giovedì 28 marzo 2013

Mirabolante sciocchezzaio


Non avevo voglia di commentare il tentativo di formare il governo dello smacchiatore di giaguari. Rischiavo, come sempre, di dire quello che penso e, nel farlo, sapevo che avrei violato le regole… Niente da fare, non posso trattenermi.
Quello che penso è che Viavà Bersani ha fatto perdere al paese una settimana e ancora ha la sfrontatezza di sostenere che non rinuncia.
Non rinuncia a che cosa? Ad andare davanti ai microfoni per stillare nuove, immaginifiche CAZZATE (lo so, ho violato la regola, ma anche Viavà ha superato ogni limite). Mi scuso per la volgarità e anche per questo attacco personale allo smacchiatore di giaguari. Non è giusto prendersela soltanto con lui. No, la patetica farsa di cui lui è il primo attore conta su svariati comprimari di livello fors’anche peggiore; uomini che, giusto per fare due nomi pesanti, si chiamano D’Alema (lo Stalinuccio di Gallipoli, sempre pronto a tramare nell’ombra e ad architettare ardite costruzioni politiche destinate a durare il tempo di un’alba o di un tramonto all’equatore) e Fassina (io vado a pelle: lo trovo irrimediabilmente fazioso e anche pittosto ripugnante).
Viavà, lo Stalinuccio, il ripugnante e l’allegra brigata, nascondendosi dietro a una vittoria che non è tale e che, comunque, si basa su una legge elettorale definita, cautamente, Porcellum, hanno cercato di preservare se stessi, di costruire le condizioni per tentare di venir fuori alla meno peggio da ogni esito dell’incarico conferito da Napolitano e di continuare a combattere la loro grottesca battaglia contro il tizio decrepito, ma non contro i mali del paese, buona parte dei quali costituiscono la spina dorsale del potere del Pd.
Se proprio vuol pettinare le bambole (copyright Crozza), Viavà lo faccia a casa sua, in compagnia dei suoi mentori e consiglieri. L’Italia ha già dato anche troppo a loro come al tizio decrepito e anche allo psiconano+barba-Mediaset. Abbiamo bisogno di gente che si preoccupi di rinnovare il sistema e di liberarlo da tutti i parassiti che si sono sviluppati al suo interno in decenni. E che lo faccia seriamente, passo dopo passo, con attenzione e con equilibrio, con lungimiranza e con rispetto per gli italiani, per tutti gli italiani e, soprattutto, per i più giovani.
Ieri Mario Monti, nel rispondere alla Camera alle interrogazioni sulla vicenda dei due Fucilieri di Marina, ha detto che aspira a essere “sollevato dalla responsabilità” del governo. Forse ha calcato la mano, però lo capisco. Chiunque, dopo un’esperienza come la sua, durante la quale, con non pochi errori, ma con impegno e onestà che non si vedevano da quel dì, ha cercato di mettere in moto un processo di cambiamento, chiunque, al posto suo, non vedrebbe l’ora di lasciare. Posso sbagliare, ma il significato delle sue parole è quello di richiamare quelli che si considerano leader ai propri doveri.
Vox clamantis in deserto.
Buona notte e buona fortuna. Che altro posso dire?

mercoledì 27 marzo 2013

Sincero sollievo


Cominciamo con una notizia rassicurante: non dobbiamo preoccuparci per i parlamentari, non rieletti o non ricandidati, che non hanno trovato anche in questa legislatura un seggio alla Camera o al Senato. Il Sole 24 Ore ci offre qualche dettaglio riguardo alle loro prospettive:
Buona stampa. Trovo anche rassicurante che il povero Fini continui per altri 10 (DIECI) anni a beneficiare di buona parte dei privilegi di cui godono (chissà quanto meritatamente?) gli ex Presidenti dei due rami del Parlamento Italiano. Spero proprio che, in preda a qualche assurdo impeto francescano, lui e Casini, ma anche Bertinotti o Pera, non si sognino di seguire l’esempio di Grasso e della Boldrini. Non vorrei mai che decidessero spontaneamente di rinunciare in tutto o in parte a vantaggi che SI sono assegnati. Lo troverei, come dire?, deprimente… tutta una vita dedicata al servizio del paese, senza nessun tornaconto personale, e poi, nel momento della dolorosa separazione dal compito pubblico svolto con tanto impegno (un paio di giorni la settimana per pochi mesi l’anno), rinunciare alla giusta ricompensa, appena un po’ superiore a quella che spetta a qualsiasi comune cittadino. Andiamo, basta con questi luoghi comuni dell’antipolitica!
E’ un gran sollievo che almeno Schifani sia stato rieletto e possa spostare in là il momento del ritorno alla vita normale, quella in cui non potrà più esprimere pienamente le doti di uomo straordinariamente attento al bene della collettività, così sopra le parti da non aver mai espresso nessuna opinione men che equilibrata e sobria per tutta la durata del mandato di Presidente del Senato. Un’imparzialità e un distacco dagli interessi di bottega (quelli del partito, ossia quelli del padrone del partito, ossia il tizio decrepito) che gli è valsa la nomina a capogruppo del Pdl al Senato.
A proposito degli interessi del tizio decrepito, ecco, da La Repubblica, un breve pezzo che illustra l’andamento dei conti di Mediaset nel 2012 e nei primi mesi del 2013: http://www.repubblica.it/economia/finanza/2013/03/26/news/mediaset_primo_rosso_dalla_quotazione_perdita_da_287_milioni_e_nessun_dividendo-55410119/.
Cronaca. Strano destino quello del tizio decrepito: a dar retta alle maldicenze, quasi vent’anni fa, avrebbe iniziato la sua avventura politica per salvare le proprie aziende in difficoltà e sé stesso da possibili problemi con la giustizia. E adesso, quando ormai è plausibile che la sua parabola di politico possa continuare ancora per pochi anni, si ritrova al punto di partenza, anzi, con qualche problema in più, almeno sul piano giudiziario.
Oddio, le cose potrebbero cambiare ancora: bisogna dargli atto di saper recuperare magistralmente (anche se con il prezioso contributo degli avversari, sempre pronti a fare di tutto pur di aiutarlo), potrebbe riuscire anche nel colpo più grosso di tutti, farsi mandare al Quirinale… Ve lo vedete, il tizio decrepito Presidente della Repubblica e, quindi, anche del Consiglio Superiore della Magistratura? Sarebbe senz’altro divertente, magari non utile al paese, ma certamente divertente.
Lasciamo perdere… Andiamo dalle parti del M5S: quanto a disponibilità al dialogo e a capacità di porsi in discussione, lo stile di Grillo, purtroppo, ha fanatici seguaci tra i suoi sostenitori, come dimostra quanto accaduto a Fiorello (http://www.corriere.it/politica/13_marzo_27/fiorello-crimi-cinque-stelle-non-scherzi-cruccu_6c87660a-96bc-11e2-b7d6-c608a71e3eb8.shtml).
Lui, lo psiconano+barba-Mediaset, intanto non demorde: convinto A TORTO (come il tizio decrepito e lo smacchiatore di giaguari) di rappresentare la maggioranza degli italiani, intende imporre la propria visione a tutti, calpestando i più elementari principi della democrazia e della politica. E nella sua irrefrenabile logorrea riesce a raggiungere vette di impressionante assurdità. Definire “puttanieri” alcuni noti politici italiani è del tutto sbagliato… o meglio, è sbagliato in quasi tutti i casi… Scherzo, ma in realtà non c’è proprio nessuna ragione per scherzare. Mentre lo psiconano+barba-Mediaset farnetica e il tizio decrepito pretende di dettare condizioni dal basso del suo quasi dimezzato peso politico e lo smacchiatore di giaguari consulta anche il portiere del palazzo di Viale della Pace 27, mentre tutto questo accade, i nostri problemi, quelli della grandissima maggioranza degli italiani, non solo non vengono risolti, ma si aggravano.
Ci meritiamo un po’ di musica. Anzi, più di un brano.
Cominciamo con un pezzo storico: la più celebre cover di With a Little Help from My Friends, quella di Joe Cocker al festival di Woodstock nel 1969. Otto minuti indimenticabili.


