sabato 29 settembre 2012

Non tutti i Roberti vengono per nuocere

Per fortuna, non ho soltanto omonimi mediocri. Non ricorderò i cognomi di quelli che fanno torto al mio nome di battesimo, ma mi occuperò di un Roberto che fa le cose piuttosto bene.
Roberto Perotti è professore universitario e scrive, tra l’altro, per il Sole 24 Ore. Potete reperire informazioni sul suo conto in diversi siti: Università Bocconi (http://didattica.unibocconi.it/docenti/cv.php?rif=49621), LaVoce.info (http://www.lavoce.info/lavocepuntoinfo/autori/pagina160.html) e il Sole 24 Ore (http://argomenti.ilsole24ore.com/roberto-perotti.html).
Sul 24 Ore di oggi, Perotti presenta una proposta per ridurre drasticamente i costi della politica e, vien da dire ovvia conseguenza, il malaffare che dalla disponibilità incontrollata di denaro deriva. Lo fa in maniera puntuale, senza preoccuparsi troppo di eventuali implicazioni legali o di apparire populista, come ammette lui stesso. Giustamente sottolinea che viviamo un momento eccezionale e che nei momenti eccezionali si può e si deve agire in maniera eccezionale. Ecco il suo articolo, in cui suggerisce venti misure da adottare in via immediata, senza star tanto a spaccare il capello in quattro: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-29/costi-politica-taglio-mosse-081108.shtml?uuid=AbdTeWlG. E questo è il link all’articolo di Maurizio Caprino citato da Perotti: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-28/spese-gruppi-introvabili-064327.shtml?uuid=AbVMhqkG&fromSearch.
Buona stampa. Per entrambi. Il 24 Ore è molto aggressivo sulla questione dei costi della politica e mi sembra abbia tratto una discreta spinta dalla direzione di Roberto Napoletano (guarda caso un altro omonimo di cui sono soddisfatto, ecco la sua scheda sul sito del quotidiano: http://argomenti.ilsole24ore.com/roberto-napoletano.html). Come sapete, perché l’ho citato spesso e continuerò a farlo, ci scrive anche Stefano Folli, che mi pare svolgere assai bene il ruolo di commentatore politico, in maniera più concreta di molti suoi colleghi.
E, last but not least, sul sito difficilmente non trovate gli articoli apparsi nell’edizione cartacea. Insomma, è un quotidiano che merita attenzione.
Tornando per un attimo a Valterino, vediamo una reazione che mi piace poco: http://www.corriere.it/politica/12_settembre_28/fini-berlusconi-lavitola_f625f4c2-09ad-11e2-8adc-b60256021bbc.shtml.
Che Gianfranco Fini abbia motivo di rancore per Silvio Berlusconi ci sta. Ci sta molto meno che il Presidente della Camera usi certi toni, da campagna elettorale, dimenticando il suo ruolo istituzionale. Non che Berlusconi non presti il fianco a certe considerazioni, ma neppure Fini è così immacolato, neppure riguardo alla vicenda della casa di Montecarlo, sulla quale, magari mi sbaglio, la chiarezza assoluta la stiamo ancora aspettando. E, comunque, Fini i sassi dalle scarpe se li sarebbe dovuti togliere una volta tornato il cittadino Fini.
Voi sapete già come cerco di sollevare il mio e il vostro spirito in certi momenti…
Bill Evans (http://www.treccani.it/enciclopedia/evans-william-john-detto-bill/ ed http://en.wikipedia.org/wiki/Bill_Evans) è stato uno dei più importanti pianisti del jazz e, sebbene sia stato un magistrale “accompagnatore”, ha dato prove stupende nella formazione in trio, con basso e batteria. Alcuni suoi dischi e concerti costituiscono vere perle del genere e il suo straordinario talento ha sicuramente influenzato tutti quelli che sono venuti dopo di lui.
Vi propongo due brani.
Il primo, con Evans in veste di leader, è una composizione scritta per la colonna sonora della Biancaneve di Disney, Some day my prince will come (http://en.wikipedia.org/wiki/Some_Day_My_Prince_Will_Come), eseguita dal vivo a Londra nel 1965 con Chuck Israels al basso e Larry Bunker alla batteria.

  
Il secondo, giusto per sparare una bordata pesante, è niente meno che Blue in Green dal memorabile album Kind of Blue di Miles Davis, senza dubbio uno dei più importanti dischi della storia del jazz, in cui accanto alla tromba di Davis e al piano di Evans figurano Julian “Cannonball” Adderley al sax alto, John Coltrane al sax tenore, Paul Chambers al basso e Jimmy Cobb alla batteria. Da osservare, per completezza di informazione, che Evans lasciò il posto a Wynton Kelly in uno dei brani del disco (Freddie Freeloader) e che Adderley non suona nel pezzo che vi propongo.



Impagabile Valterino...


