martedì 30 giugno 2015

La seconda domanda


Difficile non parlare anche oggi della situazione greca. Le notizie si accavallano e non è facile capire se si apre uno spiraglio per definire un’intesa oppure si consumerà la rottura definitiva che, con ogni probabilità, comporterebbe l’uscita della Grecia sia dall’eurozona sia dall’Unione Europea.
Sugli aspetti legali della questione, ho trovato un articolo in inglese del sito Politico.eu: http://www.politico.eu/article/eu-confronts-greek-legal-puzzle-grexit-eurozone/.
Buona stampa. La situazione non è, in realtà, incontrovertibile, ma pare prevalere l’opinione di chi considera, nel caso non si trovasse una soluzione al problema del debito ellenico, l’uscita sia dalla moneta unica che dall’Europa (più che mai) cosiddetta unita.

A livello internazionale prevale la consapevolezza dei gravi rischi che corre l’Europa comunitaria di fronte al fallimento greco. Su Il Sole 24 Ore Carlo Bastasin ripercorre, saggiamente, il cammino della crisi (iniziata, ricordiamolo, oltre cinque anni fa) e indica con equilibrio alcuni errori commessi dalle diverse parti coinvolte. Un articolo che merita senz’altro di essere letto: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-06-30/se-l-europa-rinasce-errori-commessi-074525.shtml?uuid=ACqs7CJ.
Buona stampa. I torti, si sa, non sono mai tutti di una sola parte, quindi è giusto guardare a questa vicenda con equilibrio, senza farne strumento di considerazioni opportunistiche, tanto più meschine se riferite all’ambito nazionale.
E qui, come di consueto, non ci preoccupiamo di dimostrarci i più determinati a far cattivo uso del caso greco e della sua drammatica evoluzione.
Il primo a farlo, guarda caso, è il Presidente del Consiglio, nell’intervista rilasciata al direttore de Il Sole 24 Ore e pubblicata oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-06-30/renzi-siamo-fuori-linea-fuoco-vi-spiego-perche-070301.shtml?uuid=AC1lfCJ.
Stampa così e così. Napoletano non tira mai veramente fuori le unghie e rinuncia alla seconda domanda1. Così facendo, lascia correre l’immagine rassicurante che Renzi intende accreditare ancora una volta. Certo, il Presidente del Consiglio non deve trasmettere una sensazione di preoccupazione, ma neppure nascondere la realtà o rappresentarla troppo diversa da com’è. E poi, in tutta l’intervista, Napoletano non trova un attimo per parlare di riduzione della spesa pubblica, argomento del quale, ormai, nessuno parla più, e sarebbe, invece, il caso che se parlasse tanto.
Riguardo alla spavalderia di Renzi rispetto a un effettivo default greco, ricordo che l’Italia è esposta per una cifra che varia, a seconda delle fonti, dai 40 ai 65 miliardi (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-06-28/italia-esposta-fino-65-miliardi-091950.shtml?uuid=ACY1gNI). Il Ministro Padoan sostiene che sono 35,9 miliardi. Ammesso che abbia ragione lui, non si tratta di un buco da poco per il bilancio dello stato italiano, anzi. Giusto per capire di cosa parliamo, riprendo una domanda e una risposta dall’intervista che vi ho segnalato sopra:
Tra due mesi dovrà fare una manovra che parte da circa 20 miliardi, tra clasuola di salvaguardia sull'Iva (16 miliardi), adeguamento delle pensioni (5-600 milioni), reverse charge (800 milioni), rinnovo del contratto del pubblico impiego (1,6 miliardi). Dove troverete queste risorse? E come potrete liberarne altre per ridurre le tasse?
Le clausole di salvaguardia non scatteranno. Certo, non sarà semplice. Ma noi siamo quelli che le tasse le abbassano, non le alzano. Nel 2016 scommetto su una ulteriore riduzione del carico fiscale. Ma ancora è presto per discuterne. Ne parleremo a settembre.
Devo aggiungere altro? Credo sarebbe far torto all’intelligenza di voi tre.
In Italia, come ho detto, degli eventi internazionali i politici e anche certi opinionisti si servono per le loro baruffe di pollaio. Una prova è questo testo di Piergiorgio Odifreddi, persona intelligente e simpatica, scienziato degno di stima, ma spesso incapace di frenare il proprio furore di parte: http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2015/06/28/je-suis-grec-et-democratique/.
Stampa così e così. Il referendum indetto da Tsipras suscita parecchie perplessità, persino sulla sua reale efficacia, perché verte su una proposta dei creditori che è stata ritirata. Quanto al fatto che rappresenti una prova di democrazia, francamente, non ne sono così convinto. E, comunque, per come intendo io il ruolo di un leader politico, con la scelta di affidarsi al voto popolare, Tsipras ha rinunciato a guidare i greci e ha scelto la comoda strada di togliersi dalle spalle la responsabilità.
Additando Tsipras a modello di democrazia rispetto a Renzi, onestamente, Odifreddi mi sembra forzare parecchio la rappresentazione della realtà: Tsipras è al governo anche perché si è alleato dopo il voto con altri partiti, incluso uno della destra radicale, e, per cercare di ottenere la vittoria del no nel referendum, non si fa troppi scrupoli e accetta l’appoggio di Alba Dorata. Certo, Renzi non è arrivato a Palazzo Chigi sull’onda di una vittoria elettorale, ma ha la maggioranza in Parlamento e tale maggioranza è formata da deputati e senatori che non hanno, come detta la Costituzione, vincolo di mandato. Renzi, lo sapete, non mi piace, ma gli argomenti di Odifreddi mi sembrano deboli.
Prima della musica, un ultimo aggiornamento, vi propongo questo collegamento al sito de Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-06-30/per-bce-ora-grexit-e-possibile-varoufakis-andremo-corte-ue-082307.shtml?uuid=ACXEhDJ.
Cronaca. Magari già superata e noi ancora non lo sappiamo.
Stasera torniamo a combattere la nostra battaglia. E lo facciamo con un grande pianista di jazz che abbiamo già ascoltato nella sua veste di leader de The Modern Jazz Quartet. Oggi ascoltiamo John Lewis come solista nel brano I Can't Get Started.



1 La migliore definizione, anche se molto volgare, come gli accade quasi sempre, l’ha data il comico Daniele Luttazzi: In Italia mancano giornalisti che facciano la seconda domanda. Cosa intendo? Semplice: il giornalista intervista un politico, fa la sua domanda, il politico risponde. A questo punto il giornalista dovrebbe fare la seconda domanda: “scusi, ma lo sa che questa è una stronzata pazzesca!?” Invece la seconda domanda non viene mai fatta, in questo modo i politici sono lasciati liberi di dire tutte le cazzate che vogliono.



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