martedì 28 febbraio 2012

Anche oggi nulla di buono


Il modo in cui Vladimir Putin conduce la campagna elettorale per la presidenza della Russia, come ho già sottolineato, mi piace poco e sarei bel lieto se i suoi concittadini riuscissero a pensionarlo. Sarà utopistico, ma non sarei affatto scontento se, nel 2012, si smettesse di alimentare il nazionalismo e di riproporre schemi di politica internazionale che fanno crescere la tensione e accentuano i rischi di conflitti.
E che, soprattutto, favoriscono la sopravvivenza di regimi antidemocratici e corrotti.
Delle convinzioni di Putin parla il Financial Times in un bel pezzo che, tra l’altro, aggiunge una nota di ulteriore preoccupazione là dove sottolinea come, anche se l’opposizione a Putin ha raggiunto dimensioni considerevoli e inattese, in termini di politica estera non esiste grande distanza tra l’uomo forte russo e i candidati alternativi (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/4bce88ec-615e-11e1-94fa-00144feabdc0.html#axzz1nbzuU0Ju).
Buona stampa.
Venendo alle vicende italiane, non posso evitare di indicarvi l’articolo odierno del Bobtail: finché in Italia ci saranno persone senza vergogna come quelle che descrive Stella, le nostre Università occuperanno inevitabilmente le posizioni più basse di tutte le classifiche elaborate a livello internazionale. Ecco il link: http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_28/carriera-primario-manichini-giacomo-frati-stella_4f7bc0ce-61d4-11e1-9e7f-339fb1d47269.shtml.
Buona stampa.
Chiuderei con un’altra notizia di casa nostra che, purtroppo, conferma che c’è ancora tanto da fare per rimettere in piedi l’Italia. Non ne posso più di politici che, quando parlano, sembrano preoccuparsi soltanto di trovare spazio sui giornali e non di fare considerazioni sensate sui veri problemi del Paese. E non ne posso più anche di quotidiani che, anziché agire così da scoraggiare questi atteggiamenti, finiscono per alimentarli. Se nessuno desse conto di certe sparate, forse le sparate cesserebbero. E, in ogni caso, il nostro fegato verrebbe risparmiato… Un esempio per tutti da Libero di ieri: http://www.liberoquotidiano.it/news/945051/Stracquadanio-L-Italia-ha-5-milioni-di-obesi-ecco-perch%C3%A9-la-crisi-non-ci-far%C3%A0-far-la-fame.html.
Mala stampa.

domenica 26 febbraio 2012

Molto male 2

Dimenticavo. L'Economist ieri ha dedicato un pezzo molto accurato (http://www.economist.com/node/21548228) alla possibilità che Israele o gli USA decidano di usare la forza per interrompere i progetti nucleari militari iraniani. A costo di essere noioso, esprimo ancora una volta la mia ammirazione per i giornali anglosassoni, in particolare inglesi. Dalle nostre parti, credo di non sbagliare, non si scrive niente del genere. Anche perché, temo, di questi argomenti non ci interessiamo; però faremmo molto meglio a preoccuparcene.
Buona stampa.
Buona giornata e buona fortuna.

Da non perdere

Oggi ho poco tempo, quindi un post breve, giusto per segnalare, dal sito del Corriere, un pezzo di Gian Antonio Stella che la dice lunga sulla qualità della classe politica italiana, compresa quella parte che, a parole, sostiene di non far parte della ghenga.
http://www.corriere.it/politica/12_febbraio_26/lega-cassiere-taroccatore-diploma-stella_f309c70a-6048-11e1-aa87-12427cb0d5f0.shtml.
Buona stampa.
E buona domenica.

sabato 25 febbraio 2012

Benino. Bene. Molto male


Oggi parliamo di “soli” tre argomenti, due dei quali comportano che rimettiate in funzione il vostro inglese.
Partiamo con una mezza buona notizia dal Financial Times, che spiega come le principali banche d’investimento siano costrette a riconsiderare la politica retributiva seguita sino a oggi. Ho già detto, a proposito degli stipendi dei dirigenti pubblici italiani, di essere portato alla prudenza quando si tratta di valutare la congruenza delle retribuzioni per le posizioni di grande responsabilità. Nel mondo bancario e finanziario, tuttavia, credo si sia da tempo superato ogni limite ragionevole, soprattutto se si considerano le conseguenze prodotte da operazioni spregiudicate, i cui effetti si sono, purtroppo, diffusi ovunque e abbiamo sotto gli occhi ormai da qualche anno. Speriamo che, oltre alla spinta che viene dalla necessità di recuperare redditività, le banche e le altre grandi istituzioni finanziarie trovino anche nella regolamentazione internazionale un limite alla costruzione, tuttora possibile, di complessi meccanismi che non mettono a rischio soltanto i loro utili. Ricordate l’articolo di Lops che vi ho segnalato qualche giorno fa? Se lo avete scordato, andare a rileggere l’ultima parte. Certe forme di speculazione meritano senz’altro l’attenzione dei legislatori.
Buona stampa.
Torniamo, temporaneamente, in Italia. Sono trascorsi cento giorni dall’insediamento del Governo Monti, che ha predisposto un dossier per illustrare il lavoro svolto. Potete scaricarlo a questo indirizzo: http://www.governo.it/GovernoInforma/Appoggio/RAPPORTO%20100%20GIORNI.pdf. Oppure potete leggere qualche sintesi, come questa su Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2012/02/24/news/i_primi_100_giorni_del_governo-30429412/?ref=HREC1-1).
Buona stampa.
Se invece volete leggere un pezzo faziosetto, Sallusti si da un bel daffare nel cercare di attribuire a Monti colpe che sicuramente non sono sue (http://www.ilgiornale.it/interni/cose_non_dettesui_cento_giornidi_monti__c/25-02-2012/articolo-id=574111-page=0-comments=1). Perché scriva certe coste, per me, rimane un mistero… No, in realtà non lo è, ma lascio che voi vi facciate la vostra idea.
Mala stampa.
E muoviamoci ora verso oriente. L’Iran costituisce, con la propria politica sul nucleare, un motivo di crescente apprensione. Se volete capire meglio come stanno le cose, potete farlo con un ottimo articolo del Guardian (http://www.guardian.co.uk/world/2012/feb/24/iran-nuclear-fears-un-report). C’è di che preoccuparsi seriamente, e non soltanto perché l’atteggiamento iraniano è all’origine dell’aumento del prezzo del petrolio. Gli aerei di Israele si stanno allenando da mesi al bombardamento, come aveva spiegato ancora oltre venti giorni fa un articolo di Guido Olimpio sul Corriere (http://www.corriere.it/esteri/12_febbraio_03/iran-panetta-israele-olimpio_97a15018-4e41-11e1-af4c-6a00aeffb10f.shtml).
Se le cose prendessero la piega peggiore, per restare al prezzo del greggio, con 125 dollari, probabilmente, si potrebbe comprare un terzo di barile. E meglio non pensare ad altro…
Buona stampa. Sia il Guardian che il Corriere.

