martedì 13 ottobre 2015

Modelli di governo? Non ne vedo da queste parti

La giornata si apre, in Italia, con un'ondata di arresti tra politici e funzionari della Regione Lombardia, incluso il vicepresidente Mario Mantovani. Come ricorda anche Angelo Mincuzzi su Il Sole 24 Ore, Mantovani era l’organizzatore della folla che acclamava il tizio decrepito quando si presentava in Tribunale a Milano in occasione dei suoi processi. Ecco il collegamento all’articolo di Mincuzzi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-10-13/tangenti-arrestato-vicepresidente-regione-lombardia-095624.shtml?uuid=ACob3HFB.
Cronaca. Non riesco a non pormi una domanda: quanto avrà pesato la capacità di organizzare la claque nel portare Mantovani alla vicepresidenza della Lombardia? Voi tre cosa ne pensate?
In realtà, di domande me ne pongo anche molte altre, ma non voglio annoiare. Ve ne propongo soltanto un’altra, legata a un articolo che ho letto sul Corriere della Sera di oggi: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2015/13-ottobre-2015/salvini-richiama-suoi-basta-liti-vuole-zaia-piu-spesso-salotti-tv-2302044541970.shtml.
Cronaca. Che spazio è riservato a Mantovani nel modello lombardo-veneto che Salvini si propone di utilizzare per governare l’Italia se vincerà le prossime elezioni politiche?
In realtà, sembra assai difficile poter pensare che esista un modello di governo regionale che meriti d’essere trasferito a livello nazionale. In realtà, in Italia non esiste nessun modello di governo, ma tanti modelli di sottogoverno, affermatisi quasi ovunque e con amministrazioni di tutti i colori. Modelli di gestione della cosa pubblica che, quando va bene, sono mediocri, quando va male, risultano corrotti e influenzati da interessi che nulla hanno a vedere con il bene collettivo.
Non si farà mai pulizia fino a che le cose non cambieranno realmente in campo politico. Non cambieranno sino a quando anche chi si presenta come innovatore, come portatore di uno spirito nuovo e di volontà di cambiare le cose, in realtà affonda le radici del proprio potere nell’esistente, non sa recidere legami torbidi né allontanarsi dalle tante zone d’ombra in cui si muove il ricco retrobottega della politica. E non cambieranno fino a quando i partiti, ammesso che si possano considerare tali le combriccole sconclusionate dei nostri giorni, non sapranno nemmeno cosa voglia dire selezionare una classe politica capace di far fronte ai bisogni del Paese (e nemmeno si porranno l’obiettivo di farlo).
Questo accentua il senso di preoccupazione per decisioni che, lungi dal porre le premesse di un futuro migliore (un futuro che vada oltre le prossime tornate elettorali), rendono la nostra fragile economia più vulnerabile e non ne rimuovono alcuni dei mali più gravi. Considerazioni che trovate in un articolo di Massimo Bordignon e Francesco Daveri su LaVoce.info: http://www.lavoce.info/archives/37808/la-costante-dei-conti-pubblici-italiani-stabilita-nel-rinvio/.
Buona stampa. Ho parlato altre volte del tema, anche in relazione a precedenti articoli de LaVoce, ma non è mai sbagliato ribadire certe posizioni, soprattutto in un Paese come il nostro, nel quale la maggior parte dei mezzi di comunicazione si presta a fungere da pura cassa di risonanza delle informazioni che politici vogliono far arrivare ai cittadini.
Per parte mia ho scritto più volte che la politica economica del Governo Renzi è altamente rischiosa e che si basa su premesse fragili e incerte. E i numeri, lo dico a malincuore, sembrano darmi ragione. Ecco i dati sulle esportazioni tedesche nel mese di agosto, così come li presenta Il Sole 24 Ore: http://www.infodata.ilsole24ore.com/2015/10/10/gli-emergenti-fanno-cadere-lexport-tedesco-in-agosto-52-per-le-vendite-allestero-della-germania/.
Notate bene che si tratta di agosto, quando ancora non era emersa la vicenda delle centraline Volkswagen. E ricordate quanto c’è d’Italia nell’export tedesco. A maggior ragione le parole di Bordignon e Daveri dovrebbero trovare orecchie attente dalle parti di Palazzo Chigi.
Oggi ascoltiamo due brani musicali. Il primo è un pezzo di Joe Cocker, Different Roads: racconta la storia di un amore finito, vissuto con apparente serenità. Qui trovate il testo in inglese: http://www.azlyrics.com/lyrics/joecocker/differentroads.html. Riprendo alcuni versi che mi sembrano particolarmente significativi:
Time Has Been My Only Friend
The Truth Is Like A Knife
It Cuts Right Through You
I Didn'T Want To Loose You
Serenità apparente…


Il secondo ascolto è un brano di jazz, eseguito da Tia Fuller (https://en.wikipedia.org/wiki/Tia_Fuller) una delle non numerose donne che hanno scelto di suonare il sassofono, strumento che, tradizionalmente, veniva considerato “maschile”. E’ senz’altro un arricchimento per il jazz. Ve ne proporrò altre. Per oggi ascoltiamo Tia Fuller che esegue Taylor Made.


Per finire, questo è il collegamento al video di una sua esibizione dal vivo in uno show televisivo: https://www.youtube.com/watch?v=95A579bb6Rc. Troppo lungo per il blog, ma vi suggerisco caldamente di ascoltarla. Lo merita!

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