martedì 4 agosto 2015

Il verso è sempre quello

Nel primo pomeriggio, la Commissione Parlamentare di Vigilanza della RAI ha nominato sette membri del Consiglio di Amministrazione. Ecco l’articolo dedicato alla notizia da Lettera 43: http://www.lettera43.it/economia/aziende/rai-chi-sono-i-nuovi-membri-del-cda-lottizzato_43675182070.htm.
Buona stampa. Anche se sarebbe cronaca, ma il tono è quello giusto. In poche parole: si stava meglio quando si stava peggio. Se questo è il modo in cui Renzi intende “cambiare verso” all’Italia, stiamo freschi. Giorno dopo giorno, inesorabilmente, le scelte del Presidente del Consiglio provocano sconcerto, non di rado anche disgusto, entusiasmo e fiducia quasi mai. Non arriverò a rimpiangere il tizio decrepito, questo forse no, tuttavia vedo in Renzi un suo degno emulo, un altro abile con le parole, assai meno con i fatti e con la concretezza.
Ne volete un’ulteriore conferma? Mentre si preoccupava di mantenere il controllo della politica sulla RAI, il Presidente del Consiglio si è guardato bene dal far approvare senza modifiche il testo del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza. Se ne sono occupati nel loro editoriale di oggi sul Corriere della Sera Alberto Alesina e Francesco Giavazzi: http://www.corriere.it/editoriali/15_agosto_04/ascoltare-cittadini-non-lobby-b5e3d40a-3a66-11e5-8bd9-fe8cdeda281d.shtml.
Buona stampa. Difficile dar loro torto. I diritti dei consumatori italiani sono, come ho già detto qualche giorno fa, difesi a parole e costantemente lesi nei fatti. E anche su questo fronte non si può certo dire che le cose siano cambiate in meglio negli ultimi diciotto mesi.
Torniamo alla RAI, ma solo in parte. Sempre sul Corriere di oggi troviamo un articolo di Milena Gabanelli dedicato proprio alla gestione dell’ente pubblico radiotelevisivo (una volta si chiamava così). Ecco il collegamento: http://www.corriere.it/economia/15_agosto_04/esperienza-risultati-esiste-ricetta-un-manager-lontano-partiti-ce7e1592-3a6c-11e5-8bd9-fe8cdeda281d.shtml.
Buona stampa. Non voglio certo mettermi a commentare quanto scrive una delle migliori (e autentiche) giornaliste del nostro Paese. Ribadisco, però, un punto sul quale Gabanelli insiste, ossia quello che si dovrebbero emarginare quei dirigenti (o aspiranti tali) che si preoccupano più di farsi conoscere dai politici che dai “cacciatori di teste”. Abbiamo alle spalle una tradizione lunga, lunghissima, di dirigenti incapaci saliti al vertice di aziende fondamentali per il Paese solo perché erano nelle grazie di questo o quel politico o ben inseriti in quel certo partito. E poco o nulla è cambiato negli ultimi vent’anni, anzi. Nessuno, né Prodi né D’Alema, né Berlusconi né Monti, né Letta né Renzi, si è fatto sfiorare dall’idea di cambiare l’andazzo, al contrario. Credo sia difficile contestarmi se affermo che, negli ultimi vent’anni, si è aggravato il fenomeno della selezione di dirigenti con criteri che avevano assai poco a che fare con la competenza e con il merito. E questo, pare persino superfluo aggiungerlo, ha conseguenze anche sui diritti dei consumatori perché i manager incompetenti non amano la concorrenza.
Prima di passare alla musica, vi suggerisco la lettura di un testo di grande interesse, scritto da Hossein Derakhshan, un blogger canadese che ha trascorso lunghi anni nel carcere iraniano di Evin. Oltre a descrivere con efficacia le sensazioni suscitate dai cambiamenti che ha trovato quando è uscito di prigione, Derakhshan svolge un’analisi di spessore sulla comunicazione in rete e sottolinea la necessità di recuperare la dimensione del blog rispetto a quella dei social network. Potete leggere il testo in inglese qui: 
Buona stampa. E volete che io gli dia torto? Non ci penso proprio. Viva i blog!
Oggi, nella guerra contro i nemici della cultura e della musica, mi sembra giusto proseguire negli ascolti delle sinfonie di Scarlatti, sempre nella versione di Scott Ross. Sono la K4, K5 e K6.



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