martedì 29 gennaio 2013

Come muovono le mani loro...


La pentola di Siena sembra contenere ingredienti persino peggiori di quelli che avevo immaginato. Ho scritto parecchi mesi orsono che l’acquisizione di Antonveneta fu un errore e che la dirigenza della Banca Monte dei Paschi era stata messa su un altare dal Presidente del Banco di Santander, eternamente grato per quanto guadagnato dall’operazione; tuttavia, se sostenessi di aver solo sospettato comportamenti come quelli che descrivono le cronache dei quotidiani italiani, mentirei.
Leggiamo qualcosa. Faccio una selezione radicale, per una visione dettagliata dovrete fare da soli. Cominciamo dal Sole 24 Ore e, in particolare, da un’intervista ad Andrea Morante, già dirigente della banca d’affari Credit Suisse Firts Boston, che si è occupato a suo tempo della quotazione in borsa di MPS: (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-29/storia-occasioni-mancate-064642.shtml?uuid=Ab7sN7OH&fromSearch).
Buona stampa. Con alcune interessanti notazioni sul ruolo della politica. Guarda caso, si parla di Gallipoli… E già, proprio lo Stalinuccio di Gallipoli è stato così tranchant nel negare relazioni spurie tra il Pd e la banca senese. Chiacchiere, ovviamente: ridicole e patetiche, però sicuramente pronunciate con la consueta spocchiosa sicurezza e accompagnate da uno dei consueti movimenti delle mani con cui D’Alema allontana da sé gli argomenti che lui giudica privi d’importanza, gesti che, a volte, più ancora delle parole e del tono, ne rivelano la smisurata arroganza.
Per capire quanto la politica sia tutt’altro che estranea alla gestione delle banche, in particolare di quelle nel cui capitale hanno peso le Fondazioni bancarie, vi suggerisco, invece, questa piccola indagine effettuata dal sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/i-politici-ai-vertici-delle-fondazioni-bancarie/.
Buona stampa. Che ci dice quanto sarà difficile estirpare questa mala pianta. E ciò è tanto più vero se si ricorda il potere che, anche attraverso la Cassa Depositi e Prestiti (di cui controllano il 30%), esercitano in tanti settori essenziali dell’economia italiana (elettricità, telecomunicazioni, gas, ecc. ecc.).
Non sarà facile perché proprio la trasversalità e l’intensità dei legami con la politica fanno delle Fondazioni una delle lobby più potenti del paese. Quanto sia influente questa lobby, lo potreste chiedere al bleso della Valtellina, che ai tempi del 2° Governo Berlusconi tentò inutilmente di ridurre il campo di azione delle medesime Fondazioni, le quali (a pensar male, si sa...) non sono state probabilmente estranee alla temporanea defenestrazione di Tremonti, sostituito al Ministero dell’Economia da Siniscalco.
Storia vecchia, ma da non dimenticare, come dimostra l'estrema prudenza con cui il bleso ha trattato la questione una volta tornato in sella.
Già che parliamo di Tremonti e di gente che usa molto le mani nel parlare, mi viene da pensare a Brunetta, che con le sue manine costruisce architetture d'aria degne compagne di quelle, spesso anche meno solide, che costruisce con le parole.
Per non restare troppo lontano dalle pagine dei giornali, Brunetta ha deciso di difendere a spada tratta le frasi pronunciate domenica dal tizio decrepito.
Renato Brunetta è sempre quello che sostiene di aver rinunciato al Nobel per l’economia avendo preferito occuparsi di politica. Dubito che la maggioranza degli italiani lo consideri un gesto di altruismo e gli porti gratitudine, ma ammetto di poter sbagliare, anche se non lo credo affatto.
Su questo punto, però, tornerò più avanti. Veniamo, per ora, alla sua difesa del tizio decrepito, che prendiamo da un pezzo pubblicato ieri da Repubblica: http://www.repubblica.it/politica/2013/01/28/news/monti_berlusconi-51434728/?ref=search.
Buona stampa. Anche perché ci trovate altre chiacchiere in libertà di altri politici di varia appartenenza, chiacchiere nella maggior parte dei casi intrise del medesimo opportunismo di quelle del tizio decrepito. Tornando a quelle di Brunetta, bisogna dargli atto di superare quasi tutti gli altri lacchè nel tentativo di emergere nella difesa dell’indifendibile. Come perdere una simile occasione per guadagnare punti in classifica e sperare, in caso di vittoria del Pdl, di poter finalmente andare a sedere sulla poltrona occupata tanto a lungo dal suo acerrimo rivale 3Mounts. In fondo non ha mica torto, è pur sempre un mancato Nobel per l’economia. Sedicente mancato. Pover’uomo, a questo punto non lo potrà mai più ottenere. In Europa non sono così disposti a scherzare sulle dittature del secolo scorso, ma, se anche fossero disposti a perdonare le parole in difesa del tizio decrepito, in realtà a tenere Brunetta lontano dallo Sveriges Riksbanks pris i ekonomisk vetenskap till Alfred Nobels Minne sarà Brunetta stesso.
Come potrebbero mai, gli incaricati dall'Accademia Reale Svedese delle Scienze, conferirlo a uno che non sembrerebbe neppure in grado di far quadrare i propri conti personali? Leggete questa intervista che risale ai giorni in cui Brunetta aveva pensato bene di lamentarsi perché aveva problemi a pagare la rata finale dell’IMU (ammetto di averla serbata con tenerezza per un'occasione come questa): http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2012/11-dicembre-2012/brunetta-imu-non-ho-soldi-pagare-seconda-rata-2113116174601.shtml. Giusto per capirci, un signore che ha un reddito di quasi 280.000,00 euro l’anno si trova in difficoltà a pagare il saldo IMU di 7.000,00 euro (quando ci fu da pagare l’acconto Brunetta non si lamentò, quindi è presumibile che non abbia avuto problemi), un importo solo parzialmente imprevisto, giacché l’IMU è sì più onerosa e colpisce anche la prima casa, ma l’ICI non era poi così leggera… Il suo budget non regge a una spesa imprevista di circa l'1% del suo reddito? Credo ci sia di meglio per il Ministero dell’Economia. E il Nobel, per favore, lasciamolo a chi se lo merita e, soprattutto, a chi, se aspira a ottenerlo, lascia ad altri stabilire se sia degno di ottenerlo.

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