mercoledì 22 agosto 2012

Un nodo gordiano


Da tempo Milena Gabanelli va sostenendo che misure volte a restringere drasticamente l’impiego del contante darebbero un formidabile contributo nella (essenziale) lotta all’evasione fiscale, e anche alle altre forme di economia sommersa (e anche criminale) che in assenza di contanti non potrebbero prosperare.
Oggi il Corriere della Sera pubblica un nuovo intervento della conduttrice di Report, in cui articola meglio la sua proposta e illustra con chiarezza il quadro in cui si inserisce (http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/12_agosto_22/usocontante_e9b4e112-ec2f-11e1-9004-4e22268e2993.shtml).
Buona stampa.
Come lei stessa ammette, Gabanelli non è la più ferrata esperta di materia economica, ma le sue considerazioni non sono per nulla campate in aria e, soprattutto, il suo articolo ha il merito di porre in evidenza il nodo apparentemente inestricabile del problema, ossia quello se si debba prima tagliare le tasse o prima riportare alla luce del sole tutta l’enorme massa di movimenti economici che si svolgono nell’ombra. E di proporre una soluzione che, in effetti, sembra poter risolvere la questione e consentire, nello stesso tempo, di ridurre l’incidenza delle imposte e recuperare gettito. Sicuramente non sarà tutto semplice e la stessa Gabanelli ne sembra consapevole, ma è pur sempre una delle (pochissime) proposte sensate che consentirebbe di agire su entrambi i lati del problema.
Certo più ragionevole che pensare di vendere qualche centinaio di miliardi di patrimonio pubblico in poche settimane o altre amenità del genere suggerite dai leader politici, sempre alla ricerca di qualche minuto di attenzione e non di soluzioni praticabili.

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