giovedì 23 febbraio 2012

A Marie Colvin


Non ho parlato dell’euro e della Grecia per qualche giorno perché non ero affatto sicuro dell’effettivo risultato della riunione di Bruxelles. Ho avuto da subito il dubbio che, in realtà, si trattasse di un ennesimo rinvio, sia pure mascherato da intervento significativo. A quanto pare, i miei dubbi sono tutt’altro che infondati.
Vi segnalo soltanto un paio di articoli, ma mi sembrano esaustivi. Il primo è di Federico Fubini, dal Corriere di ieri (http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/22/Piano_Greco_per_Guadagnare_altro_co_8_120222007.shtml).
Buona stampa.
Temo che le prospettive della Grecia siano tutt’altro che buone. Anche l’euro, però, non sembra destinato a un futuro roseo: tornando al racconto di Buzzati, penso che la moneta unica non abbia invertito il percorso e che, se proprio va bene, non scenderà. La risalita, fin quando la politica continuerà a barcamenarsi come fa ormai da anni, non mi pare affatto probabile.
Cambiamo argomento: elezioni presidenziali in Russia. Difficilmente i russi saranno così brillanti da liberarsi (e liberarci) dalla sgradevole presenza di Vladimir Putin. A leggere qua e là sembra proprio che tornerà a occupare la poltrona prestata temporaneamente a Medvedev, una prospettiva che non mi piace per niente. L’uomo che si è formato in democrazia e in libertà alla prestigiosa scuola del KGB (e che qualcuno, in Italia, ha invitato a tenere lezioni in materia – sic) sta ponendo le basi perché la tensione internazionale torni a livelli assai preoccupanti e sostiene alcuni dei regimi più repressivi e sanguinari del mondo, oltre che molti dei dittatori che hanno trasformato non poche repubbliche ex sovietiche in satrapie dove corruzione e malavita la fanno da padrone, non diversamente da quanto accade in Russia. Prima di indicarvi un articolo in cui potrete trovare qualche interessante indicazione su quel che ha in mente Putin, rileverei anche che, riguardo alle repubbliche ex sovietiche, abbiamo un debito di riconoscenza verso la formidabile coppia formata da George W. Bush e Dick “Grande Cacciatore” Cheney, la cui frenesia bellica in Afganistan e Iraq ha reso alcune di quelle nazioni strategicamente rilevanti, spingendo quindi anche gli USA a sostenere più d’uno dei dittatori che le governano.
E sì, non riesco proprio a trovare un politico che mi piaccia…
Veniamo all’articolo: non è fresco di giornata, ma merita; lo ha scritto il corrispondente del Corriere da Mosca, Dragosei (http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/21/Putin_gioca_alla_Guerra_fredda_co_9_120221031.shtml).
Buona stampa.
Tra le tante cose di cui dobbiamo essere grati a Putin, c’è il sostegno che la Russia continua a dare a Bashar el Assad. Ieri ci sono stati i primi due morti tra i giornalisti occidentali che ci informano della spietata repressione della rivolta del popolo siriano, come altri nell’area ansioso di libertà. Una delle vittime era donna, una reporter americana di cui il Wall Street Journal ci offre un ritratto che è opportuno leggere, anche per manifestare la nostra riconoscenza alle persone come Marie Colvin (http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203918304577238872826461212.html?mod=WSJEUROPE_hpp_editorsPicks_1).
Buona stampa.

martedì 21 febbraio 2012

Schei


Parto difficile, ma, infine, sono stati resi pubblici i dati relativi ai redditi dei membri del governo. Mi sono guardato bene dall’andare a vederli. Quand’ero piccolo, mi hanno insegnato a non guardare nel piatto degli altri… Il problema, a mio modesto avviso, non sta tanto nelle somme che Monti & Co. guadagnavano prima di diventare ministri o sottosegretari. Contano le relazioni e i patrimoni che hanno portato con sé, gli elementi, cioè, capaci di indurli a prendere, anche inconsapevolmente, decisioni che potrebbero scostarsi dal cammino dell’interesse generale e dell’equità. E conta anche quello che guadagneranno dopo aver lasciato il governo. E non parlo di quanto potrebbero essere pagati come conferenzieri… Ad ogni modo, sono ben contento che anche il nostro paese s’incammini sulla strada di una maggiore trasparenza e mi auguro vivamente di vedere il passo farsi molto svelto.
Se siete curiosi di leggere i numeri, credo che tutti i siti dei quotidiani pubblichino i dati e i link utili. Fate un po’ di fatica voi.
Vorrei dedicare qualche riga al Corriere della Sera. Ancora non ho digerito quel pessimo articolo di Sergio Romano di cui vi ho parlato domenica e probabilmente ci tornerò sopra, giusto per annoiarvi un po’. Quando mi tocca leggere pezzi come quello sul quotidiano che fa parte di quasi tutti i miei giorni da quasi quarant’anni (sic), davvero non riesco a evitare di imbestialirmi e sono tentato di non comperarlo più. Poi questa mattina arrivo dalla mia amica Lella, prendo i miei giornali, pago, torno a casa e… e c’è un Panebianco impeccabile (http://www.corriere.it/editoriali/12_febbraio_21/panebianco-crisi-pd-pdl_a3f73114-5c53-11e1-beff-3dad6e87678a.shtml) e c’è un Rizzo (mastino mordace) puntiglioso (http://www.corriere.it/economia/12_febbraio_21/buste-paga-manager-pubblici-rizzo_238d07b6-5c5c-11e1-beff-3dad6e87678a.shtml) e c’è altro, di cui magari parleremo in seguito.
Buona stampa.
Passa la rabbia, almeno fino al prossimo articolo di Romano o di Ostellino o di Cazzullo.
Mala stampa ad honorem.
L’articolo di Rizzo mi spinge a fare qualche considerazione. Condivido il timore del Presidente del Consiglio riguardo al fatto che, ponendo dei limiti alle retribuzioni dei dipendenti della Pubblica Amministrazione e delle società non quotate in Borsa controllate dallo Stato, si rischi di non riuscire a trovare persone di qualità per posizioni importantissime. Non tutti i tagli si possono fare con una sciabola. Forse un po’ di gradualità potrebbe essere utile. Ci sono posizioni che hanno impatti ben diversi sul bilancio pubblico e che, penso, dovrebbero trovare un riconoscimento adeguato. Quello che, francamente, mi piace molto meno (e vorrei non vedere più) sono certi passaggi un po’ strani, come, ad esempio, quelli di sindacalisti diventati presidenti o amministratori delle medesime società pubbliche nelle quali hanno svolto la loro attività di rappresentanza dei lavoratori.
E meno ancora mi piace che a molti di questi signori venga garantita spesso una buonuscita assolutamente incongruente con i risultati prodotti.
E’ un tema complicato, sul quale dobbiamo riflettere con moderazione, senza esasperazioni. Un manager che risana un’azienda pubblica e fa guadagnare o risparmiare allo Stato somme multiple del suo stipendio, per dire, magari si merita più dei fatidici 300.000,00 euro.
Pensiamoci.

