mercoledì 8 agosto 2012

Portate pazienza, ancora su banche e banchieri...


Cominciamo con un piccolo tuffo nel futuro. Il Sole 24 Ore si occupa di alcune innovazioni tecnologiche alle quali sta lavorando Google. La società del più famoso motore di ricerca, infatti, percorre diverse strade per identificare nuove potenziali idee di business. Un articolo che vi suggerisco come lettura diversiva: http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-08-08/google-passi-avanti-lautomobile-130100.shtml?uuid=AbFEbPLG.
Cronaca.
Venendo ad argomenti più corposi, sempre dal 24 Ore, vi suggerisco alcuni articoli dedicati ai diversi aspetti “controversi” dell’azione dei maggiori gruppi bancari. Oggi l’attenzione è concentrata su quelli inglesi, ma non è che altrove siano poi tanto più, come dire?, scrupolosi.
Sono tre pezzi, ma lo sforzo di leggerli (ammesso sia tale) viene pienamente ricompensato:
Buona stampa.
Continuando in ambito finanziario, ancora dal Sole 24 Ore, un aggiornamento sulla saga dei Ligresti: questa volta ci viene spiegato come avrebbero agito per mantenere alto il valore del titolo Premafin, così da evitare il fallimento di Imco e Sinergia, le società attraverso le quali controllavano appunto Premafin e, attraverso questa, Fondiaria-Sai: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-08/come-facevano-ligresti-dopare-063554.shtml?uuid=AbdPQDLG&fromSearch.
Buona stampa.
Quasi in tema, ma, se mi passate il termine, salendo ai piani alti di questa storia di mediocrità e avidità, ecco l’intervista (meglio, il colloquio) del vicedirettore di Repubblica, Giannini, con Alberto Nagel, Amministratore Delegato di Mediobanca, quello, per intenderci, che ha firmato, solo per conoscenza, la lista della spesa della famiglia Ligresti (quella che io, scusate se mi ripeto, che sono stupido, non avrei mai firmato) http://www.repubblica.it/economia/2012/08/07/news/nagel_ligresti-40497400/?ref=search).
Stampa così e così. Perché non mi piacciono questi “colloqui”. Un giornalista fa interviste, non chiacchierate. Pone domande precise, magari con seconde e terze domande se l’intervistato sfugge o è reticente. E’ un modo un po’ arruffone, comune anche agli altri maggiori quotidiani italiani, di porsi di fronte agli interlocutori potenti. Questi colloqui, sbaglierò, non hanno il profumo del giornalismo di qualità, ma piuttosto una puzza poco gradevole, anche se, devo ammetterlo, qualcosa aggiungono alla nostra conoscenza di una vicenda.
Chiudiamo con un’immagine, che sono stato costretto a pubblicare da uno dei miei tre lettori. La pubblico così, senza spiegazioni, con la speranza di attenuare la sua soddisfazione.


1 commento:

  1. Sulla firma di Nagel e la lista della spesa Ligresti: quando ti dicono che se firmi forse perdi il posto e ti danno una super liquidazione, se non firmi possono esserci incidenti stradali o infarti inattesi a te o ai tuoi familiari, magari decidi per il male minore.
    Ciao Marco

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