mercoledì 14 dicembre 2011

Nun je spetta


Come dicevamo ieri, l’azione del Governo Monti è stata frenata dall’entrata in azione delle potenti falangi dei tanti che non vogliono cambiare le cose, o almeno quelle cose che procurano loro una qualche forma di vantaggio.
La rappresentazione più efficace e amaramente divertente della situazione è quella che ne offre Vincino con una vignetta sul Corriere della Sera di oggi. Purtroppo non è disponibile on line, quindi ve la racconto, anzi no, faccio lavorare lo scanner. E speriamo sempre che nessuno si arrabbi per ragioni di copyright…


Dopo questo sorriso a denti stretti, andiamo a vedere cosa succede sul fronte della battaglia per far asciugare gli ipertrofici bilanci del Parlamento.
Siccome quasi tutti i quotidiani, come detto nel post “Non c’è peggior sordo…”, avevano riportato dei movimenti sospetti per impedire che anche la politica pagasse il prezzo della crisi, il Presidente del Senato e quello della Camera hanno pensato bene di emettere un comunicato congiunto che non è male leggere (http://www.camera.it/445?action=refine&shadow_comunicatostampa_testo_comunicato=&shadow_comunicatostampa_legislatura=16&shadow_comunicatostampa_data=2011-12-11). Per la serie impegni precisi e definitivi… Tant’è che ieri Schifani è tornato sull’argomento parlando con i giornalisti e ha detto che le misure saranno adottate entro il 31 Gennaio 2012. Sarà… io ci credo poco, molto poco, perché quel che si legge e si sente non è affatto consolante. Ieri sera, per esempio, ho fatto la sciocchezza di guardare per una decina di minuti la trasmissione di Lilli Gruber su La7, Otto e mezzo: mi sono procurato una formidabile arrabbiatura. Gli ospiti erano Debora Serracchiani, europarlamentare del PD, e Francesco Maria Giro, deputato del PDL e già sottosegretario ai Beni culturali nell’ultimo governo Berlusconi. E’ stata una sciocchezza perché ho assistito, prima di spegnere e buttare il telecomando nel camino, a una discussione assurda in cui Giro, anziché far capire agli italiani se, come e quando verranno ridotti i costi del Parlamento, ha pensato bene di raffrontare le sue varie componenti di reddito con quelle della Serracchiani per sostenere che gli eurodeputati prendono più dei parlamentari nazionali, cosa della quale, mi pare, a noi in questo momento non è che proprio ci freghi gran che… Ad ogni modo, se volete farvi un’idea, potete rivedere la trasmissione (http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50244610). Buona fortuna, tenete un epatoprotettore a portata di mano... Che un parlamentare italiano, per non affrontare il problema dei costi della politica, decida di litigare con un europarlamentare su chi guadagna di più, a mio parere, la dice lunga sulla volontà di rinunciare a qualcosa. E non parliamo dell’espressione e dell’atteggiamento di Giro… il pover’uomo era così infastidito e annoiato.
La stessa arroganza e la stessa ostinata volontà di sfuggire la questione e di spargere fumo la troviamo in una lettera al Corriere della Sera di Sposetti (deputato PD già tesoriere dei DS), cui rispondono i mastini. Purtroppo anche questo scambio non è on line, vediamo se appare nelle prossime ore, altrimenti troveremo una soluzione. In sintesi, Sposetti illustra uno studio della Camera dei Deputati (noto organo d’indagine imparziale) dal quale risulterebbe che il Parlamento costa di più ai francesi, tedeschi e spagnoli che a noi italiani. Per fortuna che Rizzo e Stella gli rispondono adeguatamente. Poi Stella torna sull'argomento con il consueto ardore (http://www.corriere.it/politica/11_dicembre_14/costi-politica-calma-stella_ac3880b6-2626-11e1-97ba-d937a4e61a87.shtml).
Buona stampa.
Meglio che mi fermi qui, per il vostro e per il mio umore. Ci concediamo un ultimo sorriso amaro, sempre sul tema, con Massimo Gramellini (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41).
Buona stampa.

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