martedì 30 settembre 2014

Ognuno ha la Corte che si merita...


La riforma del mercato del lavoro procede, sia pure a strappi, in maniera assai poco lineare, con il rischio che, alla fine, non ci sia quell’impatto fortemente innovativo di cui il Paese ha bisogno. Quello che tutti si ostinano a chiamare, chissà mai perché?, Job Acts è motivo di scontri strumentali tra i diversi raggruppamenti politici e all’interno degli stessi. E come tutti i confronti nei quali il contenuto viene usato in maniera opportunistica, il rischio è che questo venga sacrificato sull’altare di qualche risibile risultato politico. Non ci allontaniamo gran che dal modo di fare del passato e non si gettano solide fondamenta per la costruzione di un Paese moderno, amministrato da una classe dirigente degna di questo nome.
Il commento sulla situazione politica lo lascio a Stefano Folli, del quale vi suggerisco l’editoriale sul Sole 24 Ore di oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-30/premier-piu-cauto-ma-sinistra-naufraga-063616.shtml?uuid=ABfARUyB.
Buona stampa.
I problemi, come dicevo, sono ancora quasi tutti lì, piantati come macigni nella vita quotidiana dell’Italia, in cui si fa (forse) un passo avanti, ma si torna indietro di uno e mezzo se non di due…
Prendiamo l’elezione (mancata) da parte del Parlamento di due membri della Corte Costituzionale. Da svariati giorni si vota senza risultato. Una candidatura è stata bruciata, quella di Catricalà, restano in ballo Violante e Bruno, ma non si vedono schiarite all’orizzonte, perché i franchi tiratori di qua e di là sfruttano questa circostanza per manifestare dissenso verso i vertici del proprio partito.
Ecco, allora, che il Corriere della Sera affida a Sergio Rizzo, una delle sue firme migliori, quello che io ho battezzato il Mastino con la faccia truce, il compito di intervistare il Presidente della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro: http://www.corriere.it/politica/14_settembre_30/sui-giudici-corte-costituzionale-parlamento-da-cattivo-spettacolo-4f3b9fc6-4863-11e4-a045-76c292c97dcc.shtml#.
Buona stampa. Anche se, credo per la prima volta, fatico a valutare in maniera pienamente positiva il lavoro di Rizzo: mi sembra che non abbia marcato abbastanza stretto Tesauro, lasciando correre qualche considerazione sulla quale ci stava non solo la seconda, ma anche la terza e la quarta domanda.
Estraggo un piccolo passaggio.
La sentenza con cui avete decretato l’incostituzionalità dei tagli agli stipendi dei magistrati ha certo contribuito.
«Lo so. Ma lì c’era in ballo il principio dell’eguaglianza tributaria. Se volevano aumentare il prelievo sulle retribuzioni più elevate dovevano farlo per tutti e non solo per i giudici».
Ma perché mai il taglio della paga potrebbe compromettere l’indipendenza dei magistrati, com’è stato argomentato?
«La costituzione americana prescrive l’intangibilità delle retribuzioni dei giudici della Corte suprema durante il loro incarico. Un organo che fa da contrappeso al governo va tutelato proprio rispetto al potere politico. Anche se comprendo che da noi questo dogma possa venire guardato male. Ci sono magistrati che fanno dell’indipendenza la sorella dell’irresponsabilità, vero. Resta il fatto che l’indipendenza è fondamentale».
Io, per esempio, avrei chiesto al Presidente Tesauro di confrontare i costi della Corte Costituzionale italiana con quelli di analoghi organi di paesi avanzati. Un argomento che, temo, sia stato escluso preventivamente dalla conversazione. Per chi fosse curioso, un rimando al lavoro di Roberto Perotti per il sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/la-corte-costituzionale-costi-sprechi-scandalo/.
Buona stampa.
Restando al lavoro di Rizzo e sempre in merito alla questione delle retribuzioni, mi sarei anche avventurato a suggerire che, vista la situazione dell’economia nazionale e l’evidente necessità di ridurre una spesa pubblica esplosa oltre ogni ragionevolezza e ogni decenza, forse si poteva trovare una soluzione che salvava l’indipendenza (e, ammesso che esista, il senso di moderazione) della Magistratura. Una sforbiciata alle retribuzioni indecorose della categoria la potevano proporre, insieme, i massimi organi che, teoricamente, dovrebbero ospitare le migliori menti giuridiche italiane, inclusa la crema dell’ordine giudiziario, ossia Corte Costituzionale, Consiglio di Stato, Corte dei Conti e Consiglio Superiore della Magistratura. Guarda caso, fino ad oggi, non è successo. Che dite, accadrà in futuro?
Il fatto è che, con buona pace di Tesauro, la Corte Costituzionale non è delegittimata dalla mancata nomina dei due membri da parte del Parlamento. E’ delegittimata dall’essere uno dei tanti organi statali che brucia una quantità vergognosa di denaro pubblico e dal non volersi accorgere che il privilegio ha preso il posto della giustizia sulla sua bandiera.
Con gente come Tesauro e simili, la spesa pubblica continuerà a crescere. E, a questo punto, non è ragionevole neppure aspettarsi un intervento moralizzatore da parte del Presidente della Repubblica.
Buona notte e buona fortuna.

Nessun commento:

Posta un commento