Oggi avevo intenzionate di tornare a parlare di finanza. Ce ne sarebbero di motivi per farlo, primo tra tutti il rinnovamento che interesserà i meccanismi di formazione dei tassi genericamente indicati come Libor. Invece, e me ne scuso, non c’è niente da fare: la politica italiana preme e pretende che vi dia conto di alcuni temi scottanti (nel senso che, almeno a me, queste cose bruciano).
Cominciamo con una vecchia conoscenza, quel nobile esempio d’integro giornalista che si chiama Valter “Valterino” Lavitola. In realtà, Valterino era ben più di un semplice giornalista, era niente meno che il direttore de “L’Avanti”, uno dei maggiori beneficiari di contributi pubblici diretti a testate editoriali. Evidentemente, però, tenere alto il livello della stampa italiana non gli bastava, così si dedicava a diverse attività economiche e anche ad altre, che certamente avevano effetti economici, ma non si possono sicuramente assimilare alle attività imprenditoriali. Insomma, Valterino si può facilmente definire faccendiere, vocabolo proprio esclusivamente della nostra lingua perché, guarda caso, in Italia, da tempo immemorabile, esistono le condizioni favorevoli allo sviluppo della specie.
Basta così. Inutile che parli io quando lo fanno meglio gli altri: andate sul sito de La Stampa e divertitevi con Gramellimi (http://www.lastampa.it/2012/09/29/cultura/opinioni/buongiorno/sostiene-lavitola-vOK2bScYDEn8gn4pnj3BzM/index.html) e poi, se volete dettagli più tecnici, approfondite con questo articolo di Guido Ruotolo (http://www.lastampa.it/2012/09/29/italia/politica/caro-silvio-sei-in-debito-con-me-P2cphb24YQ7vAEK5vRHVrM/index.html).
Buona stampa. In particolare Gramellini che, non esagero, ha momenti semplicemente geniali. Non che sia difficile impallinare con l’ironia Lavitola: leggete la lettera a Berlusconi per credere, è lunga, ma dovete arrivare sino in fondo (http://www1.lastampa.it/_web/tmplframe/default.asp?indirizzo=http://www1.lastampa.it/_web/download/pdf/lettera-lavitola2.pdf).
Ritornando alla questione dei privilegi dei politici, oggi sul Corriere della Sera c’è un articolo di Sergio Rizzo che descrive come finirà la questione dei vitalizi per consiglieri e assessori della Regione Lazio. Roba da far venire i capelli diritti. Purtroppo, o forse per fortuna, non è ancora possibile leggerlo on line, così, se non avete comperato il quotidiano milanese, potete evitare di rovinarvi la giornata. Io, però, vi aggiornerò e v’indicherò l’eventuale link appena possibile…
Ripeto quanto detto l’altro giorno: dobbiamo affrontare l’argomento dei privilegi che i politici si sono concessi con le leggi d’iniziativa popolare e con i referendum. Loro non cambieranno mai una virgola di disposizioni che garantiscono un futuro di benessere smisurato e del tutto immeritato. Tra i miei tre lettori credo ci sia qualcuno che mastica un po’ di diritto, allora forza, proviamo a metterci al lavoro. E ricordate: l’effetto dell’azione popolare deve essere RETROATTIVO. I diritti acquisiti, che, forse giustamente, sono stati intaccati per i comuni cittadini, DEVONO ASSOLUTAMENTE essere intaccati anche per i trattamenti pensionistici dei politici, siano o siano stati essi membri del Parlamento o degli organi elettivi di Enti Locali. 

venerdì 28 settembre 2012

Farina, il mio nome è Renato Farina


Con l’avvicinarsi del primo anniversario dei sorrisini tra Angela Merkel e Sarkozy (nel corso di un’ormai leggendaria conferenza stampa svoltasi a Bruxelles al termine di una riunione Ue), Silvio Berlusconi ha pensato bene di rilanciare la sua immagine europea con una battuta della stessa qualità di quella sulle attrattive erotiche della Merkel stessa. Anzi, per certi aspetti persino più infelice.
Per chi avesse dimenticato, facciamo un rapido tuffo nel passato recente. 23 Ottobre 2011: uno dei momenti meno gloriosi della nostra storia (eufemismo).


Evidentemente Berlusconi pensava che noi, ma soprattutto i tedeschi, ci fossimo dimenticati la figuraccia di allora e così ha pensato bene, durante la presentazione di un libro di Renato Brunetta (quello che sostiene di non aver conseguito il Nobel per l’economia perché si è dedicato alla politica (sic)), di lasciarsi andare a considerazioni non proprio equilibrate in materia di economia e di moneta unica.
Il resoconto di questa ennesima intemperanza (sempre un eufemismo), lo potete trovare anche in un quotidiano che non è il Fatto, notoriamente piuttosto antiberlusconiano, ma Libero, che antiberlusconiano non è. Il primo articolo è quello relativo alle parole (molto in libertà e anche poco precise, come la percentuale di crescita del debito pubblico durante il Governo Monti, indicata nel 123%): http://www.liberoquotidiano.it/news/1086381/Berlusconi_show_L_euro_e_la_Merkel_ci_hanno_lasciati_in_mutande.html. Il secondo, di oggi, riferisce la reazione di Berlino: http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1086768/Merkel-di-nuovo-furiosa-col-Cav---Berlino-fuori-dall-euro-non-e-un-dramma--Assurdo-.html.
Buona stampa. Si capisce che anche Belpietro & Co. faticano, per così dire, ad apprezzare certe sparate.
Ritorniamo per un attimo agli articoli che avrei voluto farvi leggere nei giorni scorsi, giusto il tempo di informarvi che, ancora oggi, né l’intervista di Roncone né l’articolo di Verderami sono disponibili nell’edizione on line del Corriere della Sera. E questo, ne converrete, se non conferma i sospetti di cui vi ho parlato, non contribuisce neppure a farli svanire.
E veniamo al titolo di questo post. Si spiega molto semplicemente: anche James Bond, se fosse nato in Italia, avrebbe avuto seri problemi a diventare l’agente segreto più famoso del mondo. E come avrebbe potuto? Si sarebbe trovato la strada sbarrata da niente meno che l’agente Betulla, il voluminoso Renato Farina, uomo di cui ogni italiano dovrebbe essere orgoglioso per le doti morali eccelse dimostrate in varie occasioni, non ultima quella relativa alla condanna di Sallusti per il famoso pezzo firmato Dreyfus.
La storia di questa vicenda la potete leggere qui: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-27/caso-sallusti-farina-confessa-131405.shtml?uuid=AbS3fVkG&fromSearch. Da questo articolo potete proseguire per avere dettagli sull’intera questione.
Buona stampa.
Personalmente condivido l’opinione espressa da Enrico Mentana su Farina. Aggiungerei, però, alcune considerazioni. Non possiamo, infatti, dimenticare che Farina è oggi un deputato del Parlamento italiano. Eletto nelle file del Pdl quando già erano note diverse cose che, per chi comprende la nostra lingua, avrebbero dovuto far scartare la candidatura. Che Farina potesse rispettare il dettato dell’articolo 54 della Costituzione non verrebbe in mente a nessuno che, oltre a comprendere la lingua italiana, abbia a cuore le istituzioni democratiche.
La biografia di Farina la trovate su Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Farina.
Niente male, vero? Questo squallido individuo è stato portato in Parlamento dal Pdl quando tutto ciò era già in gran parte noto. Non mi pare una colpa da poco. Oddio, non è che gli altri partiti sappiano scegliere tanto meglio, tuttavia direi che nessuno raggiunge i livelli del partito di Berlusconi nell’individuare gente che proprio non ha nulla a che fare con l’articolo 54 della Costituzione.
Basta. Abbiamo cominciato con i sorrisi di Merkel e Sarkozy, chiudiamo con l’allegria di un disco speciale. Un grande gruppo irlandese, The Chieftains, che interpreta, insieme a tanti musicisti di straordinario talento, alcuni pezzi pieni di ritmo e di vitalità, un incontro tra la tradizione irlandese e quella messicana celebrato da un geniale artefice di questo genere di riuscite alchimie: Ry Cooder, di cui torneremo a parlare senz'altro. Un CD davvero fuori dal comune, divertente e vario, dedicato al patrono di Irlanda, ma in versione spagnola: San Patricio. Da cui ho scelto La Iguana.


mercoledì 26 settembre 2012

Chissà perché non ci sono?


