domenica 15 maggio 2016

Gente che saprebbe distruggere e non costruire

Mancano poche settimane alle Convention nel corso delle quali, negli Stati Uniti, i Democratici e i Repubblicani confermeranno i propri candidati alla Casa Bianca.
Ho usato il verbo “confermare” perché i nomi sono già noti. Hillary Rodham Clinton e Donald Trump. La prima ha, forse, meno da temere, ma credo sia improbabile che i Repubblicani, ormai allo sbando, riescano a trovare un meccanismo con cui impedire a Trump di correre.
Per quello che vale la mia opinione, non sono entusiasta della candidatura democratica. Mrs. Clinton ha più di qualche scheletro nell’armadio e fa parte di una “ditta” che ha fatto un uso abbastanza spregiudicato del successo politico, come purtroppo accade sempre più spesso e quasi ovunque nel mondo.
La candidatura di Trump, però, mi procura ben altro che scarso entusiasmo. La considero estremamente pericolosa e, purtroppo, non sono affatto sicuro che sia destinata a naufragare e che Trump venga battuto facilmente da Hillary.
Le mie previsioni, tuttavia, contano nulla. Come le mie opinioni. Oggi di Donald Trump e di ciò che rappresenta e che potrebbe rappresentare si sono occupati sia Michele Serra su La Repubblica (https://www.facebook.com/AmacaMicheleSerraRepubblica/photos/a.397341043732451.1073741828.388541611279061/824219391044612/?type=3&theater) che Beppe Severgnini sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/esteri/16_maggio_14/gioco-sessi-tempi-donald-trump-severgnini-580e3e7e-1a12-11e6-9602-cdda3c4dfb23.shtml#).
Buona stampa. Per entrambi. Severgnini ha potuto scrivere qualche riga in più e ha scelto, direi acutamente, di fare anche un veloce accostamento alla realtà italiana, lasciando affiorare un’opinione che ho espresso più di qualche volta.
Un risultato per me assodato della ventennale presenza di Berlusconi sulla scena politica italiana è stato il dissolversi del già modesto senso del bene comune in tanta parte di coloro che si dedicano alla politica.
Mentirei se negassi che il mio stato d’animo, di fronte al dilagare del populismo e dell’opportunismo anche in paesi con tradizioni di solidità istituzionale assai superiori alla nostra, si avvicina all’angoscia.
E giorno dopo giorno le ragioni per questo si rafforzano. Penso, ad esempio, alle ultime affermazioni di Boris Johnson, già sindaco di Londra e accreditato come possibile successore di Cameron alla guida dei Conservatori britannici. Ecco, a riguardo, un pezzo da The Guardian: http://www.theguardian.com/politics/2016/may/15/boris-johnson-likens-eu-to-nazi-superstate.
Buona stampa. Soprattutto perché mostra quanto, anche nel Regno Unito, sia deteriorato il livello della classe politica e stia degenerando il confronto tra gli schieramenti.
Prima della musica, torniamo in Italia. Vi suggerisco la lettura di un articolo di Goffredo Buccini dal Corriere: http://www.corriere.it/cultura/16_maggio_15/null-malattia-3c5f284c-1a0c-11e6-9602-cdda3c4dfb23.shtml.
Buona stampa. L’abusivismo edilizio è un fenomeno che la dice lunga sul senso civico degli italiani e dei loro rappresentanti politici. Come osserva correttamente Buccini, infatti, spesso si cerca di accreditarlo di significati e di ragioni che non ha affatto, il tutto per convenienza personale o elettorale.
Stasera ascoltiamo di nuovo uno dei miei musicisti prediletti: Bill Evans. Il brano che ho scelto è A House Is Not A Home. E chi conosce l'inglese capisce che ha a che fare con quanto precede...



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