sabato 31 ottobre 2015

Bonjour, Telecom

Come sempre riluttante a farsi fotografare, il presidente del consiglio, durante il soggiorno a La Avana, ha scelto di fare jogging lungo un percorso appartato e discreto: una stradina lungomare chiamata Avenida de Maceo, meglio nota in tutto il mondo con il nome di Malecon.
Quasi negli stessi istanti in cui Renzi correva tra gli spruzzi d’acqua e, casualmente, veniva immortalato da numerosi passanti dotati, casualmente, di macchina fotografica, in Italia passava di mano una quota molto significativa di Telecom Italia S.p.a., la società proprietaria della rete telefonica nazionale e maggiore azionista di Sparkle, il gestore delle comunicazioni telefoniche internazionali italiane.
Certo, il presidente del consiglio era troppo impegnato a correre lontano da sguardi indiscreti, ma forse i due navigati banchieri che, non più tardi di qualche mese fa, Renzi aveva imposto alla guida di Cassa Depositi e Prestiti, avrebbero potuto non farsi sfuggire questo evento niente affatto trascurabile. Costamagna e Gallia, infatti, hanno, tra gli obiettivi principali loro affidati nel momento in cui sono stati messi al posto di Bassanini e Gorno Tempini, quello di dotare il paese di connessioni a internet adeguate ai tempi. Credo di non essere il solo a restare sbigottito per il fatto che questi due signori (che non ricevono stipendi da apprendisti) non si siano accorti che Xavier Niel, un signore francese proprietario di una compagnia telefonica (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-10-30/il-finanziere-media-e-tlc-8-miliardi-cassa-064037.shtml), si stava impadronendo di oltre il 15% del capitale di Telecom Italia.
E non lo dico per il fatto in sé, ma perché quanto accade in questi giorni attorno a Telecom Italia, infatti, potrebbe lasciare solo la carcassa dell’ex monopolista nazionale del settore telefonico. Leggete questo articolo di Antonella Olivieri su Il Sole 24 Ore di ieri per rendervi conto di cosa si sta parlando: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-10-30/il-giallo-parigi-e-silenzi-italiani-082831.shtml.
Buona stampa. Sottolineo questo passaggio di Olivieri: “Ma chi dovrebbe reagire se non il Governo che di Telecom è lo stakeholder implicito? Nessuno si sognerebbe di scalare un incumbent europeo delle tlc senza avere il gradimento del Paese”. Già, nessuno si sognerebbe di mettere in moto una simile operazione senza averne parlato con il governo del paese interessato, salvo che si tratti dell’Italia, perché , diversamente da quel che accade all’estero, nel nostro Paese sono consentite le scorribande finanziarie più impensabili. Non sono certo in grado di prevedere quel che succederà, ma azzardo una previsione: portare la banda ultralarga in tutta Italia nei tempi proclamati da Renzi diventerà se non più difficile, sicuramente molto più costoso per lo Stato. Pensate un po’, pover’uomo! Per una volta che si concede di fare jogging, non solo lo fotografano (cosa che lui notoriamente odia), ma finisce in mani straniere oltre il 35% del capitale ordinario della società proprietaria di quasi tutte le linee telefoniche nazionali. E nessuno dei suoi che abbia sospettato qualcosa e che lo abbia messo sul chi vive. Devo aggiungere altro?
Anche questa storia, probabilmente, va ad aggiungersi alle tante che, da anni, comportano il progressivo degrado delle istituzioni. Un degrado le cui cause vanno cercate nella mediocrità delle persone che se ne occupano, sia politici sia funzionari statali. Ne ha scritto ieri, nel suo fondo sul Corriere della Sera, Sabino Cassese: http://archiviostorico.corriere.it/2015/ottobre/30/nostre_regole_perdute_istituzioni_fratture_co_0_20151030_62dce286-7eec-11e5-b72c-530c245dcb3a.shtml.
Buona stampa. Dalla quale non si otterrà, purtroppo, nessun effetto: le persone che hanno ispirato le parole di Cassese hanno la pelle più spessa e insensibile di quella degli elefanti.
Passiamo ad altro. Giovedì la Federal Reserve ha deciso di non decidere, ovvero di rinviare, forse a dicembre o forse più in là, il rialzo dei tassi d’interesse americani, con questo proseguendo nella politica di generosa infusione di liquidità sui mercati, politica che condivide con tutte le altre maggiori banche centrali (una sintesi in un pezzo da The Financial Times: https://next.ft.com/content/e1170d0a-7f1b-11e5-ae43-f6d4a22c5a1a).
Ho già parlato, grazie a scritti di gente che ne sa molto più di me, delle conseguenze di quest’azione delle banche centrali sui mercati finanziari e sui nostri investimenti. Mi pare, tuttavia, opportuno tornare sull’argomento, affidandomi, ancora, a persone più competenti. Cominciamo con un articolo di Donato Masciandaro apparso su Il Sole 24 Ore di giovedì: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-10-29/l-opacita-fed-e-lamenti-banchieri-080233_PRN.shtml.
Buona stampa. Un’analisi dal punto di vista dello studioso, ma attento anche alle questioni di mercato e, in particolare, al gioco pericoloso degli operatori finanziari internazionali, ansiosi di beneficiare ancora a lungo di condizioni che si traducono in positivi risultati per i loro bilanci (o, in qualche caso, meno negativi).
Passiamo, poi, a un primo pezzo maggiormente concentrato sulle decisioni di investimento. Si tratta de Il Rosso e il Nero, la rubrica di Alessandro Fugnoli di questa settimana: http://www.kairospartners.com/sites/default/files/rn-20151029.pdf.
Buona stampa. Diversamente da alcune settimane fa, Fugnoli ha attenuato abbastanza il suo ottimismo, anche se ne mantiene una dose non modesta. In questo, forse, pesa il fatto che è pur sempre un membro dell’industria della gestione degli investimenti.
Chi, al contrario, è ormai del tutto esente da influssi di sorta e può parlare in assoluta libertà è Roberto Plaja, che ha scritto un eccellente post per il suo blog: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/10/30/its-a-commercial-issue/.
E a questo punto si passa alla musica. Cominciamo con una voce sudamericana, quella di Caetano Veloso, compositore, chitarrista e cantante, uno dei tanti grandi talenti della musica brasiliana costretti all’esilio ai tempi della dittatura militare. Ha scritto anche colonne sonore di film, tra gli altri, di Antonioni e Almodovar. Il brano che vi propongo, che Veloso interpreta con Maria Gadù, s’intitola Beleza Pura.


Per il secondo ascolto non ci allontaniamo troppo nel tempo, ma geograficamente ci spostiamo in America del Nord. Uno dei gruppi nordamericani di maggior successo dagli anni 70 del secolo scorso è stato senz'altro quello degli America. In realtà, uno dei componenti non era statunitense, ma la band è sempre stata considerata americana, soprattutto per il genere musicale: il segmento della West Coast costituito dal rock “leggero”. Un ottimo esempio è il brano che vi propongo, uno dei loro più famosi: Tin Man.


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