Avevo detto che del caso della Regione Lazio non avrei più parlato, ma dal Corriere on line apprendo una notizia che, purtroppo, non si può trascurare: http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/12_settembre_26/fiorito-vitalizio-2111984253178.shtml.
Buona stampa. Anche se si tratta di cronaca e persino un po’ spiccia. Commento: credo sia arrivato il tempo di proporre leggi d’iniziativa popolare che facciano piazza pulita di quelle norme e di quei regolamenti degli enti locali o del Parlamento con i quali a gente come Fiorito, dopo che ha sperperato denaro dei cittadini quando avrebbe dovuto servirli, viene consentito di continuare a vivere alle nostre spalle. E queste leggi non dovranno fare la fine delle altre manifestazioni di volontà popolare che questa ignobile classe politica ha tranquillamente ignorato se non, addirittura, stravolto.
Passiamo oltre, almeno in parte.
Aggiornamento sull’intervista alla Santanchè di cui vi avevo parlato lunedì. Non è ancora disponibile on line e, a questo punto, ho seri dubbi che lo sarà in futuro. Mi lascia perplesso questo fatto, molto perplesso. Non capisco perché certi articoli non trovino mai la strada dell’archivio del Corriere su internet. A una persona sospettosa potrebbe anche venire il dubbio che non siano pubblicati deliberatamente, così da evitare che possano essere letti da chi non ha comperato il quotidiano e che ne resti traccia più durevole di quella su carta. E io, non è una novità, sono una persona sospettosa e lo sono tanto più quando la mancata pubblicazione si riferisce ad articoli di cui, forse, al Corriere un po’ si vergognano.
A tale riguardo, avevo mandato una mail a Fabrizio Roncone, direi abbastanza garbata, ma non ho avuto risposta.
Ecco il testo (non mi pare di essere stato scortese, magari pungente sì, ma non polemico né offensivo):
Buonasera Dottor Roncone, la leggo regolarmente e in generale apprezzo la buona marcatura dell'intervistato e l'ironia. Oggi, però, come già lo scorso 11 Maggio in occasione di una sua precedente intervista a Daniela Santanchè, sono rimasto sconcertato dal suo atteggiamento, assai diverso dal consueto. Capisco che contraddire Santanchè sia piuttosto pericoloso, ma da lei, caro Roncone, ci si aspetta un po' di virile coraggio...
Cordiali saluti
Roberto Frigo
La mancata pubblicazione on line, per esempio, si verifica con un articolo di Francesco Verderami pubblicato oggi, sempre sul Corriere, di cui vi volevo parlare. Non potendo farvelo leggere, mi sembra scorretto non soltanto darne un giudizio, ma anche fare qualche riflessione sul contenuto. Questo fatto m’irrita parecchio, perché avevo ragionato sul pezzo di Verderami e su altri che parlavano del medesimo argomento e m’intrigava metterli a confronto.
Pazienza. Spero di poterci tornare sopra nei prossimi giorni, il tema è di quelli che non perdono attualità.
Finiamo con un po’ di musica.
Vi ho già proposto molti mesi fa un brano di Keith Jarrett, ma il pianista americano, che è uno dei miei musicisti preferiti, merita che vi suggerisca molti ascolti e, in realtà, è anche difficile scegliere un pezzo, tant’è voluminosa la sua produzione. Stavo quasi per farmi aiutare da una moneta…
Ho pensato a un suo album piuttosto recente, registrato con un altro leggendario strumentista jazz, il bassista Charlie Haden, che ha alle sue spalle collaborazioni con quasi tutti i maggiori jazzisti degli ultimi decenni (ha partecipato, per esempio, alla registrazione di Free Jazz, il difficile, ma fondamentale album di Ornette Coleman, vera pietra miliare nella storia di questa musica incredibilmente varia e ricca). Bene, nel 2007 Jarrett e Haden hanno registrato un album intitolato Jasmine. Ecco il brano che apre il CD, For all we know, di una bellezza struggente, lungo quasi dieci minuti, ma vi conviene trovare il tempo per ascoltarlo tutto. Le dita di Keith Jarrett... quanta emozione e quanta meraviglia sanno regalarci ogni volta.


martedì 25 settembre 2012

De hoc satis

Non c'è molto da aggiungere sullo scandalo della Regione Lazio. Se non succederanno fatti clamorosi, non me ne occuperò più, ne ho abbastanza. No, più che abbastanza. Chiudo con Il Punto di Stefano Folli (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-25/intero-sistema-rifondare-063602.shtml?uuid=AbFDpBjG) al quale mi sembra perfetto affidare il compito di tirare le fila di questa vicenda, le cui implicazioni, ovviamente, vanno ben oltre quelle di Polverini, Fiorito e soci e, come osserva molto correttamente Folli, raggiungono qualsiasi livello politico e si faranno pesantemente sentire anche nelle nostro relazioni internazionali.
Buona stampa.