lunedì 20 febbraio 2012

Questo è il giornalismo che mi piace


Mi pare di aver già rivelato quanto mi piaccia il modo di scrivere dei giornalisti anglosassoni. Sul Financial Times ho scovato un magnifico articolo che ricostruisce la vicenda recente del Monte dei Paschi di Siena e il rapporto tra la banca, la fondazione e la città. Per chi, come me, coltiva un certo interesse per questi temi, non ci sono novità, ma si tratta di una sintesi preziosa, un utile ripasso che si legge con straordinario piacere. Brava Rachel Sanderson!
Buona stampa.

domenica 19 febbraio 2012

Se avete un quarto d'ora di tempo


E’ ancora domenica, tra l’altro qui piuttosto uggiosa, perciò torno a scrivere, preoccupato di darvi indicazioni su come spendere bene un po’ di tempo leggendo.
Un paio di suggerimenti dal Sole 24 Ore. Il primo conferma il rallentamento dell’economia cinese e aggiunge motivi di perplessità sugli effetti della ricetta tedesca per la crisi del debito europeo (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-19/pechino-allenta-credito-081238.shtml?uuid=AaXER7tE&fromSearch).
Buona stampa.
Il secondo descrive il mondo delle società che effettuano trading delle materie prime. Non mi pare che sia rassicurante la concentrazione del commercio di beni quali petrolio e cereali nelle mani di poche imprese, potentissime e misteriose (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-02-19/misteriose-regine-trading-140231.shtml?uuid=AaiYjFuE&fromSearch).
Buona stampa.
Vi segnalo anche Jena oggi sulla Stampa. Micidiale. Nella pagina c’è il link all’archivio storico: date un’occhiata, ne vale la pena. Magari a denti stretti, ma è difficile che non strappi un sorriso.
Buona stampa.
Poi un articolo di Ferrara sul Giornale (http://www.ilgiornale.it/interni/i_partiti_sanno_solo_fare_danninon_servono_piu/19-02-2012/articolo-id=573046-page=0-comments=1). Che piaccia oppure no, bisogna dargli atto di avere uno straordinario acume e di scrivere in maniera intrigante.
Buona stampa.
Una notizia riportata da Libero, infine, confermerebbe che ha ragione Balasso quando dice che il magnaschei, di suo, è tirchio (http://www.liberoquotidiano.it/news/938654/Perego-yacht-sequestrato-un-Festival-che-porta-sfiga.html). Avarizia o anche qualcos’altro?
Buona stampa.

Pagliuzze e travi


Ieri l’editoriale del Corriere della Sera, a firma di Sergio Romano, si è occupato del caso Wulff (http://www.corriere.it/editoriali/12_febbraio_18/l-immagine-del-potere-sergio-romano_ed578ea2-59f7-11e1-bf04-228ddd739b1f.shtml).
Mala stampa.
E’ un pessimo articolo, che ha l’aria di proseguire, approfondendolo, nel solco aperto dal pavido fondo di De Bortoli di domenica scorsa. L’ultima cosa che un quotidiano serio può fare di fronte alle dimissioni del Presidente tedesco è trarne motivo per chiedere alla Germania un bagno di umiltà e per dimenticare la distanza, per ora incolmabile, tra il sistema e la classe politici tedeschi e quelli italiani.
Il fatto che ci sia del marcio anche altrove non è e non può essere un buon motivo per dimenticare quanto ne abbiamo dalle nostre parti e quanto poco si faccia per estirparlo.
Sergio Romano, ricorda, ad esempio, il caso del governatore dell’Illinois Blagojevich per sostenere, non a torto, che anche i politici americani sono corrotti. Bene. Perché non ricordarsi anche che oggi Blagojevich è stato condannato a 14 (QUATTORDICI) anni di prigione e che ne dovrà scontare almeno 12 (DODICI)?
E ancora: Sergio Romano ci spiega che il caso del Presidente della Banca Nazionale Svizzera è sorprendente perché non ci si sarebbe aspettato qualcosa di simile nella Confederazione elvetica e sostiene che la reputazione di una nazione finisce per farci ritenere che essa sia immune dalla corruzione o dalla disinvoltura morale dei suoi esponenti pubblici. Una tesi che mi sembra piuttosto traballante. E’ vero che la tradizione di un paese influenza la moralità della sua classe dirigente e che i controlli servono a impedire che qualcuno cada in tentazione, tuttavia le malerbe crescono sia in un campo di mais sia in un campo di frumento…
No, il caso Wulff deve far riflettere su altro, non sulla presunta mancanza di autorità morale che da esso deriverebbe alla Germania.
Io ho criticato spesso la Signora Merkel e vi ho segnalato decine di articoli in cui si metteva duramente in discussione il suo agire di fronte alla crisi del debito e, in particolare, sul caso della Grecia. Il fatto che il Presidente della Repubblica Federale sia corrotto attenua certamente la credibilità morale della Germania, ma non va trascurato che il caso, oltre a confermare che neppure i tedeschi sono perfetti, ci fa vedere soprattutto come un paese sostanzialmente sano ha tutti gli anticorpi necessari per liberarsi della malattia. E che chi commette errori, se non lo fa autonomamente, viene risolutamente costretto ad abbandonare i propri incarichi.
La Merkel sbaglia perché non considera le conseguenze economiche e sociali delle sue posizioni troppo rigide e l’Europa deve cercare di dissuaderla sul terreno delle valutazioni economiche e sociali, non facendole pesare la disinvoltura di Wulff.
No, il caso Wulff deve far riflettere su altro, magari sul modo in cui vengono affrontate situazioni simili nel nostro paese.
Christian Wulff si è dimesso non già dopo una condanna definitiva, ma quando la magistratura, dopo un’indagine scaturita dalle inchieste del quotidiano Bild, ha chiesto al Parlamento tedesco di privarlo dell’immunità garantita dalla sua carica. Oggetto dell’indagine sono i rapporti poco trasparenti intrattenuti da Wulff con alcuni imprenditori quand’era Governatore della Bassa Sassonia e le telefonate a Bild affinché abbandonassero il caso.
Da noi, purtroppo, solo un’esigua minoranza di persone in situazioni simili ha sentito il dovere di lasciare il proprio incarico.
Come ho scritto venerdì, nel nostro Parlamento siedono persone condannate e inquisite per colpe ben più gravi.
Più o meno nelle stesse ore in cui Wulff si dimetteva, il Presidente della Corte dei Conti illustrava le dimensioni gravissime della corruzione nel nostro paese e sottolineava l’assoluta necessità di introdurre norme che consentano di combatterla, così come ci ha chiesto, da tempo e inutilmente, anche l’Unione Europea.
Anziché guardare la pagliuzza tedesca, Sergio Romano dovrebbe preoccuparsi delle nostre travi. Questo, credo, ci aspettiamo da un editorialista del principale quotidiano italiano.

