giovedì 19 aprile 2012

Due cellule malate


Chi di voi ha seguito il mio suggerimento e ha visto la puntata di 8 e mezzo con Rosy Bindi, sa che alla trasmissione aveva partecipato anche Beppe Severgnini, giornalista del Corriere. Ebbene, nel corso della trasmissione, la Bindi aveva detto le parole che, con una certa approssimazione, avevo riportato e che mi avevano fatto imbestialire. Severgnini, presente e in condizioni di fare qualche obiezione, a mio parere aveva assunto un atteggiamento troppo mite (sono buono).
Oggi, forse perché stimolato da qualcuno, ha deciso di tornare sulla questione nel fondo del Corriere, nel quale, tra l’altro, cita le parole della Bindi: «A una macchina in corsa puoi chiedere di rallentare, non di fermarsi. E se non arriva almeno una tranche dei rimborsi previsti, si rischia di non arrivare alla campagna elettorale». Bene, le riprendo per chi non avesse (comprensibilmente) avuto voglia di sorbirsi questo giovane talento della politica nazionale che ha saputo dar prova di tanta saggezza. E vi suggerisco di leggere l’articolo di Severgnini perché, sebbene ancora un po’ troppo tenero, alla fin fine si preoccupa di quel che possono pensare i cittadini più di quanto dimostrano di voler fare tutti i signori della politica, i quali si ostinano a non considerarsi la malattia e non intendono consentire le cure indispensabili. E così, gente alla quale in un paese civile non affiderebbero neppure le trasmissioni comiche in televisione, poco per volta, aggrega il malessere e conquista il consenso di persone che, politici veri, con attributi intellettuali e morali adeguati (niente di trascendentale, non mi aspetto che appaiano tipi come Alcide De Gasperi, Ugo La Malfa, Sandro Pertini, tanto per fare tre nomi di galantuomini intelligenti e inflessibili prima di tutto con se stessi) saprebbero orientare ben altrimenti, senza demagogia e senza populismo.
Buona stampa.
Tornerei per un attimo al mio omonimo Governatore della Lombardia, al quale la Repubblica pone alcune domande che non hanno avuto risposta nel corso del forum ospitato dal Corriere della Sera martedì. In particolare, anch’io mi chiedo come mai, dopo aver parlato di viaggi di gruppo in cui ognuno pagava qualcosa e poi alla fine si regolavano le diverse partite, Formigoni non abbia ritenuto di presentarsi in Via Solferino con tutti gli estratti conto per far vedere immediatamente che, come solennemente affermato, aveva rimborsato Daccò. Mi tocca chiedere ancora: Roberto, perché ti chiami anche tu Roberto? Comincio a vergognarmi di dividere il mio nome con certi tipi… Purtroppo, anche chi, come me, ha ben poca simpatia per la magistratura italiana e ritiene che essa abbia colpe gravissime nel malfunzionamento del nostro paese, di fronte alla spudoratezza con cui i nostri politici si sottraggono alle proprie responsabilità, non può che augurarsi un intervento esterno per spazzare via gente che non ha alcun senso etico e che pensa di essere al di sopra di tutto e che mostra di disprezzare la pubblica opinione.
Buona stampa.

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