Lo sono certamente molti uomini e molte donne del suo movimento, ma lui non lo è affatto.
Ospiti di 8 e mezzo erano Rosi Bindi e Paolo Mieli. Vale la pena di ascoltare l’arroganza saccente con cui la Bindi commenta la vittoria di Pizzarotti a Parma e anche il commento di Mieli a queste valutazioni, non perderete più di una decina di minuti, ma ne vale la pena. Per recuperare la puntata il link è questo: http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50266793.
Buona stampa.
La Bindi parla come se lei fosse una degna erede di De Gasperi, invece, purtroppo per lei, ma soprattutto per noi, è una nana che ha ancora l’ardire di farsi vedere in giro dopo essere stata parte del direttivo della Margherita, ossia del direttivo del partito che aveva nominato Lusi proprio tesoriere. La Bindi fa politica da decenni e ha contribuito, anche come esponente di vari governi, a portarci dove siamo ora, perciò non ha nessun titolo per fare le lezioni a nessuno. E come ho già avuto modo di dire, farebbe meglio a togliersi di torno. Non abbiamo bisogno di lei come non ne abbiamo di Beppe Grillo.
Cambiando argomento, stendiamo un velo pietoso sull’inchiesta di Brindisi e su come la stampa e alcuni personaggi pubblici si sono comportati nei confronti dei presunti colpevoli dell’attentato. Adesso sono tutti a dar la colpa a internet e al fatto che spinga a dare in fretta le notizie e a esprimere le proprie opinioni in maniera immediata. Niente di più sbagliato. Il punto è che, di fronte a certe vicende, la prudenza dovrebbe essere la regola. Di mostri sbattuti in prima pagina la storia è piena da ben prima che fossero inventati i computer, quindi la colpa non è degli strumenti, ma delle persone che li usano e dal modo in cui vengono usati.
E per chiudere in bellezza in materia di informazione e nuove tecnologie, un commento di Aldo Grasso sul TG1: http://www.corriere.it/spettacoli/12_maggio_22/grasso-fil-di-rete_de50864e-a3cf-11e1-80d8-8b8b2210c662.shtml.
Buona stampa. Per Aldo Grasso ovviamente, non certo per il TG1, che mi pare fatichi a risollevarsi dopo qualche direzione non proprio di altissima qualità.

domenica 20 maggio 2012

Difficile tornare indietro


Sarei ancora per il silenzio, ma qualcosa bisogna pur dire o, meglio, leggere. Mi sembrano degni di attenzione, per motivi diversi, Michele Brambilla su La Stampa (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10124), l’editoriale di De Bortoli sul Corriere (http://www.corriere.it/editoriali/12_maggio_20/dolore-impegno-de-bortoli_410594f4-a241-11e1-bfa6-752e370d244b.shtml) e questo pezzo di Carlo Galli da Repubblica (http://www.repubblica.it/rubriche/la-parola/2012/05/19/news/la_bomba-35488956/?ref=HREA-1).
Buona stampa. Del tutto inutile, temo. Quando in un paese esistono persone che arrivano a compiere un gesto di così inumana empietà, mi sembra che si sia valicato un limite, che si sia raggiunto un punto dal quale è difficile tornare indietro.

giovedì 17 maggio 2012

Aria romana a Londra?


