domenica 6 dicembre 2015

Le seconde domande se le dimenticano sempre

Grazie a una condivisione su Facebook della mia amica Barbara, ho scoperto questo articolo di Fulvio Scaglione su Famiglia Cristiana: http://m.famigliacristiana.it/articolo/blair.htm.
Buona stampa. Anch’io penso, e non da ieri, che la decisione di invadere l’Iraq di Saddam Hussein sia stata un drammatico errore per le popolazioni locali e anche per noi occidentali. Quella guerra, ingiustificata e iniziata senza nessuna visione a medio e lungo termine e nessun piano per il dopoguerra, ha aperto un periodo di instabilità per tutto il Medio Oriente e di terrore per le popolazioni di molti paesi dell’area e anche per larga parte del mondo.
Onestamente non saprei se esistono le condizioni per processare Tony Blair e George W. Bush; quel che è certo è che, mentre il primo ha continuato e continua a pavoneggiarsi in giro per il mondo e a incassare ricchi assegni per conferenze e incarichi del tutto improduttivi, il secondo ha scelto di tenere un profilo basso e di lui non si sente quasi più parlare, il che, sinceramente, mi sembra un atteggiamento apprezzabile.
Ho sempre pensato che George W. Bush fosse stato scelto accuratamente per un ruolo per il quale era inadeguato e nel quale era gestito da altri, dagli uomini che davvero contavano nella sua amministrazione, due nome per tutti: Cheney e Rumsfeld. Mi pare che il profilo adottato una volta lasciata la Casa Bianca lo accrediti di una statura che non ha dimostrato nei giorni del potere. Vedremo se la Storia mi darà ragione.
Giovedì la Banca Centrale Europea ha deciso di rafforzare il proprio intervento per stimolare l’economia continentale e favorire l’auspicato aumento dei prezzi. Gi effetti sui mercati finanziari, soprattutto quelli europei, di queste decisioni sono stati negativi. A me pare che ciò dimostri due cose. In primo luogo credo sia evidente che le iniezioni di liquidità operate dalle banche centrali hanno creato un autentico fenomeno di dipendenza negli operatori e nei risparmiatori, i quali non sembrano capaci o disponibili ad accettare il necessario ritorno alla normalità delle politiche monetarie. Il secondo aspetto riguarda la politica, la quale pure sembra dimenticarsi le proprie responsabilità e, soprattutto in certi paesi (Italia in testa), spera che sia la Bce a risolvere i problemi ai quali solo la politica può e deve rispondere adeguatamente. Sul tema vi suggerisco la lettura dell’editoriale di ieri del Corriere della Sera, firmato dall’economista Francesco Daveri: http://archiviostorico.corriere.it/2015/dicembre/05/ALIBI_CHE_DRAGHI_NON_DATO_co_0_20151205_6b885dc2-9b19-11e5-a0b8-75aba42d24b6.shtml.
Buona stampa.
Giudizio che certo non mi sento di attribuire all’intervista che Maria Teresa Meli ha fatto al presidente del consiglio e che il Corriere ha pubblicato oggi: http://www.corriere.it/politica/15_dicembre_06/noi-non-vogliamo-libia-bis-crescita-sfideremo-bruxelles-97bed6ea-9be7-11e5-9b09-66958594e7c5.shtml.
Stampa così e così. E sono probabilmente troppo buono perché si tratta di un classico esempio di intervista senza seconde domande, plausibilmente sollecitata da Renzi e prontamente concessa dal quotidiano che così, forse, spera di dare una spinta alle vendite che languono… Se vi va di arrabbiarvi, potete leggerla: la Signora Meli e Matteo Renzi collaborano efficacemente nell’impresa di far sentire preso in giro il lettore. Come leggere i cinguettii del presidente del consiglio: propaganda.
Avrei voluto occuparmi ancora una volta delle vicende delle banche popolari venete in difficoltà, ma è meglio rinviare, vi ho già rubato troppo tempo.
Per la parte giornalistica concludo con il Buongiorno di Gramellini di oggi: http://www.lastampa.it/2015/12/06/cultura/opinioni/buongiorno/muoversi-muoversi-o2ojfF7txPavCA1qlnIg9K/pagina.html. E con quello di martedì scorso, che mi sono scordato di citare nel post di ieri: http://www.lastampa.it/2015/12/02/cultura/opinioni/buongiorno/fine-lavoro-mai-v5NZOLa7KqxVfx4GPphcVN/pagina.html.
Buona stampa. Si sorride un po’ e, soprattutto, si trovano argomenti su cui riflettere.
Anche oggi cominciamo la battaglia con il jazz. Ascoltiamo un grande pianista della nuova generazione, che vi ho già proposto altre volte: Brad Mehldau. Il pezzo che vi propongo è la sua interpretazione di una famosa canzone di Chico Buarque de Hollanda: O Que Sera. Sono in debito con il mio amico Giorgio per la segnalazione di questa esecuzione, che non conoscevo.



La versione italiana, intitolata O Che Sarà, è di Ivano Fossati. Una delle migliori interpretazioni è quella di Fiorella Mannoia. Qui ascoltiamo la versione che lei e Fossati hanno realizzato insieme.


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