lunedì 24 settembre 2012

Non è l'alba di un nuovo giorno


Le dimissioni di Renata Polverini, ancorché tardive, costituiscono un segno di correttezza istituzionale. Già adesso, nelle edizioni on line dei quotidiani si sprecano le ricostruzioni, più o meno convincenti, dei retroscena di questa decisione. Istintivamente sono portato a considerarle quantomeno inutili, razionalmente le giudico un’offesa alla capacità degli italiani di comprendere quel che è accaduto.
E’ evidente che lo scandalo dei fondi destinati ai (e sperperati dai) gruppi del Consiglio della Regione Lazio coinvolge tutti e che le chiacchiere con cui i politici cercano ora di togliersi la sporcizia di dosso e di apparire presentabili sono appunto soltanto chiacchiere, risibili tentativi di buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica.
Se non ne siete già convinti, ma sono sicuro che lo siete, basti la lettura di questo articolo di Fiorenza Sarzanini pubblicato dal Corriere questa mattina: http://www.corriere.it/politica/12_settembre_24/cosi-partiti-decidevano-come-dividersi-soldi-fiorenza-sarzanini_c6c57eee-0608-11e2-a9b9-923643284af5.shtml.
Buona stampa.
Sprecherò ancora qualche minuto del vostro e del mio tempo riflettendo su quante siano le persone, alla guida di Regioni, Province e Comuni, che dovrebbero attentamente considerare la decisione di Renata Polverini come un esempio da seguire subito.
Non faccio nomi, li conoscete già e sapete anche perché dovrebbero andarsene. Si può soltanto sperare che capiscano e che, se ancora possiedono un bagliore di dignità e di rispetto per i cittadini italiani, abbandonino non solo le attuali cariche, ma anche la vita politica. Non sono inutili al Paese, sono nocivi. Sono stati e sono esempi di come non si amministra la cosa pubblica, di come lo spirito di servizio sia stato sepolto sotto una montagna d’interessi, personali o di partito poco importa, che nulla hanno a che vedere con l’interesse collettivo. Non ci sono macchine del fango né tritacarne mediatici al lavoro, c'è soltanto una classe politica il cui agire non ha paragoni in nessuno dei paesi con i quali ameremmo confrontarci.

Due donne: di una non abbiamo alcun bisogno


Alle volte mi capita, leggendo un quotidiano, di aver la sensazione che qualche personaggio ne venga fuori con particolare impeto. Oggi accade per il Corriere della Sera, da cui emergono con vigore due personaggi femminili che parlano, in maniera diversa, delle vicende politiche degli ultimi giorni.
La prima è Susanna Tamaro. Come scrittrice non la conosco, ho provato a leggere un paio dei suoi libri e mi sono arenato quasi subito e in maniera definitiva, il che non vuol dire che non sia brava, ma semplicemente che a me non piacevano stile e temi. Non è un giudizio di valore, ma una semplice osservazione per dire che, se anche nutrissi dei pregiudizi nei suoi confronti, sarebbero negativi e, nel leggere un suo articolo, potrei essere portato a criticarlo. Non è così: il pezzo odierno di Tamaro è scritto bene, è un ottimo pezzo per stile e per contenuti e interpreta molto correttamente lo stato d’animo di noi semplici cittadini, costretti ad assistere al progressivo disfacimento delle istituzioni, sommerse dalla melma dei tanti che hanno scelto la politica come mezzo per arricchire, molto e molto rapidamente.
Buona stampa. Che, per contrasto, mi sembra mettere ancor più in cattiva luce il secondo personaggio femminile. Il personaggio in questione si chiama Daniela Santanchè. Intervistata da Fabrizio Roncone, è riuscita a mettere in fila una serie di considerazioni che dimostrano, una volta di più, che da questa classe politica non verrà nulla di buono perché sa pensare solo alla conquista del potere, non alla sua gestione per il bene del Paese. Parole che fanno accapponare la pelle per l'assenza di qualsiasi attenzione all'attuale realtà italiana. Chiacchiere vuote, più che mai paradossali in un'epoca come quella che stiamo vivendo.
Purtroppo, per il momento, dovete credermi sulla parola, perché il pezzo non è disponibile nell’edizione on line. Mi auguro caldamente che lo sia già nelle prossime ore perché merita di essere letto e perché m’infastidisce parecchio esprimere un parere che voi non potete valutare in modo immediato. Aggiungo che Roncone, solitamente piuttosto ironico e pronto nel mettere in rilievo contraddizioni o affermazioni poco fondate, ha deciso di non sfoderare le sue armi, assumendo un atteggiamento che, francamente, mi ha deluso.
Stampa così e così. E appena sarà disponibile ve ne darò notizia in maniera adeguata. Se poi vi capita in mano il Corriere di carta, allora andate a pagina 2 in basso, l’intervista inizia lì e si chiude a pagina 3.
Finiamo con due pezzi. Uno del Corriere e uno del Sole 24 Ore, che recupero al volo prima che diventi troppo vecchio. Naturalmente scherzo: le considerazioni intelligenti e le opinioni ben argomentate non hanno data di scadenza.
L’editoriale del Corriere di oggi è firmato da Panebianco, il quale riprende un tema già affrontato in passato, ma, purtroppo, ancora molto attuale, ossia i meccanismi del processo di formazione delle leggi che, per colpevole ignoranza o trascuratezza dei politici, viene di fatto affidato alla burocrazia pubblica, la quale, per definizione, complica le cose semplici e, poiché al suo interno prevale la formazione di natura giuridica, costruisce architetture legislative inutilmente sovrabbondanti e arzigogolate. Una condizione, purtroppo, che non è soltanto italiana: a Bruxelles non scherzano quanto a impegno nell’intervenire in qualsiasi materia costruendo normative astruse.
E il problema esiste anche in America, come dimostra un articolo di Kenneth Rogoff apparso sul Sole 24 Ore qualche giorno fa. L’ho trascurato allora perché preso dalle vicende romane. Mi sembra una buona idea riprenderlo perché arricchisce il quadro offerto da Panebianco.
Buona stampa.

sabato 22 settembre 2012

Governatori? Ma mi faccia il piacere! 2


In Italia abbiamo venti regioni, anche se in realtà una, il Trentino-Alto Adige, è l’unione di due province autonome e ha caratteristiche diverse dalle altre. Bene, tra le venti regioni italiane sono piuttosto numerose quelle il cui "Governatore" è alle prese, per fatti più o meno gravi, con la giustizia. La questione è così rilevante da aver indotto il Sole 24 Ore a fare un riepilogo della situazione (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-21/cappellacci-inchiesta-eolico-160817.shtml?uuid=AbuQXPhG#navigation). Non fermatevi al primo, usate le frecce per scoprire quanti sono e per rinfrescarvi i loro nomi.
Buona stampa. Cosa dire? Una vergogna.
Al solito, come consolazione, vi propongo un po' di musica. Ho scelto una stupenda voce femminile, quella di Nina Simone, che è stata una cantante e una pianista capace di esprimersi al meglio in diversi generi musicali (http://www.treccani.it/enciclopedia/nina-simone/). Vi suggerisco due brani. Il primo, in realtà, non è tra i miei preferiti, ma visto il titolo, era quasi inevitabile proporlo: One September Day.