Oggi ci sarebbe da mettere molta carne al fuoco, ma forse è meglio concentrarci.
Cominciamo dal Regno Unito e dal Financial Times, che riporta alcune opinioni sul futuro dell’Eurozona del Primo Ministro Cameron e del Cancelliere dello Scacchiere Osborne (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/2479afa0-9f67-11e1-a255-00144feabdc0.html#axzz1v6wGqFsn).
Buona stampa.
La mia, direi congenita, simpatia per i sudditi di Sua Maestà (cui auguriamo lunghissima vita perché gli eredi mi sembrano così e così) non m’impedisce di vedere nell’atteggiamento inglese verso la Ue e l’Eurozona motivi per sospettare, come molti osservatori più esperti di me, che il Regno Unito abbia sempre sfruttato tutte le opportunità e tratto tutti i vantaggi dall’appartenenza all’Ue, salvo poi frenare ogni vero processo d’integrazione o rimanerne estraneo. Il che rende persino un po’ irritanti le considerazioni di Cameron e Osborne, i quali, tra l’altro, si guardano bene dal ricordare quanto le istituzioni finanziarie con sede a Londra abbiano contribuito alla crisi finanziaria che stiamo vivendo e continuino ad alimentarla con notevole perseveranza. Istituzioni finanziarie che, contrariamente a quanto auspicato dagli altri paesi dell’Unione Europea, il Governo di Sua Maestà vuole proteggere sia da misure di controllo più rigide sia da nuove forme d’imposizione fiscale volte a rendere meno attraenti le operazioni maggiormente speculative.
Se poi pensiamo all’amicizia di Cameron con Rebekah Brooks viene quasi da sospettare che i virus italiani si siano diffusi anche a Westminster e Downing Street.
Sempre in tema di crisi del debito e di Eurozona, oggi sul 24 Ore c’è un pezzo di Carlo Bastasin che trovo interessante, ma che, nello stesso tempo, mi sembra aspirare ben oltre quello che ci possiamo aspettare dalla Germania, soprattutto dopo anni nei quali le esortazioni provenienti da quasi tutto il mondo si sono scontrate contro la più teutonica ostinazione e sono scivolate via sulla più sconcertante inerzia della classe politica europea. Questo il link all’articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-17/signora-merkel-basta-bluff-063615.shtml?uuid=Abp8qjdF.
Stampa così e così. Principalmente perché parlare di bluff di fronte al rigore della Merkel mi pare un po’ azzardato.
Venendo a faccende italiane, il buon Lusi (il gentiluomo che “amministrava” i fondi della Margherita) sembra aver deciso di seguire, almeno in parte, gli insegnamenti dei terroristi suicidi: si è stretto una fascia di esplosivo speciale attorno alla pancia e l’ha fatta brillare così da spargere sostanze maleodoranti qua e là.
Tutti i quotidiani ne parlano, vi rimando a Libero (http://www.liberoquotidiano.it/news/home/1016285/Lusi---Ho-dato-soldi-a-Renzi--proteggevo-Rutelli-.html) perché, ovviamente, è anche più pungente degli altri. Voi, però, potete anche cercare altrove.
Adesso, quelli che Lusi ha coinvolto, sono tutti arrabbiati, protestano la propria innocenza e minacciano querele. Aspettiamo e vediamo: in questo paese, purtroppo, alla fine di tante storie si scopre che i colpevoli erano innocenti e gli innocenti erano colpevoli.

mercoledì 16 maggio 2012

Ancora saltellando qua e là


Oggi, sul Sole 24 Ore, Morya Longo offre un’interessante analisi dei bilanci delle banche, mettendo in rilievo come ci sia poco da stare allegri sia in Italia sia negli altri principali paesi europei (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-15/banche-conti-aperti-mattone-232000.shtml?uuid=AbCWFEdF).
Buona stampa.
La situazione, probabilmente, è anche peggiore negli Stati Uniti, in conseguenza dell’abrogazione del Glass-Steagal Act, la legge che imponeva la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento. Come spiega anche una breve intervista a Jody Vender pubblicata oggi dal Corriere della Sera (non disponibile on line), nella quale si ribadisce la necessità che le banche tornino a svolgere il proprio mestiere originale, ossia quello di trasferire denaro da chi lo risparmia a chi ne ha bisogno per i propri investimenti (produttivi, non speculativi).
Buona stampa.
Che l’esortazione di Vender, che è anche la mia, trovi ascolto, francamente mi pare difficile. Non accadrà certamente in assenza di un intervento legislativo: da sole, le banche continueranno a fare quello che hanno fatto negli ultimi dieci anni, ossia cercare, sia pure in misura diversa nei vari paesi, di massimizzare i guadagni con operazioni ben differenti, e assai più pericolose.
E veniamo alla vicenda del gruppo Murdoch nel Regno Unito. Rebekah Brooks è stata rinviata a giudizio e il processo per le intercettazioni e le connivenze politiche inizierà a giugno. Mi piace l’articolo di Fabio Cavalera sul Corriere della Sera, ma anche questo non è ancora disponibile sul sito del quotidiano.
Buona stampa.
La cosa interessante è che il responsabile della pubblica accusa (Crown Prosecution Service) ha illustrato i suoi argomenti in diretta televisiva. La Brooks si è lamentata del trattamento, definendo ingiusto questo modo di procedere dell’accusa.
A me pare, invece, ridicolo che Rebekah Brooks si lamenti dell’accaduto: lei fa parte di una generazione di giornalisti pronta a tutto pur di realizzare un presunto scoop. Certo, anche lei è innocente sino a prova contraria. Tuttavia è ormai piuttosto chiaro che nel gruppo Murdoch qualcosa avveniva in modo non proprio limpido, tant’è che hanno rinunciato alla fusione tra News Corp. e BSkyB e che James Murdoch ha lasciato quasi tutti gli incarichi rilevanti.
Inoltre, e qui il discorso si allarga anche al nostro paese, trovo ridicolo che ci sia chi, ben contento di essere oggetto dell’attenzione dei media quando ne trae vantaggio, si lamenti quando quegli stessi mezzi di comunicazione si occupano di vicende che, per così dire, ne mostrano il lato meno positivo.
Detto in altri termini, quando sento parlare, soprattutto da parte dei politici, di “processi mediatici”, mi prudono le mani: quelli passerebbero anche sul cadavere della madre pur di andare a strillare da Vespa o da Floris o in qualsiasi altra trasmissione televisiva, poi però, quando li scoprono con le dita sporche di marmellata e la stampa parla dei loro misfatti, si lamentano perché, a loro dire, vengono processati sui giornali. Chissà perché mi tornano in mente zu Guttenberg, Wulff e Huhne?
Chiudo con un'altra domanda. Scommettiamo che, se nel corso del processo verranno confermati i comportamenti non proprio limpidi di parecchi politici inglesi, li vedremo abbandonare i loro incarichi con la massima rapidità?

