martedì 22 gennaio 2013

Stasera soltanto pozze di fango


L’editoriale del Corriere della Sera di oggi è affidato alla penna di Antonio Polito.
L’argomento è l’esclusione di Nicola Cosentino dalle liste del PDL in Campania. Polito si era già occupato della questione con un pezzo che soltanto nelle ultime ore è stato reso disponibile nella edizione on line (credetemi: lo tengo d’occhio da quando è uscito in cartaceo).
Buona stampa. Per il primo pezzo. Stampa così e così. Per quello di oggi.
L’articolo di sabato mi era apparso subito convincente e, infatti, speravo di proporvene la lettura già il giorno in cui era stato pubblicato. Il secondo, al contrario, mi sembra criticabile, sia pure non completamente.
A riguardo di quest’ultimo, dirò che non vedo un successo degli Italiani nell’esclusione di Cosentino dalle liste del PDL. Io vedo soltanto un’affermazione delle logiche assurde che governano le competizioni elettorali in Italia, ma anche altrove. Noi, come accade sovente, riusciamo a raggiungere livelli preclusi a tutti gli altri, ma non siamo soli a doverci confrontare con il dilagare di un agonismo che trascende ogni ragionevolezza. Detto altrimenti: non c’è dubbio che un partito aspiri a vincere le elezioni come un ciclista aspira a vincere il Tour de France, ma… Credo sia chiaro cosa intendo. L’attualità mi aiuta.
Tornando al pezzo odierno di Polito, osservo con piacere che anche lui sottolinea (non diversamente da quanto ho fatto io ieri) come sia la famigerata legge elettorale ancora in vigore a favorire il mercanteggiamento attorno alle candidature. E mi conforta trovarmi d’accordo con lui sul fatto che anche gli altri partiti non sono esenti da critiche in materia. Rimango, tuttavia, del tutto sconcertato nel vedere che giudica una nostra vittoria la sconfitta di Cosentino.
Cosentino (con la sua cerchia di amici) sarà anche stato sconfitto (e lo vedremo), ma noi non abbiamo vinto. Non abbiamo vinto perché, per esempio, in tutte le liste si trovano nomi che fanno accapponare la pelle. Per esempio: ci siamo liberati di Cosentino, ma abbiamo ancora Verdini, tanto per dire… Più in piccolo, ma comunque spiacevolmente urticante: Madame Ikea Anna Finocchiaro avrà senz’altro un seggio a Palazzo Madama.
E queste, mi sforzo ancora di essere elegante, sono soltanto quisquilie!
Il problema è che, a quasi un mese dalle elezioni, anche i giornali più autorevoli si occupano delle liste rubate, del fratello o del figlio di quel tale che si candida per un partito diverso da quello del famoso parente, di chi sta un posto sopra e di chi sta un posto sotto e via di seguito. In altre parole, uno sciocchezzaio patetico, che nulla ha che fare con i problemi del paese. Non credo di esagerare se sostengo che politica e stampa sono ormai completamente fuori dalla realtà e che la classe dirigente italiana è del tutto inadeguata e connivente.
Vorrei concludere con una nota positiva. Non ci riesco proprio. E non mi va di sprecare buona musica questa sera. Mi conviene tenere fieno in cascina.

Nessun commento:

Posta un commento