venerdì 17 febbraio 2012

Altro Dna che ci può servire


Oggi ho fatto il taglialegna e il carpentiere, quindi non ho avuto molto tempo per leggere i giornali. Il clima comincia a intiepidire e lavorare all’aria aperta è gradevole. Dai rosai spuntano i primi germogli e, anche se prematuro, è difficile sottrarsi all’idea che si avvicina la primavera.
Il sole, però, cala ancora presto e, quando sono rientrato, ho dato un’occhiata al computer e ho scoperto che persino in Germania ci sono i cretini (quella strana specie di umani che hanno senso di responsabilità). In particolare, c’è un cretino che si chiama Christian Wulff e che, fino a questa mattina, era il presidente della Repubblica Federale Tedesca e che si è dimesso perché oggetto d’indagine per una serie di comportamenti non propriamente adeguati alla sua carica. Attenzione: la decisione di dimettersi è stata presa quando si è saputo che la magistratura era intenzionata a chiedere al Parlamento tedesco di privarlo dell’immunità (sottolineo: prima ancora della richiesta). I dettagli li lascio ai professionisti. Osservo soltanto che, nel Parlamento italiano, siedono tuttora Milanese, Lusi, Tedesco e altri, ossia persone che si trovano in situazioni paragonabili (in realtà sono indagati per fatti apparentemente più gravi e per alcuni la richiesta di autorizzazione a procedere è stata fatta anche più volte) a quella di Wulff, ma che non si sognano di dimettersi, anzi.
Direi che anche il Dna di Wulff andrebbe spruzzato nei palazzi del potere italiano, come quello di Huhne (l’ex ministro inglese di cui ho parlato qualche giorno fa).
Veniamo ai link. Cominciamo dal Corriere: http://www.corriere.it/economia/12_febbraio_17/merkel-rinuncia-viaggio_2524de7c-5942-11e1-b00f-503ee71194ec.shtml. Leggere le parole “tritacarne mediatico” mi ha fatto decidere immediatamente il giudizio.
Mala stampa.
Mala stampa.
Per fortuna, si possono leggere anche i giornali inglesi. Tra i tanti buoni articoli, vi segnalo soltanto il Guardian (http://www.guardian.co.uk/world/2012/feb/17/german-president-christian-wulff-resigns1).
Buona stampa.
Il meglio, tuttavia, lo troviamo proprio in Germania. Il commento dell’edizione internazionale di Der Spiegel è semplicemente perfetto. Un pezzo da mettere in cornice, per contenuto e per stile. Per fortuna scrivono anche in inglese… http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,816007,00.html.
Buona stampa. Anzi, eccellente.

giovedì 16 febbraio 2012

Io lo pago


Non ho guardato le prime due serate del Festival di Sanremo e non ho nessuna intenzione di guardare quelle che restano. Su Celentano mi fido del giudizio di Aldo Grasso sul Corriere di ieri (http://www.corriere.it/spettacoli/speciali/2012/celentano-predicatore-decadente-grasso_96ccf2b2-5799-11e1-8cd8-b2fbc2e45f9f.shtml), di Curzio Maltese, sempre ieri, su Repubblica (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/02/15/il-predicozzo-del-molleggiato.html), di Massimiliano Panarari sulla Stampa di oggi (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9780) e, infine, di Sergio Rame sul Giornale di ieri (http://www.ilgiornale.it/sanremo_2012/rai_adesso_lei_commissaria_sanremo/lorenza_lei-rai-adriano_celentano-sanremo-commissariamento/15-02-2012/articolo-id=572298-page=0-comments=1).
Buona stampa.
Passando dalla cronaca e dal commento alla valutazione più profonda della questione, mi piace il pezzo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere di oggi (http://www.corriere.it/opinioni/12_febbraio_16/galli-della-loggia-ora-restituitec-rai_7268bc12-587f-11e1-9269-1668ca0418d4.shtml).
Buona stampa.
E adesso dico cosa ne penso io della Rai e del canone.
Io credo che non si possa concentrare l'attenzione soltanto sul modo in cui è organizzata e gestita l’azienda pubblica radiotelevisiva. Si deve affrontare soprattutto la struttura del sistema dell'informazione nel suo complesso, possibilmente in maniera da introdurvi un’adeguata dose di concorrenza, così come accade negli altri paesi europei, nessuno dei quali presenta un livello di concentrazione simile al nostro.
Dubito abbiate bisogno di me per sapere che la struttura del mercato televisivo, e dell’informazione in generale, italiano risente (solo un po’) della prolungata presenza di Silvio Berlusconi in politica. E che un grande contributo a questa situazione è venuta dai governi di centrosinistra che hanno sacrificato, sull’altare della lottizzazione e dell’uso strumentale della Rai, la possibilità di avviare un processo di cambiamento che, per l’appunto, ponesse fine al duopolio collusivo dal quale, mi pare, è derivato anche il deterioramento qualitativo della televisione pubblica.
L’esortazione conclusiva di Galli della Loggia al Presidente del Consiglio è certamente condivisibile, ma non basterà mettere mano all’organizzazione della Rai. Serve di più. Serve un’azione più incisiva, che apra maggiormente il sistema, anche per quel che riguarda la tv satellitare, che è di fatto un monopolio.
Ovviamente, lo capite benissimo anche senza di me, è più facile dirlo che farlo. Speriamo che il Governo abbia coraggio. Ne serve molto per mettere mano a un significativo processo di cambiamento, più di quanto ne ha mostrato sinora.
Parlando di canone, finché esiste, va pagato. Però sarebbe indispensabile l'immediata modifica delle normative in materia, perché un tributo difficile da digerire diventa intollerabile quando viene applicato con procedure vessatorie. Mi spiego.
Nel 2007 ho cambiato residenza. Nei due anni successivi ho ricevuto il bollettino Rai al vecchio indirizzo da dove m’inoltravano la posta, quindi ho pagato. Nel 2010 non l’ho ricevuto e non ho pagato, anche perché, in assenza del bollettino, me ne sono scordato. Nel 2011 mi è arrivata una cartella esattoriale da Equitalia che pretendeva il pagamento del canone, interessi, penali, ecc. ecc. Ho pagato e mi sono informato: la legge stabilisce che quando si cambia residenza, il cittadino deve informare la Rai con raccomandata. Ora io credo che questa sia una cosa vergognosa, una di quelle assurde angherie che, temo, sono una specialità della nostra burocrazia.
E lo dimostra il fatto che, nemmeno tre mesi dopo il mio cambio di residenza, persino il Ministero dei Trasporti aveva registrato la cosa, inviandomi automaticamente le etichette da applicare sul libretto di circolazione dell’auto e sulla patente. Più meno negli stessi tempi, la ASL nel cui territorio risiedo attualmente mi ha inviato una lettera pregandomi di presentarmi per ottenere il rilascio della nuova tessera sanitaria e per gli adempimenti relativi alla scelta del medico di base. Il tutto si è svolto senza particolari perdite di tempo e con la piacevole sensazione di parlare con persone convinte di essere loro al mio servizio e non viceversa.
Non mi sogno minimamente di spedire una raccomandata per informare i signori della Rai della mia nuova residenza. Ho già pagato il canone per quest’anno, ma non intendo fare un lavoro che la pubblica amministrazione ha fatto direttamente in due campi di gran lunga più importanti: ho una bella ricevuta stampata da un terminale SISAL con indicato il mio vecchio indirizzo. E quando mi arriverà la cartella di Equitalia per il 2011 (che non ho pagato), garantito che, una volta saldato, andrò da un avvocato, probabilmente molto cattivo, e che farò un polverone.
Se lo scordano che, oltre a costringermi a pagare Celentano e le sue farneticazioni, mi accolli anche un lavoro che dovrebbero fare loro con le amministrazioni comunali.