martedì 15 maggio 2012

Ancora sull'euro

Più o meno mentre pubblicavo il post precedente, sul sito LaVoce.info appariva un ottimo articolo di Angelo Baglioni che analizza la questione greca da un punto di vista diverso rispetto a quello del 24 Ore. Vale la pena di leggerlo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003066.html.
Buona stampa.

Un milione di dollari


Vista l’aria che tira, meglio iniziare con un pezzettino divertente: Dominique Strauss-Kahn ha fatto causa per danni alla cameriera dell’albergo di New York che lo aveva denunciato per violenza, denuncia poi ritrattata. La notizia la potete leggere sul sito di Repubblica (http://www.repubblica.it/esteri/2012/05/15/news/dsk_diallo-35188199/?ref=HREC1-11).
Buona stampa.
Non metto in discussione la legittimità della scelta dell’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, mi chiedo solo come pensa di poter ottenere un milione di dollari da un’immigrata africana che faceva le pulizie al Sofitel di Manhattan. E a cosa gli serviranno, sempre che riesca a farseli dare tutti questi dollari? Strauss-Kahn ha occupato per diversi anni una posizione ben retribuita e di grande prestigio, mi sembra improbabile che gli serva il milione di dollari della Diallo. E mi pare assai improbabile che lo possa mai riscuotere. Ripeto, più che lecito far causa, ragionevole, francamente, non direi, anche perché Strauss-Kahn ha dimostrato di preoccuparsi assai poco della sua reputazione, come provano le sue vicende processuali in Francia.
Veniamo a un argomento assai meno divertente, anzi, molto preoccupante: l’incapacità dei partiti greci di trovare un accordo per formare un nuovo governo. Ne parlano tutti i quotidiani e ci sono commenti d’innumerevoli opinionisti, perciò non ho molto da aggiungere, se non ribadire il mio sconcerto di fronte all’incapacità della classe politica, in quasi tutti i paesi dell’Unione Europea, di avere una visione di lungo termine e di non basarsi su considerazioni di puro vantaggio elettorale a breve termine.
Anche a non voler considerare le conseguenze per i paesi (tra i quali anche l’Italia) maggiormente esposti al rischio di contagio (che di fatto si è già ben diffuso e che si fa sentire), l’incapacità dei partiti greci di trovare un accordo mi sembra un azzardo pericolosissimo, presumibilmente dettato dalla speranza di poter seguire un percorso diverso da quello prescritto da Ue, BCE e FMI o di rinegoziare le condizioni dell’accordo sottoscritto qualche mese fa. Peccato che, se realmente proveranno a tirare la corda, difficilmente otterranno qualcosa e se, come molti danno per scontato, usciranno dall’eurozona, per la Grecia le prospettive saranno ben peggiori di quelle attuali, già indubbiamente gravissime. Lo spiega un articolo del Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-05-15/grecia-lascia-euro-costi-110520.shtml).
Buona stampa.

sabato 12 maggio 2012

Fosse nata in Germania...