Cambiando completamente genere, vi proporrei di ascoltare un brano eseguito da Dexter Gordon, grande sassofonista cui ho accennato mesi fa come protagonista del film Round Midnight. Vi suggerisco di ascoltarlo in un classico, Body and Soul, registrato dal vivo a Montreux nel 1970.


E finiamo con un altro cambio radicale di genere. Un nuovo ascolto di Philip Glass, si tratta del brano Labyrinth, godetevi anche le immagini del video, non solo la musica.

domenica 24 marzo 2013

Quando si dice tenere la posizione


Gli organismi sovranazionali che si occupano delle crisi finanziarie in paesi membri della UE ci hanno abituato a decisioni (spesso mediocri e assai poco incisive) prese dopo inesauribili trattative, repentini cambiamenti di direzione e inspiegabili rallentamenti.
Non stupisce, dunque, il modo in cui si sta fronteggiando la crisi di Cipro, o meglio della parte greca dell’isola, membro della UE e dell’Eurozona, mentre quella turca è estranea a entrambe. Se una soluzione sarà trovata, accadrà oggi allo scadere dell’ultimo minuto, presumibilmente con modalità diverse da quelle di cui si discute da giorni e delle quali, proprio per questo, non ha gran senso parlare. C’è un aspetto, sul quale, invece, merita concentrare l’attenzione (come ha fatto Morya Longo sul 24 Ore, in un articolo non disponibile on line).
La crisi cipriota, infatti, enfatizza le complesse relazioni tra la situazione finanziaria di un singolo stato e quella del suo sistema bancario: quasi sempre, laddove le banche hanno raggiunto dimensioni pari a svariati multipli del Pil nazionale, una crisi del sistema bancario trascina con sé le finanze del paese, che sono insufficienti a impedire il tracollo delle banche. Ciò è tanto più vero quando, come nel caso degli istituti di credito ciprioti, si raccolgono grandi somme di denaro che vengono investite direttamente con criteri altamente speculativi.
La crisi di Cipro ha trovato ampio spazio in questi giorni sulla stampa. Il Sole 24 Ore, abbastanza prevedibilmente, è quello che maggiormente l’ha seguita. Vi segnalo un altro pezzo di Morya Longo pubblicato oggi (e disponibile), che illustra le opinioni degli operatori di mercato: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-23/cipro-2-183501.shtml?uuid=AbYJ1zgH&fromSearch.
Buona stampa. Dalla quale emerge una nota di ottimismo che spero non venga smentita domani dai fatti. Dal pezzo di Longo potete collegarvi a numerosi articoli. E’ una buona occasione per approfondire una vicenda che riporta al centro della scena problemi di cui si parla dal 2007, senza, tuttavia, che vi siano state risposte concrete ed efficaci da parte delle autorità chiamati a risolverli.
Per quel che riguarda la politica nazionale, vi segnalo un commento che mi sembra condivisibile dal sito di Italia Futura, l’associazione ispirata da Montezemolo: http://www.italiafutura.it/dettaglio/115828/un_governo_di_scopo_per_ripartire.
Checché lui ne dica, Bersani non mi sembra affatto impegnato a risolvere i problemi del paese, ma piuttosto preoccupato di quelli suoi e dei dirigenti che lo affiancano alla guida del Pd, gli artefici di una straordinaria sconfitta alla quale non si sono rassegnati, tanto da comportarsi come se avessero vinto.
In realtà, anche nel vantare vittorie inesistenti, Bersani, il tizio decrepito e lo psiconano+barba-Mediaset si muovono in maniera molto simile. Così come nel pretendere di imporre dal basso delle loro minoranze (la maggioranza degli italiani è il partito del non voto) le proprie visioni, che non di rado rasentano il fanatismo, o i propri interessi personali o delle tante corporazioni cresciute a dismisura all’ombra dei partiti, ma anche della pubblica amministrazione.
E sulla pubblica amministrazione chiudiamo, perché devo, dopo averla tanto spesso criticata, riconoscere un merito alla burocrazia italiana: ha dimostrato che ho ragione!
La vicenda dei due Fucilieri di Marina, infatti, è la conferma più sconcertante dell'inettitudine di persone chiamate a occupare ruoli di grande rilievo, quale quello di Ministro degli Esteri. Intendiamoci: Terzi di Santagata è in ottima compagnia sia in questo Governo come nei precedenti come nella nostra pletorica pubblica amministrazione. Siccome, però, lui è l’artefice di questo enorme pasticcio (usiamo un eufemismo), è lui che va indicato come prova evidente della mediocrità di chi ci governa e di chi dirige la macchina dello Stato.
Anche di questa storia si sono occupati tanto tutti i quotidiani. Vi segnalo un paio di pezzi. Il primo, a firma di Francesco Merlo, da La Repubblica del 22 Marzo (http://www.repubblica.it/esteri/2013/03/22/news/l_onore_perduto_della_democrazia-55094155/?ref=HREC1-3), è un po’ fazioso e mescola anche argomenti che non stanno proprio così bene insieme, però ci sono alcune osservazioni appropriate.
Stampa così e così.
Il secondo, dal 24 Ore di ieri, è di Vittorio Emanuele Parsi (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-03-23/dignita-persa-india-102712.shtml?uuid=AbPXosgH&fromSearch), che pur muovendosi sulla medesima linea, lo fa con più equilibrio.
Buona stampa.

