venerdì 18 settembre 2015

Paura

La Federal Reserve Bank ha deciso, ancora una volta, di non aumentare i tassi di interesse americani. A prima vista, la maggior parte dei commentatori individua nella paura il motivo principale della decisione: il timore che sul quarto di punto percentuale di mancato incremento del tasso di riferimento (attualmente, se ricordo bene, allo 0,13%) si reggano i non pochi castelli di carta (finanziaria creata da banche e società finanziarie, imprese e stati) sparsi in giro per il mondo. In particolare, quelli cinesi, forse i più fragili e, comunque, quelli che cadendo provocherebbero i maggiori danni.
Com’è ovvio, alla questione viene dedicato da tutti i giornali, italiani e stranieri, ampio spazio. Scelgo tre articoli.
Buona stampa. Ci troverete anche alcune interessanti indicazioni sui meccanismi esterni all’economia americana di cui la Fed ha ritenuto necessario tenere conto.
Buona stampa. L’immagine del party che continua è molto efficace, così come appare molto efficace anche la citazione delle parole di William McChesney Martin (https://en.wikipedia.org/wiki/William_McChesney_Martin).
L’ultimo pezzo (per questa mia piccola selezione) lo prendiamo da The Economist: http://www.economist.com/blogs/freeexchange/2015/09/fed-and-interest-rates.
Buona Stampa. Se volete trovare ulteriori punti di vista, non dovete far altro che navigare: si tratta di uno dei temi caldi del giorno. Io, prima di passare ad altro, aggiungo soltanto un’osservazione, che spero verrà condivisa anche dal mio amico Roberto Plaja (che di mercati finanziari ne sa di gran lunga più di me). L’andamento delle borse europee e americane nelle ultime ventiquattro ore conferma che ci troviamo di fronte a una fase in cui gli schemi interpretativi maturati nei decenni passati perdono di efficacia e le banche centrali finiscono per subire le pressioni dei mercati molto più di quanto accadeva in passato (e di quanto, aggiungerei, sarebbe lecito).
Prima della musica, ancora un campanello d’allarme che non dovrebbe essere ignorato a Roma, precisamente a Palazzo Chigi e in Via XX Settembre:
Cronaca. Non sono affatto sicuro che ci siano orecchi pronti ad ascoltare, ma sarei ben felice di essere smentito.
Oggi, per la battaglia contro i nemici della cultura e della musica, cominciamo con un bel salto indietro e schieriamo Luigi Cherubini, un grande italiano vissuto a cavallo del XVII° e XVIII° secolo. Ascoltiamo Teresa Berganza nell’aria Solo un Pianto dalla Medea.


Poi torniamo ai giorni nostri con un brano di un musica difficile da catalogare, ma interessante. Si tratta di Men Singing eseguito da Henry Fool, un gruppo che raccoglie esponenti di alcuni famosi complessi (http://www.henryfool.com/index.php).




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