Cosa vuol dire nascere in un paese piuttosto che in un altro…
Pensate alla malasorte di Karl-Theodor zu Guttenberg (http://it.wikipedia.org/wiki/Karl-Theodor_zu_Guttenberg). In sintesi: nato in Germania da una famiglia le cui origini si perdono nella notte dei tempi, nel 2009 diventa Ministro della Difesa. Poi si scopre che ha copiato parte della tesi di dottorato e, per effetto anche dell’azione della stampa, è costretto a dimettersi. Lascia non solo la politica, ma anche il paese e si trasferisce negli Stati Uniti, facendo perdere le sue tracce.
Fosse nato in Italia, pover’uomo…
Avrebbe potuto sostenere di aver copiato la tesi a sua insaputa e sarebbe ancora al suo posto.
Mi piace proprio questa faccenda delle persone cui accade di tutto a loro insaputa. Comprano una casa e gran parte del prezzo viene pagata a loro insaputa. Si laureano in un altro paese a loro insaputa. Spariscono dai conti del partito di cui sono i capi milioni di euro a loro insaputa. Basta, vero? Meglio fermarsi qui. Avete senz’altro capito il concetto. E poi, in realtà, non è di questo che volevo parlare.
Torniamo a Karl-Theodor zu Guttenberg e alle sue dimissioni. Allora, in Germania se uno copia la tesi di dottorato viene costretto a lasciare la vita politica e, se ha ancora un po’ di dignità, decide di andarsene abbastanza lontano e di farsi dimenticare. Certo, questa scelta è più facile per chi può contare sulle relazioni che derivano da una storia familiare quasi millenaria e, presumo, su qualche euro in tasca, ma il punto è che, in patria, uno si vede la terra bruciata attorno e capisce che, quando si guarda allo specchio, deve provare almeno un po’ del disgusto suscitato nei suoi concittadini.
Qui le cose vanno ben diversamente. E la colpa è anche della stampa. Ve ne fornisco una prova. Un’ulteriore prova, visto che ne ho parlato già in più occasioni.
Ieri sul Corriere della Sera c’era un’intervista a Daniela Santanchè di Fabrizio Roncone (http://www.corriere.it/politica/12_maggio_11/santanche-si-potrei-candidarmi-io-premier-fabrizio-roncone_739b858c-9b29-11e1-81bc-34fceaba092f.shtml).
Mala stampa.
Sorvoliamo, o quasi, sul contenuto politico: vero che Santanchè ha un’idea tutta sua di come si fa il Presidente del Consiglio, ma credo sia un’idea largamente non condivisibile (e non condivisa) e qui mi fermo.
Verrei, invece, a come fa il suo lavoro Roncone, di cui pure ho apprezzato il pezzo su Roma della scorsa settimana e, in passato, altre interviste. Intendiamoci: credo sia praticamente impossibile avere un dialogo normale con Santanchè, tuttavia Roncone non è di primo pelo e solitamente tira fuori le unghie. Non mi sembra che lo abbia fatto in questa occasione. Come si può permettere all’intervistato di sfuggire al peso delle proprie affermazioni semplicemente sostenendo che sono vecchie di un mese? E’ una grave mancanza, soprattutto da parte di un giornalista esperto, ormai firma prestigiosa del maggiore quotidiano italiano.
La colpa più grave, tuttavia, sta in questo (e torniamo a zu Guttenberg): Santanchè, quando faceva parte dell’ultimo Governo Berlusconi, aveva indicato proprio sul sito del Governo di aver conseguito un Master presso l’Università Bocconi, titolo di studio sul quale vennero sollevati dubbi e, per quel che parve di capire, si dimostrò che si trattava di un corso finanziato dal Fondo Sociale Europeo come se ne organizzano, ovunque in Italia, svariate centinaia ogni anno e con caratteristiche e contenuti difficilmente paragonabili a quelli di un vero Master (http://archiviostorico.corriere.it/2011/marzo/24/Ecco_corso_della_Santanche_alla_co_9_110324017.shtml e
http://www.corriere.it/politica/11_marzo_22/santanche-bocconi-oggi_3ea66fe2-54a1-11e0-a5ef-46c31ce287ee.shtml). La cosa morì lì e nessuno andò a chiedere a Santanchè di mostrare, come aveva promesso, il benedetto diploma (usa così in Italia: nessuno, salvo La Repubblica, ha chiesto a Formigoni le distinte dei rimborsi a Daccò).
Al posto di Roncone, però, pur consapevole dei rischi che avrei corso, mi sarei permesso di proporre a Santanchè di confrontare il suo caso con quello di zu Guttenberg e di suggerire che, forse, candidarsi a Presidente del Consiglio non è opportuno.