sabato 23 marzo 2013

Un buon vecchio sovversivo


Per qualche giorno, come avete potuto notare, non ho scritto nulla. In realtà, ho scritto, ma ho preferito non pubblicare. Per molte ragioni, che potete intuire da soli, gli argomenti di cui mi sono occupato più spesso mi hanno stancato. Non perché manchino comportamenti e situazioni degne di attenzione e, soprattutto, di critica, ma perché proprio mi sembra così inutile cercare di ragionare con calma e seriamente, naturalmente negli spazi angusti consentiti dalle mie capacità.
Il nostro paese si avvita e si abbarbica attorno ai suoi peggiori difetti e nulla può cambiare se anche il sedicente nuovo ha obiettivi e comportamenti poco diversi dal vecchio. I bei gesti dei neoeletti Presidenti di Senato e Camera restano gocce nel mare di un modo di intendere la politica e il potere immutato. E le aree oscure di connivenze e di ricatti e le dimostrazioni di arroganza, con buona pace dei tanti che hanno avuto fiducia in Grillo, non si riducono, anzi.
Segnalo il pezzo dal Corriere di ieri di Beppe Severgnini soltanto perché seppellisce ogni residua illusione che lo psiconano+barba-Mediaset sia diverso da quelli che accusa di possedere parti anatomiche fungibili. Le sue sono del tutto sostituibili come quelle di Bersani e del tizio decrepito. Se avete voglia, ma sareste giustificati se non ne aveste, potete leggere l’articolo di Severgnini qui: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_22/stellati-educazione-severgnini_be29a214-92bd-11e2-b43d-9018d8e76499.shtml.
Buona stampa. Giudizio che sarebbe immeritato in un paese nel quale la pubblica opinione non fosse ormai nel più profondo torpore e, più grave, i mezzi di comunicazione (come emerge anche nel pezzo di Severgnini) non avessero perso di vista la propria ragione d’essere.
Mi consolo con un ritratto di Noam Chomsky che traggo da The Guardian, consapevole che uno dei miei tre lettori si sentirà autorizzato a sostenere ancora una volta che sono “comunista”.
Chomsky è una figura molto controversa, un uomo sicuramente molto a sinistra (negli Stati Uniti, dove la cosa ha un significato diverso che da noi), uno studioso che ha assunto posizioni spesso esasperate, ma è un intellettuale che non nasconde da che parte sta e che non gioca sporco.
Mi è piaciuto leggere il pezzo che gli ha dedicato The Guardian: http://www.guardian.co.uk/world/2013/mar/22/noam-chomsky-no-individual-changes-anything-alone.
Buona stampa. Nessuno, davvero, può cambiare nulla da solo. E, se posso aggiungere del mio, per cambiare insieme bisogna capire che la strada si traccia insieme e che gli obiettivi di tutti sono, inevitabilmente, meno soddisfacenti per il singolo, ma, per l’appunto, soddisfano abbastanza tutti.
Banalità. Lo dico io per primo, ma da queste parti sembriamo essere in pochi a ricordarlo e, ancora trovo conforto nel pezzo di Severgnini, non riusciamo mai a toglierci di dosso una maglietta a righe di diversi colori.
Buona notte e buona fortuna.

domenica 17 marzo 2013

Cosa vogliono per il nostro futuro?


L’elezione dei Presidenti di Camera e Senato, non imprevedibilmente, ha portato un po’ di novità nell’attuale stagno maleodorante della politica, non diverso da quello precedente al voto, checché ne pensino il puparo e il pupo. Il M5S ha sicuramente contribuito a un importante ricambio di deputati e senatori, ma questo non sembra affatto garantire un miglioramento del quadro complessivo e neppure una adeguato grado di governabilità al paese. La colpa, ovviamente, non è dei deputati e dei senatori grillini, ma del loro leader, o meglio del puparo del loro leader, che ha a cuore interessi non coincidenti con quelli degli italiani (esattamente come il tizio decrepito).
Il problema non è di poco conto e, sia pure a fatica, comincio a pensare che Grillo e Casaleggio sia di gran lunga più pericolosi di quanto avessi temuto (e anche del tizio decrepito).
Sono peggiori di lui, perché lo psiconano+barba-Mediaset e il suo guru vogliono imporre agli italiani la loro visione del mondo, aspirano a tramutare in regole le loro convinzioni, non intendono confrontarsi con chi la pensa diversamente o con chi, istituzionalmente, è chiamato a controllare l’operato della politica, ossia la stampa. E guarda caso, se si tratta di citare un esempio di nazione che considera amministrata bene, a Grillo viene in mente l’Iran.
Lui e Casaleggio sono le più gravi minacce cui siano state esposte la libertà e la democrazia di questo paese dopo la fine del Fascismo. Nessuna colpa della classe politica, per quanto grave, legittima un contrappasso così drammaticamente esagerato.
Posso soltanto augurarmi che, quando saremo richiamati presto a votare, chi si è lasciato suggestionare e affascinare dagli strilli di Grillo riesca a riflettere maggiormente e a leggere qualcosa di diverso dai post del blog dello psiconano+barba-Mediaset.
Sul pericolo rappresentato dalla coppia pupo e puparo, ecco tre articoli che descrivono le reazioni di Grillo all’elezione di Grasso alla Presidenza del Senato con i voti anche di alcuni senatori del M5S. Partiamo da La Stampa: http://www.lastampa.it/2013/03/17/italia/politica/grillo-contro-il-pd-usa-foglie-di-fico-i-senatori-piu-fiducia-basta-isterismi-uN4X19abO7Iu0Gb54JltjK/pagina.html, passiamo per Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/interni/grillo-pd-impresentabile-897024.html e chiudiamo con il Corriere della Sera, il cui pezzo è quello dal quale traspare maggiormente l’indifferenza di Grillo e Casaleggio alle norme fondamentali della democrazia e del confronto civile tra portatori di opinioni diverse, o meglio, più che indifferenza, la vera e propria ostilità, che si traduce in manipolazione e censura: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_17/grillo-blog-censura-dissenso-scomunica_c854d658-8eff-11e2-95d7-5288341dcc81.shtml.
Buona stampa. Per tutti e tre. Il timore è che siano pochi i lettori di questi articoli tra coloro che hanno votato il M5S, con tutto quel che ne consegue…