martedì 14 febbraio 2012

2900 nomi


Il Direttore della Stampa, Mario Calabresi, mi sembra possedere una particolare sensibilità, forse determinata dalla sua storia personale. Nel suo editoriale di oggi si occupa in modo impeccabile della vicenda che ha portato alla condanna dei proprietari e dirigenti della Eternit.
E’ un articolo equilibrato, meticoloso, intenso. Merita senz’altro di essere letto:
Buona stampa.
E credo che, per oggi, non sia il caso di interessarci di altro.

lunedì 13 febbraio 2012

Due parole che iniziano con la lettera A


Fedele all’insegnamento di Schifani e Fini, non mantengo gli impegni e scrivo anche oggi, ma sarò fulmineo. Due articoli, su due argomenti toccati anche troppo, ma credo sia indispensabile che ve li segnali e che voi li leggiate.
Non li commento neppure, sarebbe superfluo, una fatica del tutto inutile, meglio andare a fare una passeggiata con Doc in questa fredda e bellissima giornata di sole. E questo nessun politico, spero, può impedirmi di farlo e di goderlo.
Dal Mattino di Padova, sul numero dei parlamentari locali che hanno reso pubblica la loro dichiarazione dei redditi: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/02/13/news/redditi-on-line-solo-4-parlamentari-su-15-1.3176564. Che parola mi viene in mente? Avvilente.
Buona stampa.
Dal Corriere della Sera, ma attraverso Dagospia (grazie a Marco della segnalazione, sul sito del quotidiano non è ancora pubblicato), un articolo sulle vendite di armi alla Grecia da parte di Germania e Francia: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/mettete-i-soldi-nei-vostri-cannoni-lignobile-ricatto-dei-merkozy-alla-grecia-comprate-le-35450.htm#Scene_1. Che parola mi viene in mente? Agghiacciante.
Buona stampa.

domenica 12 febbraio 2012

Ad Atene

Prometto che poi, per un paio di giorni, non scrivo più… Pensando al momento drammatico che stanno vivendo, mi sembra giusto tornare a parlare dei greci. Anzi, di far parlare qualcuno più bravo di me.
Per primo Marco Onado sul Fatto Quotidiano di oggi. Un articolo interessante che, senza aggiungere nulla di nuovo, riepiloga con precisione i vari meccanismi attraverso i quali la "finanza" ha influenzato (contribuendo a renderla più grave) la crisi ellenica (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/12/le-sofferenze-dei-greci-in-nome-delle-banche/190758/).
Un problema, quello dell’eccessiva libertà di azione di cui ancora godono le banche e gli altri grandi investitori, che può soltanto essere esasperato dall’enorme liquidità che è stata immessa e verrà ancora immessa nel sistema dalle Banche Centrali. Ne parla con grande chiarezza Morya Longo sul Sole 24 Ore di oggi, questo il link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-12/investitori-tornano-rischiare-soldi-081057.shtml?uuid=AasCZcqE&fromSearch.
Sempre per capire meglio gli aspetti tecnici della vicenda greca, vediamo le problematiche del mondo del lavoro, spiegate da Manos Matsaganis su LaVoce.info
Sul 24 Ore potrete anche scoprire come sia in realtà difficile persino definire l’esatta entità delle risorse necessarie per impedire il fallimento della Grecia: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-12/sale-costo-salvataggio-greco-081108.shtml?uuid=Aa6IZcqE.
In tutti gli articoli, in un modo o nell’altro, oltre a leggersi tra le righe che la malattia non è confinata nella terra di Socrate, traspare anche la responsabilità della classe politica, che, in Grecia come altrove, è sembrata e sembra ancora preoccupata di garantirsi voti alle successive elezioni, non di risolvere i problemi. La volontà di compiacere gli elettori, purtroppo, è un pessimo suggeritore. Prima questa ovvietà sarà compresa e prima si potrà sperare di vedere azioni più efficaci per allontanare non tanto lo spettro del cosiddetto default greco quanto piuttosto quello della dissoluzione dell’Europa che abbiamo cercato di costruire nell’ultima parte del XX° secolo. Nel nostro piccolo, sebbene possa sembrare incredibile, noi italiani stiamo cercando di migliorare rispetto al recente passato e, a quanto pare, con qualche risultato positivo.
E di Europa, partendo dallo sconcertante appoggio della Merkel al candidato Sarkozy, torna a parlare Adriana Cerretelli, sempre brillante e tagliente, sul Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-12/sostegno-merkel-traballante-alleato-081118.shtml?uuid=Aac0ZcqE).
Buona stampa. Tutta.
Chiudiamo restando ad Atene, ma spostandoci in ambito musicale. Nel giugno 2010, ai piedi dell’Acropoli, è stato registrato uno splendido concerto che ha visto affiancati, come protagonisti, il sassofonista americano Charles Lloyd e la cantante greca Maria Farantouri, sostenuti da un gruppo di eccellenti comprimari. Dal concerto la ECM ha tratto un doppio CD (http://www.ecmrecords.com/Catalogue/ECM/2200/2205_06.php?lvredir=712&cat=%2FArtists%2FLloyd+Charles%23%23Charles+Lloyd&catid=0&doctype=Catalogue&order=releasedate&rubchooser=901&mainrubchooser=9).
Il video della ECM è disponibile anche su Youtube.


Altre foto

Sono andato a fare due passi per vedere se riuscivo a fotografare qualche rapace. Mi è andata male con la poiana, che è svanita prima ancora che riuscissi a impugnare la D90. Mi sono rifatto con un gheppio, ripreso sia in volo che posato su un palo. Purtroppo ero controluce e l'esposizione non è affatto ottimale.

 



La neve si è sciolta quasi dappertutto, non sull'acqua ghiacciata del canale.


