giovedì 4 ottobre 2012

L'emergenza non è affatto finita


Tornerò, in parte, al tema di ieri, che mi sembra meritare qualche ulteriore considerazione, prendendo avvio da quel che sta accadendo nel Pd e dal comportamento sempre più torbido di Bersani.
La mia sensazione è che, sebbene meno di quella del Pdl, anche la febbre del Pd sia parecchio alta e che il rischio di una frammentazione, molto elevato nel partito di Berlusconi, sia inferiore in quello di Bersani, ma comunque consistente. Ne trovate conferma nell’articolo odierno di Massimo Franco sul Corriere della Sera, sia pure nascosta dalla fumosità del politichese che, guarda caso, sta tornando a farsi spazio dopo essere stato scacciato per un po’ dalla sua Nota: http://www.corriere.it/politica/nota.shtml.
Stampa così e così. Proprio perché mi sembra un passo indietro rispetto ai miglioramenti che avevo evidenziato nei mesi scorsi.
L’idea, così cara a Bersani, che Monti non sarebbe necessario nella prossima legislatura perché la fase emergenziale è finita a me pare una stupidaggine mica da poco. L’emergenza è tutt’altro che finita, soprattutto per quel che riguarda la moralità del sistema politico a tutti i livelli. A mio modesto avviso, prima che i partiti possano pretendere di avere nuovamente affidati i destini del Paese devono passare attraverso un drastico processo di rinnovamento, possibilmente realizzato in base a leggi stringenti e di effetto immediato.
La degenerazione (di cui Fiorito è soltanto l’ultima, oscena e insieme grottesca, espressione) non è certamente stata fermata, non interessa soltanto il Pdl e richiede terapie ben più aggressive dei pannicelli caldi costituiti da risibili diminuzioni delle retribuzioni dei consiglieri regionali. La malattia non è un leggero raffreddore, ma una broncopolmonite di eccezionale virulenza, che ha indebolito oltre misura il sistema immunitario.
E torniamo a quello che ricordavo ieri. La dimensione enorme del problema (e la necessità di interventi drastici) si dimostra con il raffronto tra le somme ricevute da Bossi e La Malfa per il caso EniMont e quelle di cui Fiorito e Lusi si sono impadroniti.
E non basta. Anche se Bossi, La Malfa e altri hanno continuato la loro carriera politica, Altissimo e molti altri hanno deciso spontaneamente di scomparire o, comunque, sono stati indotti a farlo. Ciò per dire che la classe politica della cosiddetta Prima Repubblica aveva anticorpi che, purtroppo, sembrano mancare totalmente in quella della cosiddetta Seconda Repubblica. Non solo il sistema ha consentito che personaggi come Fiorito, Lusi, Belsito e tanti altri potessero ottenere posizioni di grande rilievo, ma anche ha fatto sì che queste persone, oltre a essere dominate da un’avidità smisurata, apparentemente non provino imbarazzo per quanto fatto, anzi, lo considerino in qualche modo normale. Fiorito, addirittura, ancora pochi giorni fa sosteneva di volersi ricandidare alle prossime elezioni regionali del Lazio (e, purtroppo, nulla esclude che lo faccia).
Potrò sbagliare, ma credo ci sia stato un drammatico deterioramento del patrimonio etico del Paese. Tangentopoli, anziché favorire lo sviluppo di una maggiore attenzione e di un maggiore rispetto per l’interesse collettivo, ha finito per favorire la diffusione di un’ingordigia senza precedenti e di un senso d’impunità che sbigottisce e spaventa.
Lo stesso senso d’impunità che, purtroppo, ormai dilaga a ogni livello, come dimostra la quantità d’infrazioni al codice della strada (da parte di automobilisti, autisti di taxi e autobus, ciclisti e pedoni) che si possono riscontrare semplicemente passeggiando per i centri delle nostre città.
L’emergenza è tutt’altro che finita, Onorevole Bersani. In realtà, l’emergenza è la classe politica di cui lei fa parte. I pessimi conti dello Stato (che Monti sta cercando di sistemare), purtroppo per lei, Onorevole Bersani, sono il sintomo, non la malattia.

1 commento:

  1. Se poi torna Tremonti possiamo stare tranquilli.
    Il commento più cattivo, che coglie in due righe tutte le cattiverie che si dicono su Tremonti, è questo:

    MA FACCE RIDE!
    Colpo di Cazzullo: "Tremonti: il mio partito avversario dei notabili" (Corriere p. 1!). Voleva dire "dei notai". Lui fa il commercialista. Inquietante il suo appello ai giovani. Ne vuole tanti, dice.

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