venerdì 15 marzo 2013

Gogna mediatica


Cominciamo con un Gramellini SCULTOREO. Nel senso della potenza definitiva: http://www.lastampa.it/2013/03/15/cultura/opinioni/buongiorno/conclave-parlamento-hSyV4thzaqq0gmB4cqshDJ/pagina.html.
Buona stampa. Anzi, per suonare noioso: più che buona stampa. Non trascurate la citazione di Montanelli, semplicemente perfetta. Parliamo di Cicchitto! Robaccia che non se la prendono da nessuna parte, ma noi lo paghiamo ancora… E dobbiamo ringraziare il tizio decrepito. Probabilmente per una ragione di tessere, ma forse mi sbaglio… Comunque, se mi chiedeste da che parte andare, risponderei di andare in direzione di Arezzo.
Visto che ero sul sito de La Stampa, mi sono letto anche questa utile scheda riepilogativa: http://www.lastampa.it/2013/03/11/cultura/domande-e-risposte/quanto-costano-e-chi-paga-i-partiti-ZGcuEKktxSIYWbyy2uQ4LJ/pagina.html.
Capite perché sono anglofilo?
E veniamo al titolo del post. Io ne ho davvero alcune importanti parti del corpo saturate di questa storia della “gogna mediatica”. Nel nostro povero paese tutti, quando vengono scoperti con una più o meno grande parte delle dita ficcate dentro la marmellata, si mettono strillare perché sostengono di essere esposti in una sorta di gogna o, peggio, di essere infilati in un tritacarne, la prima come il secondo “mediatici”.
La deputata del M5S Marta Grande non ha fatto molta chiarezza sui propri titoli di studio, lo raccontano quasi tutti i quotidiani nella versione on line. Con un po’ di crudeltà, scelgo Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/interni/su-facebook-arriva-festa-laurea-marta-grande-896449.html
Cronaca. Niente voto, per il quotidiano. Sulla plurilaureata, beh… sarà sempre meglio del suo pessimo leader (pupo) Grillo e del suo (del leader pupo) guru Casaleggio (puparo).
Sant’uomo il Grillo. Scopriamo che il M5S ha uno statuto e che Grillo, il nipote e il commercialista ricoprono tutte le cariche. Niente male… Anche la plastica del Pdl sembra migliore. Almeno non si spaccia per lega di carbonio o per titanio purissimo… Non più, quantomeno…
Sempre per parlare di qualità, in particolare della stampa, torniamo alla storia del Costarica. Pochi minuti fa sono andato sul sito de L’Espresso e ho cercato novità sull’inchiesta della scorsa settimana relativa agli investimenti nello stato centroamericano da parte di persone vicine allo psiconano+barba-Mediaset.
Nessun articolo in evidenza. Apparentemente la storia è morta. Il che mi è sembrato strano. Ho fatto una ricerca sul sito digitando: “Beppe Grillo”. Ecco la pagina che mi è stata restituita:
Niente male: il risultato più recente è del 30 dicembre 2012. Buona stampa suonerebbe male, cosa ne dite?
Poi ho cercato: “Grillo Costarica” e “Ecofeudo”. Risultato: pagine bianche. Non mi esprimo. Ci voglio pensare. A naso, la cosa puzza. Eccome se puzza.
Nel frattempo, hanno deciso di ospitare questo pezzo di Marco Travaglio: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/perche-mi-manchera-di-pietro/2202585.
Mala stampa. Solo Travaglio e pochi altri possono rimpiangere Di Pietro.
Vorrei finire diversamente, ma non posso proprio.
Buona notte e buona fortuna.

lunedì 11 marzo 2013

Al volante


Confiteor: se, alla guida della mia automobile, mi trovo ad avere già impegnato (come si diceva, a riguardo degli incroci, all’epoca in cui superai gli esami per ottenere la patente) un rondò e qualcuno, ignorando il mio diritto di precedenza, impegna con la prepotenza il medesimo rondò, io mi arrabbio, e molto, ed esprimo la mia rabbia come tanti italiani, ossia in maniera volgare ed eccessiva.
Se, tuttavia, fossi costretto a una sosta, anche prolungata, perché un automezzo di soccorso impedisce il transito della strada che sto percorrendo, credo che me ne farei una ragione senza troppi problemi.
Ecco perché mi ha colpito, ovviamente in maniera molto negativa, questo pezzo di cronaca dall’edizione milanese del Corriere della Sera: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_marzo_10/ambulanza-blocca-passaggio-signora-porsche-ordinaria-incivilta-212109040374.shtml.
Buona stampa. Anche se si tratta di cronaca. Il pezzo, però, è scritto bene, con la giusta dose di veleno. Manca soltanto la targa della gentildonna. PURTROPPO. Banalizzo: le leggi sulla privacy sembrano studiate apposta per impedire al comune cittadino di riconoscere i numeri telefonici che ha chiamato con il proprio apparecchio (fisso o mobile, non importa: dobbiamo far lavorare i neuroni noi, mentre le stampanti delle società di telefonia nascondono con asterischi i numeri di telefono che abbiamo chiamato (sic!)), ma non consentono a un giornalista di indicare agli italiani le generalità di qualcuno che si comporta in maniera ignobile. Direi che qualcosa non quadra. Anche perché, come sapete tutti benissimo, la nostra privacy viene violata senza alcun timore da società di ogni genere che hanno acquisito indirizzi e numeri di telefono non si sa come e li utilizzano in maniera arbitraria scrivendoci o telefonandoci quando vogliono e senza alcun rispetto. Insomma, per condensare la banalizzazione (non tanto, per la verità): si proteggono i cialtroni e si creano problemi ai cittadini normali.
Chissà se il puparo dello Psiconano+barba-Mediaset deciderà che lo Psiconano+barba-Mediaset può fare di questo argomento un tema di confronto con le altre forze politiche presenti in Parlamento? Ne dubito, soprattutto perché il puparo e il pupo sembrano amare i meccanismi di sorveglianza sull’agire degli altri esponenti del loro movimento, come prova la ferrea disciplina imposta agli eletti del M5S. Puparo e pupo non possono fare a meno di controllare quelli che, votati dagli italiani, dovrebbero, a loro modo di vedere, obbedire ciecamente a loro due, alle due chiome arruffate (più ordinate delle idee sottostanti) che si guardano bene dall’assumere qualsiasi vera responsabilità. Davvero due grandi interpreti della democrazia, non c’è che dire… Svegliatevi, deputati e senatori del M5S! Vi hanno votato gli italiani e a loro dovete rispondere. Non è detto che la verità stia scritta soltanto in un blog… Cercatela nella vostra testa e nei bisogni dei cittadini.
Chiudo cercando di ispirare un sorriso… E credo di giocare in casa. Un delizioso testo di Gino&Michele del 1991, che parla di una certa tipologia di donne al volante, la stessa di cui parlavamo prima: http://www.ginoemichele.it/BESTOFGM/Scrittidisatira/IlPuttanone/tabid/211/Default.aspx.
Leggete e me ne sarete grati, ci scommetto.