La seconda canzone, un pezzo famosissimo tratto da Porgy and Bess, celebre opera di George Gershwin, si intitola I Loves you Porgy. E questa sì è una delle mie interpretazioni preferite.


Un altro sorriso

Sempre per ridere un po' su vicende che, in realtà, sono maledettamente serie e gravi (ma è meglio saperci anche ridere sopra), vi suggerisco di dare un'occhiata alla vignetta odierna di Giannelli sul Corriere. Forse la migliore che ha dedicato allo scandalo della Regione Lazio, di cui si è occupato spesso negli ultimi giorni:
http://www.corriere.it/foto_del_giorno/giannelli/12_settembre_22/vignetta_30ba73aa-047d-11e2-ab71-c3ed46be5e0b.shtml.
Buona stampa.

Ridere? Forse, ma a denti tanto stretti da far male


Mi sembra interessante, per vedere come procede la vicenda della Regione Lazio, considerare la valutazione che ne dà il principale organo di stampa, seppure ufficioso, del Pdl, ossia il partito maggiormente coinvolto nella storia dei fondi usati per scopi non propriamente istituzionali…
Oggi c’è un articolo di Adalberto Signore che, pur sforzandosi di dipingere un quadro meno fosco di quello che dipingono gli altri quotidiani, finisce inevitabilmente per rivelare in base a quali valutazioni il vero leader del partito, che non è Alfano, assuma decisioni in questo momento. Il pezzo lo trovate a questo indirizzo: http://www.ilgiornale.it/news/interni/cav-teme-leffetto-domino-altre-inchieste-lazio-839586.html.
Stampa così e così. Soprattutto perché, nelle mie convinzioni un po’ datate, la stampa deve preoccuparsi di informare il lettore, non di proteggere l’orticello elettorale di qualcuno, poco importa che sia il Pdl, il Pd o qualsiasi altro partito, o, peggio ancora, di servire da strumento nella battaglia politica che, spesso, in Italia si gioca in maniera non proprio corretta.
Uscendo dalla cronaca e volendo ricordare come e perché alle Regioni si sono attribuiti certi poteri e certe capacità di spesa, potete leggere l’editoriale del Corriere della Sera, firmato di Michele Ainis (http://www.corriere.it/editoriali/12_settembre_22/pachidermi-delle-regioni-ainis_7b6a31c0-047c-11e2-ab71-c3ed46be5e0b.shtml).
Buona stampa. Dalla lettura della quale, purtroppo, emerge con chiarezza quanto sarà difficile, in assenza di un processo vero di rinnovamento dell’attuale classe politica (e Ainis, giustamente, ci ricorda che sarà ben difficile) poter cambiare il sistema nato dalla riforma della Costituzione del 2001.
Naturalmente, se pensate che io sia pessimista, avete senz’altro ragione. Noi abbiamo la migliore classe politica del mondo, la più attiva, quella che si dedica con la più devota dedizione al proprio alto compito. A riprova di questo, ecco il Buongiorno di Massimo Gramellini di ieri (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1256).
Buona stampa.
E vi spedisco a leggere anche quello dell’altro ieri perché ne vale la pena e non è che l’argomento sia fuori tema, anzi:
Ri-Buona stampa.
Gramellini è indubbiamente bravo e sa pungere con ironia e acume, ma per ridere, anche se dovremmo piangere, basta leggere le trascrizioni di alcune frasi pronunciate da persone coinvolte nello scandalo laziale. Le trovate su Libero:
Buona stampa.

venerdì 21 settembre 2012

E' cambiato tutto, non deve più dimettersi. O no?


Guarda un po’, Renata Polverini non si dimette. Chi l’avrebbe mai detto? Sembrava così determinata ad andarsene se non avesse avuto il cambiamento radicale che affermava di volere. E, invece, rimane al suo posto, comodamente seduta sulla confortevole poltrona di Presidente della Regione Lazio, dalla quale autorizzava i pagamenti al Consiglio Regionale delle somme che poi, per l’ormai conclamata onestà di molti consiglieri, venivano spese in ostriche, bottiglie di vino, auto di lusso e tutto il resto che, poco per volta, viene fuori dalle indagini della Procura.
Sostiene, povera Signora Polverini, che lei non poteva sapere dove andava a finire quel fiume di denaro e che è stata tradita dal sistema. C’è da crederle, o sì sì, c’è proprio da crederle.
Vi ricordate il post in cui avevo inserito il meraviglioso filmato di John Belushi da The Blues Brothers? Se avete voglia, andare a rivederlo per farvi un paio di risate prima di continuare a leggere…
Fatto? Allora torniamo seri e leggiamo due articoli.
Il primo è La Nota di Massimo Franco dal Corriere della Sera di oggi, che la dice lunga su dove nasca veramente la decisione della Polverini di non dimettersi e dove si annidi realmente il problema: http://www.corriere.it/politica/nota/12_settembre_21/nota_17b02396-03b0-11e2-a116-9748af084362.shtml.
Buona stampa.
Il secondo è un commento non firmato dal sito LaVoce, che indica chiaramente come, a questo punto, il Governo Monti non possa più eludere la questione e debba provare a riformare il sistema politico italiano perché è del tutto evidente che, come ho già scritto, l’autoriforma è impossibile. Ecco il link: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003301.html.
Buona stampa.

giovedì 20 settembre 2012

The water is wide

E' un brano troppo bello per fermarsi a due.
Quattro versioni cantate, questa volta con voci femminili di grande qualità, e una strumentale. La prima voce, poco conosciuta, ma davvero notevole: Eva Cassidy, anche a causa di una vita troppo breve, non ha raggiunto il successo che avrebbe meritato (http://it.wikipedia.org/wiki/Eva_Cassidy). Dal vivo.


