giovedì 13 agosto 2015

Soluzioni impraticabili e opacità

Ci riallacciamo all’argomento dell’ultimo post, ossia alle polemiche tra esponenti della Chiesa Cattolica e politici italiani.
Ieri, sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia ha espresso opinioni molto interessanti sul confronto a distanza, particolarmente aspro, tra il Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Monsignor Galantino, da una parte, e il Felpo Matteo Salvini e lo psiconano+barba-Mediaset Beppe Grillo, dall’altra.
Buona stampa. In realtà, qualche cosa che non mi convince c’è: verso la fine, quando Galli della Loggia trova modo di manifestare perplessità sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti dei governi delle nazioni da cui proviene una parte consistente dei migranti. Intendiamoci: condivido questa posizione, tuttavia le avrei dedicato un articolo a sé stante, non la conclusione di un editoriale dedicato alle gravi carenze dei nostri politici. Inserita in questo contesto mi sembra una conferma di quel “cerchiobottismo” di cui, forse non del tutto a torto, viene accusato il Corriere.
Alle parole di Galli della Loggia prova a rispondere il Felpo, attraverso un’intervista rilasciata a Cesare Zapperi, sempre dal Corriere della Sera:
Stampa così e così. Zapperi mi sembra appartenere alla scuola giornalistica che dimentica la seconda domanda o che, quando se ne ricorda, la fa con l’intento di non dare troppo disturbo all’intervistato. Quanto al Felpo, anche quando sembra dare risposte concrete alle osservazioni di Galli della Loggia, finisce per incartarsi nelle solite proposte assai poco realistiche e ancor meno convincenti. Mi sarebbe piaciuto, per esempio, capire meglio questa sua idea dei migranti concentrati in navi nei porti. Era possibile avere qualche dettaglio? E magari anche sapere dove si sarebbero avuti gli esempi di questo approccio all’arrivo massiccio di migranti? Zapperi non ha ritenuto di fare queste domande e a noi resta la curiosità. O sbaglio?
Veniamo ad altro e guardiamo a quel che accade al di là dei nostri confini. L’argomento è, ovviamente, quanto avvenuto sui mercati azionari a causa delle svalutazioni del renminbi decise dalla Banca Popolare della Cina. Come sempre, gli eventi eventi cinesi rimangono di difficile interpretazione e, in buona parte, anche poco chiari, nascosti dalla reticenza propria di un sistema che non riesce, pur avendo scelto la strada della libertà economica, a percorrere anche quella della libertà politica, la quale presuppone, ovviamente, ben altro livello di trasparenza. Ecco un’analisi da The Financial Times di oggi: https://next.ft.com/d42526ee-418c-11e5-b98b-87c7270955cf. E anche quella di Giorgio Barba Navaretti su Il Sole 24 Ore, sempre di oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-08-13/tra-dirigismo-e-mercato-071543.shtml?uuid=ACAyC5g.
Buona stampa. Per entrambi. Sono portato, anche per egoismo e opportunismo di investitore, ad augurarmi che la Cina sappia adottare le misure giuste per ridare fiato alla propria economia, così da continuare a svolgere il ruolo di locomotiva dello sviluppo mondiale. Ne abbiamo senz’altro bisogno: un’eventuale recessione cinese, che già oggi alcuni analisti non escludono, renderebbe, nella  migliore delle ipotesi, ancor più difficile e lenta l’uscita dalla crisi iniziata ormai otto anni fa e “sterilizzata” in parte dalla progressiva adesione delle maggiori banche centrali del mondo a politiche di espansione monetaria. Tali politiche, alla lunga, sono insostenibili e causano gravi distorsioni, così che nell’economia mondiale permangono, sia pure apparentemente controllati, focolai di instabilità e condizioni che favoriscono fenomeni come quelli che, a metà dello scorso decennio, hanno minato le fondamenta del sistema finanziario americano e, successivamente, hanno infettato anche il resto del mondo.
Francamente, credo sia assai difficile essere ottimisti se, ai temporali estivi sulle borse mondiali, aggiungiamo il permanere di numerosi focolai di crisi politica. Ne cito solo alcuni: dal tuttora irrisolto problema del debito greco alla tragedia dei migranti (che non riguarda soltanto il Mediterraneo), dal numero crescente di nazioni in dissoluzione all’aggressività revanscista di Putin (motivata anche dalle pessime condizioni dell’economia russa, solo in parte riconducibili alle sanzioni occidentali per la “questione ucraina”, e causa di tensioni crescenti a Mosca, come documenta questo articolo di Bloomberg: http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-08-13/fractures-form-inside-russia-s-central-bank-as-recession-deepens. Buona stampa).
Per fortuna, però, ci sono Salvini, Grillo, Renzi e il tizio decrepito, con statisti italiani di questo calibro il mondo può stare tranquillo…
Due ascolti musicali oggi, anche per compensare i giorni di silenzio. La prima scelta è un brano adatto alla stagione, una canzone americana degli anni 50, One Summer Night, eseguita da un gruppo, The Danleers, di cui so poco e poco dice anche Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/The_Danleers), questo, però, non rende meno gradevole l’ascolto.


Con il secondo pezzo cambiamo radicalmente epoca, genere e luogo. Vi propongo la cantante greca Savina Yannatou che interpreta una canzone in spagnolo intitolata El sueño de la hija del rey.



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