mercoledì 31 ottobre 2012

Chiusi nel loro mondo, così lontano da noi


Prendiamo avvio dall’articolo di fondo del Corriere di oggi. E’ firmato da Pierluigi Battista, sul quale fatico a cambiare giudizio da quando si prestò a sostituire Enzo Biagi in Rai dopo il cosiddetto “editto bulgaro”, proprio per questo mi sembra significativo il tono ultimativo con cui si rivolge ai partiti:  http://www.corriere.it/editoriali/12_ottobre_31/senso-perduto-emergenza-battista_3bed7f24-2322-11e2-b95f-a326fc4f655c.shtml.
Buona stampa. Non che sia difficile oggi scrivere un pezzo così, tuttavia premio anche la sua tardiva presa di coscienza. In questi giorni bisogna apprezzare qualsiasi tentativo di far arrivare un messaggio là dove la nostra voce continua a essere non solo ignorata, ma addirittura umiliata.
Non che mi faccia illusioni sulla capacità dei partiti di ascoltare questa sorta di ultimatum che il principale quotidiano italiano ha ritenuto di porre. In realtà ormai da settimane la stampa che mantiene un po’ di autorevolezza (non molta per la verità) ripete questo tipo d’inviti pressanti alla classe politica; i risultati, però, non si vedono. Anzi, sembra di cogliere un certo compiacimento nel non dare il minimo di segno di comprendere a quale livello sia giunto il distacco tra i cittadini e coloro i quali dovrebbero preoccuparsi della nazione.
Mi pare esserci qualcosa di folle negli atteggiamenti dei politici, a tutti i livelli. Si perdono nelle loro meschine beghe di potere come iene che si disputano i pochi rimasugli di ossa e tendini lasciati da un leone sulla carcassa di un’antilope. Imperterriti anche di fronte a parole di una durezza estrema come quelle di Mario Monti, si propongono di porre fine alla sua esperienza ignorando che, se mai dovessero realmente prenderne il posto, si troverebbero di fronte una situazione nella quale rivelerebbero la loro inadeguatezza e la loro insipienza.
Ovunque si guardi, grazie alle indagini della magistratura o alle inchieste dei pochi giornalisti degni di questo nome, si scoprono abissi di malcostume se non di vere e proprie malversazioni. E uomini ormai impresentabili (sempre che siano mai stati presentabili) continuano a mantenere un ruolo centrale nei propri agonizzanti partiti.
Se non fosse per le drammatiche conseguenze che ciò avrebbe per il futuro nostro e delle generazioni future, verrebbe quasi voglia di restarsene seduti a guardare questi patetici impostori assumere la guida del Paese.
In quanti minuti Bersani o Berlusconi, Di Pietro o Grillo, Vendola o Casini, Fini o Maroni ci porterebbero alla completa rovina? Quale inspiegabile e smisurata convinzione delle proprie capacità (del tutto inesistenti) alberga in quelle menti ottenebrate, così pervicacemente avvinte a disegni del tutto avulsi dalla realtà e a schemi obsoleti e privi di qualsiasi logica costruttiva?
Difficile, come hanno fatto altri prima di me, non accostare la loro immagine a quella dei dittatori giunti all’irrimediabile sconfitta, ma ancora persi nei loro sogni di gloria e di potere. Un accostamento che, scusate il paradosso, potrebbe offendere persino quegli uomini ormai condannati dalla Storia.

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