domenica 10 marzo 2013

Un popolare borgo ecologico, tutto internet e pale eoliche? Non sembra


Ugo Magri è uno dei migliori osservatori politici italiani, solitamente bene informato, il cui stile mi sembra assai diverso da quello di molti suoi colleghi, i quali non di rado paiono scrivere sbirciando dal buco della serratura. Oggi, su La Stampa, Magri analizza le prospettive del Pdl alla luce degli sviluppi nella situazione giudiziaria del tizio decrepito: http://www.lastampa.it/2013/03/10/italia/speciali/elezioni-politiche-2013/fare-a-meno-di-silvio-il-pdl-studia-come-emanciparsi-dal-leader-PN68lSfwPfIrLxqwGPkYxO/pagina.html.
Buona stampa. Vedremo quanta lealtà sapranno esprimere i lacchè…
Già che siete dalle parti del quotidiano torinese, leggete anche il Buongiorno di due giorni fa: http://www.lastampa.it/2013/03/08/cultura/opinioni/buongiorno/il-coraggio-di-cambiare-ZJfgWZTMsW5yUWXx3aKGzN/pagina.html.
Buona stampa. E tutta la mia ammirazione, oltre a quella di Gramellini, per questa coraggiosa e intelligente donna di Perugia, che mi verrebbe da proporre come prossimo Ministro della Funzione Pubblica. Sono certo che farebbe molto meglio di Patroni Griffi e di Brunetta e di gran parte di quelli che hanno occupato il posto fino ad oggi e che, per l’appunto, hanno accentuato anziché correggere i difetti messi in luce dalla signora perugina.
Tornando agli aspetti più strettamente politici, com’è ovvio, lo psiconano+barba-Mediaset e il suo movimento continuano ad attirare attenzione.
Aldo Grasso, sul Corriere di oggi, si occupa della più giovane parlamentare del M5S e anche di altro: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_10/marta-grande-portavoce-m5s-grasso_7b3e2fc4-8944-11e2-9abc-68ed907a89d3.shtml.
Buona stampa. Da chi rappresenta il paese ci si aspetta che pensi al paese, che abbia una propria idea di cosa è giusto o non è giusto fare e, magari, anche di come farlo. Ci si aspetta anche che abbia una pur minima conoscenza dei meccanismi indispensabili per il funzionamento di una democrazia parlamentare complessa come quella italiana. E ci si aspetta che non consideri, come osserva correttamente Grasso, proprio compito ripetere come un pappagallo le parole del leader, sia quelle strillate nelle piazze sia quelle scritte sul blog.
Sbaglierò, ma da chi è chiamato a occuparsi della cosa pubblica, senza dover rispondere ad altro che alla legge e alla propria coscienza (come dice la Costituzione) ci si aspetta che si preoccupi appunto della cosa pubblica, ossia degli interessi di tutti gli italiani e si preoccupi di capire che cosa è meglio fare per tutelare questi interessi in un momento di eccezionale difficoltà economica e sociale come l’attuale. E questo, purtroppo, mi sembra non accadere nel M5S, dove hanno maggiormente a cuore il destino di Casaleggio, come dimostrano queste parole: Casaleggio ha detto che se decidessimo di dare l'appoggio a qualche partito, lui lascerebbe il Movimento. La frase la riprendo testualmente da un articolo de La Repubblica di oggi e sarebbe stata scritta da un senatore sardo del M5S, Roberto Cotti: http://www.repubblica.it/politica/2013/03/10/news/appello_10_marzo-54230402/?ref=HRER2-1.
Buona stampa.
La democrazia è una cosa diversa da come sembrano intenderla Grillo e il suo guru (a me pare più un puparo che un guru, per la verità), per i quali le regole costituzionali e il ruolo dei diversi Poteri (Quarto incluso) sembrano solo un fastidioso ingombro sul cammino per la realizzazione di ciò che va bene a loro, ma forse non va bene a tutti gli altri italiani.
Il M5S ha certamente ottenuto un significativo risultato elettorale, ma non può contare sulla maggioranza né all’interno del Parlamento né tra gli elettori. Grillo e il puparo dovrebbero farsene una ragione e, se possibile, agire di conseguenza (tra l'altro, abbiamo già avuto il tizio decrepito che confondeva il suo bene con quello degli italiani).
Anche perché, grazie al Cielo, gli italiani, pure molti tra quelli che lo hanno votato, vedono quanto vi è d’irrimediabilmente assurdo in alcune proposte dello psiconano+barba-Mediaset, quale quella sull’abbandono dell’euro. Si vedano, sul tema, il sondaggio domenicale del Corriere della Sera e l’analisi di Mannheimer: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_10/referndum-euro-non-entusiasma-mannheimer_7cf57f02-8944-11e2-9abc-68ed907a89d3.shtml.
Buona stampa.
Evidentemente gli italiani hanno preoccupazioni quotidiane ben diverse da quelle di chi vorrebbe realizzare, presumibilmente per sé e i propri cari, un paesello ecologista in Costarica. L’inchiesta de L’Espresso che vi ho segnalato giovedì ha provocato un po’ di reazioni, non tutte molto puntuali. Per non apparire parziale, vi propongo la ricostruzione offerta dal Fatto Qotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/08/grillo-costa-rica-nessun-investimento-sospetto-lespresso-non-ce-trasparenza/524655/.
Io un’occhiata a www.ecofeudo.com l’ho data e, per quel che ne posso capire (ma si sa, sono un po’ tonto), mi sembra un depliant pubblicitario di un progetto di sviluppo immobiliare a prevalente carattere turistico e non propriamente rivolto alla massa dei turisti. Certo, hanno rilievo le tematiche ecologiche, ma ci sono anche segnali abbastanza sconcertanti, come la diffusione maniacale della connettività e la previsione di stanze climatizzate per le attrezzature tecnologiche sensibili al calore, mura di cinta e allarmi. Mah…
E non possono mancare le mie solite domande... Ecologisti che non possono fare a meno dell’IPad o del server e della sala cinema nella stanza climatizzata al centro della villetta di bambù e pietra locale? Ecologisti che fanno gite con le loro potenti moto enduro? Ecologisti che vogliono un centro benessere all'ultimo grido? Ecologisti tanto in armonia con l'ambiente circostante e con la popolazione da circondarsi di un muro e da proteggersi con sofisticati sistemi di allarme? No, c'è qualcosa che non mi convince...
P.S. Ho scattato delle immagini di alcune pagine significative di www.ecofeudo.com, sai mai che decidessero di cambiarle...

