sabato 21 febbraio 2015

Tra Twittare e fare c'è di mezzo il mare


Si sta concludendo il primo anno del Governo Renzi. Il Presidente del Consiglio, in questi dodici mesi, ha annunciato molto e dato per realizzato molto, ma, a ben vedere, tra il dire e il fare, come si dice, c’è di mezzo il mare, come provano le numerose analisi offerte dai mezzi di comunicazione.
Vediamo qualche esempio. Sul sito LaVoce.info Francesco Daveri analizza l’effettivo rinnovamento delle figure chiave all’interno dei Ministeri: http://www.lavoce.info/archives/33214/renzi-anno-dopo-fu-vera-rottamazione/.
Buona stampa. Non credo mi si possa accusare di disfattismo se affermo che i risultati sono piuttosto modesti.
E veniamo ad altra area di azione, quella della materia fiscale. Prendiamo un articolo di Fabrizio Forquet da Il Sole 24 Ore di ieri: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-02-20/riforme-crescita-non-si-fa-i-rinvii-071425.shtml?uuid=AB34qvxC&fromSearch.
Buona stampa. E’ abbastanza evidente che, come evidenziano entrambi gli articoli, la scarsa efficacia normativa ha che fare con il mancato ricambio dei dirigenti ministeriali, ma io aggiungerei che, come ho detto più volte, si fa sentire anche la mediocrità dei politici che occupano le poltrone di ministro e sottosegretario, i quali non sanno o non possono controllare efficacemente il lavoro dei burocrati.
Torneremo senz’altro sulle valutazioni del lavoro del Governo Renzi. Adesso vorrei riprendere un articolo da Il Sole 24 Ore di un paio di giorni fa. L'ho trascurato per occuparmi di altro, ma merita assolutamente di essere letto e anche conservato. Si tratta di un pezzo di Gilberto Corbellini dedicato alla vicenda di Stamina: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-02-18/dall-affaire-stamina-dura-lezione-parlamento-071351.shtml?uuid=ABd5TewC&fromSearch.
Buona stampa. Corbellini, correttamente, concentra la sua attenzione sull’operato della Pubblica Amministrazione e del Parlamento, ma io avrei citato, anche di sfuggita, il ruolo di molti magistrati, i quali si sono arrogati il potere di stabilire chi e come dovesse essere curato, tra l’altro con decisioni spesso contrastanti, a conferma di come, nel Paese che si considera culla del Diritto, proprio chi dovrebbe applicare la Legge non di rado è più interessato a far valere contro di essa le proprie convinzioni personali, spesso infondate e stravaganti.
Da ultimo, giusto per non farci mancare un altro motivo d’irritazione, vado a ripescare, dal Corriere di ieri, un articolo in cui Gian Antonio Stella confronta il modo in cui vengono puniti i reati dei “colletti bianchi” nelle nazioni europee: http://www.corriere.it/cronache/15_febbraio_20/reati-colletti-bianchi-solo-230-06percento-carcere-37bd5010-b8c5-11e4-b4ca-88f092eacdcb.shtml#.
Buona stampa. Vi sorprende che l’Italia esca male dal confronto?
E veniamo alla battaglia dalla parte della musica. Un paio di ascolti. Il primo è un brano eseguito da Tommy Flanagan al piano con Peter Washington al basso e Lewis Nash alla batteria: Angel Eyes.



Flanagan (http://en.wikipedia.org/wiki/Tommy_Flanagan) è stato un grande personaggio nella storia del jazz e ha lavorato accanto a buona parte dei giganti del secondo dopoguerra, da Coltrane a Ella Fitzgerald. Lo ascolteremo ancora.
Cambiamo genere, ma restiamo in America con un brano tratto da West Side Story (http://it.wikipedia.org/wiki/West_Side_Story) di Leonard Bernstein. Ascoltiamo Tonight, una delle canzoni più celebri del musical (io, francamente, sarei più portato a considerarla un'opera); ho scelto la versione tratta dal film realizzato nel 1961 (http://www.imdb.com/title/tt0055614/) anche perché si ha modo di ammirare una attrice meravigliosa: Nathalie Wood.



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