domenica 24 maggio 2015

Errori che paghiamo noi


La notizia del giorno è che il governo greco, forte anche del sostegno popolare misurato dai sondaggi, ha deciso di non rimborsare quanto deve nel prossimo mese al Fondo Monetario Internazionale: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-05-24/grecia-lancia-l-allarme-non-pagheremo-rate-fmi-giugno-varoufakis-abbiamo-dato-141906.shtml?uuid=ABLQGrlD.
Cronaca. Non mi sbilancio certo a esprimere opinioni, salvo osservare che questa storia è stata tirata troppo per le lunghe da entrambe le parti, con atteggiamenti più adatti a un tavolo da poker o a un mercato che alle istituzioni internazionali. Preferisco non pensare che ci stiamo avvicinando al momento in cui la Grecia uscirà dall’euro, volontariamente o meno. Il prezzo di un simile evento sarebbe altissimo per tutta l’Europa. Mi fermo qui. Staremo a vedere.
Torniamo a uno dei temi cui ho accennato nel post di questa mattina, ossia al costo della cattiva politica. Nello scrivere avevo in mente due articoli del Sole 24 Ore di ieri, che speravo di trovare on line. Poiché non sono stati pubblicati, ho deciso di far lavorare lo scanner: Si tratta di due articoli che vale senz'altro la pena di leggere.
Il primo, di Gianni Dragoni, sintetizza un’analisi svolta dall’Ufficio Studi di Mediobanca su Alitalia, dalla quale emerge quanto sia costata allo Stato, quindi alla collettività, la compagnia aerea. Il periodo analizzato va dal 1974 al 2014. Quindi viene preso in considerazione anche quello successivo alla vendita ai privati capitanati da Colaninno. Ecco l’articolo, diviso in due parti.



Buona stampa. Purtroppo anche lo studio di Mediobanca non è disponibile in rete, quindi non ho potuto approfondire e non posso offrirvi ulteriori dettagli. Direi, comunque, che ce n’è abbastanza per capire che la classe politica si è servita di Alitalia per i propri scopi, incurante delle esigenze gestionali e delle prospettive dell’azienda, oltre che del costo che scaricava sulla collettività. E questo, come dicono i numeri, è tanto più vero per la decisione, presa dal governo Berlusconi nel 2008, di non vendere a Air France. Come Gianni Dragoni scriveva già il 6 Settembre 2008 su Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/09/alitalia-vale-300-milioni.shtml.
Buona stampa.
Passiamo a un altro caso esemplare, quello di Telecom Italia, del quale si è occupato Alessandro Plateroti nel secondo articolo cui accennavo e che ho acquisito con lo scanner. Anche questo è in due parti.



Buona stampa. Alla quale non devo aggiungere nulla. C’è già tutto quello che serve per capire come, anche nel caso di Telecom Italia, all’azienda siano stati imposti obiettivi che poco avevano a che fare con la corretta gestione e con la realizzazione di infrastrutture essenziali per il Paese.
Per la musica non ci allontaniamo troppo dagli anni della proposta di questa mattina, ma il genere e anche il livello qualitativo sono diversi. Ascoltiamo Dust in the Wind, brano del gruppo americano Kansas (http://en.wikipedia.org/wiki/Kansas_%28band%29). Un brano molto popolare e piuttosto facile. Conoscete la regola: qui ci piace tutta la musica.


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