giovedì 7 marzo 2013

I cognati, sempre i cognati


Tenere famiglia… uhm, maledettamente pericoloso. Per un politico sarebbe più prudente non aver neppure un parente, anche quando, almeno a parole, ci si presenta come un politico fuori dagli schemi, certamente anomalo, come fa lo psiconano+barba-Mediaset.
In particolare, i politici devono guardarsi dai cognati, la categoria più pericolosa, specie se con passaggi dalle parti dei Caraibi o del Centro America.
Perché questo blabla? Semplice, per introdurre le rivelazioni contenute in un articolo dell’Espresso che si occupa degli investimenti di alcuni membri dell’entourage di Grillo. L’articolo apparirà nell’edizione in edicola domani, ma sul sito ne viene anticipato il contenuto: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/grillo-lautista-e-la-cognata/2202050?ref=HRER1-1.
Attendo di leggere la versione integrale per dare giudizi, tuttavia mi pare interessante… Non c’è che dire, sembra un ottimo inizio da parte dell’uomo che ha fatto intendere a un gran numero d’italiani di rappresentare un cambio netto rispetto ai politici di “scuola classica”.
Chissà, forse questo spiega perché si nasconde e parla male (eufemismo) della stampa nazionale.
Ho detto in tempi non sospetti che Grillo non è una risorsa, ma un problema, un gravissimo problema. E più passano i giorni e più il problema si caratterizza proprio per la sua eccezionale gravità. Lo psiconano che si maschera da figlio di Goldrake appare intenzionato a completare il lavoro lasciato incompiuto dal tizio decrepito. Ed è attrezzato per riuscire, sotto la “sapiente” guida del suo guru, il cui nome, chissà perché?, mi fa venire in mente, non solo per la rima, una parola non proprio elegante: cazzeggio. Ecco, sulla scena pubblica Grillo si produce semplicemente in questo: cazzeggio. 
Peccato che l’Italia abbia bisogno di ben altro, di qualcuno che affronti i problemi in modo serio, equilibrato, possibilmente anche equo. Non ha bisogno di un altro che, come il suo maestro rinnegato, concepisce la politica non già come studio e azione lenta e ponderata, ma come uno sterile profluvio di proclami, slogan, promesse e minacce.
E, guarda caso, oggi il tizio decrepito e il suo migliore discepolo (che, però, si comporta come Pietro) si lanciano in accuse veementi contro i loro peggiori nemici: i giudici, per il primo, e la stampa, per il secondo. Ovvio. Se non si hanno argomenti per difendersi, si sceglie la strategia dell’attacco violento e si rovesciano insulti sui presunti avversari… Niente di nuovo.
Veniamo alle cose serie, perché importante è capire che siamo caduti dalla padella del tizio decrepito nella brace di Baby Goldrake. Ecco, dal Corriere di oggi, l’editoriale di Giovanni Sartori: http://www.corriere.it/editoriali/13_marzo_07/sartori-firmamento-dei-sogni-costosi_fe7d7236-86ed-11e2-82ae-71d5d7252090.shtml.
Buona stampa. Chiaro e netto, come si deve.
Peccato che la voce di Sartori e degli altri che ancora ci aiutano, se ne siamo capaci, a riflettere e a capire rimanga in gran parte inascoltata. Oggi, purtroppo, in Italia solo chi grida sciocchezze, purtroppo, viene ascoltato; è sempre più esiguo il numero di chi sa o vuole sforzarsi di sentire e comprendere le parole di chi si esprime con un tono di voce normale.
Non riesco nemmeno a pensare a un brano musicale che ci consoli.