Ombre


La vicenda di JPMorgan continua a occupare le prime pagine di molti giornali e a concentrare l’attenzione di numerosi opinionisti di rilievo, come Donato Masciandaro che, sul Sole 24 Ore di oggi, affronta la questione dal punto di vista dei gravissimi rischi connessi all’espandersi del sistema finanziario ombra (in inglese shadow banking: io non sono esterofilo, ma in questo caso mi sembra che sia più efficace). Il link all’articolo è questo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-12/finanzaombra-suoi-fantasmi-081023.shtml?uuid=AbxBoRbF.
Buona stampa. Anche perché conferma alcune mie osservazioni di ieri…
Sono andato a cercare la relazione della BCE di cui Masciandaro parla nell’articolo e l’ho già scaricata. E’ in inglese e lunga quasi 40 pagine, visto che domani il tempo dovrebbe essere molto brutto credo di aver trovato come occupare qualche ora. Se siete curiosi anche voi, l’indirizzo per scaricare il documento è questo: http://www.ecb.int/pub/pdf/scpops/ecbocp133.pdf.

venerdì 11 maggio 2012

Un po' di qua e un po' di là


Caviamoci questo sassolino dalla scarpa: il nuovo aeroporto Willy Brandt di Berlino verrà aperto con ulteriore ritardo e Angela Merkel sembra sia piuttosto infuriata. Intendiamoci, da noi le cose vanno peggio, però…
Per saperne di più, ecco la corrispondenza di Alessandro Merli per il Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-11/berlino-decolla-nuovo-aeroporto-064026.shtml?uuid=AboVMsaF&fromSearch).
Buona stampa.
Sul sito LaVoce.info Bordignon e Galasso, in base all’analisi dell’elettore tipo del Movimento 5 Stelle, criticano il Presidente della Repubblica Napolitano che, come saprete, ha cercato di sminuire il valore del risultato elettorale del “partito” di Grillo (http://www.lavoce.info/articoli/-300parole/pagina1003063.html).
Stampa così e così.
Lo dico perché capisco il punto di vista dei due autori, ma credo che il tema non vada affrontato in modo così sintetico: la qualità degli elettori del Movimento 5 Stelle non può, infatti, far dimenticare la quantità di sciocchezze e di vere e proprie assurdità che il comico genovese ha saputo distribuire nella sua (troppo lunga) presenza pubblica. Abbiamo bisogno di altro per risolvere i tanti nostri gravissimi problemi. Sicuramente alcune delle persone candidate dal Movimento 5 Stelle potranno essere ottimi amministratori locali e, in futuro, ottimi parlamentari, migliori dei tanti men che mediocri figuri inflittici dai partiti, ma la veemente indole polemica di Grillo, quasi sempre irrimediabilmente sterile, non mi sembra affatto una solida base su cui costruire. Sarebbe stato meglio se Bordignon e Galasso lo avessero ricordato.
Ritornando al post precedente, sulla strada per Siena, prima o poi, m’incamminerò. Lo farò quando si saranno placati i fortunali scatenati sul Monte Paschi dall’inchiesta di Report e dalle indagini della Procura della città toscana. Intanto giova ricordare che vicende come quelle della banca più vecchia del mondo così come quelle di JP Morgan devono preoccuparci per tante ragioni, di tipo anche assai diverso. C’è, però, un motivo fondamentale, e comune, per essere in apprensione: entrambe le vicende mostrano come le banche si siano sempre più allontanate dalla loro natura e dalla loro funzione, sacrificando con ciò la loro capacità di sostenere l’economia reale, quella che crea lavoro e ricchezza. Per questo è essenziale che si prendano misure capaci di contrastare questa deriva.

