giovedì 2 agosto 2012

Nel frattempo, in quel di Milano...


Come anticipato questa mattina, parliamo un po’ del già Celeste. E del suo già avvocato. Salvatore Stivala, difensore di fiducia sino a martedì, ha rinunciato all’incarico. La notizia era stata già data dal Corriere in cartaceo questa mattina, con un articolo di Luigi Ferrarella (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_agosto_2/ferrarella-formigoni-le-cene-di-dacco-2111275119290.shtml).
Cronaca. Niente voto.
Nessuno più di un indagato è libero di decidere da chi farsi difendere e in che modo, dunque niente da osservare sulla scelta di Formigoni. Ha il diritto di percorrere qualsiasi strada per dimostrare la propria innocenza e se il codice di procedura penale, che io non conosco, gli consente di rinviare l’incontro con la Procura di Milano, il già Celeste fa benissimo a non presentarsi adesso.
Devo ammettere, tuttavia, di essere un po’ sorpreso: solo pochi giorni orsono, infatti, Formigoni sosteneva di essere ben lieto di incontrare i magistrati. Non mi affido alla memoria, anche se funziona ancora discretamente. Vi faccio vedere un video in cui il già Celeste lo dice espressamente.
Che poi il video sia tratto dal canale tv del Fatto Quotidiano, non importa. Sono senz’altro un po’ faziosi, ma non penso che si spingano sino ad alterare le registrazioni delle conferenze stampa.
Buona visione.


E, sempre per rispettare gli impegni, torniamo anche alla vicenda dei Ligresti, che si è fatta piuttosto torbida con il foglio firmato dall’Amministratore Delegato di Mediobanca Nagel. Ho letto parecchio sulla questione, che oggi ha molto spazio sulla stampa nazionale, ma non riesco a vederci chiaro. Quel che è fuori di dubbio, come ho già scritto in passato, è che a Ligresti, grazie alla lunga frequentazione dei cosiddetti salotti buoni, non mancano gli argomenti per esercitare qualche pressione su altri occupanti dei medesimi cosiddetti salotti buoni.
Francamente resto un po’ basito nello scoprire che l’Amministratore Delegato della principale banca d’affari italiana, l’uomo che guida la società che, nel bene e nel male, costituisce ancora un fulcro essenziale della finanza, dell’industria e della stampa del paese, insomma, mi par proprio strano che Nagel abbia pensato bene di firmare un pezzo di carta nel quale i Ligresti indicavano le cosucce con cui volevano essere ricompensati per togliere il disturbo.
Io, che sono un povero scemo, quella firma mi sarei ben guardato dal farla. Anche solo per presa conoscenza…
Non voglio appesantire il post. La fine della storia è ancora da scrivere. Intanto, se volete conoscerla meglio, vi suggerisco il Sole 24 Ore, che dedica molte pagine alla vicenda. Vi do un link dal quale poi vi potrete spostare agli altri articoli: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-08-01/nagel-ligresti-181910.shtml?uuid=Ab4J1tHG&fromSearch.
Buona stampa.

1 commento:

  1. Non avevo visto negli ultimi giorni il secchiello, oggi lo guardo e con piacere scrivo due righe.
    Quello che dice e scrive Ostellino non è degno del tempo che uno perde, mai una volta una idea non scontata e ovvia.
    Ma Ligresti, cosa sa? una volta lo dissi senza sapere cosa sarebbe successo dopo, ma per indurre Nagel a firmare, anche solo per presa visione, un foglio con la lista della spesa per cinque generazioni di figli, nipoti e pronipoti.....
    ciao a tutti, Marco

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