lunedì 27 agosto 2012

Paesaggi italiani e note americane


Bell’editoriale oggi sul Corriere della Sera. Lo firma Galli della Loggia e affronta la questione del nostro paesaggio deturpato irrimediabilmente negli ultimi vent’anni: http://www.corriere.it/editoriali/12_agosto_27/il-paesaggio-preso-a-schiaffi_d6ab4d26-f004-11e1-924c-1cb4b85f5a80.shtml.
Buona stampa. Condivido quasi tutto, salvo forse la misura della fiducia che Galli della Loggia sembra nutrire nel governo nazionale rispetto a quello locale.
Se, infatti, sono persuaso che a livello locale sia molto facile cercare il consenso ammettendo gli scempi del territorio di cui tutti sappiamo, dall’altro non credo che al centro siano sempre più attenti. Penso, ad esempio, alla follia degli impianti fotovoltaici a terra che, almeno dalle nostre parti, hanno comportato l’utilizzo quasi prevalente di terreni agricoli. In un territorio come il nostro, amministratori lungimiranti avrebbero incentivato la realizzazione di impianti sui tetti degli innumerevoli capannoni sorti nelle innumerevoli zone industriali e artigianali (spesso largamente inutilizzate) e avrebbero penalizzato quelli a terra, cercando così di porre un freno alla fagocitazione di aree la cui vocazione è eminentemente agricola. E particolarmente preziosa sempre, non soltanto negli anni di siccità.
La politica degli incentivi alle energie alternative è fissata a livello nazionale, dunque non abbiamo certezza che, riportata al centro, la responsabilità sulla gestione del territorio e, quindi, del paesaggio sarebbe necessariamente in mani migliori.
Cambiando argomento (e per recuperare l’inattività degli ultimi due giorni) vi vorrei proporre un divertente articolo apparso ieri su La Lettura, supplemento domenicale del Corriere di cui abbiamo già parlato positivamente. Purtroppo, al momento, non è reperibile on line: io vi farò sapere se la situazione cambia, voi, nel frattempo, se vi capita tra le mani La Lettura, andate a pagina 6 e fatevi qualche risata con le citazioni raccolte da Luca Bottura.
Buona stampa.
Finiamo con un po’ di musica. E lo facciamo ritornando al jazz, con uno dei grandi trombettisti attivi tra gli anni 50 e 60, anche se meno famoso di altri, come Miles Davis o Dizzie Gillespie: Lee Morgan. Ho scelto un brano dal ritmo travolgente e vitale, adatto a una giornata che dalle mie parti è luminosa e limpida. Morgan è affiancato da figure del calibro di Joe Henderson, Billy Higgins e Bob Cranshaw. Un gruppo di grande caratura.
Anche Lee Morgan appartiene alla nutrita schiera di jazzisti morti prematuramente. Il suo caso, però, è un po’ diverso da quello dei tanti, come Parker, la cui vita fu stroncata dall’abuso di droga e di alcol. Lui fu ucciso a revolverate dalla moglie al termine di un concerto, per ragioni rimaste incerte, anche se è presumibile che la donna, di oltre dieci anni più vecchia, fosse in preda alla gelosia.
Il brano s’intitola The Sidewinder. E’ lungo, ma merita di essere ascoltato fino alla fine perché è trascinante, un’iniezione di vitalità.


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