Poi Sheryl Crow, forse più ruvida, ma intensa, anche lei dal vivo.


Passiamo a Joan Baez. Che è sempre un po' troppo Joan Baez e io non è che vada pazzo per lei, però ci sta benissimo in questa sorta di piccola antologia. Anche questa è un'esecuzione dal vivo.


Ancora una voce femminile, l'ultima. Niamh Parsons (http://en.wikipedia.org/wiki/Niamh_Parsons).


Infine, direi qualcosa di veramente emozionante: dal 5th Annual Harp Guitar Gathering del 2007 l'esecuzione da parte di tutti i musicisti che avevano partecipato all'evento.


Spero amerete anche voi questo splendido brano. Cosa sarebbe la nostra vita senza la musica?

Governatori? Ma mi faccia il piacere!


E’ molto probabile che anch’io, parlando della Polverini o di Formigoni, abbia usato la parola “governatore”. Non ho voglia di andare a controllare, ammetto di averlo fatto e passiamo oltre. Ormai quella parola è entrata nel linguaggio comune, quindi anche nel mio, anche se ho sempre pensato, sin da quando si è deciso di impiegarla per identificare i presidenti delle giunte regionali, che fosse una dimostrazione del nostro provincialismo. Bene, alla luce di quel che va succedendo nel Lazio (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-20/renata-resisti-berlusconi-blocca-131524.shtml) e di quello che va succedendo in Lombardia, anzi, meglio, di quel che si aggiunge a ciò che sapevamo dalla Lombardia (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_settembre_20/ravizza-gerevini-formigoni-cancello-maugeri-2111893179823.shtml), ho pensato di offrirvi due link.
Uno serio: il commento odierno del Mastino truce sul Corriere della Sera (http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/12_settembre_20/rizzo-polverini-sceneggiate-2111892972637.shtml).
Buona stampa.
Uno, invece, decisamente meno serio, è un breve estratto da un film di Mel Brooks. Breve, ma direi calzante.


Meglio Le Petomane o i nostri?
Poi, per risollevare il morale e, con tutto l’affetto per Mel Brooks, per risalire di qualche scalino dalla sua comicità non sempre, come dire?, composta, un po’ di musica. Ci sto prendendo gusto alle versioni di due musicisti. Magari mi monterò la testa e andrò oltre, ma per questo post mi fermo ancora a due. Il brano s’intitola The water is wide e il testo risale, in parte, addirittura al 1600 (http://en.wikipedia.org/wiki/The_Water_Is_Wide_%28song%29).
Prima versione, cantata, di James Taylor. Direi che non servono presentazioni, comunque potete leggere di lui su Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/James_Taylor).


La seconda, strumentale, di un sassofonista jazz che ho imparato ad amare profondamente negli ultimi anni e di cui vi ho già fatto ascoltare un pezzo qualche mese fa, Charles Lloyd (http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Lloyd_%28musicista%29) qui con un gruppo di strumentisti fantastici da un album che si intitola come il brano.


Meglio ascoltare grandi musicisti che pensare ai nostri "governatori".

mercoledì 19 settembre 2012

Un articolo e un lemma dimenticati


Oggi c’è, ieri non c’era, domani che ne sarà del controllo esterno sui bilanci dei partiti?
La cosa folle è che uno (tra quei maestri del diritto che affollano, in realtà per poche ore la settimana, le aule del Parlamento) ha osato dire che non dovrebbero essere controllati da altri perché si tratta di organi costituzionali (ne taccio il nome perché non voglio fargli pubblicità). Sarebbe il caso che il signore in questione andasse a rileggersi la Costituzione e con lui, già che ci siamo, anche i capi dei sindacati, visto che, per quel che li riguarda, partiti e organizzazioni dei lavoratori hanno fatto di tutto per impedire che fosse applicata compiutamente (a riguardo, leggete fino in fondo questo articolo di Massimo Mucchetti dal Corriere della Sera del 16 settembre: http://www.corriere.it/economia/12_settembre_16/futuro-sostenibile-auto-fiat_6cb4b4a2-ffc7-11e1-8b0a-fcb4af5c52c7.shtml. Buona stampa).
Ad ogni modo, il signore che definisce i partiti organi costituzionali, vada a rileggersi l’articolo 54 della Carta Costituzionale prima di fiatare. Ecco il testo:
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
Sbaglio se scrivo che questo articolo è stato del tutto ignorato anche da persone che sono salite alle massime cariche dello Stato? E sbaglio se scrivo che i partiti, per il modo in cui hanno selezionato tante persone cui affidare funzioni pubbliche nazionali, regionali, provinciali e comunali, hanno dimostrato che, per loro, l’articolo 54 conta ben poco?
Mi querelino per diffamazione se sbaglio.
In tutta la storia repubblicana non c’è stato nessun partito che abbia rispettato fino in fondo l’articolo 54. Neppure quello Radicale, che pure ha molti meriti nell’aver combattuto la partitocrazia ancor prima che si parlasse della “Casta”. Anche il Partito Radicale, sia pure, forse, con buone intenzioni, ha portato in Parlamento almeno un paio di persone che certo non rispettavano né lo spirito né la lettera dell’articolo 54.
E veniamo alle notizie di giornata: a quanto pare il discorso fatto lunedì da Renata Polverini, come ben sottolineato da Sergio Rizzo, sarebbe una dimostrazione tardiva (troppo tardiva) di attenzione per il problema dello sperpero di denaro pubblico alla Regione Lazio. E forse anche un po' distratta...
Ecco un articolo dal Corriere della Sera che, a riguardo, ci dice qualcosa di interessante: http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/12_settembre_19/polverini-lazio-tutte-le-spese-2111878722320.shtml.
Buona stampa.
La signora aveva minacciato le dimissioni se non si fossero approvate norme per porre fine alla dissipazione. A me questa cosa, chissà perché?, mi fa ridere.
E, chissà perché?, mi viene voglia di chiudere questo post con il link a un lemma del vocabolario di italiano della Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/vergogna/.
Credo che sarebbe utile inviarlo a tanti dei nostri amministratori pubblici, insieme all’articolo 54 della Costituzione.

martedì 18 settembre 2012

Vi illudevate che dessero un segnale positivo?


