martedì 24 luglio 2012

A tavoletta verso il Monte di Megiddo


A quanto pare, ancora una volta la costanza e l’impegno vengono premiati: i governanti europei hanno tergiversato talmente a lungo, ovviamente ognuno per ragioni di tornaconto politico interno diverse, lasciando così incancrenire una situazione che, temo, difficilmente sarà rimediabile.
Ormai anche i sassi hanno capito che l’euro è un edificio costruito senza le necessarie fondamenta. Dietro la moneta unica non c’è quasi nulla di quello che sarebbe necessario anche in situazioni normali, ma noi non stiamo vivendo una situazione normale. Lo dimostra il fatto che sono ormai trascorsi quasi quattro anni da quando il governo americano (guidato da George W. Bush e con Paulson Segretario del Tesoro) ha lasciato fallire Lehman Brothers e la crisi iniziata allora si è diffusa nel mondo, mettendo in evidenza, una dopo l’altra, tutte le carenze dei meccanismi che regolano l’economia e la finanza degli stati e delle imprese, prime tra tutte le banche.
E questo è successo mentre leader politici, economisti e dirigenti aziendali hanno continuato imperterriti a guardare un po’ meno distante della punta del loro naso. Ci hanno sommerso di chiacchiere (più o meno farneticanti) e non hanno fatto quasi nulla di quello che, ognuno nel proprio ruolo, avrebbero dovuto fare.
I politici, non dovrei neppure ripeterlo, danno il peggio di loro stessi, meritandosi ampiamente di vedersi addossare la maggiore colpa della situazione attuale. Solo oggi, con quella nota diffusa dal governo spagnolo, si è raggiunto l’apice dell’inettitudine. Provate a immaginare come avranno reagito i signori che, davanti ai terminali dei loro computer, da mesi operano così da trarre il massimo beneficio dalla crisi economica internazionale nel sapere che non esisteva nessun accordo tra Francia, Italia e Spagna nel sollecitare l’operatività del cosiddetto scudo salva-spread.
Non che un eventuale accordo fosse risolutivo, ma annunciarlo senza che esistesse, cribbio, anzi no, cazzo (ci vuole, cazzo!), come si fa?
E’ l’ennesima, forse più desolante, dimostrazione di quanto distanti siano dalla realtà i signori cui abbiamo affidato il nostro destino. In giro per il mondo, mentre scrivo, centinaia di operatori finanziari festeggiano, consapevoli che hanno davanti a loro ancora molte settimane per sfruttare ulteriormente lo spazio sconfinato lasciato loro da governanti imbelli, preoccupati soltanto di sopravvivere alle prossime elezioni, così attenti a sé stessi e distratti dal bene collettivo da non riuscire a mettere insieme lo straccio di una politica comune per fronteggiare una crisi che sta portando l’Europa (tutta l’Europa) e con essa il mondo verso il disastro.
Non v’indico nessun articolo da leggere. Fate un po’ di fatica da soli, sempre che ne abbiate voglia. Se trovate qualche ragione per darmi torto, scrivete pure. Il blog è più che mai aperto alle vostre opinioni, soprattutto se in contrasto con le mie. Sarò felice di essere smentito.
Nel frattempo, buona notte e molta buona fortuna.

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