sabato 20 aprile 2013

Grazie, Signor Presidente


La gratitudine verso Giorgio Napolitano non può che accrescersi a dismisura dopo la decisione di accettare un secondo mandato al Quirinale.
La sua scelta si propone come un monumento al senso dello Stato che si erge sopra le macerie prodotte dalla pochezza smisurata dei politici, vecchi e nuovi.
C’è da sperare che, a fronte dell’ulteriore prova di responsabilità offerta, Napolitano abbia preteso e ottenuto impegni precisi da parte di quelli che, con il loro vergognoso comportamento, lo hanno costretto a una riconferma cui non aspirava.
Quello che non si può sperare è che lo psiconano+barba-Mediaset ponga fine alle sue patetiche sparate sulla correttezza di quanto è accaduto nell’elezione di Napolitano. E’ inutile sperarlo perché il pupo e il puparo non sanno neppure cosa sia la democrazia vera, quella che siamo andati costruendo nei secoli. Il loro concetto di democrazia non ha nulla a che vedere con la democrazia. Non basta avere un blog che macina diverse migliaia di contatti al giorno per potersi attribuire il ruolo di unico interprete della volontà di un’intera nazione. Non si possono spacciare per democrazia processi di selezione dei candidati a cariche pubbliche che si svolgono in maniera del tutto oscura e coinvolgono frazioni irrisorie della popolazione nazionale. Un processo di selezione che ha portato in Parlamento individui le cui qualità (si fa per dire) abbiamo potuto apprezzare nelle settimane trascorse dal 24 e 25 Febbraio. Un processo di selezione che ha come corollario la pretesa di usare gli eletti come marionette, come pedine rigidamente sottoposte a controllo (quello di Casaleggio, perché lo psiconano+barba-Mediaset è molto più simile ai suoi idolatranti seguaci che a un vero leader).
Che i partiti tradizionali siano stati causa di gran parte delle condizioni disastrose in cui versa l’Italia non c’è dubbio. Che la presenza in politica di un personaggio come il tizio decrepito (con tutto il suo bel bagaglio d’interessi, di amicizie, di passatempi, ecc.) abbia finito, senza troppa fatica per la verità, per far emergere il peggio di cui erano capaci i suoi avversari, anche questo è un fatto incontrovertibile. Com’è incontrovertibile il fatto che il mancato rinnovamento della classe dirigente politica è dipeso dalla pessima qualità di quella ancora alla guida dei maggiori partiti tradizionali. Tutte cose di cui ho parlato in passato e di cui parlano da tempo persone assai più preparate e più autorevoli di me.
Abbiamo bisogno di un cambiamento profondo, di fare emergere i talenti di generazioni rimaste schiacciate sotto l’arrogante e supponente inamovibilità di chi ha guidato i partiti negli ultimi vent’anni. Partiti che, quale più quale meno, alla fine si sono rivelati tutti di plastica. O perché dominati da un padrone o perché controllati da una burocrazia, l’uno come l’altra preoccupati esclusivamente del proprio destino. Sono stati incapaci di produrre idee e programmi. E se anche li avessero elaborati, sarebbero stati incapaci di individuare le persone giuste per sviluppare le prime e attuare i secondi. Tutto vero, tutto fuori discussione. Partiti di plastica, partiti di presuntuosi inetti.
E’ per questo che non ce ne serve un altro, diverso dagli altri soltanto perché usa un paio di rudimentali e ossidati circuiti stampati in più…

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