martedì 31 maggio 2016

Quanti faranno come lei?

Solo il Corriere della Sera, fino a questo momento (31.05.2016 ore 21:09 GMT+1), ha dedicato ampio spazio alla sconcertante vicenda di cui è stata vittima Ilaria Capua, virologa (nota soprattutto per le ricerche sull’influenza aviaria e per la scelta di rendere disponibili agli altri ricercatori i risultati del suo lavoro) e membro della Camera dei Deputati dal 2013. 
Il quotidiano milanese ha dedicato al caso un editoriale di Paolo Mieli pubblicato ieri: http://www.corriere.it/cultura/16_maggio_30/mieli-21a185be-25c8-11e6-8b7b-cc77e9e204b3.shtml.
Buona stampa. Mieli mette in evidenza alcuni dei punti chiave della storia, in particolare le modalità con cui l’indagine italiana è stata portata a conoscenza del pubblico nel 2014 e il fatto che, a distanza di tempo, ancora l’indagine sia lontana dalla conclusione.
Sul primo aspetto, ossia sul modo in cui L’Espresso ha dato la notizia che Ilaria Capua era indagata, ecco il collegamento all’articolo dell’aprile 2014: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/04/10/news/virus-dalle-intercettazioni-emerge-il-grande-business-1.160600.
Mala stampa. Il tono è quello di chi ha già capito tutto e sta scrivendo una sentenza. In questo paese, purtroppo, si confondono i ruoli e si creano alleanze improprie. E’ sconcertante la facilità con cui incartamenti giudiziari e trascrizioni di conversazioni intercettate (magari un po’ arbitrariamente) 
arrivano sui tavoli delle redazioni. Forse la stampa dovrebbe fare meglio il proprio lavoro e altrettanto dovrebbe fare la magistratura e tutte e due dovrebbero evitare di darsi una mano a suscitare clamore su vicende che, non di rado, si rivelano al dunque meno che fuochi di paglia.
Ilaria Capua, come anticipato da Mieli, ha deciso di andarsene dall’Italia. Il Corriere ha pubblicato oggi un’intervista di Massimo Sideri alla scienziata: http://www.corriere.it/cronache/16_maggio_30/ilaria-capua-lascio-l-italia-sfuggire-fango-f8d72c04-2696-11e6-844b-1dd7d0858058.shtml
Buona stampa. Difficile dar torto a Ilaria Capua. In Italia siamo particolarmente bravi nel rendere difficile la vita delle persone capaci, soprattutto se sono poco inclini ad adattarsi a regole del gioco che non premiano impegno e merito. Credo sia superfluo da parte mia dire quale effetto potrà avere questa vicenda sulla fuga dei cervelli dal nostro paese. E’ fin troppo ovvio che un giovane capace e giustamente ambizioso accetterà la prima offerta di lavoro decente in arrivo dall’estero e se ne andrà. Per sempre.
Non temete, però: i mezzi di comunicazione sapranno trovare personaggi cui affidare il compito di parlare di argomenti scientifici anche quando non ci fosse più neppure un ricercatore in Italia. Già lo fanno oggi, con che esiti lo spiega assai bene questo video di Aldo Grasso dal sito del Corriere della Sera: http://video.corriere.it/invitare-red-ronnie-parlare-vaccini-stata-solenne-sciocchezza/1ef0d702-1cea-11e6-a8eb-04e4fcf1d7a7.
Buona stampa. Succede anche altrove, ma credo che da noi si sia superato di molto il limite della decenza nell’offrire a persone del tutto inadeguate, scelte soltanto per la loro popolarità (magari modesta e anche sbiadita e, quel che è più grave, maturata in ambiti del tutto estranei all’argomento), la possibilità di commentare materie estremamente delicate come quelle che riguardano la salute e di farlo sulla base delle proprie opinioni, spesso fondate sul nulla.
Questo atteggiamento assolutamente deprecabile spiega anche perché solo in Italia siano state possibili vicende come quelle del Dottor Di Bella e di Stamina. Storie esemplari di arrendevolezza dei competenti organi pubblici, di interferenze inammissibili da parte della magistratura in campo sanitario, di disinvoltura della stampa nell’alimentare illusioni e speranze senza considerare in alcun modo le conseguenze. Insomma, di un modo di fare in cui mancano professionalità, autorevolezza, rispetto per le competenze e per i ruoli e abbonda la ricerca del consenso e della popolarità a buon mercato e sulla pelle di persone affette da gravissime malattie.
Non stupisce che l’Italia sia uno dei paesi maggiormente esposti al rischio di effetti gravi di un fenomeno che preoccupa l’intero mondo scientifico (quello vero, non quello dei ciarlatani): la resistenza degli agenti patogeni all’azione degli antibiotici. La stampa italiana se n’è occupata con un certo ritardo rispetto a quella internazionale, ma alla fine la notizia ha trovato spazio anche sui nostri quotidiani. Vi propongo La Repubblica: http://www.repubblica.it/salute/2016/05/19/news/i_batteri_resistenti_agli_antibiotici_uccideranno_una_persona_ogni_3_secondi-140121558/?ref=search.
Cronaca. Anche un po’ frettolosa. Se volete capire bene come stanno le cose, potete leggere un lungo, ma assai chiaro e dettagliato rapporto pubblicato dall’ente americano che si occupa del controllo e della prevenzione delle malattie: The Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la cui sede principale è ad Atlanta. Questo è il collegamento: http://www.cdc.gov/drugresistance/index.html.
Buona lettura.
A chi vorrebbe cancellare quel che rende migliore la nostra vita, oggi faccio ascoltare un brano di un gruppo americano di cui, grave colpa, non ho mai proposto nessun pezzo, Fleetwood Mac. Ho scelto Dreams, una canzone facile, ma quanti piacevoli ricordi risveglia…


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