domenica 28 ottobre 2012

Economia cinese e musica inglese


Non è frequente che le due maggiori potenze economiche mondiali vivano quasi contemporaneamente il rinnovo delle principali cariche statali. E’ quanto accadrà nei prossimi giorni, quando Stati Uniti e Cina procederanno, ovviamente con modalità del tutto diverse, a nominare le persone che le guideranno nell’immediato futuro. Sia la Cina che gli Stati Uniti risentono, con peso differente, della crisi mondiale e il divergente andamento delle loro economie influisce anche nel complesso rapporto finanziario che si è instaurato negli ultimi anni, quando la nazione asiatica ha assunto il ruolo di primo creditore degli Usa.
Il supplemento culturale del Corriere, La Lettura, dedica la propria attenzione alla Cina e lo fa con due articoli, il primo, caratterizzato da una visione ottimistica, è firmato dal corrispondente da Pechino Marco Del Corona, il secondo, che propone un’opinione critica e pessimista, è scritto da Federico Fubini, esperto di economia internazionale. Ecco il link: http://lettura.corriere.it/debates/la-cina-vince-la-cina-perde/.
Buona stampa. Per entrambi, anche se io sono più portato a condividere le idee di Fubini. Il che non aiuta certamente a guardare al futuro con lenti rosa. In realtà, la maggiore economia del mondo sarebbe l'Unione Europea, solo che, per l'appunto, è un'economia, non una nazione (e Dio sa quanto sarebbe meglio se fosse anche una nazione).
Meglio cambiare argomento e dedicarsi alla musica, che ho un po’ trascurato nei post più recenti. Continuo a proporvi più versioni del medesimo brano. Questa volta si tratta di un pezzo degli anni Sessanta, senz’altro il più celebre di un gruppo inglese che i diversamente giovani (sempre copyright Gramellini) ricordano senz’altro: Procol Harum (http://it.wikipedia.org/wiki/Procol_Harum).
Il brano è A Whiter Shade of Pale che è stato successivamente interpretato da tanti celebri musicisti.
Cominciamo con la versione originale del 1967 dei Procol Harum.


Proseguiamo con quella di una voce leggendaria del rock inglese, Joe Cocker, dal vivo a Berlino nel 1980. Sembra aver bevuto qualche birra di troppo, ma è sempre Joe Cocker.


Poi ascoltiamo quella strumentale e piuttosto particolare, eseguita dal vivo da King Curtis (http://en.wikipedia.org/wiki/King_Curtis), sassofonista, non molto famoso in Italia e assai poco longevo, che ha percorso vari generi musicali.


Ancora un’esecuzione “importante”: quella di un gruppo di vecchie glorie della musica rock riunite nel 2007 e capitanate da Eric Clapton, un evento dal quale derivò un album il cui titolo dice molto: Complete Abandon (http://kentguy.wordpress.com/2008/01/05/eric-clapton-totally-abandoned-with-ringo-starr-joe-walsh-pete-townshend/).



Finiamo, ma potrei continuare, con una splendida voce femminile, quella di Annie Lennox. E anche con lei non ci siamo mossi dalla vecchia Inghilterra.


Esiste una famosa cover italiana, intitolata Senza Luce e interpretata dai Dik Dik. Io, però, non riesco farmela piacere quanto queste versioni in inglese. 

1 commento:

  1. meravigliose le varie versioni, ma quella originale dei Procol Harum è la migliore. Vicina quella di Eric Clapton! Cosa avevano fumato per scrivere un testo del genere?

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