lunedì 2 luglio 2012

La Spagna qualcosa ha vinto, noi no. E non si tratta di calcio


Come già detto, il vertice di Bruxelles non ha comportato queste grandi novità. La politica dei passi piccoli (piccolissimi) sembra la sola conosciuta dai mediocri governanti dei paesi europei, insignificanti nanetti, perciò tanto più nocivi, proiettati sul palcoscenico del potere dalla forza dei mezzi di comunicazione di massa, come, a quanto parte, il nuovo presidente del Messico, Peña Nieto. Il suo successo riporta al vertice del paese americano il Partito Rivoluzionario Istituzionale (un nome che mi ha sempre lasciato perplesso, giacché mi pare contenere una insanabile contraddizione), sul quale gravano pesanti sospetti non soltanto di aver favorito la corruzione, ma anche di aver sostenuto il narcotraffico. Per saperne di più, tra i tanti, potete leggere questo articolo del Guardian: http://www.guardian.co.uk/world/2012/jul/02/pena-nieto-victory-mexico-elections.
Buona stampa.
Tornando ai fatti europei, vi segnalo un paio di pezzi che chiariscono bene la dimensione (molto modesta) dell’accordo di Bruxelles e fanno intuire che non è neppure sicuro che si tratti di un accordo, visto che già qualcuno dissente. Il primo è di Vito Lops dal Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-07-02/finlandia-olanda-dicono-scudo-133632.shtml?uuid=AbCXTY1F), mentre il secondo è un’analisi di Angelo Baglioni per il sito LaVoce.info (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003156.html).
Buona stampa.
Se non altro, i mercati sembrano non essersene accorti. Gli indici delle principali borse sono ancora in positivo. Che sia il caso di porsi delle domande?
Sempre in ambito finanziario, il Presidente di Barclays, la banca inglese condannata per la manipolazione del Libor, ha deciso di dimettersi per “arrestare l’emorragia” come scrive l’Indipendent: http://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/barclays-chairman-marcus-agius-quits-in-bid-to-stop-the-bleeding-7902913.html.
Buona stampa.
Il Parlamento inglese sembra intenzionato ad andare a fondo della questione. Speriamo lo faccia veramente e che si traggano, a livello politico, le indispensabili conseguenze di questa ennesima dimostrazione di come le principali banche del mondo agiscano non solo in maniera eccessivamente spregiudicata, ma anche senza preoccuparsi di distinguere tra ciò che è lecito e ciò che non lo è.

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