Quasi in tempo reale. Ecco qui la dimostrazione che il cambiamento radicale di questa classe politica è più che necessario, ma purtroppo difficilissimo, soprattutto attraverso un’autoriforma.
Se alla fine Grillo avrà la maggioranza e promuoverà norme di estrema durezza per punire questa gente, faccio molta fatica a scriverlo, ma… ma se lo saranno meritato e andrà bene così. Si meritano che vada al potere un comico capace solo di strillare slogan e volgarità e di prendere per i fondelli gli italiani in maniera solo apparentemente diversa rispetto ai vari Berlusconi, D’Alema, Bersani, Di Pietro, Vendola, Casini, ecc. ecc. E si meritano che Grillo, ottenuto il potere, faccia varare leggi che costringano questa marmaglia a restituire fino all’ultimo centesimo e, perché no?, a trascorrere qualche anno al fresco. Dopo di che, ovviamente, ci porterà al disastro completo. Grillo, o chi per lui al posto, di Monti? Parliamo di cose serie, per favore. Però, se servisse a farla pagare a questa marmaglia… difficile resistere alle tentazioni. No, prometto che resisterò, ma sognare, in fondo, si può…
Ci vuole un brano musicale consolatorio, un brano esotico e ricco di ritmo. Ecco, allora, un monumentale sassofonista jazz (uno dei più grandi, leggete le parole di Cannonball Adderley citate da Wikipedia): Coleman Hawkins (http://it.wikipedia.org/wiki/Coleman_Hawkins) nella sua splendida esecuzione di Desafinado, pezzo famosissimo, un classico della musica brasiliana (http://it.wikipedia.org/wiki/Desafinado).


Teatrini e teatranti


A quanto pare, e ne sono particolarmente lieto, altri pensano, come me, che Renata Polverini ieri abbia messo in scena uno spettacolo piuttosto poco convincente. Se poi, a pensarla come me, è niente po’ po’ di meno che il Mastino truce, ossia Sergio Rizzo, allora sono ancor più lieto.
Il suo commento sul Corriere della Sera di oggi sottolinea che la Polverini ha impiegato un bel po’ di tempo prima di restare fulminata sulla via della trasparenza e che, fino al tardivo evento (forse) illuminante, non si è proprio mantenuta estranea ai giochetti di palazzo, attribuendo ad alcuni stretti collaboratori incarichi all’interno della struttura della Regione Lazio.
Ci sono altre cose nell’articolo, quindi vi suggerisco di leggerlo e metto fine al mio riassunto, più che mai superfluo. Ecco il link: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_settembre_18/regione-lazio-nessuno-paga-conto-rizzo-2111864137041.shtml.
Buona stampa. Non diversamente dal solito.
Voglio solo sottolineare il tono esasperato e attonito che emerge a tratti dalle parole di Rizzo, come se davvero anche lui non riuscisse a spiegarsi (e non ne potesse più di) questa intollerabile impunità dei malfattori che impestano le pubbliche amministrazioni italiane, a ogni livello, e l’assenza di qualsiasi segnale di vero ravvedimento da parte degli uomini al vertice del sistema politico.
Non cambierà nulla finché avremo messe in scena prive di conseguenze come quella di Renata Polverini di ieri o quelle di Fini e Schifano che, alla fine del 2011, promettevano di far terminare lo scempio di risorse pubbliche operato dal Parlamento e il flusso indecoroso di fondi ai partiti effettuato in ogni maniera, dalla più subdola alla più sfacciata.
Chiacchiere. Aria fritta. Parole vuote.
Non faranno mai nulla perché senza i soldi (I NOSTRI SOLDI) il baraccone del loro potere non sta in piedi, come dimostra l’espressione angosciata di coloro che temono di non tornare alla Camera o al Senato. Quegli stessi signori che, al Senato, stanno demolendo, mattone dopo mattone, la legge contro la corruzione elaborata dal Ministro Severino, già molto ammorbidita per volere dei partiti.
Ascoltate l’edizione di questa mattina di Tutta la città ne parla su Radio3. Ne vale davvero la pena. Potete scaricarla a questo indirizzo: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-a1e3b801-994a-41e8-8098-72f0c3bca667-podcast.html.
Buona stampa.
E, giusto per non dimenticare certe cose, vi inviterei a pensare chi era solito parlare del "teatrino della politica" cui lui era estraneo e intendeva porre fine.
Ve ne ricordate? E' ancora lì, sul palcoscenico, a fare la manfrina insieme a tutti gli altri.

