domenica 18 gennaio 2015

Se possibile, pensare prima di cinguettare


Come non prendere avvio dalla prova d’intelligenza (l’ennesima, non si riesce più a tenerne conto!) offerta ieri da Maurizio Gasparri, una delle punte di diamante del partito del tizio decrepito (cosa volete farci, questo, a quanto pare, ci meritiamo):
Cronaca. Il contenuto, ovviamente, si commenta da solo.
Sulla questione del riscatto (eventualmente) pagato per liberare le due ragazze italiane rapite in Siria, la mia opinione, per quel poco che vale, è la seguente: pagare riscatti, soprattutto a organizzazioni terroristiche internazionali, è un errore per tante ragioni, prima tra tutte il fatto che il denaro pagato alimenta l’azione di questi gruppi.
Detto questo, mi sento di aggiungere che l’Italia deve prodigarsi per proteggere la vita dei suoi cittadini anche fuori dai propri confini e, senza pagare riscatti, tentare ogni strada per ottenere lo scopo. Deve, altresì, pretendere che tutte le organizzazioni attive in aree pericolose adottino un dispositivo di sicurezza adeguato, che riduca al minimo anche il rischio di sequestro di cittadini italiani. Il generoso impulso altruistico che caratterizza molte missioni umanitarie non dovrebbe prescindere dalla prudenza.
La materia, dunque, mi sembra che dovrebbe essere valutata con un po’ di attenzione, considerando tutte le implicazioni di un argomento complesso.
Ciò oggi non accade. Se fossimo un paese serio, con una classe dirigente degna di questo nome, anziché perdere tempo a scrivere stupidi “cinguettii”, i politici dovrebbero dedicarsi alla definizione di un quadro normativo in materia.
Naturalmente sono ben consapevole di auspicare l’impossibile. Dai politici che abbiamo non ci si può aspettare niente di buono. Leggete, a riguardo, l’editoriale odierno di Luca Ricolfi sul 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-01-18/la-macchina-incertezza-141047.shtml?uuid=ABoldyfC.
Buona stampa.
Sempre da Il Sole 24 Ore di oggi, vi suggerisco un articolo di Carlo Bastasin dedicato ai retroscena della famosa frase di Mario Draghi pronunciata nel luglio del 2012: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-01-18/cosi-nacque-whatever-it-takes-142215.shtml?uuid=ABI8myfC.
Buona stampa. Si tratta di un brano tratto da un libro pubblicato da Brookings Institution Press e intitolato Saving Europe: Anatomy of a Dream. Credo valga la pena di procurarselo.
Proseguiamo con due pezzi, non freschi di giornata, ma utili perché aiutano a riflettere sul rapporto tra religione musulmana e terrorismo.
Il primo, dal Corriere di giovedì, è l’intervista di Marco Garzonio a Padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa:
Buona stampa.
Copio e incollo alcune frasi che mi sembrano meritare rilievo: “L’Occidente non ha compreso molto la complessità del Medio Oriente. Prima l’ha visto sotto il profilo dell’occupazione coloniale. Poi per soddisfare i propri bisogni economici ed energetici. Risultato? In Iraq e Libia si son fatti errori. Si volevano fermare dei dittatori, con i quali s’erano avuti rapporti di convenienza? Ci poteva stare, ma le iniziative si prendono se si ha in mente cosa può accadere. Le primavere arabe hanno espresso un cambiamento, ma quando s’è trattato di definire il dopo movimenti spontanei sono stati sequestrati dai fanatismi. I cambiamenti non sono finiti, ci aspetta un periodo di trasformazioni. Per esempio l’Isis non proseguirà nel tempo. Dobbiamo sapere che non si può puntare alla situazione precedente, che non ci saranno un Iraq o una Siria stati nazionali come in passato”.
Chissà che anche i politici occidentali leggano queste parole. Mi ripeto, ma lo faccio volentieri, sostenuto dalle parole di una persona esperta di religione e di Medio Oriente come Padre Pizzaballa: il terrorismo di matrice islamica trae origine anche da una grave serie di errori, sia d’interpretazione sia di azione, da parte dei paesi occidentali. Ovviamente questo non significa che dobbiamo rinunciare a difenderci, ci mancherebbe. Serve solo a sottolineare che, in futuro, si dovranno prendere decisioni meno avventate e frettolose di quelle prese negli scorsi anni.
Buona stampa. La visione stimolante di un personaggio non allineato e non ortodosso.   
Per salutarvi ho scelto un brano musicale di un duo formidabile, formato da Charlie Haden e Pat Metheny, due strumentisti che hanno scritto (e soprattutto eseguito) pagine fondamentali del jazz. Il pezzo è di Ennio Moricone: il tema principale della colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso.

1 commento:

  1. Il pezzo sul Washington Post e' veramente interessante. La dice tutta su molte cose.

    RispondiElimina