venerdì 3 luglio 2015

La seconda domanda 2


Ieri avevo già iniziato a riflettere sul testo che intendevo scrivere, quando, ad altri impegni, se n’è aggiunto uno imprevisto. Nel primo pomeriggio, parcheggiando la macchina nel cortile, ho visto un piccolo di rondine moribondo. Incapace di volare e di muoversi, era sfinito dal caldo, disidratato e affamato.

L’ho raccolto e l’ho portato in casa, dove l’ho nutrito pazientemente con acqua zuccherata somministrata goccia a goccia. In capo a un’ora si era ripreso, tanto da provare a saltare fuori dalla scatola da scarpe in cui lo avevo sistemato. A quel punto l’ho affidato alle mani assai più capaci del veterinario indicato dalla LIPU di Padova. Ecco una foto del mio “paziente” quando già era in via di guarigione.


Venendo ai giornali, mi pare il caso di riprendere, almeno in parte, quel che avevo considerato ieri, ossia due interviste. La prima a Matteo Salvini. La seconda a Mario Monti.
Salvini è stato intervistato da Fabrizio Forquet, vicedirettore de Il Sole 24 Ore, che ha pubblicato il testo il 1° luglio: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-07-01/salvini-sono-pronto-governare-ecco--mio-piano-l-europa-e-l-economia-065326.shtml?uuid=AC1pdrJ&fromSearch.
Buona stampa. Diversamente da Napoletano, Forquet conosce la seconda domanda e prova più di qualche volta a stringere Salvini, ma il segretario della Lega è più sfuggente di un’anguilla e, alla fine, non è che si riesca a capire bene cos’abbia in mente per il futuro, in cui s’immagina alla guida del Paese. O meglio, si capisce che neppure lui ha le idee chiare sul contenuto del proprio programma politico, salvo l’ovvio obiettivo di vincere. E questo, voi tre lo sapete meglio di me, è tutt’altro che rassicurante.
Stampa così e così. Non solo per colpa di Cazzullo, che pure è un altro di quelli che non sa, o preferisce dimenticare, cosa sia la seconda domanda.
C’è tuttavia un passaggio che merita di essere evidenziato, perciò copio e incollo:
È il presidente del Consiglio. Avrà un’opinione su di lui.
Posso dirle questo. Renzi ama ripetere che in Europa occorre meno burocrazia e più politica. È una frase di grande grossolanità. A quale politica si riferisce? Se politica significa andare ai vertici pensando solo agli interessi di casa propria, ai sondaggi, alle elezioni successive, allora di politica ce n’è fin troppa. Se i leader, e parlo in generale, si imprigionano nello schema delle 140 battute di un tweet, allora non sono leader, ma follower. Se pensano ai dibattiti tv, dove prevali se esprimi un concetto in dieci secondi, allora saranno i populisti a prevalere; perché in dieci secondi riesci a esprimere solo tesi populiste. Era anomalo che il consiglio europeo si occupasse soltanto delle crisi finanziarie, e non dei populismi nascenti. Ora la situazione è più pericolosa. Guai a privilegiare gli interessi nazionali. Serve un Kohl, capace di perdere le elezioni pur di salvare il disegno dell’euro, che i tedeschi non volevano.
Ecco, buona parte di queste parole di Monti mi piacciono. Con alcune precisazioni, però. Primo: non bastano a farmi dimenticare quanto è stato irragionevole (non è la prima parola che avevo scritto!) a voler creare il proprio partito. Secondo: non mi piace il fatto che, riguardo alla frase di Renzi, Monti non abbia colto l’occasione per indicare la necessità di riformare profondamente anche la burocrazia europea, che tanta parte ha avuto e ha nel produrre il diffuso sentimento contrario all’Unione, ormai presente in tutti i paesi membri, sfruttato abilmente da movimenti spregiudicati e populisti.
Trovo, invece, semplicemente perfette le considerazioni sulla classe politica europea e italiana. In particolare quelle sul modo in cui comunica e, più ancora, sulla rinuncia a guidare i propri cittadini.
Prima di passare alla musica, vi suggerisco la lettura della newsletter di Alessandro Fugnoli, Il Rosso e Il Nero, pubblicata ieri: http://www.kairospartners.com/sites/default/files/rn-20150702.pdf.
Buona stampa. Fugnoli è davvero bravo, sa avvolgere il lettore con i suoi richiami culturali, dimostrando ricchezza d’interessi e conoscenza profonda della Storia. Personalmente, fino a domenica sera o lunedì mattina, considero che il suo pezzo costituisca un magistrale punto fermo sulla questione greca. A meno che non legga qualcosa di altrettanto interessante e diverso rispetto ai commenti ormai omologati e monotoni che ci rifilano i giornali.
E adesso, con Bill Charlap, andiamo a combattere i nemici della cultura e della musica. Ascoltiamo il brano Lonely Town.


2 commenti:

  1. Bello l'articolo di Fugnoli e bravo tu a salvare la rondine. Ciao Marco

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    1. Grazie, Marco. Fugnoli è veramente fuori dal comune. Quanto alla rondine, impossibile restare indifferenti. Chiunque l'avrebbe fatto. Ciao

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