sabato 6 aprile 2013

Per ottenere il dovuto...


Cominciamo con un articolo dal Sole 24 Ore di oggi, a firma di Sergio Fabbrini. Un buon pezzo per riflettere sulle caratteristiche che dovrebbe avere il nuovo Presidente della Repubblica e sulla direzione in cui dovrebbe spingere i partiti una volta arrivato al Quirinale. Questo il collegamento:
Buona stampa. In realtà non c’è nulla di assolutamente inedito, ma i temi sono ripresi con equilibrio, in una prospettiva stimolante. Che poi riflessioni del genere, in realtà, possano condurre da qualche parte, purtroppo, mi sembra improbabile. Non fino a quando i principali cosiddetti leader non smetteranno di fare campagna elettorale. Come se ci fosse ancora qualcosa da vincere…
E veniamo alla farsa dei pagamenti dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni. I miei studi di Contabilità Nazionale e di Economia degli Enti Pubblici sono ormai così lontani nel tempo da essere coperti da uno strato di spessa polvere. Se ciò non bastasse, il cambiamento del quadro normativo, sul quale non sono affatto aggiornato, renderebbe peggio che presuntuoso da parte mia provare ad analizzare tecnicamente la vicenda. Mi limito, perciò, a un’osservazione che mi sembra di una banalità della quale mi vergognerei, se non fosse che…
I burocrati pubblici, siano essi al vertice del Ministero dell’Economia o a capo dell’ufficio contabile di un piccolo comune, sembrano preoccuparsi soprattutto di essere certi di pagare crediti effettivi e, come sempre accade in questo sventurato paese, tocca al titolare del diritto dimostrare di avere i requisiti per ottenere che lo Stato lo riconosca come tale. Non dimenticate: si tratta di crediti scaduti, nella maggior parte dei casi, da oltre il doppio del termine di pagamento pattuito e anche di quello stabilito dalle normative europee, quindi crediti che, se non esigibili, avrebbero dovuto essere contestati da quel dì! Siamo al di là di ogni limite. Provate a immaginare cosa accadrebbe se questa logica (si fa assolutamente per dire) trovasse applicazione anche nelle transazioni tra privati!
Il disordine (uso un termine prudente, un eufemismo esageratamente generoso) nella contabilità pubblica a ogni livello comporta che esistano quasi 100 (CENTO) miliardi di debiti pubblici scaduti verso imprese private (lo dice la Banca d’Italia, non io) e che si tenti di pagarne 40 (QUARANTA), in 2 (DUE) anni, facendo intervenire anche la Cassa Depositi e Prestiti e imponendo una serie di adempimenti sia ai creditori che agli enti debitori. E minacciando i funzionari pubblici inadempienti di pesanti sanzioni pecuniarie (unico segno positivo: è ora che la parola “responsabilità” torni a significare qualcosa anche tra i dipendenti dello stato e degli enti locali).
Mi fermo qui, perché so dove potrei arrivare se continuassi e, francamente, mi vergogno di quello che scriverei, anche se sarebbe del tutto giustificato.
Aggiungo solo che questa storia non aiuta certo a stimare né Mario Monti né, men che meno, Vittorio Grilli. E’ dalla prima metà del 2012 che cercano di risolvere la questione e, spero di sbagliarmi, con il decreto varato oggi non hanno fatto grandi progressi.
Buona notte e buona fortuna.

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