Ancora bianco




Anni perduti e talenti sperperati


Oggi andiamo un po’ di qua e un po’ di là, sia in senso geografico sia come argomenti, con qualche divagazione un po’ stravagante. E sarà ancora una volta un post piuttosto corposo, ma è domenica e dovreste avere più tempo per leggere.
Cominciamo dalla Repubblica che, ieri, segnalava la morte di un capodoglio in Belgio e offre alcune immagini di questo evento triste (http://www.repubblica.it/ambiente/2012/02/11/foto/capodoglio_belgio-29711775/1/?ref=HREC2-3). Avrei voluto che, oltre alle fotografie, ci fosse un testo più esteso per capire meglio la posizione di quegli ambientalisti che si sarebbero opposti all’uso della carcassa per la produzione di energia. Posso sbagliarmi (è facile quando si parla di noi), ma credo di essere un amante della natura e di rispettarla con convinzione, tuttavia trovo inconcepibili le posizioni estremiste come quella citata nella didascalia della prima immagine. E mi piacerebbe proprio sapere quali alternative proponevano coloro i quali si opponevano alla scelta di bruciare i resti (piuttosto ingombranti) del povero animale. Siccome la Repubblica ci lascia con questa curiosità insoddisfatta, mi tocca essere severo.
Mala stampa.
Spostiamoci in America. Il New York Times descrive la crisi della sola linea aerea dedicata agli animali da compagnia (http://www.nytimes.com/2012/02/11/business/pet-airways-in-financial-straits-is-canceling-flights.html). Scontato che l’articolo attirasse la mia attenzione. Se affermassi di aver rinunciato a qualche viaggio per l’impossibilità di portare Doc con me, mentirei. Non posso, tuttavia, nascondere che, se le compagnie aeree offrissero condizioni di viaggio meno pericolose e stressanti, potrei anche decidere di spostarmi con lui verso qualche meta a due o tre ore di volo. Leggete attentamente l’articolo del NYTimes: le statistiche sugli animali morti durante i viaggi nella stiva non mi sembrano affatto rassicuranti.
Buona stampa.
Ancora sul maltempo, ma giusto per qualche bella foto dal sito di Le Monde (http://www.lemonde.fr/planete/infographe/2012/02/11/la-vague-de-froid-se-poursuit-dans-toute-l-europe_1642212_3244.html).
Buona stampa.
Eccoci di nuovo in Italia. Oggi Ferruccio De Bortoli, finalmente, torna a firmare l’editoriale del Corriere. E’ fondamentalmente un bel pezzo, che analizza con chiarezza, e in modo sostanzialmente esaustivo, il tema della moralità nella vita politica italiana. Ecco il link: http://www.corriere.it/editoriali/12_febbraio_12/de-bortoli-anni-perduti-scelte-urgenti_846661ba-5548-11e1-9c86-f77f3fe7445c.shtml. Non posso, tuttavia, non osservare che manca un po’ di aggressività. Intendiamoci: non è nel suo stile, che apprezzo, però mi sembra che con le buone maniere, come dimostra proprio il suo editoriale, non abbiamo ottenuto gran che. Ad esempio, verso la fine, De Bortoli scrive:
Se la società non infligge anche un costo di reputazione a chi infrange le sue regole, se trascura istruzione e formazione, se banalizza le virtù civiche ed elegge i furbi simpatici a modelli di vita, non c’è norma che tenga.
Perfetto, io allora mi chiedo: chi meglio del direttore del maggior quotidiano italiano può far pagare un costo di reputazione a chi infrange le regole della società? Perché dimenticare che un reo confesso di appropriazione indebita è ancora senatore della Repubblica? Tra l’altro, mi ero anche permesso di mandargli una mail due giorni fa sull’argomento… Mi toccherà scrivergli di nuovo.
Non posso certamente dare un voto negativo, ma neppure positivo. Mi è rimasta la bocca un po’ amara e, quel che è peggio, il dubbio che sia un editoriale scritto tanto per tranquillizzare la propria coscienza almeno quanto per favorire un reale cambiamento della situazione.
Stampa così e così.
Facciamo un salto nel Regno Unito, dove il maggior gruppo editoriale del mondo, quello di Murdoch, sta passando un altro brutto momento, sempre a causa dei metodi alquanto discutibili con cui alcuni giornali si procuravano scoop veri o presunti. Ci sono molti articoli, ve ne segnalo uno dell’Indipendent: http://www.independent.co.uk/news/uk/crime/eight-arrests-as-murdoch-throws-staff-to-the-wolves-6795254.html.
Buona stampa. L'Indipendent, non il Sun, ovviamente.
Per chiudere, una notizia che mi ha sinceramente rattristato. Se n’è andata una cantante che, purtroppo, ha sperperato un talento straordinario. Non ho suoi dischi, ma ricordo bene il potenziale eccezionale rivelato dal suo primo album. Peccato. Se volete riascoltarla, io avrei scelto un pezzo dell’inizio della carriera di Whitney Houston. E' un po' sdolcinato, ma che voce.


venerdì 10 febbraio 2012

Niente di nuovo


A proposito di politica energetica, sul sito LaVoce.info, potete leggere una breve, ma interessante analisi di Alessandro Lanza sulla nostra dipendenza dal gas e, in particolare, da quello russo (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002849.html). Le sue osservazioni non si scostano molto dalle mie di qualche giorno fa, ma ci sono dei numeri interessanti.
Buona stampa.
Sul Financial Times di oggi c’è un articolo (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/2b1bb9d0-537b-11e1-aafd-00144feabdc0.html#axzz1ly9ZjJ6n) che, mi auguro, anche Angela Merkel troverà il tempo di leggere. Per la serie io ve lo avevo già detto: i segnali di rallentamento dell’economia cinese ci sono e sono tutt’altro che trascurabili. E le implicazioni sono anch’esse tutt’altro che trascurabili.
Buona stampa.
Chissà se nel 2012 la Mercedes farà utili corposi come nel 2011 vendendo le sue belle auto nei cosiddetti paesi emergenti? I dirigenti prevedono di riuscire, io, al posto loro, sarei meno spavaldo. Sul tema, potete leggere questo pezzo sul Sole 24 Ore di oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-02-09/daimler-utili-record-2011-101541.shtml?uuid=AaODdCpE&fromSearch.
Buona stampa.
Il rigore non è tutto. I conti in ordine sono importanti, ma bisogna anche dare delle prospettive: le persone accettano i sacrifici se vedono una luce in fondo al tunnel. Per il momento, mi pare, la logica imposta dalla Germania di prospettive nel concede pochine, come dimostra il caso della Grecia. Sia chiaro che ho ben presenti le colpe dei greci: pessima classe politica, evasione fiscale, livelli retributivi esagerati, scarsa affidabilità nei rapporti con la UE, ecc. Temo, tuttavia, che venga loro imposto un percorso i cui effetti sociali sono assolutamente irragionevoli, soprattutto perché non viene offerta alcuna realistica speranza che, in tempi non biblici, potranno avviarsi verso un tenore di vita dignitoso. Del tema si occupa oggi un articolo di Daniele Mastrogiacomo su Repubblica: purtroppo non è disponibile gratuitamente on line. Io non ho l’abbonamento e l’ho letto su carta, ne vale la pena: il titolo è “Un giorno a casa Dimitriu”.
Buona stampa.
Ora tornerei su un fatto che mi sta veramente facendo uscire dai gangheri. Il signor malfattore reo confesso Lusi è ancora un Senatore della Repubblica e non c’è nessuno che si sogni di chiedergli o di imporgli le dimissioni. E’ vero, nel nostro Parlamento i malfattori non mancano, però qui ci troviamo di fronte a un reo confesso, possibile che non ci si possa liberare di lui? Che dignità e che decoro può avere un’istituzione della quale continua a far parte il colpevole del reato di appropriazione indebita? Come possiamo non guardare con disgusto a una classe politica che ci costringe a continuare a pagare un lauto stipendio a un furfante, che tra l’altro avrà diritto anche a un corposo vitalizio visto che siede in Parlamento da parecchi anni? Con questi esempi, come potremo mai sviluppare un senso civico adeguato a una vera democrazia occidentale? Finirò anch’io per fregarmene delle leggi e dei diritti degli altri? E i giornali che cosa ci stanno a fare? Credo che lo domanderò al Dottor De Bortoli…
Vi ricordate il ministro inglese? Si chiama Huhne. Che cosa avrà nella testa per aver deciso di dimettersi a causa di quella menzogna in merito a chi guidava l’auto oltre il limite di velocità? Non è che si può prendere un po’ del suo DNA e spruzzarlo a Palazzo Madama e Montecitorio, all’ARS (Assemblea Regionale Siciliana, niente a che vedere con l’arte) e al Pirellone?
Sai mai, magari anche Nicole Minetti potrebbe imparare come si comporta chi è pagato con soldi pubblici e, prima di tutto, dovrebbe ricordarsi di essere un esempio. Cosa che, per ora, lei non sa neppure cosa voglia dire (http://milano.corriere.it/gallery/milano/02-2012/minetti/03/minetti-sosta-selvaggia_e9aeadcc-5302-11e1-8f96-43ef75befe7d.shtml#1).
A proposito di queste foto, qualcuno sa dirmi in quale paese civile i consiglieri regionali sono forniti di un permesso per parcheggiare dove vogliono? Io credo non ce ne sia neppure uno. Negli altri paesi chi è chiamato a compiti pubblici resta un cittadino come gli altri, non viene trasformato in un essere speciale cui tutto è concesso. E comunque, quel permesso, non da diritto a lasciare l'auto in mezzo a un marciapiede.

