martedì 16 giugno 2015

Perché gli interessa tanto la Cassa?


A quanto pare si avvicina il momento del ricambio dei vertici di Cassa Depositi e Prestiti (CDP). La notizia la riportano tutti i quotidiani, alcuni dei quali danno anche spazio ai risultati del bilancio dell’esercizio 2014 di CDP, in cui si possono cogliere alcune significative variazioni rispetto al passato.
Mentre sui cartacei si trovano diversi articoli, on line ne ho "rintracciati" soltanto due, sufficienti, tuttavia, per farsi un’idea della questione, che non è poi così banale, visti i numeri coinvolti e la qualità dei pacchetti azionari controllati da CDP.
Per primo un commento da La Stampa, a firma di Francesco Manacorda; è di qualche giorno fa, ma ci sono alcuni dei punti centrali della questione: http://www.lastampa.it/2015/06/10/cultura/opinioni/editoriali/la-rivoluzione-alla-cassa-depositi-e-prestiti-AWYLYbQMFokKc8wnJ7QTtJ/pagina.html.
Buona stampa. L’ingresso delle fondazioni fu un’idea di Tremonti, il quale, dopo averle lungamente combattute, non aveva trovato di meglio da fare, nel dicembre 2003, che coinvolgerle nel capitale della CDP (Così Tremonti siglava la pace con le fondazioni, e metteva una pietra tombale sui propri bellicosi propositi di indirizzarne le erogazioni a scopi politici1), così da ottenerne il sostegno nei suoi piani, ridimensionati poi dall’uscita di Tremonti stesso dal governo e la sua sostituzione con Siniscalco.
Quanto pesi l’intreccio politico sottostante la presenza delle fondazioni nell’azionariato di CDP si intuisce nell’articolo di Manacorda. Così come mi sembra evidente quanto appaia stravagante la tesi che la CDP sia, in virtù di quel 18,4% in mano alle fondazioni, un ente in cui convivrebbero pubblico e privato. E già, perché la politica non conta nulla nelle nomine delle fondazioni…
Il secondo articolo disponibile è quello pubblicato oggi dal Corriere della Sera e firmato da Federico Fubini: http://www.corriere.it/economia/15_giugno_16/partecipazioni-titoli-stato-conti-piu-fragili-cassa-depositi-1ab88388-13ea-11e5-896b-9ad243b8dd91.shtml#.
Buona stampa. Spero che lo legga, e ci rifletta con grande attenzione, anche Matteo Renzi, ma non credo lo farà. Il suo solo scopo, ormai, sembra quello di restare a galla, non certo quello di produrre il cambiamento di cui, come altri prima di lui, ha tanto parlato, elargendo promesse che non è capace di mantenere.
E spero che, oltre a voi tre, anche Renzi legga il post che Roberto Plaja ha scritto ieri per il suo blog: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/06/15/2005-2015/. Con che semplicità ci aiuta a ripercorrere gli eventi economici, monetari e finanziari che hanno segnato l’ultimo decennio. Una sintesi semplicemente perfetta. E non c’è solo il passato nelle sue parole! Nel futuro, quando si ripristinerà l'ordine che è andato sovvertito negli ultimi dieci anni, sarà meglio per l'Italia aver realizzato effettivamente quelle riforme di cui tutti parlano, ma nessuno sa metterle seriamente in cantiere.
Veniamo alla battaglia in difesa della musica. Oggi ritorniamo al jazz, con un brano eseguito da Eliane Elias, pianista brasiliana di origine, ma americana di adozione, e da suo marito, Carl Johnson, bassista. Il titolo è Swept Away.



1 Franco Debenedetti - Il peccato del professor Monti: L'Europa, i tecnici e le identità politiche degli Italiani - Marsilio

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