martedì 5 marzo 2013

Finestre e porte aperte, solo così entra aria fresca


Qualche giorno fa, avevo espresso la convinzione che l’esperienza di Parma fosse positiva. Ritenevo, sulla base delle informazioni, in realtà scarse, offerte dalla stampa nazionale sull’operato di Pizzarotti, che il sindaco della città emiliana stesse dimostrando come il movimento di Grillo sapesse esprimere amministratori locali capaci di affrontare i problemi delle città loro affidate. La consapevolezza che difficilmente si possono fermare importanti opere in fase avanzata di realizzazione, come il termovalorizzatore di Parma, mi induceva a non considerare particolarmente rilevante il fatto che Pizzarotti non fosse riuscito a bloccarlo, come promesso durante la campagna elettorale. Anche la rigidità finanziaria imposta dal debito enorme ereditato dalla precedente gestione, di centrodestra, mi appariva una condizione esterna cui, necessariamente, Pizzarotti doveva adattarsi con ragionevolezza, anche perché la dimensione e l’articolazione del debito erano allora non chiaramente definite.
In breve, consideravo l’esperienza di Parma un segno di equilibrio e di prudenza, atteggiamenti, lo ammetto, tanto inattesi da parte di un seguace di Grillo da indurmi a mettere da parte, riguardo solo a quell'esperienza, le mie riserve mentali, concentrate sul leader del M5S e sul suo guru Casaleggio.
Riserve mentali che, lo dico per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, escono rafforzate dai comportamenti recenti dello psiconano+barba-Mediaset.
Il sito LaVoce.info, qualche giorno fa, ha pubblicato una breve, ma puntuale analisi dell’azione di Pizzarotti, dalla quale sono indotto a rimettere in discussione anche l’opinione su di lui.
Ritrovo gli argomenti che ne giustificano certe scelte, ma scopro decisioni che mi lasciano molto perplesso, anche per quel che riguarda il rapporto con la pubblica opinione, alla quale pure il sindaco di Parma sembra volersi sottrarre, almeno nelle forme tradizionali.
L’informazione ha tratto sicuramente beneficio dal diffondersi di internet, ma ha consentito anche l’affermazione di schemi di comunicazione monodirezionali, che, se sfruttati in maniera spregiudicata e opportunistica, non favoriscono il dibattito tra portatori di opinioni diverse che è il meccanismo fondamentale per la formazione di una volontà collettiva largamente condivisa.
Se poi chi ricorre alla comunicazione che va solo da una parte all’altra nega il ruolo di controllo della stampa e si sottrae al confronto con la stessa, francamente, comincio a preoccuparmi.
Non voglio usare parole grosse e neppure cedere a toni allarmistici, ma dubito che il clima favorito dall’affermazione di Grillo favorisca la riflessione e il dibattito indispensabili per uscire, nel modo meno doloroso per tutti, dalla crisi che stiamo vivendo.
Tanto per parlar chiaro: solo alludere alla possibilità che si decida di abbandonare l’eurozona con un referendum svolto attraverso la rete mi sembra un’enormità. Viviamo in un paese in cui la maggioranza delle persone è, intenzionalmente o meno, esclusa dall’uso abituale e consapevole di internet. Un simile referendum, mi pare evidente, sarebbe assai poco espressivo della volontà della totalità degli italiani.
Veniamo all’articolo di Paolo Scarpa su LaVoce.info: http://www.lavoce.info/sindaco-pizzarotti-movimento-5-stelle-parma-grillo/.
Buona stampa.
E, sempre per cercare di capire i lati oscuri di questa fase della vita del nostro paese, suggerisco la lettura dell’editoriale di Beppe Severgnini sul Corriere di ieri: http://www.corriere.it/editoriali/13_marzo_04/severgnini-maschera-e-le-macerie_b64fe0ec-8491-11e2-aa8d-3398754b6ac0.shtml.
Buona stampa.
Buona notte e buona fortuna.

domenica 3 marzo 2013

Povera donna, ancora un po' e mi spunta una lacrimuccia


Oggi, come ieri con l'editoriale dei Mastini, il Corriere della Sera dedica spazio ai costi dei partiti e aspetti collegati. C’è un lungo articolo che ricostruisce le vicende del finanziamento pubblico da quando, nel 1993, venne abrogato con un referendum il cui risultato, evidentemente, ai partiti interessava poco… Il pezzo è firmato da Enrico Marro: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_03/un-tesoro-da-centinaia-di-milioni-cresciuto-di-dieci-volte-in-14-anni-enrico-marro_57d97ff0-83c4-11e2-9582-bc92fde137a8.shtml.
Buona stampa. Non ho nulla da aggiungere.
Vi è poi un’intervista di Monica Guerzoni a Livia Turco sulla quale, invece, ho qualcosa da aggiungere: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_03/pensione-fra-2-anni-assunta-dal-partito-monica-guerzoni_57a45eec-83c4-11e2-9582-bc92fde137a8.shtml.
Stampa così e così. La Guerzoni non ha certamente usato la mano pesante. Non ci è andata neppure vicina…
Prima osservazione: Turco mi pare contraddirsi, nel senso che sostiene di aver lasciato l’insegnamento per la politica e che, perso l’incarico di parlamentare, torna al suo vecchio lavoro. Forse c’è un passaggio poco chiaro, ma mi sarei aspettato che riprendesse l’insegnamento e non a fare il funzionario di partito.
Secondo, cito testualmente: E ora, avendo acquisito grande esperienza sui temi sociali e dell'immigrazione, mi piacerebbe cercarmi un lavoro. E domando: perché non se lo cerca sul serio, anziché farsi assumere dal Pd? Turco, come tutti i deputati non rieletti, riceverà una congrua somma che, con un provvedimento che sicuramente anche lei avrà votato, si sono concessi per rendere meno traumatico il ritorno alla vita di semplice cittadino. Non abbia tutta questa fretta… non prenda un posto qualsiasi… cerchi quello in cui potrà mettere a frutto queste competenze preziose che ha maturato. Riceverà diverse migliaia di euro dallo Stato proprio perché non senta la pressione di trovare immediatamente un impiego. Se va a lavorare al Pd, cosa le diamo a fare quei soldi?
Ancora, sempre citando testualmente: Tra due anni, quando ne compirò 60, io prenderò la pensione. Come tutti. Mi piacerebbe che la Guerzoni avesse perso qualche istante per chiedere un po’ di numeri precisi. Ad ogni modo, per quel che ne so, sono ben pochi quelli che, in seguito alla riforma Fornero, possono pensare di andare in pensione a 60 anni. Posso sbagliarmi, proprio perché non ci sono dati puntuali e certi, ma sarei portato a dire che qualche vantaggio, rispetto ai comuni lavoratori, Livia Turco sembrerebbe averlo.
Ultima, ma certamente non meno importante: lo stipendio che le verserà il Pd da dove arriva? Se andate sul sito del Pd potete consultare il bilancio del 2011, l’ultimo disponibile, dal quale risulta che oltre il 90% dei proventi sono costituiti da contributi dello Stato per rimborsi elettorali (vedi sopra). In parole semplici: lo stipendio di Livia Turco lo pagheranno gli italiani. Come la sua pensione, che, per quanto sia stata oggetto di qualche ritocco, sarà di gran lunga superiore a quella dei comuni cittadini della sua età. E non parliamo di quelli che, per loro sfortuna, sono nati più recentemente. I giovani italiani sono le vere vittime della generazione di Livia Turco e, purtroppo, anche della mia e di qualche altra che li hanno letteralmente depredati. Io almeno lo ammetto e, nel mio piccolo, cerco di aiutare chi vuol cambiare questo stato di cose.
Spazziamo via un po’ dei cosiddetti diritti acquisiti dei politici di vario livello. Ne verrà solo del bene alla collettività. 