mercoledì 8 febbraio 2012

Nimby e IPhone


L’ondata di maltempo e di freddo, oltre a mettere una volta di più in luce l’impreparazione di buona parte delle amministrazioni pubbliche e delle imprese coinvolte, ha enfatizzato anche i nostri seri problemi di approvvigionamento energetico. In particolare, quello che accade in queste ore dimostra la mancanza di una vera politica delle fonti di energia, capace di eliminare o di ridurre molto la nostra eccessiva dipendenza da una fonte (il gas) e da un fornitore (la Russia); riguardo a quest’ultimo, tra l’altro, mi sembra si possa dire che non è il migliore possibile, sia per ragioni tecniche sia per ragioni politiche.
Buona stampa.
Io mi limito a un’osservazione, neanche tanto originale: buona parte dei nostri problemi energetici nascono da un lato dalla mancanza di coraggio della classe politica e dall’altro dall’indisponibilità di noi cittadini a ospitare certe tipologie di impianto industriale nel territorio in cui viviamo (il fenomeno chiamato Nimby-Not in my back yard da chi parla inglese e, oggettivamente, difficile da tradurre con un acronimo altrettanto efficace).
E mi fermo a questo, rinunciando a sfiorare argomenti che stanno nella vasta zona d’ombra in cui, in Italia, politica e affari s’incontrano con reciproco vantaggio.
Passiamo a un argomento leggero. Lo faccio con la consapevolezza di accingermi a sparare sulla Croce Rossa, ma tant’è: esistono persone che dovrebbero comprendere quando togliersi dai piedi e mettere da soli una pietra sopra se stessi; Nicole Minetti, evidentemente, non riesce proprio a capirlo. E così, decisa a restare ancora sulla sua effimera ribalta, offre un’altra prova delle sue eccellenti qualità (http://milano.corriere.it/gallery/milano/02-2012/minetti/02/minetti-madrelingue-omologate_5f4ca90a-51bc-11e1-bb26-b734ef1e73a5.shtml#1). Preciso: sono proprietario di IPhone e, come osserva giustamente anche il Corriere, la scusa usata dalla Minetti non regge per niente, anzi la parola "malelingue" non solo non viene corretta, ma è il suggerimento automatico quando se ne digitano le prime lettere. Peso el tacon del sbrego. E qui mi fermo, perché altrimenti, più che sparare, sembra che butti un'atomica sulla Croce Rossa...

martedì 7 febbraio 2012

Hanno capito tutto


Mia madre dice che Doc capisce tutto. Si sbaglia, ma Doc capisce più di tanti umani, soprattutto se Schifani.
Buona stampa.
Cerco di sintetizzare il mio punto di vista.
Un reo confesso di appropriazione indebita (Lusi, dimissionato tesoriere della Margherita, partito che non esiste più, però noi manteniamo) è ancora senatore della Repubblica e cosa fa il Presidente del Senato? Non è che cerca di spiegargli che, per il decoro dell’istituzione, magari, sarebbe opportuno che si dimettesse… No, non sia mai che ci perdiamo in queste sciocchezze. Preme la questione delle “guarentigie parlamentari”. L’ottimo Schifani (si fa sempre per dire), dunque, con il solenne sostegno della Giunta per le immunità, si preoccupa di impedire alla Guardia di Finanza di accedere allo sportello bancario ospitato a Palazzo Madama per procedere nelle indagini riguardo a questo reato (l’appropriazione indebita, da parte di Lusi, di 13 milioni di euro di soldi pubblici versati al partito di cui era tesoriere). Non di accedere all’ufficio di un senatore, ma a uno sportello bancario ospitato nella sede del Senato per acquisire informazioni sui conti correnti del partito (sempre quello che non esiste più, ma ha conti correnti).
Se Doc si candida, lo votate? Prometto che gli faccio distribuire in beneficienza un quinto del vitalizio. Che dite? Non esistono più i vitalizi per i parlamentari? Poveri illusi… Il 31 gennaio è passato, come le chiacchiere di Schifani e Fini.
Acc… dimenticavo: l’immunità parlamentare, se ben ricordo (e detto molto rapidamente, quindi senza presunzione di correttezza assoluta), non era intesa a proteggere senatori e deputati colpevoli di reati, ma a garantire loro la sicurezza di poter esprimere le loro opinioni politiche senza timori di ritorsioni.

