lunedì 28 settembre 2015

Cronache da un pollaio

Un fatto locale, strettamente padovano, occupa lo spazio iniziale di questo post. E non certo per motivi dei quali gli abitanti della città veneta possano andare fieri, tutt’altro. Si è avuto, infatti, l’ennesimo scontro via Twitter tra il sindaco in carica, Massimo Bitonci già senatore della Lega, e un esponente dell’opposizione, Flavio Zanonato, sindaco per molti anni, poi ministro e attualmente parlamentare europeo del PD.
Mala stampa. Anche se è cronaca, ma non mi sembra vi si trovi neppure una nota di biasimo per il comportamento di Bitonci e Zanonato. E il giudizio negativo si rafforza perché non c’è un altro articolo nel quotidiano in cui il direttore o un editorialista esprimano tutta la riprovazione che questi due squallidi individui meritano, tra l’altro perché il diverbio verte su una questione che lo rende pateticamente ridicolo, oltre che riprovevole.
Ripeto: Bitonci è il sindaco di Padova e Zanonato è un europarlamentare. I loro compiti sono ben altri che discutere e ingiuriarsi via internet. Considero vergognoso che lo facciano e poco importa di chi sia la responsabilità di questo stato di cose, ammesso che ve ne sia una. Ha torto chi ha iniziato questo scontro e ha altrettanto torto chi lo ha accettato e portato avanti. Siamo di fronte a una monumentale dimostrazione del livello di avvilente mediocrità degli uomini politici italiani, anche di quelli che dovrebbero essere “i migliori”, considerando gli incarichi passati e presenti.
Mi sento di affermarlo con sicurezza: non si azzufferebbero su Twitter con tanta solerzia se fossero pagarli per farlo.
Passiamo a questioni di altro respiro. Le elezioni di ieri in Catalogna hanno segnato una vittoria parziale del fronte indipendentista: ha ottenuto la maggioranza dei seggi, non quella dei voti, trovandosi così meno legittimato di quanto avrebbe auspicato per procedere nel cammino della separazione. Da La Repubblica un articolo di Alessio Sgherza che sintetizza l’esito del voto e le prospettive che ne derivano: http://www.repubblica.it/esteri/2015/09/27/news/risultati_spoglio_catalogna_catalunya_elezioni_27s_artur_mas_indipendentisti-123808449/?ref=HREC1-7.
Buona stampa. Sgherza, però, dimentica di sottolineare che, se la Catalogna si separasse effettivamente dalla Spagna, si troverebbe a vivere un’esperienza simile a quella paventata per la Grecia. E’, infatti, altamente improbabile che l’Unione Europea e l’Unione Monetaria sarebbero disposte ad accogliere la Catalogna indipendente al proprio interno. Il tema è stato affrontato con molta chiarezza ieri da Luigi Zingales su Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-09-27/se-spagna-diventa-nuovo-anello-debole-d-europa--133304.shtml?uuid=ACQo1f5&fromSearch.
Buona stampa. Non soltanto per le considerazioni che riguardano la Spagna, ma anche per quelle conclusive, che condivido e che meritano di essere messe in evidenza: “A noi non resta che guardare e riflettere. Se Syriza e Podemos hanno suscitato un grande interesse nella nostra sinistra locale e se in passato la Lega si era ispirata al movimento indipendentista catalano, Ciudadanos non ha sostenitori ne omologhi in Italia. Purtroppo in Italia l’espressione politica del centro moderato si trasforma per lo più in un centro di potere, privo di afflati ideologici o pulsioni morali. Non che il centro-sinistra oggi brilli su questi temi, ma almeno ha una tradizione, che va indietro a Berlinguer, di sensibilità alla questione morale. Il centro-destra no. A differenza di Inghilterra e Stati Uniti non esiste nel centro-destra una cultura della legalità e delle regole. In Catalogna e in Spagna questo tipo di centro-destra si sta affermando, quanto dovremo aspettare perché accada anche in Italia?
E sottolineo quel che accenna Zingales: la questione non riguarda soltanto i sostenitori e i politici del centro-destra. Il problema della cultura della legalità e delle regole riguarda tutta l’Italia.
Nella nostra battaglia oggi ritorniamo a schierare un autore di musica contemporanea. Ascoltiamo un brano del compositore americano Charles Ives (http://www.britannica.com/biography/Charles-Edward-Ives), The Unanswered Question, eseguito dalla New York Philharmonic diretta da Leonard Bernstein.


Nessun commento:

Posta un commento