Buone letture e buoni ascolti


Oggi, tanto per non sbagliare, dedico lo spazio dell’informazione a tre giornalisti che sono lo zoccolo duro del piccolo gruppo di quelli che apprezzo maggiormente.
Cominciamo dal Buongiorno di Gramellini, più lungo del consueto e meno ironico, ma non per questo meno degno di attenta lettura, anzi: http://www.lastampa.it/2013/03/02/cultura/opinioni/buongiorno/le-virtu-del-buon-politico-pKekhgWD3FLbt51STLzrtN/pagina.html.
Buona stampa. E, voi lo sapete già, facilmente il giudizio positivo si associa al compiacimento perché trovo conferme alle mie opinioni nel testo di un commentatore che stimo. Fa piacere trovarsi in compagnia di Gramellini a considerare pericolosa la scarsa trasparenza del movimento di Beppe Grillo. Nel pezzo, però, c'è molto altro.
Il secondo articolo che vi propongo è l’editoriale odierno del Corriere della Sera, firmato dai Mastini, Rizzo&Stella: http://www.corriere.it/editoriali/13_marzo_02/un-taglio-serio_1c5507b6-82fb-11e2-839d-17a05d1096bb.shtml.
Buona stampa. Anche qui perché mi viene data ragione… Riporto testualmente: Ancora: va spezzato quel rapporto anomalo costruito da una classe politica mediocre con la burocrazia. Più gli eletti sono scadenti, più devono affidarsi a burocrati (spesso strapagati) che diventano gli unici in grado di fare e poi interpretare gli atti. E dunque hanno interesse a rallentare ogni svolta vera che li renda meno indispensabili. Lo dicono certamente meglio di me, ma si tratta di tema non estraneo a molti miei post degli ultimi tempi. Anche qui, tuttavia, ci sono altre considerazioni importanti.
E veniamo alla musica. Questa sera vi propongo ascolti un po’ fuori dagli schemi più tradizionali, in quella terra di confine vasta e fertilissima tra la classica, il jazz, le musiche etniche in cui molto hanno seminato i musicisti scandinavi, tra i quali un ruolo di primo piano ha avuto il sassofonista norvegese Jan Garbarek, che amo particolarmente.
Iniziamo con due brani del duo formato da Ketil Bjørnstad al pianoforte (http://en.wikipedia.org/wiki/Ketil_Bjørnstad) e David Darling al violoncello (http://en.wikipedia.org/wiki/David_Darling_%28musician%29). Sono pezzi tratti da due diversi dischi, non troppo distanti nel tempo l’uno dall’altro.
Il primo pezzo, intitolato The River II, è tratto dall’album The River I-XII del 1997.


Il secondo, Gothic, è tratto da Epigraphs del 1998.


E chiudiamo con un brano da un album di Garbarek che costituisce un meraviglioso esempio della capacità di questo musicista di esprimersi nelle forme più diverse, traendo dal proprio sassofono suoni che sanno combinarsi in maniera stupenda con quelli dei più diversi strumenti e, come in questo caso, con le voci, non meno straordinarie, di un coro.
Il disco, del 1994, s’intitola Officium (http://en.wikipedia.org/wiki/Officium_%28album%29) ed è frutto del magico incontro tra il soprano di Garbarek e The Hilliard Ensemble. Il brano che vi suggerisco di ascoltare è Parce Mihi Domine.


venerdì 1 marzo 2013

Alla fiera del Senato, per tre soldi...


Sono numerose le pagine dei giornali e delle agenzie on line che si occupano della questione dei soldi che il tizio decrepito avrebbe versato a Sergio De Gregorio (allora senatore (sic!) dell’Idv) perché cambiasse casacca e facesse, insieme ad altri, mancare la fiducia al governo Prodi.
Questa vicenda mi sembra un monumento al degrado cui è arrivato il nostro paese. Un degrado al quale hanno contribuito in tanti, ma il tizio decrepito mi pare aver lavorato più sodo di altri.
Per la verità, da tempo si sospettava qualcosa, però io sono tanto tonto da non aver immaginato che la faccenda fosse così… così...
Ci sono indagini in corso e il quadro è probabilmente destinato a cambiare, quindi cerco di limitarmi ai fatti certi. 
Sottolineo un passaggio: Dal luglio 2006 fino al marzo 2008, il Cavaliere ha versato tre milioni a De Gregorio. Un milione, "in chiaro", è giustificato da un accordo federativo "tra Forza Italia e il mio movimento Italiani nel mondo". Altri due versati "in nero" e depositati sui conti del senatore.
Sorvolo, sempre per restare ai fatti assodati, sui due milioni versati in nero, però voi potete approfondire: la materia è interessante e torna in scena la nostra vecchia conoscenza Valterino Lavitola. Ma vi domando e mi domando: è possibile che, in base a un accordo federativo, un partito possa pagarne un altro così da farlo passare dalla maggioranza all’opposizione? Io resto senza parole. Anzi no, vi e mi chiedo: in quale altro paese (supposto) civile può accadere una cosa simile?
Che il milione (MILIONE) di euro sia passato da Forza Italia al partito di De Gregorio è assodato, tant’è che lo stesso avvocato del tizio decrepito, Niccolò Ghedini, lo conferma indirettamente sostenendo di non sapere chi abbia versato gli altri due. Lo dice in un video del Corriere della Sera, per la verità tanto disturbato da risultare poco comprensibile: http://video.corriere.it/ghedini-de-gregorio-bisogna-vedere-dove-arrivano-quei-due-milioni/f588bed8-8260-11e2-b4b6-da1dd6a709fc. Sembrerebbe confermato, dunque, che anche Ghedini dia per scontato che il milione di euro “in chiaro” sia stato versato. Non sa chi avrebbe pagato gli altri due. Che dire? Mi sorprenderebbe se dicesse di saperlo…
Ripeto: questa storia è un monumento al degrado della politica italiana.
E, forse, sarebbe il caso che il tizio decrepito ne parlasse meno, visto che le sue affermazioni sono state smentite, direi anche con sorprendente eleganza, da De Gregorio:
Ho il voltastomaco. Per la storia in sé e anche per altro. Provo a essere (come da motto) estremamente conciso: questo squallido mercato avveniva con passaggio di soldi pubblici mentre l’Italia già si avvitava in una crisi della quale oggi si vedono le drammatiche conseguenze. E coinvolgeva organizzazioni e persone che avrebbero dovuto preoccuparsi degli interessi dei cittadini. Penso di aver detto tutto quel che serve…