domenica 5 febbraio 2012

3 lacci rossi



Questo post sarà un po’ lungo, perché gli argomenti non sono pochi.
Partiamo con un sorriso e, per farlo, mi rivolgo alla Jena di oggi sulla Stampa. Non vi do il link, ma trascrivo direttamente:
Salva Italia
Cresci Italia
Spala Italia
Buona stampa.
E passiamo a cose più serie. Un po’ più serie, visto che non è la prima volta che nevica in Italia, però è sempre come se lo fosse. Comuni, Province, Regioni e Stato, da una parte, e società pubbliche e private coinvolte (Ferrovie dello Stato, Enel, Autostrade, ecc. ecc.), dall’altra, si fanno cogliere impreparati, con la conseguenza che le città si bloccano, le autostrade si bloccano, i treni si bloccano, gli aerei si bloccano e la gente muore.
I problemi li hanno anche altrove, intendiamoci. Noi, però, riusciamo a renderli sempre più gravi per quel piccolo difetto che si chiama pessima qualità della pubblica amministrazione.
Procediamo.
Riprendiamo il caso Huhne e il caso Lusi, che, sia pure in presenza di colpe ben diverse, si prestano ad una valutazione in parallelo.
L’ha fatto anche Massimo Gramellini, che sulla Stampa di ieri affrontava la questione alla sua maniera (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41).
Buona stampa.
Veniamo, alla mia maniera, al confronto tra Italia e Regno Unito.
Là un ministro si dimette perché ha mentito allo scopo di sottrarsi alla decurtazione di alcuni punti sulla patente di guida. Lo fa perché la sua colpa non si rifletta in alcun modo sulla posizione che occupa e sul governo di cui fa parte.
Qui un senatore, nel proprio ruolo di tesoriere (di un partito che non esiste più, ma ci costa comunque!), distrae fondi per circa 13 milioni di euro. Si tratta di un reato piuttosto grave, si chiama appropriazione indebita. Bene, c’è un’indagine in corso, il senatore si dichiara colpevole e, nel tentativo di ridurre il proprio conto con la giustizia, propone di patteggiare qualche mese e di restituire meno della metà di quanto ha sottratto. I magistrati respingono la proposta: Lusi andrà a processo. Intanto, però, è ancora un senatore della Repubblica Italiana. Non si è dimesso. Non ritiene che la presenza di un malfattore reo confesso possa portare discredito all’istituzione.
Domanda: nel resto del mondo, leggendo le cronache di queste due vicende, la gente penserà che l’Italia sia migliore del Regno Unito? Io ne dubito.
Sempre riguardo al caso Lusi, Rutelli, ossia colui che ha mostrato tanto discernimento da sceglierlo per il ruolo, si è presentato da Lilli Gruber a 8 e mezzo per cercare di difendersi. Avendo resistito solo per alcuni minuti alla visione della faccia contrita e all’ascolto dei piagnucolii avviliti (l’una come gli altri, per me, patetici e assai poco convincenti), non posso dare una valutazione complessiva della trasmissione. Mi affido ad Aldo Grasso, che lo fa sulle pagine del Corriere  (http://www.corriere.it/spettacoli/12_febbraio_04/rutelli-grasso_8c96b0e8-4ef8-11e1-be5e-e51bc42d9d61.shtml).
Buona stampa.
Altro passo in avanti, sempre sul tema. E un link che richiede, da parte vostra, buona volontà e un po’ di tempo, quello di Prima Pagina, la trasmissione di RaiRadio3. Questa settimana in conduzione abbiamo avuto il bobtail, Gian Antonio Stella. Ieri, nel filo diretto, il terzo ascoltatore a chiamare ha posto il problema della responsabilità, ossia su come essa debba essere interpretata e quale estensione debba avere. L’ha fatto in maniera forse non proprio chiara, tanto che ha lasciato incerto anche Stella, tuttavia a me è parso che sollevasse la questione in modo corretto e segnalasse, comunque, l’assenza, nel nostro Paese, di una cultura che induca ad assumersi realmente le proprie responsabilità, anche quelle “indirette”. In altre parole, se interpreto correttamente le parole di quell’ascoltatore e volendo tradurle in un esempio concreto e attuale, non solo Lusi avrebbe dovuto dimettersi, ma anche Rutelli. E io sono d’accordo con lui. Mi pare, comunque, che valga la pena di ascoltare quella parte della trasmissione, il link è questo: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-afd05d44-390e-41e4-a239-c7f04cd934d7.html?p=0. Dovete scegliere il file “Prima Pagina del 04/02/2012 – Filo diretto”.
Il mio giudizio sulla trasmissione lo conoscete già.
Buona stampa.
Andiamo avanti. Vi avevo anticipato che sarei stato prolisso… Cambiamo argomento, ma in realtà non è che andiamo proprio così lontano.
La relazione che esiste tra le nostre prime letture e la nostra personalità di adulti è stata oggetto di riflessione da parte di tantissime ottime intelligenze. Nello stile del mio secchiello d’acqua, io citerò una signora italiana che mi piace molto: Lella Costa. E queste sono le sue parole che contano in questa materia:
Noi ragazze da bambine abbiamo letto tutte Piccole donne e Piccole donne crescono, mentre i maschi leggevano Zagor, Capitan Miki, Blek Macigno, eccetera. Pare invece che i maschi che da piccoli hanno letto Piccole donne siano poi da grandi diventati stilisti.
Io da bambino non ho letto né Zagor, né Capitan Miki, né Blek Macigno (gli ultimi due, tra l’altro, non ho la più pallida idea di che “cosa” siano), ma ho letto molto Emilio Salgari.
Per questo sono infinitamente più povero di Dolce e di Gabbana.
Di Salgari si ricordano soprattutto i volumi dedicati a Sandokan e al Corsaro Nero. A me dispiace che si dimentichi un ciclo, considerato minore, dedicato al Leone di Damasco, un personaggio la cui vita, se ricordo bene, Salgari colloca nell’epoca del conflitto tra l’Occidente Cristiano e l’Oriente Mussulmano concluso con la battaglia di Lepanto.
Vorrei poter essere più preciso, ma purtroppo i libri si sono persi nei miei tre traslochi; comunque, per quel che conta un mio consiglio, potrebbe valer la pena di leggerli (nel mio caso rileggerli), io proverò a farlo, ma temo che non siano più disponibili in libreria. Ad ogni modo, venendo al punto, conservo un ricordo nitido del breve ciclo dedicato a Muley-El-Kadel: il laccio rosso che i mussulmani colpevoli di tradimento o di altri comportamenti gravissimi ricevevano in un cofanetto. Si trattava di un invito a suicidarsi usando il laccio per strangolarsi.
Era da un po’ che questo ricordo andava e veniva nella mia testa, ansioso di trovare un posticino nel blog. L’idea di inviare un laccio rosso simbolico mi sembrava intrigante, ma anche un po’ troppo forte.
Oggi, credo sia arrivato il momento di superare i dubbi e di fare la prima spedizione. Siccome sono un esagerato, non mi limito a mandare un solo laccio, ne mando ben tre, in realtà collegati. E non avrete certamente bisogno che vi spieghi le ragioni.
Il primo va a Damasco, destinatario Bashar al-Assad.
Il secondo è diretto a Mosca, confezionato su misura per Sergey Lavrov.
Il terzo vola a Pechino, ben impacchettato per Yang Jiechi.