Speriamo si diano una mossa


Non è mia abitudine gioire per le vicende sfortunate di qualcuno e non intendo venire meno a questa regola. Non posso, tuttavia, evitare di condividere con voi una notizia che, pur senza rendermi felice, mi appare positiva. Il Financial Times segnala che JPMorgan Chase, una della maggiori banche del mondo, oltre che una delle più spocchiose (insieme a Goldman Sachs), ha subito una perdita di 2 miliardi di dollari in operazioni sui mercati dei derivati (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/828376bc-9ae4-11e1-94d7-00144feabdc0.html#axzz1uPGENVKf).
Buona stampa.
Dico che è una notizia positiva perché, forse, riuscirà infondere maggiore coraggio in chi, negli Stati Uniti come in Europa e altrove, è chiamato a definire le norme cui le banche devono attenersi nell’operare sui mercati finanziari (negli USA qualcosa, poco per la verità, si è mosso grazie all’ex Presidente della Federal Reserve, Paul Volcker, consulente di Obama, citato nell’articolo).
C’è molto da fare e mi auguro vivamente che questa perdita, le cui dimensioni sono enormi anche per un colosso come JPMorgan, inducano i politici a tirare la testa fuori dalla sabbia e a muoversi perché se persino una delle maggiori banche del mondo, probabilmente dotata di sistemi di controllo interno ben strutturati (anche se non efficaci come dimostra questa vicenda), può subire una perdita di simili dimensioni, vengono i brividi a pensare quel che può nascondersi nei bilanci di banche in mano a gente più disinvolta di Dimon.
E, per carità di patria, ancora per qualche giorno mi terrò lontano dalla strada per Siena.

giovedì 10 maggio 2012

Gente che cambia idea


Non si deve cedere alla tentazione di sopravvalutare i timidissimi segnali che provengono dalla Germania e che parrebbero indicare una correzione di rotta rispetto al rigore ferreo imposto ai partner dell’eurozona. Considerando i tempi della politica europea, in ogni caso, ci vorranno parecchi mesi prima che questo eventuale mutamento di atteggiamento si traduca in fatti concreti e, quindi, si possano generare i benefici che sarebbe lecito attendersi da un'attenuazione della drastica disciplina di bilancio fin qui pretesa da Angela Merkel.
Ad ogni modo, piuttosto che segnali di un ulteriore indurimento, meglio questi di cui ci informa il Financial Times: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/54fa4006-99ed-11e1-accb-00144feabdc0.html#axzz1uPGENVKf.
Buona stampa.
Passando alle questioni italiane, a quanto pare anche Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera che ha lungamente negato l’evidenza della crisi della politica nostrana e che sosteneva la mancanza di fondamente della cosiddetta antipolitica, ha aperto gli occhi e ha visto che i partiti stanno facendo esattamente il contrario di quel che dovrebbero fare (http://www.corriere.it/editoriali/12_maggio_10/elezioni-amministrative-partiti-Romano_ba522f92-9a5e-11e1-9cca-309e24d49d79.shtml).
Non faccio per vantarmi, ma certe cose mi sembra di averle scritte con qualche mese di anticipo rispetto a Sergio Romano. E ho segnalato tanto articoli, anche dal Corriere stesso, in cui si criticava ben prima e ben più nettamente l’azione (meglio: l’inazione) dei partiti. Questo spiega il giudizio.
Mala stampa.
Se fossi cattivo, mi chiederei come mai il Corriere della Sera ritiene utile pagare uno stipendio, che immagino sia abbastanza consistente, a un signore di oltre ottanta anni che, come provano le sue noiose e petulanti risposte ai lettori, è molto più portato per l’aneddotica che per la storia. Io, però, sono buono e certe domande non le faccio...

mercoledì 9 maggio 2012

Se Atene piange, Roma non ha nulla da ridere


Com’era previsto, le elezioni politiche in Grecia, il cui esito accentua instabilità e incertezza, hanno suscitato reazioni pesanti sui mercati, non solo su quello di Atene. Il voto rilancia l’ipotesi che il paese possa uscire dall’Unione Europea (apparentemente la sola via per uscire dall’euro e tornare a una moneta nazionale). A questo tema il Sole 24 Ore ha dedicato ampio spazio sia ieri che oggi. Partiamo dall’analisi della possibile uscita di Atene dall’Unione Europea svolta da Vito Lops consultando diversi esponenti del mondo bancario e finanziario (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-05-09/cosa-succede-grecia-esce-122324.shtml?uuid=AbgZdzZF).
L’articolo è interessante. Buona stampa.
L’immagine che si ricava dei cosiddetti esperti, però, mi sembra decisamente sconcertante. Che possano formulare previsioni diverse, ovviamente, non stupisce. Suscita perplessità, parecchia perplessità, il fatto che i dati su cui fondano le loro affermazioni siano spesso in contraddizione. Forse non sono poi così esperti, ma siccome l’importante è parlare, non dire cose sensate, parlano anche di quello che non conoscono o conoscono poco. E poco importa delle possibili conseguenze delle loro affermazioni.
Verrebbe da sorridere se non fossero i signori che gestiscono i risparmi di molti italiani.
Tornando alla politica greca, sembra che si dovranno tenere presto nuove elezioni perché da quelle di domenica è uscito un quadro troppo frammentato, tale da impedire la formazione di un governo.
A leggere i resoconti di Vittorio Da Rold, inviato del 24 Ore, non si può certo indulgere all’ottimismo, dal momento che sembrano prevalere atteggiamenti poco o nulla responsabili, volti esclusivamente a ottenere qualche consenso in più quando, probabilmente tra poche settimane, si voterà di nuovo. Ecco il pezzo di oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-08/recia-tsipras-troika-nulli-214813.shtml?uuid=Ab0RAnZF.
Buona stampa.
Oltre a pensare con preoccupazione e con tristezza al destino dei greci, leggere articoli come questo mi fa inorridire perché si fa sempre più fatica, ovunque si volga lo sguardo, a vedere politici capaci di operare con una visione strategica, di ampio respiro, non dettata da obiettivi elettorali di brevissimo termine.
Ogni riferimento a personaggi reali italiani è puramente voluto.

