lunedì 19 novembre 2012

Appena al di là del mare


Sono abbonato da molti anni al servizio Breaking News della CNN, grazie al quale ricevo e-mail contenenti notizie che la rete americana giudica particolarmente rilevanti. Questo vuol dire che, in moltissimi casi, si tratta di eventi importanti per gli Stati Uniti e scarsamente significativi per gli altri cittadini del mondo. A parte il fatto che mi permette di conoscere i risultati di NBA e Major League, i fatti “grossi” arrivano, e anche in fretta. Insomma, è un canale che mi va bene conservare.
Oggi ho ricevuto un testo che mi ha colpito e sul quale ho cercato ulteriori informazioni. C’è poco in rete, salvo (e ci mancherebbe!) un articolo, abbastanza breve, sul sito della CNN: http://politicalticker.blogs.cnn.com/2012/11/19/cnn-poll-57-of-americans-say-israeli-attacks-in-gaza-are-justified/?iref=storysearch.
Buona stampa. Difficile pensare che con un simile consenso tra i cittadini del principale alleato, il Primo Ministro israeliano si farà problemi a continuare o incrementare l’uso della forza per chiudere i conti con Hamas. Ammesso che a Netanyahu interessi qualcosa delle opinioni degli americani piuttosto che dei russi, dei cinesi piuttosto che dei turchi. Di quelle di noi europei, ovviamente, si cura ancor meno e ha ben ragione per farlo, visto che l’Europa è, sul piano della politica internazionale, un nanetto del tutto privo di autorevolezza e di rilevanza.
Per il Primo Ministro di Israele conta soltanto la sicurezza di Israele, intesa alla sua maniera, naturalmente. Così come, dall’altra parte, conta soltanto la distruzione di Israele. In realtà, forse, anzi, di certo, i due concetti sono diversi, ma io non ho certo la stazza per navigare in questo mare.
Non credo che si potrà mai arrivare a una composizione. Vuoi per la fermezza con cui le due parti in campo fanno prosperare l’odio reciproco. Vuoi per l’opportunismo con cui molti paesi cercano di trarre vantaggio dal conflitto. Vuoi per la presenza, da una parte come dall’altra, di una componente di fanatismo religioso e di integralismo che esaspera, anziché attenuare, le spinte a questa inesauribile e inesorabile ostilità.
Io penso alle vittime innocenti, così tante, da tanti anni e da tutte e due le parti. E non riesco a essere ottimista.
Terence Blanchard è un trombettista e compositore nato a New Orleans (http://en.wikipedia.org/wiki/Terence_Blanchard). Nel 2007 ha pubblicato un album che a me piace moltissimo, intitolato A Tale of God's Will (A Requiem for Katrina). Come dice il titolo, si tratta di musiche ispirate alla tragedia dell’uragano che devastò gran parte degli stati meridionali degli U.S.A., in particolare la Louisiana. Niente di allegro, però neppure niente angosciante. Non musica facile facile, ma questo è quello che piace a me (insieme a tanto altro!)… Il brano si intotola Levees.


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