domenica 6 settembre 2015

Ich bin ein Münchner

La scelta del titolo oggi non è stata immediata. Ero incerto tra “Smentite e conferme” e quello che vedete: poche parole in tedesco (lingua che ignoro pressoché totalmente) con le quali, ieri, avevo accompagnato su Facebook la condivisione di questo video della BBC: http://www.bbc.com/news/world-europe-34162844.
L’accoglienza dei profughi siriani da parte dei tedeschi che si trovavano nella stazione di Monaco di Baviera è stata come un potente raggio di luce che ha rischiarato il cielo cupo sopra l’Europa e una smentita, sia pure (purtroppo) solo parziale, alle mie considerazioni di ieri, per quel poco che valgono.
Claudio Magris, sul Corriere di oggi, ci fa capire meglio il valore del gesto compiuto dagli abitanti di Monaco: http://www.corriere.it/esteri/15_settembre_06/i-migranti-frontiera-caduta-cosa-ci-insegna-quella-stazione-da68e184-5457-11e5-b241-eccff60fea73.shtml.
Buona stampa. Magris, per la verità, è una garanzia e merita sempre di essere letto.
Nell’ambito delle smentite, oggi abbiamo anche quella, tutt’altro che trascurabile, venuta da Papa Francesco a tutti coloro (e sono tanti da Salvini a Ostellino) che per sminuire il valore delle esortazioni del Pontefice all’accoglienza ironizzavano sul fatto che il Vaticano non ospitava nessun profugo. Ecco la notizia come la riporta Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/mondo/papa-fracesco-ogni-parrocchia-ospiti-famiglia-profughi-1167440.html.
Cronaca. Adesso non ci resta che attendere per scoprire in che modo il Felpo cercherà, per l’ennesima volta, di mistificare la realtà e di negare l’evidenza dell’impegno della Chiesa cattolica insito nelle parole dal Papa. Sono laico e consapevole che alcuni enti e organizzazioni di matrice cattolica traggono vantaggi, anche cospicui, dall’immigrazione, questo, tuttavia, non mi spinge a negare il significato e l’importanza delle parole del Pontefice.
E veniamo alle conferme. Qualche giorno fa, nel post intitolato “La liquidità c’è, manca altro”, avevo sottolineato come le banche centrali sopperiscano all’inattività dei governi. Considerazioni simili le trovate nell’articolo di Lucrezia Reichlin sul Corriere della Sera di oggi: http://www.corriere.it/economia/15_settembre_06/crescita-ha-bisogno-governi-0990602e-545b-11e5-b241-eccff60fea73.shtml#.
Buona stampa. La necessità che la politica rilanci il proprio ruolo nel favorire la crescita economica è tanto più urgente quanto più si accumulano i motivi di preoccupazione, dal rallentamento della crescita europea all’instabilità dei mercati cinesi, tanto per citarne solo due. E questo è tanto più vero perché l’eccessiva volatilità dei mercati rischia di alimentare riduzioni marcate dei corsi dei titoli e di attivare circoli viziosi difficilmente controllabili, soprattutto alla luce delle possibilità di agire delle banche centrali, le quali hanno ormai quasi esaurito armi e munizioni. Sul tema, ecco Walter Riolfi su Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-09-03/se-qe-e-l-unica-arma-banche-centrali-073821.shtml?uuid=ACoGwAr&fromSearch.
Buona stampa. 
Sempre nell’ambito delle conferme, ecco il resoconto da The New York Times di un’intervista radiofonica in cui Donald Trump ha rivelato tutta la sua impreparazione in politica estera e anche la sua arrogante presunzione: http://www.nytimes.com/politics/first-draft/2015/09/03/donald-trump-stumbles-and-bristles-during-foreign-policy-question/?_r=0.
Buona stampa. Non resta che sperare, come sembra stia accadendo, che sia l’establishment repubblicano ad affondare la candidatura di questo ridicolo, ma preoccupante, personaggio che, secondo i sondaggi, piace ancora a troppi americani.
A proposito di Trump, ieri ho dimenticato di dire che il pezzo da The Economist mi era stato segnalato da Roberto Plaja, il quale, oltre ai propri scritti, propone nel suo blog selezioni di articoli su vari argomenti. Ecco l’ultima interessante proposta: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/09/05/beyond-the-box-readings-letture-3/.
Per la musica, oggi un duplice ascolto. Il primo è un brano del compositore francese Erik Satie (http://www.britannica.com/biography/Erik-Satie), uno dei suoi pezzi più celebri, ossia Gymnopèdie No. 1 nell’esecuzione del pianista irlandese Finghin Collins.


Come secondo ascolto, per restare in ambito pianistico, ho scelto Danilo Rea, eccellente strumentista jazz, che esegue un altro brano famosissimo, che vi ho già proposto in versione classica: l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni.


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