domenica 30 agosto 2015

Litigano su tutto, anche sulla musica

Per una volta, inizio dando spazio a un fatto di cronaca locale: ieri il Corriere del Veneto ha dato conto di una diatriba via Facebook tra il sindaco di Padova Bitonci e un consigliere regionale del Pd, Piero Ruzzante, padovano.
Ormai si sa che il terreno in cui i politici si sentono maggiormente a loro agio è quello dei media, siano essi vecchi o nuovi, mentre si sentono pesci fuor d’acqua nei luoghi istituzionalmente destinati al confronto e all’azione politica.
Dunque non mi stupisce che Bitonci e Ruzzante litighino su Facebook. Il punto è che si tratta dell’ennesima lite su un tema che mi pare di assai poco conto: perdono tempo a dibattere di manifesti attaccati con o senza autorizzazione. Ricordo che si tratta di due signori che, poco o tanto non importa, vivono sulle spalle dei cittadini e che sarebbero pagati per far sì che nella città di Padova (non proprio un borgo di poche anime) e nella regione Veneto si vivesse sempre meglio (ridotto alla sostanza bruta, questo è il compito della politica). Ho acquisito l’articolo del Corriere del Veneto con lo scanner.


Se volete approfondire la questione direttamente sulle pagine Facebook di Bitonci e Ruzzante, questi sono, in ordine alfabetico, i due indirizzi:  https://www.facebook.com/pages/Massimo-Bitonci/262873680428918?fref=ts
Insisto, mi pare che perdano tempo, e non soltanto sulla vicenda dei manifesti. Se poi a scrivere non sono loro, ma qualcuno pagato per farlo, mi pare che le cose non cambino in meglio, almeno per due motivi. Il primo è che costoro, se ci sono, sarebbero quasi certamente retribuiti con soldi nostri (ne sono certo, ma concediamo un tenue beneficio del dubbio). Il secondo, che coinvolge l’intera categoria dei politici, è che, direttamente o per interposta persona, la maggior parte di loro si serve dei media non già per presentare idee e programmi concreti, ma per proseguire una lite senza fine, svolta con linguaggio e argomenti a dir poco avvilenti e incivili, favorendo il diffondersi di un modo inaccettabile di condurre il confronto politico e il radicarsi nella popolazione di atteggiamenti di conflittualità esasperata, che sconfina spesso in violenza verbale e non solo.
A riguardo trovo pienamente condivisibile il breve articolo di Luigi Ferrarella sul Corriere del 29 agosto: http://www.corriere.it/politica/15_agosto_29/salvini-crinale-pericoloso-parole-violente-f385196e-4e4c-11e5-a97c-e6365b575f76.shtml#.
Buona stampa. Salvini non solo non propone nulla di costruttivo, ma esaspera in maniera intollerabile i conflitti sociali, presentando spesso una realtà deformata per far leva non già sull’intelligenza degli italiani, bensì sui loro istinti peggiori.
E non mi rallegra affatto trovare, purtroppo ogni giorno, segnali inequivocabili di come anche i politici di altri paesi si servano di qualsiasi argomento per conquistare un po’ di consenso. E’ più che sconcertante leggere che in Israele e in Iran c’è che si oppone al fatto che Daniel Barenboim diriga un concerto della Berliner Staatskapelle a Teheran. Ecco la notizia da The New York Times: http://www.nytimes.com/2015/08/29/arts/music/iran-and-israel-united-in-opposition-to-daniel-barenboim-concert.html?_r=0.
Buona stampa. Anche chi conosce poco la materia è al corrente dell’impegno di Barenboim nel fare della musica, com’è naturale che sia, un mezzo per avvicinare i popoli e favorire la comprensione reciproca. Lo sottolinea anche il pezzo del New York Times. Sarò pessimista, ma questa vicenda mi sembra molto preoccupante.
Così come mi pare preoccupante la confusione che permane tra economisti ed esperti sulla situazione dei mercati finanziari, riguardo alla quale si confondono gli effetti con le cause e si propongono cure per i sintomi e non per le malattie, che non sono poche. Ne ha parlato Roberto Plaja nell’ultimo, ottimo post del suo blog: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/08/29/the-meaning-of-china/.
Più che mai, oggi, è doveroso continuare la battaglia contro nemici della cultura e della musica e, ovviamente, non possiamo non dare spazio a Barenboim e alla Berliner Staatskapelle. Vi propongo un ascolto più lungo del solito, ma credo sia ovvio da parte mia farlo. Si tratta della Sinfonia N° 8 di Franz Schubert, conosciuta come Incompiuta. 


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