martedì 14 luglio 2015

Ben poco di nuovo sul fronte orientale


Ieri, con tutti gli indici in crescita, i mercati sembravano interpretare positivamente la conclusione della lunga trattativa tra la Grecia e i creditori. Oggi, con un calo moderato, sembrano più riflessivi rispetto all’effettivo esito della vicenda greca.
Per ottenere nuovo credito, Tsipras si è impegnato a fare in tre giorni le riforme che i governi precedenti e il suo non sono riusciti a fare in cinque anni. E per riuscire nell'intento deve ottenere l’approvazione del Parlamento, che non appare per niente scontata.
Quello greco, tra l’altro, non sarà l’unico Parlamento a doversi pronunciare sull’accordo raggiunto a Bruxelles. Lo faranno anche quelli di alcuni paesi creditori, come la Germania. E non sembra si possa dare per certo che vi sia un voto favorevole. In altre parole, siamo ancora nel mezzo del guado e mi pare che manchino le ragioni per essere ottimisti. Anche perché, pur ipotizzando che tutto vada nel migliore dei modi, in autunno si ricomincia a votare in varie nazioni dell’Eurozona e della UE e non si possono escludere successi dei partiti cosiddetti antieuropei o populisti.
L’incertezza, dunque, mi sembra caratterizzare queste ore e non credo sia il caso di sbilanciarsi in previsioni. Meglio, invece, approfittare delle varie riflessioni offerte ancora dai quotidiani italiani e non.
Scelgo articoli che, in linea con quanto appena affermato riguardo alle previsioni sul futuro, si concentrano sull’analisi di quanto avvenuto sinora o che aiutano a capire le dinamiche economiche e politiche della lunga vicenda greca.
Il primo commento lo prendiamo da The Financial Times. Lo ha scritto ieri un economista tedesco, Wolfgang Münchau, il quale vede nell’atteggiamento della Germania, e dei paesi che ne condividono la rigida difesa dell’austerità e del rigore, un punto di svolta, il momento in cui si affievoliscono le ragioni profonde alla base dell’idea e dello sviluppo dell’Europa Unita. Ecco il link: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/e38a452e-26f2-11e5-bd83-71cb60e8f08c.html?siteedition=intl#axzz3fmnNKTur.
Buona stampa. Mi sembra giusto riprendere le parole di Münchau riguardo all’ipotesi dell’espulsione temporanea della Grecia avanzata sabato da Schäuble: “I have heard quite a few crazy proposals in my time, and this one is right up there. A member state pushed for the expulsion of another. This was the real coup over the weekend: not only regime change in Greece, but also regime change in the eurozone.
Non aggiungo altro e passo oltre. Oggi il Corriere della Sera ospita un editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi che spiega bene le ragioni economiche che hanno causato il debito greco: http://www.corriere.it/editoriali/15_luglio_14/crisi-grecia-ideologie-numeri-alesina-giavazzi-72a08a60-29e7-11e5-b455-a2526e9b2de2.shtml.
Buona stampa. I numeri non sono opinioni, ma servono per formarsene una, purché si lascino da parte le ideologie, che spesso spingono a forzare le regole dell’aritmetica.
E, sempre in tema di numeri, vediamo la probabile destinazione degli oltre 80 miliardi di euro che dovrebbero essere concessi alla Grecia. Se ne occupa Angelo Baglioni in un articolo del sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/archives/36087/dove-va-il-denaro-del-salvataggio-di-atene/.
Buona stampa. Anche se conviene sperare che Baglioni sia pessimista…
Nella battaglia contro chi odia la cultura e la musica, oggi diamo spazio alla classica, anzi alla lirica. Sabato scorso è morto un grande tenore canadese, Jon Vickers (https://it.wikipedia.org/wiki/Jon_Vickers), lo ricordiamo ascoltando la sua splendida interpretazione di una delle più famose arie da Carmen di Bizet: La fleur que tu m'avais jetée.




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