martedì 27 gennaio 2015

Non lui, per carità!


Qualche anno fa, all’alba di questo blog che voi tre ancora vi ostinate a leggere, ho scritto per ben due volte che Angela Merkel era la continuazione di Hitler con altri mezzi (http://ilmiosecchiellodacqua.blogspot.it/2011/12/andiamo-male-anche-in-europa.html e http://ilmiosecchiellodacqua.blogspot.it/2012/06/cento-giorni.html). E avevo anche dedicato alcuni post alle conseguenze della brutale austerità imposta alla Grecia dalla Troika (se avete voglia, cercateli voi, mi sono già citato anche troppo).
Questo per dire che mi sento autorizzato a criticare Tsipras e la scelta dei compagni di strada che ha voluto per la sua esperienza di Presidente del Consiglio greco.
Buona stampa. Gramellini è buona stampa anche quando sbaglia… Meglio: anche quando scrive cose che non condivido, il che non equivale a sbagliare, tutt’altro. La sua interpretazione dell’alleanza tra Tsipras e Kammenos, però, non mi convince. A me puzza di tatticismo. E’ proprio una questione di fiuto, non razionale e meditata, però… però… mi viene in mente quando, alle elementari, mi hanno insegnato a non sommare le mele con le pere.
Dopo di che, come ho letto dappertutto, ormai è probabile che la Grecia non sia il siluro che affonda la malandata corazzata europea.
Venendo alle cose di casa, mancano poche ore alla prima votazione per eleggere il Presidente della Repubblica. Sempre affidandomi al fiuto (per ragioni di età, forse, il mio senso migliore), ho l’impressione che si parta con il piede sbagliato. Vedremo. Sul tema, quindi, vi suggerisco una lettura in chiave diversa, quella di Alessandro Sala sul Corriere di oggi: http://seigradi.corriere.it/2015/01/27/vorrei-un-presidente-che-sappia-usare-twitter/.
Stampa così e così. Capisco che possa volere un Presidente al passo con in tempi, ma credo sarebbe meglio auspicare una popolazione giovane capace anche di non servirsi solo dei social network per apprendere e comunicare.
Quanto ai nomi che circolano, io mi auguro ardentemente che cancellino subito quello di Giuliano Amato. Non posso immaginare un Presidente della Repubblica peggiore di lui, che rappresenta tutti i difetti della politica italiana degli ultimi decenni e che è stato l’artefice della più spudorata, tra le tante, operazione con cui l’apparato dello Stato e la classe politica hanno imposto ai cittadini di sostenere il costo dei suoi errori (http://it.wikipedia.org/wiki/Governo_Amato_I). Parliamo di un prelievo forzoso che si è applicato anche, ad esempio, ai conti che le imprese avevano per gli “effetti al buon fine”, ossia per somme che non erano e, in molti casi, non sono mai entrate nelle casse delle aziende stesse. E non dimentichiamo che Amato è, probabilmente, l’italiano che maggiormente costa ai suoi concittadini, potendo vantare pensioni e vitalizi per oltre 30.000,00 (Trentamila//00) euro al mese! Amato proprio no!
Chiudiamo con la musica, ma con spirito diverso dal solito. Anche oggi si celebra un anniversario. Sapete tutti di quale avvenimento si tratta. Ascoltiamo una canzone di Francesco Guccini. Per quel che vale il mio giudizio, la più bella canzone italiana sull’Olocausto: La Canzone del Bambino nel Vento. La ascoltiamo nella versione, credo, più famosa, quella de I Nomadi.




1 commento:

  1. Roberto ciao. Hai scelto i Nomadi, da secoli non la sentivo, bellissima, indimenticabile, un capolavoro di Guccini e di chi la suona e la canta. Marco

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