lunedì 17 settembre 2012

Niente musica, purtroppo. Stasera brutta gente


La vicenda della Regione Lazio, dalla quale il sistema dei partiti ha drenato (e sperperato) somme in misura proporzionalmente persino superiore a quella, certo non modesta, che drena dai due rami del Parlamento nazionale, dimostra una volta di più quanto sia diffuso e profondo il malcostume (eufemismo) politico nel nostro Paese. E pone in evidenza, ancor più drammaticamente, la necessità di un vero ricambio della classe dirigente.
Vediamo qualche articolo di cronaca, giusto per mettere a fuoco una storia che, se non rivelasse un ulteriore caso d'inammissibile dilapidazione di denaro pubblico, potrebbe anche far sorridere vista la qualità di alcuni dei personaggi che ha portato alla ribalta.
Cominciamo da Fabrizio Roncone, sul Corriere della Sera di oggi, che non rinuncia alla consueta ironia nel disegnare i ritratti di alcuni dei personaggi coinvolti, in particolare Fiorito: http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/12_settembre_17/er-batman-fiorito-pdl-lazio-2111847594778.shtml.
Buona stampa.
Buona stampa. Anche se si tratta di cronaca, ma è quel tipo di cronaca di cui abbiamo bisogno, perché di queste cose si deve parlare il più possibile. La stampa, per quanto modesta possa essere quella italiana (e io penso che sia piuttosto modesta), è la sola vera difesa di uno stato democratico dall’invasione del malaffare e dalle distorsioni della democrazia che ne derivano, ivi compresa l’ondata dell’antipolitica, che certo non aiuta a selezionare una migliore classe dirigente.
Per terminare la segnalazione di contributi giornalistici degni di attenzione, ecco il video de Il Punto di Stefano Folli per il Sole 24 Ore on line, equilibrato e razionale come al solito: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-17/caso-fiorito-polverini-minaccia-155726.shtml?video&uuid=Ab5dqAfG&mccorr=AbF9MBfG.
Buona stampa. Che, intendiamoci, difficilmente riuscirà a far cambiare le cose.
Giusto per capirci. Ieri abbiamo parlato della “resurrezione” politica di Berlusconi, il quale ha cantato la solita vecchia canzone. Sempre ieri, a Firenze, nel corso di un dibattito tra Veltroni e Renzi, il primo ha continuato a rifarsi ai presunti valori del passato del Pd (http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/politica/2012/17-settembre-2012/veltroni-renzi-confronto-primarie-io-non-mi-schiero-2111849009223.shtml), il che, a mio parere, non sembra gran cosa. E che Renzi possa prendere il posto di Monti… beh, non scherziamo, per favore.
Quello che mi preoccupa maggiormente, alla luce di questi comportamenti, è, naturalmente, il futuro. Se la classe dirigente sarà ancora formata da personaggi come Berlusconi e Veltroni, Di Pietro e Cicchitto, Vendola e, perché no?, Grillo, francamente, la vedo particolarmente brutta.
Sempre per evitare equivoci: alcune domande. Vogliamo davvero rimettere il Paese in mano a quelli che hanno scelto o contribuito a scegliere i Lusi, i Belsito, i Fiorito, i Penati e tutti gli altri pessimi figuri di cui dobbiamo leggere le gesta sui giornali? Vogliamo credere alla Signora Polverini, che adesso si straccia le vesti e chiede fermezza, ma fino all’altro giorno non mi pare che strillasse contro lo stuolo di avidi faccendieri che la circondavano? Quei medesimi faccendieri che, presumibilmente, erano stati inseriti nelle liste elettorali dagli stessi personaggi ai quali, difficile che tocchi ad altri, sarà demandato il compito di scegliere i candidati alle prossime elezioni.
Vogliamo forse credere che le direzioni nazionali non sapessero che genere di persone candidavano? Forse che Verdini ignorava le qualità di Fiorito? E Bossi, vogliamo berci la storia che non conoscesse le mediocri doti di Belsito? E il mitico Rutelli, vogliamo dimenticarci di lui? No, di Rutelli proprio non voglio dimenticarmi, soprattutto perché, dopo il naufragio del cosiddetto Terzo Polo, è preoccupato, molto preoccupato: rischia di perdere la poltrona, così si sta dando da fare per ottenere il perdono del Pd, da cui era uscito per fondare Api.
Anticipo io l’obiezione e ammetto che Il Fatto Quotidiano non brilla per equilibrio, ma mi ritrovo abbastanza nel tono di questo articolo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/15/resti-del-partito-di-rutelli-chiedono-asilo-per-restare-in-parlamento/353501/.
Buona notte e buona fortuna.

domenica 16 settembre 2012

Meglio la nebbia di Garner di quella nostrana


Oggi torniamo al sito de Il Giornale, perché Berlusconi ha deciso di rilasciare un’intervista al Direttore del “quotidiano di famiglia”, il mitico Sallusti, a bordo della nave che ospita gli elettori-crocieristi. In effetti, sul sito è disponibile solo una sintesi di quel che avrebbe detto Berlusconi, ma non è possibile ascoltare l’intervista integrale (chissà perché?).
Poco importa, visto che, in realtà, mi sembra di poter dire che i punti cruciali non sono proprio novità rivoluzionarie: la promessa della soppressione dell’Imu, le riforme e le opere pubbliche che ha fatto il suo governo, insomma, il solito promettere e sbrodolarsi addosso di un uomo che, pur potendo contare sulle più clamorose maggioranze parlamentari nella storia dell’Italia repubblicana e pur facendo il Presidente del Consiglio per ben tre volte in diciannove anni, ha combinato ben poco per noi, dedicando, tuttavia, parecchio tempo a questioni personali.
Il resoconto dell’ennesima autocelebrazione lo potete leggere qui: http://www.ilgiornale.it/news/interni/berlusconi-non-si-esce-crisi-senza-tagliare-tasse-838058.html.
Nessun voto, ovviamente. Come si fa a dare un voto a un dipendente chiamato a trascrivere le parole del padrone? Un padrone, tra l’altro, notoriamente piuttosto vendicativo e assai poco tollerante verso il dissenso.
Non mi permetterò neppure di contestare a Sallusti l’aver trascurato alcune domande che un giornalista avrebbe sicuramente pensato di porre a Berlusconi. Non lo faccio perché non ho potuto ascoltare l’intervista. E quindi non sono sicuro che, per esempio, Sallusti abbia scordato di domandare al suo “titolare” come intenderebbe sostituire le entrare dell’Imu o quale effetto avrebbe sul pluralismo e sulla qualità dell’informazione televisiva l’eventuale acquisto de La7 da parte di Mediaset. Domande, per la verità, assai poco intelligenti. Lo riconosco senza difficoltà: si tratta di stupidaggini che vengono in mente a me che non capisco nulla.
Meglio concludere anche oggi con l’ascolto di un po’ di musica. Torniamo al jazz classico: vi propongo un grande pianista, Erroll Garner, e una grande voce, Sarah Vaughan. Il brano è il medesimo, Misty, composto dallo stesso Erroll Garner nel 1954 come brano strumentale e successivamente divenuto canzone con le parole Johnny Burke. Un brano che, in realtà, ha conosciuto la grande popolarità soltanto alcuni anni dopo la prima esecuzione. Potete trovare qualche notizia in più su Wikipedia in inglese (http://en.wikipedia.org/wiki/Misty_%28song%29). Da questo link potrete poi risalire alle informazioni su Garner, Sarah Vaughan e Burke.
Erroll Garner lo ascoltiamo in una registrazione effettuata in trio per la televisione Belga.


La versione di Sarah Vaughan, invece, è stata registrata dal vivo in un concerto di cui non so darvi dettagli, però lei è grande come sempre.


Mi piacciono questi vecchi filmati in bianco nero. Spero li apprezzerete anche voi. E visto che Misty in inglese vuol dire nebbioso, si spiega anche il titolo...