martedì 20 ottobre 2015

Non fare oggi quel che toccherà fare ad altri domani

Nella storia della direzione del Corriere della Sera c’è una particolarità: il doppio passaggio di testimone tra Paolo Mieli e Ferruccio De Bortoli. Il primo, infatti, ha diretto il Corriere della Sera per due periodi, dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 (http://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-mieli/) e il secondo lo ha sostituito in entrambi casi. Attualmente, non si sa ancora per quanto, è presidente della RCS Libri, la divisione della RCS Mediagroup che si occupa dell’editoria, di recente ceduta al Gruppo Mondadori.
Oltre all’attività giornalistica, Mieli ha svolto e svolge anche quella di storico. Negli ultimi mesi, da quando Luciano Fontana ha sostituito Ferruccio De Bortoli, Mieli non si limita più a scrivere le sue interessanti recensioni di volumi di storia (ogni due settimane), ma ha ricominciato a scrivere editoriali, cosa che, ironicamente, aveva trascurato di fare nel corso della sua ultima direzione (in questo imitato, almeno in parte, da De Bortoli). Suo è l’articolo di fondo di oggi, dedicato al Movimento 5 Stelle e, in particolare, ad alcune posizioni abbastanza stravaganti di esponenti di spicco, a cominciare dal pupazzo Casaleggiocomandato, Beppe Grillo, ossia lo psiconano+barba-Mediaset.
Buona stampa. Mieli è sempre prudente, garbato, discreto. Non per niente è considerato l’inventore dell’atteggiamento prudente, garbato, discreto del Corriere che ha indotto alcuni a parlare, non senza qualche ragione, di “cerchiobottismo”. Il pezzo su M5S, però, è abbastanza netto, soprattutto riguardo alla sostenuta pericolosità delle vaccinazioni che, tra le non poche posizioni bislacche di Grillo e dei suoi seguaci, è sicuramente una delle più gravi e dannose. Al fondo, purtroppo, c’è la pretesa di esprimere opinioni anche su temi dei quali si conosce poco o nulla, non di rado soltanto per attirare attenzione o consenso o entrambi.
Grillo, come ho sostenuto più volte, non è una risorsa per l’Italia e il suo movimento, a quanto pare, non sembra intenzionato a tradire la linea del capo…
Venendo alle questioni economiche, oggi Francesco Daveri, per LaVoce.info, analizza la “diminuzione” di imposte che il Presidente del Consiglio Renzi ha cercato di accreditare nel presentare la legge di stabilità. Ecco il collegamento: http://www.lavoce.info/archives/37895/tagli-di-tasse-nel-2016-si-scrive-23-si-legge-3/.
Buona stampa. Come si vede, di reali diminuzioni di imposte, ce ne sono molto poche e, come osserva correttamente Daveri, in buona parte si tratta di importi che potrebbero benissimo non concretizzarsi. Come sto ripetendo da tempo, Renzi e Padoan hanno allestito una legge pericolosamente aleatoria, basata su espansione del deficit e previsioni di crescita assai ottimistiche, fondate, tra l’altro, su dati che non riflettono i cambiamenti intervenuti nel clima economico internazionale dopo l’estate.
Di fatto, come sostengono tanti osservatori, non solo Daveri, la legge di stabilità predisposta dal governo Renzi scarica sul futuro la questione del debito e quella della spesa pubblica, con l’ovvia conseguenza di rimandarli a momenti nei quali potrebbe essere molto più difficile, se non impossibile, affrontarle. Ovvio, come scriveva Tabellini nel pezzo che vi ho suggerito di leggere due giorni fa (http://ilmiosecchiellodacqua.blogspot.it/2015/10/pagare-di-tasca-propria-non-sia-mai.html), pensare che tale decisione sia dettata da calcoli elettorali. E non c’è dubbio che la ricerca del consenso (anche attraverso la presentazione di informazioni quantomeno imprecise) sia una delle cause. Io, però, penso che il Presidente del Consiglio possa essere stato impegnato anche in faccende di molto maggior rilievo, come assicurarsi che il suo nuovo giocattolo arrivasse in tempo per l’imminente viaggio in Sudamerica. E, infatti, pare che l’Airbus 340 preso in leasing da Etihad sia pronto e che Renzi non debba più fare fastidiosi scali nei prossimi viaggi. Il resoconto da Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/politica/nuovo-aereo-stato-matteo-renzi-airbus-340-500-etihad-1184434.html.
Cronaca. Considero intollerabile e vergognoso che il Presidente del Consiglio abbia deciso di dotarsi di un aereo simile. Lo sarebbe anche se non stessimo vivendo tuttora una crisi gravissima, che svanisce soltanto nei fantasiosi tweet di Renzi. E lo è perché, se esistono nazioni (Francia e Germania) nelle quali i vertici dello stato hanno a disposizione velivoli simili, ne esistono altre (Australia, Canada, Norvegia, Regno Unito, Singapore) nelle quali si spostano a bordo di normali apparecchi di linea delle compagnie aeree nazionali. Un Paese che, con buona pace delle fanfaronate irresponsabili di Renzi, rimane sull’orlo dell’abisso, dovrebbe essere governato da uomini capaci di atteggiamenti adeguati alla situazione, austeri, rispettosi delle gravi condizioni di disagio in cui si trova una parte non piccola dei loro connazionali. Non è che l’Italia fosse priva di aerei in grado di portare il Presidente del Consiglio in giro per il mondo. Solo che dovevano fare scalo se diretti oltre Atlantico o in Estremo Oriente. Che intollerabile disagio! La mia magrissima consolazione è che, perso nella patetica contemplazione di se stesso e nel godere della posizione ottenuta senza il consenso del Paese, Renzi non si accorge di quanto si affievolisca l’apprezzamento degli Italiani per il suo operato e per i suoi atteggiamenti, degni del peggior tizio decrepito.
Per fortuna c’è la musica. Jazz oggi. Il primo brano è cantato da Carmen McRae, una delle grandi voci del secolo scorso (https://en.wikipedia.org/wiki/Carmen_McRae). Si tratta di I’m Through With Love.


Per il secondo ascolto ho scelto un brano di Stanley Turrentine (https://en.wikipedia.org/wiki/Stanley_Turrentine), si tratta di In a Sentimental Mood, un classico nel quale si apprezza il suono ricco del sassofono di Turrentine, affiancato da Freddie Hubbard (tromba), Cedar Walton (piano), Ron Carter (basso) e Billy Higgins (Batteria). Il pezzo è tratto da More Than a Mood, un album pubblicato nel 1992.


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