giovedì 24 settembre 2015

Prima nessuno fiatava...

L’Istituto Bruno Leoni (http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=0000002165&level1=0000002165) è un ente privato che si propone di difendere il pensiero e la cultura liberali in Italia. Una missione sicuramente importante, soprattutto in un Paese come il nostro, nel quale esistono troppe distorsioni del mercato e della concorrenza, il cui costo grava pesantemente sui cittadini e produce vaste zone d’ombra in cui si sviluppano i comportamenti illeciti più diversi. Sul proprio sito, l’Istituto offre una rassegna stampa interessante, dalla quale attingo oggi per proporvi un articolo che si occupa di corruzione. Il pezzo era stato pubblicato originariamente su Il Foglio del 22 e la firma è di Serena Sileoni: http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=19007.

Buona stampa. Come scrive anche Sileoni, all’origine del suo testo c’è quello pubblicato il giorno precedente da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/15_settembre_21/funzionari-pubblici-tutti-illeciti-caso-affitti-sette-euro-8c75708e-601c-11e5-9acb-71d039ed2d70.shtml#).
Buona stampa. Sarzanini ha probabilmente un rapporto privilegiato con la Guardia di Finanza perché riesce spesso ad anticipare i colleghi con documentazione su argomenti di particolare rilievo, come in questo caso. Da un lato questa capacità mi sembra un fatto positivo e dimostra senz’altro che si tratta di una giornalista molto determinata (che ammiro e che leggo sempre con interesse), dall’altro mi lascia parecchio perplesso che un documento come quello in questione non sia stato presentato ufficialmente e messo a disposizione di tutti gli organi di stampa nello stesso momento, così che ricevesse il massimo rilievo e che ne fossero informati quanti più cittadini possibile. Credo sarebbe stato più logico e anche più lineare.
E mi sarebbe anche piaciuto che arrivasse un segnale in merito dal Governo...
Torniamo sulla vicenda della Banca Popolare di Vicenza. Oggi Il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo molto interessante di Sara Monaci, dal quale emerge che già nel 2001 gli ispettori della Banca d’Italia avevano messo in evidenza sia le anomalie nelle modalità di valorizzazione del titolo sia alcuni aspetti insoddisfacenti del processo decisionale. Il pezzo non è disponibile in rete, ma ho fatto lavorare lo scanner (non in maniera impeccabile, portate pazienza).


Buona stampa. Mi sembra a dir poco sconcertante e preoccupante che, pur i presenza di rilievi di questo genere da parte del proprio servizio ispettivo, la Banca d’Italia non abbia ritenuto di intervenire. Sono passati quattordici anni senza che venisse fatto quasi nulla: il vertice della banca non è cambiato e le modalità di gestione neppure, tanto che oggi la situazione patrimoniale della banca, compromessa da comportamenti non proprio inappuntabili, richiede un ulteriore rafforzamento (un aumento di capitale, il terzo in pochi mesi, per 1,5 miliardi).
Quel che invece non mi preoccupa sono le lamentele dei soci per le perdite subite e per i mancati dividendi degli ultimi esercizi. Adesso alzano la voce, ma non fiatavano quando chi guidava la banca comperava, a spese dell’istituto e a prezzo della solidità del medesimo, la loro benevolenza.
E' un vezzo molto italiano quello di investire allettati da rendimenti particolarmente alti o di indebitarsi allettati da tassi particolarmente bassi, salvo poi, quando le cose cambiano e la scelta si rivela infelice, versare lacrime e, non di rado, cercare di scaricare sulla collettività gli effetti della propria avidità e della propria presunta scaltrezza. 
Oggi ascoltiamo una meravigliosa voce femminile del Rythm&Blues: Aretha Franklin canta Won’t Be Long.


Nessun commento:

Posta un commento