martedì 8 maggio 2012

I frenatori


La Lettura, il supplemento domenicale del Corriere, del 6 Maggio ospitava un’interessante intervista al fondatore di Amazon, Jeff Bezos (http://lettura.corriere.it/jeff-bezos-%C2%ABil-futuro-e-dei-lettori-e-degli-autori-gli-editori-devono-sudare%C2%BB/).
Buona stampa.
Il pezzo consente di conoscere meglio uno dei pochi veri geniali imprenditori che hanno saputo sfruttare il grande potenziale d’internet.
Quello, però, che mi piace parecchio è la citazione, da parte di Serena Danna, l’intervistatrice, di una frase che mi sembra utile riportare, così che anche chi non ha voglia di leggere l’intero articolo possa appuntarsi queste parole di Clay Shirky: “Le istituzioni tendono a preservare i problemi per cui sono loro stesse la soluzione»”.
Mi sembra un aforisma di notevole saggezza e, non credo di sbagliare, si adatta piuttosto bene a interpretare la realtà politica italiana attuale.
E si adatta alla grande maggioranza delle burocrazie, che sono ovunque un freno al cambiamento, ma lo sono tanto di più là dove, come in Italia, il cambiamento comporterebbe la fine di tantissimi privilegi. Non pensate, però, soltanto ai burocrati ministeriali (sui quali torniamo tra un attimo): anche le cosiddette parti sociali, organizzazioni sindacali e imprenditoriali, si oppongono a gran parte degli interventi che potrebbero intaccare le loro “rendite di posizione”. Sia i singoli sia le imprese sono costretti a rivolgersi ai loro sedicenti rappresentanti per poter adempiere tutta una serie di obblighi di legge che in altri paesi si possono semplicemente soddisfare sedendosi davanti al computer e collegandosi ai siti delle pubbliche amministrazioni. E i loro sedicenti rappresentanti si fanno pagare, anche profumatamente, per questo “servizio” che, nei fatti, è una sorta di tassa privata garantita dall’inefficienza e/o dalla connivenza dello Stato.
C’è da fare tanta pulizia anche in quelle organizzazioni, però dubito che si riuscirà a farlo perché, come ho osservato già altre volte, manca la volontà persino nel Governo Monti. La prova più recente viene dall’accordo tra Ministero della Funzione Pubblica e sindacati sul pubblico impiego. A riguardo vi suggerisco un pezzo di Luigi Olivieri da LaVoce.info (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003054.html).
Buona stampa.
Francamente non mi stupisce poi tanto che succeda quanto Olivieri descrive con chirurgica precisione. Volete che un signore come Patroni Griffi non abbia accumulato una bella quantità di debiti di riconoscenza nella sua lunga carriera? Pensate davvero che possa essere arrivato dove è arrivato senza aver avuto il sostegno o la benevola indifferenza di coloro con i quali ha concordato questa possibile riforma?
E sì, con certi tecnici, se continuano così, finiremo per rimpiangere persino quei cialtroni dei politici.

