venerdì 5 giugno 2015

Ma guarda un po', se l'è bevuta...


Per iniziare, spazio a Gramellini, il cui Buongiorno oggi va tassativamente letto e anche salvato o stampato per essere conservato: http://www.lastampa.it/2015/06/05/cultura/opinioni/buongiorno/diritto-romano-5tMHQ9lNN5DA6TelzVdZGK/pagina.html.
Buona stampa. Alle parole, impeccabili, di Gramellini aggiungerei soltanto che il cosiddetto giudice che si è bevuto la ricostruzione “famigliare” dell’incidente ha solo prodotto una delle non poche e molto sconcertanti decisioni che affondano, giorno dopo giorno, la Giustizia (sì, quella con la G maiuscola) nel nostro Paese.
Con Monsieur Jacques de Chabannes de La Palice dirò che si deve intervenire rapidamente e drasticamente nel rivedere il sistema giudiziario italiano e scardinare il marchingegno arrugginito e ormai inaccettabile creato dalla Magistratura per proteggersi e sottrarsi a qualsiasi forma di valutazione effettiva. Il merito, il senso di responsabilità e anche il rispetto della Legge (sì, pure questa con L maiuscola), elementi che troppi giudici vogliono ignorare, vanno reintrodotti nel più breve tempo possibile e, contemporaneamente, si deve sottrarre ai magistrati la valutazione di se stessi, una funzione che hanno dimostrato di non saper esercitare nel modo dovuto.
E veniamo a Mafia Capitale, una vicenda che rende sempre più profonda la separazione tra la classe politica e i cittadini.
Le ricostruzioni che offrono i quotidiani sono, in larga parte, basate sulle intercettazioni, telefoniche e ambientali, effettuate nel corso delle indagini. E’ noto quanto sia scottante l’argomento dell’uso delle intercettazioni e quale scontro la questione susciti tra “garantisti” e “giustizialisti”.
Non voglio addentrarmi nella diatriba, che certo non si può affrontare nello spazio di un post. Quello che, tuttavia, mi sembra si possa senz’altro affermare è che, indipendentemente dal valore probatorio delle intercettazioni, la loro pubblicazione fornisce informazioni molto preziose per i cittadini, i quali hanno modo di conoscere la complessità (e la trasversalità) del fenomeno corruttivo e di apprezzare l’atteggiamento mentale e la “cultura” che anima i protagonisti di questa vicenda.
Buona stampa. Se cercherete, ne troverete altri. Io mi fermo qui.
Lasciamo i fatti italiani per andare a vedere la situazione ucraina, uscita da tempo dalle prime pagine dei nostri quotidiani, ma tutt’altro che risolta. Il conflitto, infatti, non si è mai realmente fermato e, negli ultimi giorni, è riesploso con violenza. Ne dava conto ieri su Il Sole 24 Ore Antonella Scott: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-06-04/si-riaccende-crisi-ucraina-063724.shtml?uuid=ABwWACsD&fromSearch.
Buona stampa. Appunto, la tregua siglata a Minsk è in briciole e, come di fronte alle altre gravi crisi internazionali, l’Europa, ma anche gli Stati Uniti, sembrano incapaci di assumere una posizione chiara, di fatto lasciando che Putin si muova con la disinvoltura che gli deriva dall’essere alla guida di una nazione nella quale mancano i vincoli e i contrappesi propri degli stati democratici e dal contare sull’appoggio di una popolazione incline al nazionalismo come poche altre.
Per chiudere, come di consueto, passiamo alla musica. Oggi torniamo al jazz: Wynton Kelly, pianista di origine giamaicana, ha preso parte ad alcuni eventi fondamentali della storia del genere (http://en.wikipedia.org/wiki/Wynton_Kelly). Ve lo propongo in Whisper Not brano in cui è affiancato da altri tre "Grandi": Kenny Burrell alla chitarra, Paul Chambers al basso e Philly Joe Jones alla batteria.


Nessun commento:

Posta un commento