lunedì 14 gennaio 2013

Di certi possiamo benissimo fare a meno


La ragione per cui me ne sono rimasto silenzioso per un paio di giorni è che, nelle vicende italiane, trovo sempre più motivi per arrabbiarmi e anche per radicalizzare il mio pessimismo.
Cominciamo dall’economia e da un po’ lontano. Sul Sole 24 Ore di giovedì, Roberto Perotti analizzava, senza offrire grandi speranze, i meccanismi che ostacolano la riduzione della spesa pubblica italiana: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-10/perche-fanno-tagli-spesa-063551.shtml?uuid=Ab7xdqIH&fromSearch.
Buona stampa.
E’ un articolo che, tra l’altro, aiuta a capire due cose: chiunque vinca le elezioni avrà un compito imponente per incidere sulla spesa pubblica e, aspetto più importante, le promesse di riduzione delle tasse, così come vengono articolate, costituiscono una minaccia molto seria per la tenuta dei conti pubblici nei prossimi anni. Io non credo che esista in nessuno schieramento politico la volontà di cambiare radicalmente il modo di operare dello Stato e degli Enti locali, condizione senza la quale la spesa resterà sostanzialmente immodificabile. E ritengo che ancor più ostili a una riforma in questo campo siano i sindacati. Quanto poi alla burocrazia pubblica…
E qui veniamo a un articolo di oggi: l’editoriale del Corriere della Sera, firmato da Ernesto Galli della Loggia, il quale indica nell’ipotetico rinnovamento della classe politica (apparentemente ricercato da tutti i partiti “storici”) un motivo di preoccupazione, giacché verrebbero a mancare individui che hanno l’esperienza e la conoscenza necessarie per far funzionare adeguatamente il Parlamento e il Governo. Questo il link: http://www.corriere.it/editoriali/13_gennaio_14/equivoci-antipolitica_c3595e66-5e13-11e2-8040-f298aabecc61.shtml.
Stampa così e così. L’impianto dell’articolo mi sembra condivisibile, ma non mi convince l’approccio un po’ drastico, che induce quasi a pensare che Galli della Loggia preferisca continuare a vedere all’opera certi personaggi di cui, francamente, avremmo dovuto liberarci da molto tempo.
Parliamo, ad esempio, dei Presidenti di Camera e Senato: nella logica di Galli della Loggia credo siano da considerare persone esperte dei meccanismi parlamentari e statali e, quindi, risorse da mantenere in servizio anche per la prossima legislatura.
Per me, Fini e Schifani dimostrano, al contrario, quanto la classe politica affermatasi negli ultimi quindi anni sia priva delle qualità necessarie per svolgere adeguatamente i propri compiti. Il mancato funzionamento del Parlamento, che tutti lamentano, avrà pure dei responsabili. Sono il primo a riconoscere quanto peso, a riguardo, abbiano avuto le tattiche dilatorie dei partiti, pronti a far arenare qualsiasi provvedimento sgradito. Mi pare, tuttavia, che i Presidenti di Camera e Senato, di fronte a questo stato di cose, si siano limitati a qualche timida e frettolosa protesta e non abbiano fatto alcunché per cambiare la situazione. Le dimissioni sarebbero state un gesto assai più significativo dei pavidi richiami per l’eccessivo ricorso ai decreti da parte dei Governi.
E non parliamo della sfilza d’impegni non mantenuti sui costi del Parlamento. Detto fuori dai denti, Fini e Schifani non dovrebbero essere ricandidati. E mi spiace molto che il Professor Monti non abbia saputo farsi valere nel suo schieramento.
Lasciando questi due casi particolari, se andiamo a guardare come si vanno formando le liste e a leggere i nomi di alcuni candidati, allora è anche più difficile dare ragione a Galli della Loggia.
Perché non pensiate che faccio affermazioni aprioristiche, ecco un paio di articoli sul tema (che si aggiungono a quello segnalato venerdì). E li prendo da quotidiani assai distanti: il primo è un pezzo di Sallusti, da Il Giornale di ieri (http://www.ilgiornale.it/news/interni/bersani-ora-ha-paura-scappa-berlusconi-e-confronto-tvdalla-874325.html), il secondo è di Ottavio Lucarelli da Repubblica, sempre di ieri (http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/01/13/news/cosentino_cesaro_milanese_il_pdl_candida_gli_inquisiti-50415571/).
Immagino che anche Galli della Loggia sia dell’avviso che si potrebbero scegliere persone migliori con criteri meno discutibili.

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