venerdì 4 maggio 2012

Ci sono anche buone notizie

Non sia mai che mi si possa rimproverare di nascondere una notizia positiva sul nostro paese. L'Italia può vantare ottime condizioni per quel che riguarda il sistema sanitario: lo sostiene, dati alla mano, Vittorio Mapelli sul sito LaVoce.info (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003051.html).
Buona stampa.
In base alle mie esperienze personali non ho nulla da obiettare, anzi, almeno per quel che riguarda la zona in cui risiedo, ritengo che le strutture sanitarie pubbliche siano piuttosto efficienti, forniscano prestazioni di ottima qualità e abbiano tempi di attesa sostanzialmente ragionevoli. Avrei, però, qualche riserva sulla mentalità di coloro che guidano le nostre Aziende Sanitarie: non c'è dubbio che facciano bene a razionalizzare le procedure per ridurre i costi, ma questo mi sembrerebbe ancor più giusto e accettabile se non si accompagnasse alla realizzazione di sedi che, non di rado, hanno caratteristiche esageratamente lussuose.
Non vorrei essere frainteso: sono il primo a ritenere opportuno che gli ospedali siano ambienti accoglienti e gradevoli, diversi da quelli cupi e deprimenti che, anche ora, si vedono in molte nostre città. Mi convince meno la scelta di realizzare edifici esageratamente ricercati e ambienti, come certe hall, che, quanto a scelta dei materiali, fanno impallidire qualche hotel a cinque stelle. Non si potranno definire sprechi, ma non mi sembrano neppure un'allocazione ideale delle risorse.

La faccia di bronzo e lo studente modello


A tre giorni di distanza dall’articolo di Roncone sul degrado di Roma, ovviamente, della cosa non si parla più. Come volevasi dimostrare…
Il famoso immobiliarista gentiluomo Lusi definisce “abnorme” che la Procura della Repubblica di Roma chieda il suo arresto per aver fatto svanire oltre venti milioni di euro di contributi pubblici ricevuti dalla Margherita, il partito di cui era tesoriere.
Ho già detto altre volte che, se non fossimo diventati peggio della più scalcagnata repubblica delle banane e non avessimo istituzioni pubbliche il cui ruolo e il cui decoro sono sviliti giorno dopo giorno da chi ne fa parte e da chi le presiede, Lusi sarebbe già stato buttato fuori dal Senato e chiuso in carcere, che è il luogo in cui vanno messi tutti i farabutti, sia quelli (poco farabutti) che rubano le mele, sia quelli (molto farabutti) che si fregano milioni e milioni di euro.
E mi fa indignare, per questo non do il link, che il Corriere della Sera dedichi tempo e spazio alle farneticazioni di questo figuro disgustoso (degno dei figuri disgustosi che hanno pensato bene di affidargli l’incarico di tesoriere e adesso fanno finta di niente). Mi sembra un’ulteriore dimostrazione che, anziché avviarci, sia pure lentamente e a fatica, verso la riconquista della dignità, procediamo con falcate decise verso un futuro nel quale, infine, questa putrida classe politica (con il sostegno di una stampa in buona parte dimentica del proprio ruolo) ci farà uscire per sempre dal novero delle nazioni civili.
Volete una prova? Proprio il Corriere della Sera ha deciso di indicare ogni giorno quanto tempo è passato dalla data in cui le Camere avrebbero dovuto prendere le misure necessarie a contenere i costi della politica. Per l’esattezza c’è una finestrella grande come un necrologio che dice: “Politica e trasparenza, +28 Giorni dall’impegno dei presidenti delle Camera per la riforma del finanziamento ai partiti”.
Bene, sapete a che pagina la trovate oggi? A pagina 11. Pensate che in Germania, quando Bild e gli altri giornali tedeschi volevano scoprire la verità sui rapporti tra Wulff e i suoi amici imprenditori, relegassero la notizia così avanti nel giornale? Io ne dubito. E dubito anche che, mentre il nostro paese sta consumando anche le ultime possibilità di rimettersi in sesto per l’arrogante indifferenza di politici che non sanno interessarsi ad altro che il proprio personale tornaconto, sia giusto che i maggiori quotidiani dedichino ampio spazio alle vicende di letto di una tale che, ovviamente, è venuta qui a cercare (e purtroppo trovare) il successo. Se si fosse trasferita in Francia o negli Stati Uniti, altro che in televisione avrebbe fatto carriera con le sue doti…
Chiudiamo con un sorriso, anzi con una vera e propria risata, quella che suscita leggere della laurea albanese del Trota: ne parlano tutti i giornali, vi segnalo soltanto il pezzo del Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-03/renzo-bossi-laureato-tirana-160719.shtml?uuid=AbdnO8WF), per gli altri fate da soli.
Buona stampa.